"Per la colonna triestina" 14 commenti siu ha detto... Temo, caro Trivigante, che dare del fascista al sindaco di questa città sia, ahimè, attribuirgli una statura personale e istituzionale che va ben al di là della realtà, nonostante e per quanto uno si sforzi di guardarla anche attraverso il filtro dell'umana pietà... Lui nasce bottegaio, bottegaio resta nel profondo, e siccome è bottegaio, è Forza Italia. Il grave è che tutto inizia e finisce lì (ben più che nel fatto che credo si sia fermato alla licenza media). Dopo di che, per lui è tutto uguale, "l'importante è lavorare, e cosa ci criticano che noi siamo qui per lavorare, e a noi che vogliamo lavorare devono lasciarci lavorare, perchè la cosa più importante è lavorare, e allora che ci lascino in pace perchè noi siamo qui a lavorare" e così ad libitum, con tutte le vocali ben aperte, e un "per questa città" alla fine. Dal suo sacco, questo esce. Più grave è, ovviamente, che Forza Italia sta insieme ai fascisti. Perchè se loro s'inventano qualcosa, lui sottoscrive. Ma se chiunque altro s'inventa qualcosa lui sottoscrive uguale, questa almeno è la mia impressione. Rafforzata, un esempio per tutti, dalla qualità letteraria e morale e dall'altissimo valore civile che ha contrassegnato il contenuto dei discorsi che negli ultimi anni ha pronunciato in Risiera, alla cerimonia del 25 aprile. Lui ovviamente li legge, non essendo stato lui -lo sanno anche le pietre- a scriverli. Comunque li legge, cosa che un fascista non farebbe e non ha, nè in quella nè in altre sedi, mai fatto. Allo stesso modo in cui, ribadisco, secondo me legge -e purtroppo firma- qualunque cosa. Come alle "alfa" che forse ha fumato in gioventù, gli manca il filtro. Quanto all'intitolazione della strada a "quel" Granbassi, credo che nulla sia ancora deciso, e devo anche aggiungere che il numero e la forza delle voci che si sono alzate in opposizione a questa miserabile iniziativa sono stati, per questa città, davvero assai piacevolmente sorprendenti. Speriamo in bene. Comunque cercherò di tenere il periscopio in efficienza e, per quanto posso, vi riferirò. 20 novembre 2008 10.12 gnappolo ha detto... Fai bene Siu a precisare e a dividere Forza Italia dai fassisti, ma io sono molto molto in difficoltà se penso a come appare (che per lui vuol dire "fare") e agisce (che per lui vuol dire "apparire") il banana. Mi sembra che negli ultimi mesi stia prendendo una piega (a me molto evidente) fassista e mussoliniana. Non solo per la sostanza delle sue dichiarazioni e di alcuni provvedimenti (sui quali addirittura la Lega sembra "cauta e moderata"), e ovviamente per lo sfregio alla Costituzione (le Camere? che palle!) e alle regole non scritte della vita democratica (a chiunque fa piacere essere rappresentati da un premier che non faccia gaffes imperdonabili), e non ultima la dichiarazione su Obama. Ma mi sembra si stia mussolinizzando anche per la sua stessa immagine: camicia nera senza cravatta, mano destra sempre alzata a salutare (è un ciao ma anche un saluto romano)... insomma per tornare a Dipiazza, un conto sono i bottegai e un conto i fasci di FN, ma nel complesso (da FI+AN è nato il "PDL") mi pare ci sia un clima di generale disinteresse e sottovalutazione (come negli anni 20) che potrebbe portare (sta portando) a qualcosa di certamente nuovo ma pericolosamente simile al fascismo dei primi anni. Spero di essere un pazzo visionario, tutto sommato, e che questa sia tutta una mia percezione sbagliata, ma aspetto di vedere smentite venire "dal popolo"... sbaglio? 21 novembre 2008 16.30 trivigante ha detto... Orpo, Siu fa bene a mettere i puntini sulle "i"... certo che allora chi gli scrive i discorsi è proprio fascistone, a parer mio... la descrizione dettagliata mi ricorda parecchi sindaci eletti nell'ultima tornata, mediamente imbelli di Forza Italia ed eterodiretti da comitati della Lega o di AN, meno presentabili al pubblico. Che il giochino sia più diffuso di quanto si pensi? Comunque, cara Siu, se andassi a sentire Pahor sul tema, tienimi aggiornato, te ne prego. Grazie. 