il canale unico, di nuovo

Oddio, questa cosa che adesso Zerocalcare, poco fa Squid game, e poi prima l’isola delle Rose, ancor prima la casa di Carta e potrei andare avanti parecchio, cioè che le persone guardino le serie tv o film allo stesso momento basandosi sulle novità consigliate nonostante un’offerta complessiva in streaming a dir poco enorme, a me un filo di perplessità la lascia (euf.). Sia perché non è detto che le cose suggerite da Netfliz siano le migliori in giro (e non lo sono) sia perché insomma a me scegliere per massa non è che mi piaccia molto. E di solito mi dà risultati scadenti.

Certo, e questo è un aspetto positivo, capisco che guardare tutti allo stesso momento le cose poi permetta di parlarne sui social e questo, in qualche maniera, almeno restituisce un po’ di socialità e contenuti alla cosa. Va bene.
Però mi fa effetto che in epoca di offerta illimitata (ehi, non esiste mica solo Netfliz e non è nemmeno il servizio migliore, ma è lo stesso discorso di cui sopra) siamo in realtà tornati a Rai 1. Hai visto Fantastico ieri sera? E Porta a porta? Brrrr.

e una

Oggi hanno completato la torre della Vergine Maria della Sagrada Família.

Cesar Augusto Rangel, La Vanguardia / AFP

Alta 127 metri e rotti, è diversa da tutte le altre diciassette torri, come lo sono una dall’altra.
Il tutto è cominciato nel 1882 e dovrebbe essere finito nel 2026, ma qualcuno scommette su un rinvio causa covid. Comunque una bazzeccola, rispetto a certe cattedrali gotiche che sono andate vicine al millennio di costruzione.

la fola della locomotiva d’Europa

Se siete di quelli che si sono bevuti la balla – non solo leghista, abbastanza trasversale – della Lombardia e del nord in generale locomotiva produttiva d’Europa, questa è per voi:

La mappa dell’UE che riporta il grado di competitività regionale, dati 2019. Siccome il blu è il massimo e il rosso il dato peggiore, viene facile constatare la completa assenza di gradazioni di blu in Italia. Questo perché per quanto riguarda molti indicatori presi in considerazione, il nostro paese riporta risultati negativi in molti campi, per esempio l’apertura del mercato del lavoro, gli investimenti in ricerca e sviluppo, le procedure di apertura e gestione di un’impresa, l’istruzione e la formazione dei lavoratori, il costo del lavoro rapportato ai salari e così via. E questo vale anche per il nord del paese, che ha dati migliori del sud ma non sufficienti per essere al passo con le altre zone d’Europa. E a guardare i dati sull’innovazione c’è da mettersi le mani nei capelli. Poi potete pensare di essere centrali e determinanti, avanzati e produttivi, di dire cose intelligenti e di avere uno sguardo aperto sul mondo, bene per voi.
Ma non è così.

la badante, la badata e il gomblotto

Ovvero, la mia esperienza diretta con il novaxismo e, ovvio, l’imbecillità.
Ecco i fatti di oggi e le premesse necessarie.

Ai primi di ottobre la badante dice che no, il vaccino non lo fa, essendo tutto un complotto, e che piuttosto che esserne costretta tornerà in Moldavia. Io ne sono francamente sollevato, già il fatto che una che fa quel lavoro non abbia la coscienza di capire l’importanza del vaccino, non solo per sé ma per chi assiste, è di per me sufficiente per mandarla via. Ma non sono io che decido, quindi si è aspettato fino all’obbligo.
Poi, dieci giorni dopo, ci ripensa e promette che farà tutti i tamponi del caso, quasi supplica, d’altronde il rapporto con la badata è buono, la situazione pure, la Moldavia lontana, preferisce restare. Io la manderei via, dico. Insisto un po’ ma capisco, non posso piantare un chiodo. Provo a obiettare che il tampone non protegge da alcun contagio e che, comunque, la badata non sia in grado di verificarne la validità ogni quarantotto ore, ma non posso andare oltre. Si opta per i tamponi, la legge lo permette, la badata è contenta e non si variano i delicati equilibri. Resta. Le vedo solo io le nubi oscure all’orizzonte?

