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sbrodolata finto-casuale di b.cose.
A Stalingrado non passano e, nel suo piccolo, neanche nel b.site. In ogni caso, rimane sempre il piano B.

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Viaggio in Cina
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la letteratura di trivigante:
la tenzone poetica pt. 1

commenti:
posta[at]trivigante.it


trivigante 2006

trenta

Colpa della Gelmini.
Dai e dai, taglia qui e taglia là, va a finire che la scuola pubblica in qualche modo si deve pur finanziare.
E un professore, magari precario, un qualche modo per arrotondare lo deve pur trovare, oltre alle lezioni private e allo spaccio di fotocopie e schiacciatine. Ecco la notizia da "L'informazione di Parma" del 7/11, fotografata da me a Langhirano, patria del leggendario prosciuttone:

Colpa della Gelmini, colpa della Gelmini! Ecco la scappatoia. Hai rovesciato il latte nel frigo? Hai sparato a tua cognata? Hai venduto una partita di zanne di elefante al mercato natalizio di Bolzano? Hai passato un allegro weekend a Predappio in compagnia di alcuni simpaticoni nerovestiti? Tutti insieme: colpa della Gelmini! A meno che, ovvio, il professore abbia frainteso il concetto di "taglio", associandolo erroneamente all'eroina sbarazzina.

ventisei

Operazione Sottocoperta.
Dovete prendere un treno-una corriera-un autobus? Passate le vostre giornate nelle biblioteche? Avete invitato a cena vostra zia suora o i vostri genitori ultra-conservatori? Passate delle ore nella sala di attesa del dentista facendo passare avanti chiunque? Avete voglia di discutere? Avete voglia di essere picchiati? Vi divertite ad ammirare facce stralunate che vi guardano di sbieco?

Operazione Sottocoperta fa per voi.

Pochi resistono, la tentazione di sbirciare i titoli dei libri letti da altri è quasi irrefrenabile. Cosa legge la signorina fotomodella che mi sta davanti nello scompartimento del treno? Che libro ha sottobraccio il signore distinto seduto sull'autobus? Di cosa si occupa lo studioso in sala di lettura della biblioteca? Che libri ha in casa questa strana coppia conosciuta stasera in un locale per scambisti? Mi posso fidare?

Suscitate curiosità senza freni con l'Operazione Sottocoperta.

Come funziona? Trivigante.it vi fornisce delle comodissime sovracopertine per libri già pronte, da stampare, ritagliare e applicare sul libro che state leggendo. Scelta e applicata la copertina che preferite su un libro qualunque, non dovete fare altro che lasciare in bella vista il libro, in biblioteca, sul comodino, sul sedile del treno accanto a voi. Oppure, potete leggerlo tranquillamente, facendo sì che gli astanti possano scorgere la copertina e trasalire. Scandalizzate i bacchettoni, osservate le facce perplesse, suscitate interesse negli sconosciuti, fate venire i pensieri ai vostri genitori e congiunti, rendete la vostra libreria più eccitante e bizzarra, rendete inquieti i vostri ospiti, fate regali di natale con colpo di scena.

Godetevela con l'Operazione Sottocoperta.

Le prime due copertine della serie:

Genere: storico con addizione misteriosa e scabrosa.

Utilizzo verso: devoti, bacchettoni, anziani, timorati di dio, timidi, suore e vescovi, teologi, storici d'accatto etc.
Formati:
- sovracopertina 20,9x14,9cm (es: Mondadori Strade Blu, 200 pagine circa), scaricare qui;

- sovracopertina 19,5x12 cm (es: tascabili Einaudi, Adelphi, 250/300 pagine circa), scaricare qui.

Genere: giovanilistico che titilla i bassi istinti.

Utilizzo verso: giovanetti idioti, sociologi, studiosi arroganti, genitori retrivi, nipoti fastidiosi, lettori occasionali, Federico Moccia etc.
Formati:
- sovracopertina 20,9x14,9cm (es: Mondadori Strade Blu, 200 pagine circa), scaricare qui;

- sovracopertina 19,5x12 cm (es: tascabili Einaudi, Adelphi, 250/300 pagine circa), scaricare qui.