21 novembre 2008 19.22 siu ha detto... Mi riferivo unicamente alla s-figura del nostro sindaco da supermarket, mossa dall'irresistibile impellenza di correggere un possibile delitto di lesa mediocrità in cui forse Trivigante, da non autoctono, era incorso nei suoi confronti (e l'ho fatto con osservazioni sicuramente, colpevolmente generiche, visto che non ho nè sentito nè letto il discorso incriminato, probabilmente perchè con l'età tendo sempre più a badare alla mia salute, soprattutto psichica). Dopo di che mi pare che Gnappolo abbia, ahimè, perfettamente ragione e, se sbaglia, sbagli per difetto, essendo ormai evidente quanto i comportamenti del bananerottolo, al di là del pittoresco (sì, va be'...), siano intrinsecamente, oltre che esteriormente, duceschi. Così come credo sia palese che siamo già ben oltre la semplice insofferenza per i principi, le istituzioni e le prassi di una democrazia sostanziale, che infatti vengono costantemente e con assoluta disinvoltura ormai deformati, piegati all'uso privato e svuotati del loro significato, delle loro autentiche funzioni e della loro stessa ragion d'essere. Quel che mi chiedo è, per l'oggi nè più nè meno che per gli anni '20, se ci troviamo davanti a disinteresse e sottovalutazione, come dice Gnappolo, o piuttosto se agl'Italiani non gli vada, molto semplicemente, bene così, chi rabbrividisce e inorridisce -oggi come allora- non essendo che una ristretta minoranza, da sempre assolutamente ininfluente, salvo rari e del tutto particolari momenti in cui, come dice Scarpinato nel Ritorno del Principe, ha potuto contare, e agire, ma durando sempre poco, proprio perchè espressione morale, ideale e civile assai più avanzata e semplicemente "altra cosa" rispetto all'(ahimè) immutabile DNA sostanzialmente feudale di questo Paese. Che finisce presto per reiglobare di nuovo tutto, anche l'eccellenza che in modo tanto estemporaneo quanto sorprendente sia riuscita a prodursi (gli artefici della Costituzione e quelli di Mani pulite, per fare due esempi). A questo Paese, e grazie a Scarpinato ho capito meglio perchè, il regime del clownano -ormai conclamato, a meno che non si sia ciechi o disinteressati a vedere, il che poi non cambia molto- va bene proprio così com'è. Ci sono stati, per buttare là qualcosa a caso, 1) i fatti di Genova, 2) la recente evidenza che nessun vero responsabile, per quei fatti, pagherà, 3) (soprattutto!!) un assordante silenzio in merito. E, tanto per non perdere l'abitudine, 1) i fatti di piazza Navona, 2) la "risposta" del Sottosegretario all'Interno Nitto Palma in Parlamento, 3) un identico, assordante silenzio. Poi, sotto un vuoto di voci e di provvedimenti addirittura da rompere i timpani, quello che -gli aggettivi li lascio a voi- ha a più riprese dichiarato Kossiga. E ancora leggo e sento dire che siamo in presenza di un fascismo "strisciante". Strisciante??? In testa al blog dei magistrati santi subito sta scritto: “Non dobbiamo avere paura dell’azione dei malvagi, ma del silenzio degli onesti” – Martin Luther King. Come non sottoscrivere... e per inchiostro quel che ci resta, non fossero altro ormai che lacrime e sangue. Perdonatemi... Vi auguro un buon week-end. 22 novembre 2008 9.16 siu ha detto... Prima la brutta notizia: Boris Pahor all'incontro di ieri non c'era; bloccato a Ferrara, dove insieme a tanta neve si è beccato un malanno. Quelle buone: 1) si è costituito un comitato di "Cittadini liberi ed eguali" (per eventuali contatti ho l'indirizzo email); 2) pur senza dimenticare che il cosiddetto assessore alla cultura da cui è partita l'iniziativa e soprattutto il vice sindaco che la sostiene con forza sembrano non voler mollare, il