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trivigante 2006

the b. site of the moon
sbrodolata finto-casuale di b.cose.
Mi costa meno dell'analista e mi diverte di più.
A Stalingrado non passano e, nel suo piccolo, neanche nel b.site.

I've looked under chairs / I've looked under tables / I've tried to find the key / To fifty million fables / They call me The Seeker / I've been searching low and high / I won't get to get what I'm after / Till the day I die

Come detto il 4 agosto, per lenire il senso di colpa e di abbandono causa assenza temporanea, ho inserito un piccolo racconto breve per ogni giorno di agosto (mese strano, si è detto), così da non lasciare del tutto vuoto il b.site, preda degli avvoltoi e delle iene.
Ora che son tornato, riprendo come al solito, lasciando però i racconti all'apice di ogni giorno, per chi - eventualmente - gradisse.

33

agosto 2006

28. (FERNANDO PESSOA, da Il poeta è un fingitore)
Ognuno di noi è più di uno, è molti, è una prolissità di sé stesso.

32

agosto 2006

27. (BEPPE FENOGLIO, da I ventitré giorni della città di Alba)
Alba la presero in duemila il 10 ottobre e la persero in duecento il 2 novembre dell'anno 1944.

31

agosto 2006

26. (JORGE LUIS BORGES, da Manuale di zoologia fantastica)
LA FAUNA DEGLI STATI UNITI.

La scherzosa mitologia degli accampamenti di boscaioli nel Wisconsin e nel Minnesota comprende singolari creature, alle quali, sicuramente, nessuno ha mai creduto.
L'HIDEBEHIND sta sempre di dietro. Per quanti giri un uomo faccia, quello gli sta sempre alle spalle, e per questo nessuno l'ha visto mai, sebbene abbia ucciso e divorato molti legnaioli.
Il ROPERITE, animale di piccola statura, ha un becco simile a una corda, e se ne serve per accalappiare anche i conigli più veloci.
Il TEAKETTLER si chiama così perché fa un rumore come l'acqua che bolle nel pentolino del tè; caccia fumo dalla bocca, cammina all'indietro, ed è stato visto pochissime volte.
L'AXEHANDLE HOUND ha testa a forma d'ascia, corpo a forma di manico d'ascia, zampe rattrappite, e si nutre esclusivamente di manici d'ascia.
Fra i pesci di questa regione ci sono le UPLAND TROUTS, che nidificano negli alberi, volano benissimo e hanno paura dell'acqua.
Esiste inoltre il GOOFANG, che nuota all'indietro perché non gli vada l'acqua negli occhi, ed è delle stesse precise dimensioni del pesce ruota, ma molto più grande.
Né va dimenticato il GOOFUS BIRD, uccello che costruisce il nido a rovescio e vola all'indietro, perché non gli importa del posto dove va, ma di quello dove stava.
Il GILLYGALOO, che faceva il nido nelle scarpate laterali della famosa Pyramid Forty, deponeva uova quadrate, perché non rotolassero e si perdessero. I legnaioli cuocevano queste uova e le usavano come dadi.
Il PINNACLE GROUSE aveva un'ala sola, che gli permetteva di volare in una sola direzione, per cui faceva infinitamente il giro d'una stessa montagna conica. Il colore delle piume variava secondo le stagioni e secondo la condizione dell'osservatore.