Via all'Operazione Sottocoperta. Trivigante.it si dichiara fin da ora responsabile in caso veniate picchiati da orde di parroci di campagna e si impegna da questo momento a fornire assistenza ospedaliera ventiquattro ore su ventiquattro, preparando pappine e conversando piacevolmente con la vittima dell'intransigenza altrui. In tutti gli altri casi, sostenete il dibattito e gli sguardi in tralice con gran faccia tosta. Buon divertimento, dunque, l'Operazione Sottocoperta comincia ora. Fatemi sapere gli effetti.

ventuno

Otto.
Otto fatti immemorabili di pura attualità raccolti negli ultimi due giorni, senza alcun legame tra loro, senza alcuna coerenza o parità di peso, senza bellezza intrinseca e senza genio. Perché, allora? Ho, ultimamente, un problema di gestione dello sdegno e dell'indignazione: come posso indirizzare senza spreco il senso di fastidio che mi pervade? Come posso individuare una/due cause per le quali mobilitarmi, preso come sono tra innumerevoli incudini e altrettanti martelli? Meglio fare una bella selezione di fatti, mi dico, sui quali posso spalmare indifferentemente sdegno e riso sardonico con la cazzuola oppure, a seconda, sceglierne uno o due ed eleggerli - per oggi - a cause meritevoli di un qualche grado di mobilitazione. Eccone otto, scelti in base alle preferenze espresse dalle statue parlanti della redazione di trivigante.it.

1) Milano, amicizia Italia-Cina.
Prosegue l'operazione-simpatia del Comune di Milano nei confronti degli immigrati cinesi: per favorire l'integrazione e rendere più semplici le operazioni imprenditoriali della comunità cinese a Milano, il Comune ha trasformato via Paolo Sarpi in zona a traffico limitato, chiudendo alle macchine, di fatto, la zona principale del commercio cinese. Sarebbe una bella operazione se facesse parte di un piano di chiusura del centro al traffico e non fosse, invece, un bel regalino velenoso indirizzato ai soli commercianti cinesi. I quali, ora, sono costretti a portare le merci con il camion fino a corso Buenos Aires o limitrofi e poi a trasferirle a mano fino ai negozi. Oppure a prendere un bel taxi milanese e a riempirlo di cartoni. Viva i diritti dei cinesi in Cina, schifo sui diritti dei cinesi a Milano. L'operazione, promossa come riqualificazione della zona, mostra tutta la sua serietà nel rendering ufficiale del progetto di sistemazione della via pedonale, realizzato da un progettista di dodici anni del Comune rinchiuso nello Spilberg e dotato di compiuter a diavolina. Qui a destra, cliccare per un eccitante brivido progettuale.

2) Brescia, lotta al chebabbaro.
A ruota, anche il Comune di Brescia istituisce l'operazione-simpatia nei confronti degli imprenditori immigrati operanti nel campo della ristorazione: il Comune, infatti, promette un'ordinanza per limitare la concentrazione e l'orario di apertura di alcune iniziative imprenditoriali nel centro di Brescia. Trattasi di un'ordinanza che non presenta un obbiettivo specifico, niente di xenofobo mascherato da altro (un possibile precedente). Infatti, l'iniziativa riguarda indistintamente quelle attività commerciali che vendono carne cotta tagliata in verticale, pane, cipolle, insalata, salse piccanti, pomodoro, bevande e che hanno una "kappa" nell'insegna. La città si interroga sui destinatari dell'ordinanza: chi sarà chiamato in causa? Nel frattempo, restano a memoria due affermazioni al riguardo. La prima, dell'assessore Rolfi promotore dell'ordinanza: "Brescia non è l'America!" ed è un'altra certezza granitica che si sgretola; la seconda, in risposta all'ordinanza, di ignoto a Radio Popolare: "E vabbè, allora facciamo una legge che se sei negro vai in galera".