fronte del no pare piuttosto agguerrito. Oltre a una trentina di storici catalani vi aderiscono infatti, autorevolmente e calorosamente, Claudio Magris, Margherita Hack, Moni Ovadia, numerosi e qualificati storici locali e nazionali, l'Unione degli studenti e parecchie altre personalità individuali e collettive. Quanto ai cittadini di Trieste, nelle lettere arrivate alle "Segnalazioni" del "Piccolo" sembra prevalgano le opinioni contrarie all'intitolazione a Granbassi di una scala -di questo si tratta- ora dedicata a Giuseppe Revere, a buon titolo eroe del Risorgimento; che, si scopre, già aveva subito una cancellazione dalla toponomastica cittadina, insieme ad altri "non ariani", nel '39. Ma tra il '45 e il '46 le cose erano state rimesse a posto in senso antifascista e democratico, il che potrebbe costituire un argomento forte contro la ri-cancellazione di Revere, a favore di Granbassi, quando prima la Deputazione di storia patria e poi il Prefetto dovranno dare il loro parere, una volta sentito quello della Soprintendenza storica (il tutto in base alla normativa vigente, che è ancora quella varata negli anni '20, salvo qualche recente sentenza in senso localista-leghista). Altro precedente che depone a favore del no: una targa a Granbassi aveva sostituito, sempre in epoca fascista, quella ad uno storico ebreo, Samuele Romanin, con motivazioni unicamente e assolutamente ideologiche; ergo, anch'essa era stata rimossa nel '45. Ora -così l'avvocato che ieri tra gli altri ha parlato- dovrebbe essere quanto meno difficile individuare oggi delle ragioni che ribaltino quelle del dopoguerra e riabilitino quelle del Ventennio, stante che nessun golpe ha ancora rovesciato quello Stato italiano, e che i principi costituzionali sui quali esso si fonda (almeno ufficialmente, n.d.r.) sono rimasti gli stessi. A quanto ho letto e sentito, anche il paravento dietro al quale adesso la giunta si nasconde -non è al combattente franchista, che si vuol intitolare la scala, ma al giornalista- sembra tutt'altro che inattaccabile. Luciano Ceschia, ex direttore di quotidiani ed ex presidente della Federazione nazionale della stampa, l'ha definito un "caso da manuale di negazione del giornalismo" e "vittima della desertificazione dello spirito operata dal fascismo". Tanto per dare un'idea della sua statura, il granbasso si rivolgeva soprattutto ai bambini, sia sui giornali che alla radio -in una rubrica dell'Eiar intitolata "Mastro Remo"- chiamandoli "combriccolini" e incitandoli all'amore per il duce, con profusione di mistica fascista e ostentazione di gagliardetti, fucili, baionette, maschere antigas e aquile imperiali... Insomma, roba che va ben oltre Telefono azzurro. Per finire in levare, neanche l'italianizzazione del suo cognome tedesco mi sembra gli sia gran che riuscita, al nostro, anzi al loro: era Niederkorn, nieder=basso, Korn=grano. Bo'... Tutto considerato, e tirate le somme algebriche, io per il momento mi dichiaro non troppo pessimista. Il seguito, alle prossime puntate. PS - Boris Pahor avrebbe dovuto essere presente domani in un teatro cittadino, ma ha già fatto sapere che non ce la fa. Sorry, Trivi, non ci resta che incrociare tutte e venti le nostre dita per la sua salute. 26 novembre 2008 7.18 trivigante ha detto... Il racconto di siu sulle vicende triestine è strepitoso, meriterebbe miglior sorte delle pagine di trivigante: dettagliato, ironico, caustico il giusto e documentato su più fronti, come solo le menti affascinanti sanno fare. Grazie, davvero. In caso volessi tenerci al corrente, siu, sarò ben contento di darti tutti i post che vuoi, più che commenti, e - naturalmente - di leggerti. Perché resto convinto che, ancora, la verità sia rivoluzionaria e i racconti siano una delle cose migliori che sappiamo produrre. 