Stamattina sto facendo colazione con il giornale e pregustandomi il mio primo giorno libero da tempo, intendo in cui posso lavorare tranquillo, quando arriva la telefonata: badante ricoverata con ambulanza urgente. Cagotto fulminante? No, covid. Poco più di un mese è durato il giochino, bene. Valutazione della situazione: una badata che per sua stessa natura non è in grado di badare a sé stessa nemmeno per alcune ore, figuriamoci una notte, una possibile infezione, una casa contaminata, la cosa va risolta con urgenza. Portare la badata a casa di qualcuno è un’opzione da scartare, vista la possibile positività al contagio, o comunque da valutare solo come ultima possibilità. Ottimo, pago la colazione e amen, piglio lo scivolo verso il lago fetente.

Ci assumiamo la dose di rischio minima ma necessaria e occupiamo casa della badata, per darle da mangiare, assisterla il necessario, organizzare le cose. Mascherine, gel e solenni chiamate a raccolta di tutti i santi. Poi telefonate a destra e a manca per cercare una badante disponibile fin da subito, che sia disponibile per la notte e così via. Nel frattempo, consulto medico per la badata, prenotazione del tampone serio, bisogna aspettare due giorni per ordini del medico. Comodo. Dopo qualche ora, la prima parte di miracolo: troviamo una badante disponibile, la incontriamo, la rendiamo edotta, tutti i pezzi si incastrano, questa l’abbiamo risolta. È vaccinata e, ho un mancamento, dice: ci mancherebbe, visto il lavoro che faccio. Da non credere. Si tratta di una delle combinazioni più difficili da trovare al primo colpo, l’equivalente di un sette al superenalotto nel gioco della vita assistita, un ago trovato in un pagliaio grande come l’egoismo di un no-vax. Sono ancora incredulo.

Poi, questione casa: serve disinfettarla e disinfestarla. Abbiamo bisogno di una mano specializzata, mi attacco al telefono. Mi rivolgo alle imprese di pulizie, quelle grosse con il numero per le emergenze 24 ore su 24. Risposta della prima, della seconda, della terza, della quarta: no, ci spiace, noi non possiamo intervenire finché non c’è un tampone negativo della badata. Ossignoresanto, se c’è il tampone negativo allora è una pulizia normale, o no? Ho la faccia e la mente basite. Mettetevi le tute spaziali e venite o non è il vostro lavoro? Noi cominciamo ma abbiamo bisogno di una mano per fare tutto e farlo a modo. E come sempre accade quando chi dovrebbe non lo fa, bisogna rivolgersi a chi per disponibilità e bisogno di soldi accetta: una ragazza moldava anche lei che, resa edotta e bardata in sicurezza, ci aiuta.

Sono ancor più incredulo, forse vediamo la soluzione di una così robusta catena di casini. Dovuti a una sciagurata che fa scelte scellerate. Ora le conseguenze indirette: tutti noi da ora siamo in quarantena, in attesa di tamponi al momento giusto. Ottimo, una bella ciliegina su un tortino fecale. Prenotiamo, aspettiamo l’arrivo della nuova badante, che ha persino lo stesso nome così la badata può apprezzare una certa continuità, e ci guardiamo incapaci di credere al fatto che ogni cosa, forse, sia andata a posto, o quasi. Nemmeno l’A-team avrebbe agito con tanta prontezza, adoro anch’io i piani ben riusciti.

E ora via, verso una nuova avvent… quarantena. Magnifico. Una persona, oggi, ci ha aiutato tanto (T., grazie di cuore, ogni parola non basta) e una è stata la causa di tutto. Per cui, per quanto mi riguarda, da oggi basta: è guerra aperta con tutti i no-vax e no-green pass e no-qualsiasi altra cosa relativa alla pandemia, ovvero tutti quelli che pensano di aver capito e che le proprie scelte non ricadano sugli altri, d’ora in poi non c’è più comprensione né considerazione né silenzio. Appena esco dall’isolamento.
Fanculo.

art déco nostrana

Questo è il cinema Lux, 1934, vero capolavoro di art déco. Fu cinema Rex prima, poi volgarmente Dux nei periodi bui, poi com’è ora. Anche la Galleria San Federico, che lo contiene, è in stile. La sala, enorme, aveva più di millecinquecento posti, ora ne hanno ricavato tre sale, esigenze minori del cinema contemporaneo. La foto è mia e il cinema è a Torino, splendidamente visibile anche oggi e accogliente anche con chi, porello, non ha casa e letto.