3) Mosca, si comincia male e si prosegue peggio.
Sempre peggio il processo per l'assassinio di Anna Politkovskaja, imputati i fratelli Makhmudov e un ex ufficiale dell'unità anticrimine della polizia della capitale, Khadzhikurbanov. Oltre al fatto assurdo per il quale la Corte giudicante è una Corte Militare, questa stessa ha stabilito che il processo deve essere fatto a porte chiuse, nonostante le richieste della stampa e della popolazione e nonostante in prima battuta avesse deciso di celebrarlo pubblicamente. Il motivo è che i giurati avrebbero chiesto di chiudere le porte del processo, richiesta accolta. Peccato che nessun giurato abbia mai firmato una richiesta in tal senso, notizia di oggi. Probabilmente è stata la procura stessa a decidere, perché gli elementi a carico degli imputati sono debolissimi e non è stato individuato alcun mandante. Nebbie russo-cecene.

4) Ti voglio bere (qui).
Due libri: Acqua SPA - Dall'oro nero all'oro blu e L'acqua nella storia, entrambi di Giuseppe Altamore, giornalista che si occupa di acqua. Qualche dato desunto dai due libri: ottanta miliardi di dollari è il giro di affari delle aziende che nel mondo si occupano di acqua imbottigliata; gli italiani bevono più acqua imbottigliata di chiunque altro, ovvero centonovanta litri a testa all'anno, equivalenti a una spesa di trecentocinquanta euri; il settanta per cento dell'acqua imbottigliata che viene venduta è acqua naturale, ovvero esattamente come esce dalla fonte (il che la dice lunga sulle ragioni del consumo); il costo medio per litro di acqua per un produttore italiano è di 0,02 lire (lire, non euro); la Regione Lombardia, per dirne una, spende venti milioni di euri l'anno per smaltire le bottiglie di plastica; la San Bernardo (ovvero Nestlé) paga solo 2.528,28 euri l'anno per la concessione di prelievo dell'acqua al Comune di Cuneo.
Questo e altro per dire che il consumo di acqua imbottigliata è indotto da una delle più massicce campagne pubblicitarie mai viste, per dire anche che l'acqua erogata dai nostri acquedotti è generalmente buonissima e che, dunque, non c'è alcuna ragione per non bere l'acqua dal rubinetto.

5) Roma, prezzi di realizzo suggeriti dai periti.
Alitalia: il Governo ha accettato il prezzo proposto dalla CAI (Compagnia Aerea Italiana) per l'acquisto di Alitalia, millecinquantadue milioni di euri. Una bazzeccola. Scajola, che non è uno sciocco né un rompicoglioni, lui, prima di accettare aveva chiesto un parere sulla congruità del prezzo a Banca Leonardo, uno dei periti terzi (terzi?) nominati dal governo. Peccato che nel cda di Banca Leonardo siedano D'Urso e Marchionni, che hanno il medesimo ruolo in CAI. Evidentemente, il prezzo è stato ritenuto congruo da Banca Leonardo e, quindi, dal Governo. In Italia sarebbe davvero utile istituire l'Università della Terzietà, chissà mai che qualcuno impari qualcosa.
Curiosamente, mi è venuta in mente una cosa a proposito, di cui mi pare non abbia parlato quasi nessuno: esiste una compagnia aerea privata con poche decine di piloti, che gestisce una decina tra aerei ed elicotteri (Falcon 900, P-180 e A-109), le cui azioni sono possedute da SanPaolo fiduciaria, del gruppo bancario Intesa SanPaolo (piuttosto coinvolto nella faccenda Alitalia, come si sa). La cosa interessante di questa compagnia è che supporta operativamente le attività dei servizi segreti, ovvero SISMI e SISDE, nella vecchia denominazione, da almeno trent'anni. E come si chiama questa compagnia? Compagnia aeronautica italiana, e l'acronimo è CAI. Che cosa buffa, no?

6) Milano, lo sparatutto.
Tremonti spiega la crisi economica all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Cattolica di Milano, ieri, testuale: "La crisi economica che stiamo affrontando è come vivere dentro un videogame. In quelli che si giocano, si affrontano mostri e poi si spegne tutto. Mentre questa non è ancora terminata e non è possibile fare game over. Come nei videogiochi ci sono dei mostri da affrontare per passare al livello successivo. Abbiamo già superato vari mostri, ora dobbiamo affrontare i mostri delle carte di credito, delle attese bancarotte societarie e poi il mostro dei mostri, quello dei derivati". Concetti complessi per una situazione complessa, Tremonti ha confuso la playstation con la macchina da scrivere.
Una cosa interessante, che è nell'aria almeno da settembre, però la dice: occhio al botto delle aziende di carte di credito, tra poco arriva.