4 dicembre 2008 10.44 siu ha detto... Un sopracciglio ancora alzato per la sorpresa, umilmente ringrazio per il commento-complimento, e meno male che non ho problemi di linea perchè come l'ho letto sono ingrassata di tre chili. Non anelando a diversa collocazione per il momento continuerei, caro Trivigante, a intasarti il settore commenti, se non dà fastidio... Le ultime, dal Piccolo: "La Deputazione di storia patria ha dato parere negativo alla proposta di intitolare una via a Mario Granbassi. (...) Invece la Soprintendenza, altrettanto tenuta a dare un parere di merito, si è espressa positivamente. Ma come verrà valutato il suo giudizio visto che il documento reca un errore, e cioè curiosamente parla di «Maria» Granbassi?" ...per la serie mica potevamo farci mancare un (altro) po' di farsa. Ma per il resto marca male, assai male: il sindaco deve aver deciso di giocare la partita sulla sua reputazione pro Trivigante e contro di me, memorabile un suo recente: "Do una risposta fascista: me ne frego." Bravo, ne sentivamo la mancanza. Quanto al vicesindaco addetto ahimè alla toponomastica, sulla questione ha con eleganza degna di lui affermato, tra l'altro: "In generale, non ce ne può fregar di meno." E mi fermo qua, la mia voglia d'ironia e anche quella di sarcasmo -già in forma non proprio smagliante- ulteriormente anchilosate dall'insistenza del verbo fregare. Però, udite udite, il giorno 13 noi del gruppo spontaneo "Liberi ed eguali" ("comitati comunisti" nella traduzione dipiazzese) si va finalmente un po' sulle barricate: a manifestare in loco, sulla fatidica scala. Insieme al Coro Partigiano, tanto per mettere un po' in chiaro le cose. Vi rendiconterò. Finisco con una domanda, e occhio a non dare risposte che sembrerebbero scontate: secondo voi c'è, a Trieste, una via intitolata a Franco Basaglia? Arrivederci a presto. 6 dicembre 2008 8.09 siu ha detto... Non sono in forma fisica smagliante, ho patito un freddo cane, ma oggi pomeriggio sono rimasta alla manifestazione sotto l'ormai famosa Scala Giuseppe Revere fino alla fine. C'erano storici, rappresentanti di associazioni di ex partigiani, politici locali di opposizione che stavano sulle dita di una mano, anarchici, giornalisti, studenti, cittadini (come me). Non tantissimi, ma -per Trieste- neanche pochi, bene in vista uno striscione con su scritto: "a quando Via Benito Mussolini - giornalista" ? Vari interventi hanno ribadito le ragioni per opporsi con forza ad un'iniziativa degli amministratori locali che s'inscrive in pieno nell'esercizio di un potere a livello nazionale che con protervia crescente legittima e dilata se stesso, mentre sempre più aggredisce i deboli, i marginali, gli ultimi. Ma in contrapposizione al tenore delle uscite municipali -tuttora del tipo "facciamo quello che vogliamo" o, strisciante ma non meno pericoloso e fascista: "meno se ne parla, meglio è"- alcuni degl'interventi pomeridiani sono risultati di gandhiana pacatezza: la toponomastica riguarda vie e piazze che formano il tessuto e il volto di una città... lasciamo in pace i morti... semplicemente non è il caso che questa scala venga "tolta" a Revere per intitolarla a Granbassi... Una volta conosciuto e abbattuto il fascismo, e conquistata la democrazia, non si può e non si deve permettere che il fascismo ritorni: questo fra l'altro ha detto Gerhard Hoffmann, incredibile 92enne austriaco dall'espressione amabile e curiosa, smilzo, aria da ragazzo, giubbotto bianco, cappellino nero in testa e strepitose scarpe da ginnastica nere e bianche. Uno che ne ha viste di tutti i colori, e ha combattuto, fra l'altro, proprio in difesa di quella Barcellona colpita dai bombardamenti dell'aviazione fascista di cui faceva parte Granbassi. Per finire, una notizia importante: alcuni storici triestini s'impegnano a tenere "lezioni di fascismo" agli studenti, avendo raccolto esigenze in questo senso e constatato che in giro se ne sa davvero poco e niente; anche perchè l'Italia, al contrario di altri Paesi, Germania in primis, i conti col fascismo non li ha -per svariate ragioni- mai fatti. Sicchè siamo arrivati al punto che oggi è possibile qualcosa che, più che "revisionismo", andrebbe chiamato "rovescismo". Difficile, non essere d'accordo. Vado a nanna, alla prossima puntata. 13 dicembre 2008 20.35 siu ha detto... Un breve, desolante (e per la mia inguaribile fede nella ragione umana, nonostante tutto, sorprendente) aggiornamento dalla sala della giunta comunale. Che, copio da "Il Piccolo": -ha comunicato ufficialmente il «sì» definitivo all’intitolazione della scalinata di San Vito «al giornalista Mario Granbassi», oggetto di lunga polemica per la militanza fascista e la guerra franchista.- I cittadini che democraticamente si oppongono all'ignobile iniziativa, illustri e non, definiti "i soliti faziosi quattro gatti". Silenzio assordante del Prefetto. Cosa aggiungere... Potesse servire a consolarci, lo scrittore Veit Heinichen -sul Piccolo di oggi- sostiene che Trieste ha i politici peggiori d'Italia (e abbiamo tutti ben presenti i politici italiani...). Resto in trincea, anche se ormai credo sia stata sfondata. Diciamo che resto di vedetta. 19 dicembre 2008 9.08 siu ha detto... Non è successo molto, dall'ultima volta che ho scritto qui, se non che era partita una raccolta di firme contro l'intitolazione a Granbassi... di che cosa? La domanda non è peregrina, perchè la giunta comunale, se è filo-fascista, non è fessa, e quella che vuole re-intitolare è una scala -a occhio meno di cento scalini- che collega una strada (di cui adesso porta lo stesso nome) a una piazza; ma siccome ungo la scala non ci sono ingressi di case, nessun numero civico andrebbe cambiato. Che questo tipo di modifiche della toponomastica vadano attuate preferibilmente in modo strisciante e senza clamore era del resto già negl'indirizzi del fascismo doc, che tra l'altro subito, uno o due mesi dopo la promulgazione delle leggi razziali nel '38, con una circolare aveva dato l'indicazione di adeguarvi appunto anche la toponomastica. Se ne è parlato ieri ad una tavola rotonda, con l'intervento di due storiche e di un giurista. Devo dire che ho trovato interessante e tutt'altro che peregrino allargare e affondare lo sguardo nella storia dei provvedimenti fascisti e nelle vicende legate alla loro applicazione già a partire dagli anni '20, in ordine ai tormenti della toponomastica e non solo; e naturalmente nella storia, da questo punto di vista, di Trieste, con tutte le sue più o meno anomale peculiarità, a partire già dall'irredentismo, e parallelamente alle varie fasi e caratteristiche della presenza ebraica in città. Uno del pubblico ha anche riferito di una sua ricerca su scala nazionale, i cui dati fanno strabuzzare gli occhi, essendo innumerevoli, e in preoccupante aumento negli ultimi anni, le intitolazioni in tutta Italia a personaggi di aura fascista, dalle vie e piazze Almirante fino all'università di Bari che, a quanto pare, è tuttora intitolata a Mussolini. Ma per tornare all'ancora (per poco, temo...) ipotetica Scala Granbassi, lo stato dell'arte è questo: il parere del prefetto non è richiesto (se non ho capito male lo sarebbe nel caso l'"intitolato" fosse vivente), si renderebbe però necessario, in senso ovviamente negativo, per motivi di ordine pubblico. A questo scopo verrà avviata una campagna di "tempestamento" della prefettura: enti (come l'ANPI e si spera la Provincia, unica Amministrazione da queste parti ancora retta dal centro-sinistra) e singoli cittadini (probabilmente tramite cartoline pre-stampate) faranno arrivare la loro assoluta contrarietà al provvedimento, già varato dalla giunta comunale ma non ancora attuato. E questo è quanto. Alla prossima. 