7) Somiglianze tra Italia e Nuova Zelanda.
Domenica si è votato in Nuova Zelanda e, dopo tre mandati del centrosinistra, ha vinto il centrodestra. Capo del Partito Nazionale conservatore è John Key, multimilionario, il classico uomo mi-son-fatto-da-solo: nato in povertà, cresciuto grazie alla beneficenza, ha costruito la sua fortuna dal nulla. Ha vinto con un programma piuttosto vago: diminuzione delle tasse (mandiamogli Tremonti), lotta dura alla criminalità (mandiamogli Maroni), semplificazione della burocrazia (mandiamogli Calderoli), riorganizzazione dell'economia (mandiamogli due volte Tremonti). E l'istruzione? Niente istruzione? Serve niente?

8) Darfur?
Abbiamo diecimila soldati sparsi tra Afghanistan, Kosovo e Libano, a vario titolo. E là resteranno, perché ieri la Camera ha votato all'unanimità il rifinanziamento di tutte le missioni. Vorrei sottolineare l'unanimità della decisione. Non solo: la Camera, nella stessa votazione, ha accolto a larga maggioranza un ordine del giorno di tal Gianni Vernetti (PD) che prevede l'aumento dei finanziamenti per la missione militare italiana in Darfur e l'invio di altri elicotteri. In Darfur trattasi di missione dell'ONU, quindi di pace, vuole la teoria (e io, ammetto, non avevo idea avessimo uomini in Darfur). Ne consegue che l'unanimità dell'Afghanistan non vale per il Darfur. Ovvio.

diciannove

Per la colonna triestina.
I fatti. Primo, banale: la schermidrice Granbassi aveva un nonno, Mario Granbassi. Tale nonno, ed è il secondo fatto, era triestino e andò volontario a combattere nella guerra civile spagnola. Ma, terzo e importante, combatté dalla parte sbagliata, ovvero per il male franchista. Ricadono le colpe dei nonni sulle nipoti che lavorano a rai tre? Il quarto fatto, e siamo ai nostri giorni, è che Trieste ha un sindaco fascista e bestia. Ero a Trieste il 26 ottobre scorso e, poiché era l'anniversario della conclusione del Governo Alleato e la conseguente passata della città all'Italia, l'ho sentito fare un discorso più idiota che fascista. Ed era parecchio parecchio fascista, il discorso. Detto questo, giungo al quinto fatto: il sindaco fascista ha ben pensato, similmente a tanti suoi colleghi fascisti, di mettere mano alla toponomastica e intitolare una via al predetto nonno, fascista pure lui. Il quinto fatto, in particolare, si configura come revisionismo. Nonostante le proteste e il dissenso, compresi numerosi catalani che hanno fatto pervenire le proprie manifestazioni di sdegno, la giunta fila dritta senza remore, ovviamente fregandosene. E fin qui i fatti.
E ora il dissenso. Mi è giunta notizia, da verificare, che il 25 a Trieste si terrà un incontro pubblico nel quale, il tema è la memoria e la comunità, il meraviglioso Boris Pahor, eroe novantacinquenne sempre implacabile, spiegherà - con altri - a questi poveri idioti revisionisti qualche concetto basilare della storia e della convivenza. Non so, purtroppo, altro, né luogo né ora. Ma penso che per la colonna trivigantista triestina sarà una bazzeccola darci notizie al riguardo. Teneteci aggiornati sulla vicenda e, magari, fateci un racconto dell'incontro, se potete. Da qui, per ora, sostegno al dissenso e alla lotta. E un bel fanculo a Dipiazza e alla giunta tutta, già che ci sono.