24 gennaio 2009 9.39 trivigante ha detto... Grazie a Siu per l'aggiornamento, io seguo attento. Però, dico io: trivigante non è uso ad aspettare cartoline prestampate da altri e la protesta gli scatta dentro. Dunque, stamattina un bel messaggio di protesta qui: http://www.prefettura.it/trieste/index.php?f=Spages&s=scrivici.php&id_sito=1244&nodo=16686&nodo_padre=16685&tt=ok Poi mi andrò a comprare una bella cartolina normale e la manderò al Prefetto all'indirizzo: Piazza Unità d'Italia n. 8, 34121 Trieste. Siu, se ne hai di nuove, facci sapere. 24 gennaio 2009 10.06 siu ha detto... Faccio i debiti scongiuri con le dita anche dei piedi e, astenendomi da qualsiasi commento, vi riporto l'essenziale dell'articolo de "Il Piccolo" che ho appena ricevuto da parte di un'amica (che paga l'abbonamento...). A FAVORE DELL’INTITOLAZIONE RESTANO SOLO FI E AN «Via Granbassi», la maggioranza si sfalda In commissione capigruppo Lista Dipiazza, Udc, Lega e Pri annunciano l’astensione: nuovo rinvio -------------------------------------------------------------------------------- Torna tale e quale in commissione dei capigruppo la lunga vicenda «via Granbassi», già rinviata una volta per carenza di documentazione presentata alla seduta. Ma da lì la spinosa questione esce, stavolta, diversa. Perché metà centrodestra preannuncia, inaspettatamente, un voto di astensione. A partire dal repubblicano Sergio Pacor, presidente del consiglio comunale. A seguire con Lista Dipiazza, Udc e Lega Nord. Il fronte è rotto, e la discussione prosegue sul sottile filo del «volta la carta». La documentazione richiesta c’è, vi si cita l’assessore proponente, Massimo Greco (Cultura), ma un’altra volta si parla solo di Granbassi giornalista della carta stampata e radiofonico, che è il motivo da sempre addotto da Greco e Lippi per la scelta toponomastica di Mario Granbassi, la cui biografia prosegue con la frase: «Scompare prematuramente, caduto in guerra, a trentadue anni non ancora compiuti, il 3 gennaio del 1939». Non c’è scritto, obietta il centrosinistra che vuole sia reso esplicito anche il retro della carta, che fu fascista e che combattè per Mussolini in Spagna. Il motivo per cui un vasto movimento, cittadino e non, sta dissuadendo il Comune dall’affiggere la targa Granbassi togliendo il nome di Giuseppe Revere a una scalinata di San Vito. Su questo verte il nuovo lungo dibattito, in testa il Pd con Fabio Omero (che ha anche indirizzato un appello al prefetto per far cambiare idea alla maggioranza comunale). Omero dà dell’«ipocrita» al vicesindaco Paris Lippi, presente per la prima parte della seduta: «Dice che vuole omaggiare il giornalista, e invece rende gloria al fascista». Lippi esce per impegni e la discussione prosegue. A quel punto le dichiarazioni di voto. Fatti i conti, restando a favore solo Forza Italia e An (il Pdl perde unità con l’astensione della Lega) oltre alla Dc di Salvatore Porro, in consiglio la delibera si prefigura bocciata 15 a 16. Raffaella Del Punta (Fi), che fa la vice di Piero Camber, allora rilancia. Persi i voti, non resta che prendere tempo: «Rivediamoci, occorre un’integrazione nei verbali, bisogna esplicitare nel verbale le dichiarazioni di Lippi». Tutti d’accordo. 30 gennaio 2009 10.43 siu ha detto... E invece no. Troppo bello, sembrava. Il nostro sindaco tangueiro, appena fatto un passo avanti, ne ha subito rifatti due indietro. Vi riporto qualche stralcio dall'articolo sul Piccolo di oggi. Secondo me, adesso è più che mai importante bombardare il prefetto con dichiarazioni di contrarietà. Per quanto mi riguarda, non sono rassegnata. Ma proprio per niente. ___________________________________ «Via Granbassi», arriva il sì definitivo Decisivo in Comune l’ok della Lista Dipiazza. L’opposizione scrive al prefetto La conferenza dei capigruppo in Consiglio comunale ha detto sì: la discussa intitolazione di una scalinata a Mario Granbassi si farà. Il via libera è arrivato ieri, con la Lista Dipiazza che, dopo l’astensione della riunione precedente, ha aggiunto il proprio voto favorevole a quelli confermati da Forza Italia, An e dal Gruppo misto. Ed è stata la mossa decisiva: la contrarietà dell’opposizione, ribadita da Pd, Cittadini, Rifondazione comunista, Verdi e Lista Primo Rovis, non è più stata sufficiente. I numeri, con la superiore rappresentatitività dei partiti di maggioranza in Consiglio comunale, hanno avuto il loro peso, nonostante l’astensione di Udc, Lega Nord e Pri. La decisione di ricordare in questo modo il giornalista triestino noto negli anni ’30 come ”Mastro Remo” per i programmi alla radio dedicati ai ragazzi (la motivazione sulla targa sarà legata proprio al suo ruolo professionale), morto durante la guerra di Spagna mentre combatteva sostenendo gli ideali franchisti, è stata criticata da più parti, in primis dal centrosinistra, appunto per i trascorsi fascisti di Granbassi. Adesso, come puntualizza il vicesindaco e assessore alla Toponomastica, Paris Lippi, «la giunta darà il via all’iter di intitolazione. Prepareremo la targa e sentiremo la famiglia per capire se vi sia una data gradita per la cerimonia. .......................... .......................... L’opposizione, intanto, non ci sta. E tenta di imboccare un’altra strada per tentare di fermare l’iter. Sono già due, infatti, le lettere partite in direzione del Palazzo del governo, indirizzate al prefetto Giovanni Balsamo. La prima firmata dal capogruppo del Partito democratico, Fabio Omero. La seconda sottoscritta da Alfredo Racovelli (Verdi), Iztok Furlanic (Rifondazione) e Roberto Decarli (Cittadini). Questi ultimi ricordano a Balsamo «che un intervento prefettizio nel 2000 al Comune di Muggia, convinse l’allora sindaco Roberto Dipiazza a recedere dall’intenzione di volere intitolare una via a Nicolò Giani, protagonista durante il ventennio fascista di violenti scritti antisemiti ed ideologo delle leggi razziali». «Provo pietà per tutti coloro che sono caduti in quel tragico e cruento conflitto che è stato la guerra civile Spagnola, ma - specifica Roberto Decarli - va fatta una distinzione tra chi si è battuto ed è caduto per la libertà, la democrazia e la nuova Europa e chi invece, come Mario Granbassi, combatteva per consolidare il colpo di stato militare fascista in Spagna. Sono e resto contrario all’intitolazione». .......................... .......................... Intanto, c’è anche chi annuncia un ricorso al Tar, come Claudio Cossu del comitato Cittadini liberi eguali di Trieste, «per ottenere l'annullamento del provvedimento immotivato ed ingiusto di intitolare una scalinata al fascista Granbassi in luogo dell'ebreo irridentista Giuseppe Revere». 6 febbraio 2009 14.56 siu ha detto... Caro Trivigante -e tutti quelli che come te e me avessero mandato una dichiarazione di dissenso al prefetto di Trieste-, per il momento dobbiamo tenerci, come risposta da parte sua, la seguente dichiarazione: "Non ho esaminato a fondo la questione. Tuttavia, mi posso limitare alla legge: soltanto nei casi di intitolazione di una via a una persona deceduta da meno di dieci anni, è necessaria l'autorizzazion del prefetto. Per il resto, l'ente locale opera in autonomia assumendonesi ogni responsabilità. Non ho quindi il profilo di compeenza per intervenire. L'idea personle? Non la esprimo, non ha alcuna valenza". Assumendonesi? E su questo interrogativo si esaurisce per oggi la mia voglia di commenti, visto anche il restante panorama socio-politico nazionale. Lascio a te, Trivigante, eventuali scoppiettanti o infuriate ulteriori considerazioni. Per quanto mi riguarda, so che hanno scritto al prefetto alcune persone che ho informato, ed è una cosa che continuerò a fare, convinta come sono che solo una notevole mole di missive possa eventualmente incrinare la flemma di uno che, tra l'altro, di cognome fa Balsamo... Alla prossima. 7 febbraio 2009 14.36