diciassette

Fermare la caduta libera.
Due mesi, una sospensione che a me è parsa piuttosto lunga. Ne ho sofferto un po' (non è vero: molto) perché sfanculare a dritta e a mancina in rete è molto più divertente che farlo alla luna, da soli. O tormentando i miei poveri congiunti, che mi hanno supplicato più volte di ricominciare a postare qui le mie piccole faccenduole. E io che pensavo che avessero nostalgia del b.site...
Due mesi nei quali mi sono segnato alcune cose.
I cinesi hanno fatto una passeggiatina nello spazio: memorabile il messaggio dell'eroe popolare che ha detto: "Saluto i cinesi e la gente di tutto il mondo". Che sarebbe poi la versione intergalattica del "Un saluto agli amici del baretto". Siamo piccoli e soli, come sempre.
Poi c'è stato il crollo di una parte delle istituzioni economiche occidentali (attenzione, fare attenzione: istituzioni private), il che era piuttosto nell'aria da un po'. Stupiscono, me, due fatti: primo, che tutte queste belle banche invischiate in operazioni di fantasia economica erano, senza distinzioni, tutte certificate con giudizi più che positivi fino a due ore prima della dichiarazione di bancarotta (e, quindi, delle due l'una: o i certificatori sono privi di mani e vista, oppure giocano tutti alle belle statuine bastardine fino all'ultimo... il caso parmalat qualche indicazione la dà, in questo senso, anche se Tanzi fa l'idiota in aula); secondo, mi colpisce il profluvio di miliardi di euro-dollari sganciati sull'unghia dai governi occidentali per le operazioni di salvataggio, a fronte di leggi finanziarie che inneggiano al tirare la cinghia altrui e al sacrificio umano, sempre altrui. Priorità del mercato.
Giustamente, qualcuno ha detto che non intende pagare crisi altrui: sottoscrivo, in nome dell'irrealtà, concetto che mi piace moltissimo. E qui il discorso va a cadere sulla protesta della Scuola a tutti i livelli, che condivido e sostengo in tutto. In particolare, però, devo confessare che, dopo aver seguito alcune manifestazioni, mi confonde un poco un aspetto particolare della protesta studentesca: la posizione politica. E' un problema mio, mi spiego. Avvicino ragazza in corteo che porta kefiah, maglietta rossa di Emergency e striscione del collettivo e le chiedo: "Dunque sei contro la Gelmini e questo governo perché sei di sinistra e contesti i tagli all'istruzione?". Non è di sinistra, ha votato Di Pietro ma non si occupa di politica. Ah, capisco. Allora il giovine che è appena sceso dal SUV paterno e scandisce slogan contro la 133, vestito di tutto punto con scarpe eleganti e giacca da cumenda è di destra? "Sei di destra, caro?". No, non è di destra. Vota Lega e non è di destra perché lui fa altre cose, mica politica. Occazzo, ragazzi, così mi confondete. E mi fate sentire un ciula, ancora qui con 'sta destra e 'sta sinistra... Temo sia così, problema mio, prendo e porto a casa. Però non è che capisco bene questa cosa. Comunque, inneggio alla fantasia e al genio dei cortei e della protesta, devo ammettere che ha toccato punte inarrivabili, seppur tremendamente naif. Una dimostrazione qui sopra. Amo le moltitudini.
E poi la grande notte di festa per Obama, subito rovinata da parecchi idioti nostrani e dalla morte di Miriam Makeba, militante fino in fondo, vicino agli oppressi, neri e bianchi, di Castevolturno. Ben venga Obama, dunque, anche perché avrei esultato per l'elezione persino dell'uomo bionico, piuttosto che della coppiola reazionaria Mc Cain-Palin. Come tutti noi, credo. Il problema, a questo punto, è che siamo tutti belli vispi e pronti, rivolti verso Obama con un verbo solo sulle nostre labbra: "stupiscici". Il che non va bene, perché è pur sempre un americano, democratico ma americano. Il che significa che è un progressista un pochino sui generis per i nostri gusti europei e, quindi, potremmo restare un pelo delusi. E poi lotta contro le lobbies più maligne del pianeta, porello. Meglio non far di conto fin da ora sulle sue mirabolanti gesta, attendere pazienti, gioire del fatto che - comunque - sarà sempre molto meglio di Bush e osservare con godimento i nostri destroidi locali cui è venuta a mancare, ahiloro, una bella sponda.
L'amico americano.
Avrei voluto, poi, ignorare bellamente i siparietti sulla commissione di vigilanza RAI, puro genio italico. Ovvero, il PD che presenta Orlando come candidato per quarantacinque votazioni consecutive, facendolo impallinare ogni volta dal PDL, ancora irritato per la bocciatura di Pecorella alla Corte Costituzionale (si chiama ripicca); Orlando però non si può cambiare perché non bisogna irritare Di Pietro che, altrimenti, rompe per le elezioni in Abruzzo (la logica sottostante a tutto questo è comprensibile solo a chi vive in Italia da molti anni); allora il PDL rompe gli indugi ed elegge, pure con due voti del PD, un tizio del PD che nemmeno era candidato. Il quale, furbaccino di tre cotte, se ne guarda bene dal dimettersi immediatamente e gioca le sue, poche, carte. Il PD, ancora una volta, va nella confusione più nera. Avrei voluto ignorare tutto questo, dicevo, se oggi la compagna Rosi Bindi, democristiana onesta, non avesse detto la frase più sincera del mondo: "Diciamo da tempo che dobbiamo guardarci a sinistra ma quelli che ci colpiscono alle spalle poi stanno sempre al centro". Ti amo, Rosi, grazie per quel "sempre".
Riepilogando ancora, una notizia a dir poco strepitosa: non esistono e non sono mai esistiti casi di rapimento di bambini da parte di rom. Qualcuno, benemerito, si è preso la briga di verificare in tutti i tribunali europei se esistano denunce di qualche tipo relative al rapimento di bambini da parte di persone di etnia rom e, ohibò, no, non ce ne sono e non ce ne sono mai state. E allora? Allora vaffanculo ai luoghi comuni e vaffanculo al prossimo che sento dire, ancora, questa stronzata offensiva e volgare.
E poi, tre giorni fa, la sentenza sull'assalto e le violenze alla scuola Diaz a Genova, 2001. D'accordo, era chiaro che lo Stato non si sarebbe fatto processare, era chiaro che la prescrizione manderà in vacca, comunque, tutto, era chiaro che i vertici della polizia sarebbero usciti indenni, in quanto misteriosamente inconsapevoli di quanto avveniva a Genova, era chiaro che sono svanite nel nulla le responsabilità politiche degli avvenimenti, era chiaro che da questa storia spaventosa non sarebbe venuto nulla di giusto, nemmeno alla fine. Proprio per questo, però, proprio perché tutto sarebbe comunque finito nel nulla, il tribunale avrebbe potuto stabilire una verità giudiziaria, seppur in primo grado, condannando i responsabili diretti a un congruo numero di anni di carcere (da non scontarsi, ci mancherebbe) e, risultato più concreto, ristabilendo un principio minimo di giustizia. Ovviamente non è stato, ancora una volta, e le lettere di Manganelli (nomina sunt...) mi fanno solo ridere. No, mi fanno schifo, sono un insulto. Che è peggio.
Questa piccola sintesi degli ultimi due mesi palesa il significato che mi ha spinto a riprendere il b.site, ovvero che il momento è critico e difficile e bisogna rendersi utili, bisogna fare qualcosa per migliorare questa situazione sconcertante e deprimente. Bisogna essere presenti e bisogna riportare civiltà e gentilezza là dove sono scomparse, devastate e annichilite da persone squallide e profittatrici.
Siccome, però, io non sono capace di riportare la gentilezza e la civiltà, fatelo voi, lì fuori. Io, qui dentro, continuerò a fare quello che so fare: raccontare qualche storia e mandare affanculo un po' di gente qua e là.
Bisogna però ricordarsi sempre certe cose, mentre lo si fa: cinque giorni fa hanno scoperto un giovane sole al di fuori del sistema solare, venti volte più luminoso e fiammeggiante del nostro, e nemmeno troppo lontano da noi. Basta guardare, i soli ci sono e noi, ora, siamo qui.

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