Le canzoni brevi.
C'era una volta il "two-three-four" dei Ramones che batteva il tempo là dove finiva una canzone e ne cominciava un'altra - altrimenti non si capiva - giusto per citare l'antonomasia della canzone istantanea. C'erano poi i professionisti della canzone al di sotto del minuto di durata, per esempio i F-Minus, i Fantômas, i Guided by Voices, i The Locust, i Melt-Banana, i Napalm Death, piuttosto che i Soft Machine.
Come Monterroso (e Calvino dopo di lui) teorizzava l'assoluta necessità (e la sontuosa bellezza) del racconto breve (cfr. cinema, anche), così anche in musica esiste la forma contratta ma non rattrappita della narrazione, spesso bistrattata sotto forma di intro, che è la canzone breve.
Per convenienza, ho considerato canzoni brevi soltanto quelle al di sotto dei sessanta secondi di durata, tempo oltre il quale inizia - più o meno - la deriva inarrestabile verso il progressive rock e i pezzi lunghi un lato A o B di un LP.
Ecco, di conseguenza, la lista di tutte le canzoni rock/pop conosciute al di sotto del minuto.
La forma breve è oggi il territorio migliore per la sperimentazione, dato che viviamo in anni poco inclini alle imprese epiche o, quantomeno, impegnative, probabilmente a causa dell'eccessiva e sregolata alimentazione.
Poiché il pezzo deve colpire nel segno per giustificare la durata irrisoria, ciò avviene di solito o per via musicale o per via testuale, tertium non datur: per quanto riguarda il testo, sono interessanti per vari motivi i titoli di alcune composizioni brevi.
Ne riporto alcuni:
28 Days - Don't Touch My Turntables
AFI - Hearts Frozen Soil Sod Once More By The Spring Of Rage, Despair, And Hopelessness
Big D and the Kids Table - What The Hell Are You Going To Do?
The Boy Least Likely To - Warm Panda Cola
Buffalo Daughter - What's The Trouble With My Silver Turkey?
CCCP - Appunti di un viaggiatore nella terra del socialismo reale (Epica Etica Etnica Pathos)
Charles Bronson - I Can't Be Friends With You Because You Like Epitaph
Charles Bronson - They Should Legalize Drugs So You Can Hurry Up And Fucking Die
Exhumed - A Decrepit Denouement for the Disgustingly Deceased (Outro)
Fantômas - Animali In Calore Surriscaldati Con Ipertermia Genitale
Ligabue - Qualcuno ha visto, per caso, il mio cane blu elettrico monofase?
The Locust - Alas, Here Come the Hypochondriacs to Wait With You in the Lobby
The Mars Volta - Sarcophagi (first movement of Cygnus....Vismund Cygnus and last movement of Cassandra Gemini)
Mindless Self Indulgence - ecnegludnI fleS sseldniM
Nile - Dusk Falls Upon the Temple of the Serpent on the Mount of Sunrise
Pink Floyd - A New Machine, Pt. 2 (da A Momentary Lapse of Reason)
Regurgitate - Embrace Obscenity And Kiss The Eruption Of Destruction
Sufjan Stevens - A Conjunction of Drones Simulating the Way in Which Sufjan Stevens Has an Existential Crisis in the Great Godfrey Maze
Sufjan Stevens - Riffs and Variations on a Single Note for Jelly Roll, Earl Hines, Louis Armstrong, Baby Dodds, and the King of Swing, to Name a Few.
Appare più che evidente che, là dove il pezzo tende alla somma brevità, il titolo, per contrasto, tende all'eccesso, un po' perché è divertente e surreale, un po' perché dà l'impressione di accorciare ancor di più la parte melodica, già finita nel tempo necessario a leggerne il titolo.
Comunque sia, viva i pezzi brevi e brevissimi: siamo troppi ovunque, ci vuole più sintesi, nessuno si senta escluso.

30

agosto 2006

25. (JAMES JOYCE, da Ulisse)
VENDETTA TRASVERSALE.

Belluomo esce dal letto della moglie dell'amante di sua moglie.

Un'infornata di video di rock dei Settanta (o a cavallo).
Classiconi tra rock e glam-rock, irraggiungibili per i mediocri standard di oggi (anche per quanto riguarda le pelliccette e le facce da sbarbi), giusto per rinverdire la memoria:
- 10 CC - Im not in love
- April Wine: Get Ready For Love
-
Bachman Turner Overdrive - You Ain't Seen Nothing Yet
- Bachman Turner Overdrive - Roll On Down The Highway
- Blondie - One Way or Another (Muppet Show 1981)
- Blue Oyster Cult - Don't Fear The Reaper
- Grand Funk Railroad - We are an American Band
-
Steely Dan - Babylon Sister
-
Steely Dan - Pretzel Logic
-
Steve Harley & Cockney Rebel - Make Me Smile
- T. Rex - Children of the Revolution
- T. Rex - Get it on
- The Boomtown Rats - I Don't Like Mondays
- The Stranglers - Golden Brown
- Violent femmes - Gone daddy gone

-
Warren Zevon - Werewolves of London
Che nostalgia, meglio non guardarsi troppo attorno, oggi.

Tin tin tin... e avanti con le pecore o con la cattedrale di Todi.
Sto parlando dell'intervallo RAI, con il monoscopio o con immagini fisse, alla fine degli anni Settanta, con arpe varie che allietavano l'attesa. Ora, finalmente, dopo trent'anni di ricerche, sono in grado di fornirvi la pleilista dei pezzi di sottofondo:
- George Frideric Haendel (1685-1759) - PASSACAGLIA dalla Suite n. 7 per clavicembalo
- François Couperin (1668-1733) - SARABANDA dal IV concerto dei Concerts Royeaux
- Pietro Domenico Paradisi (Paradies) (1707-1791) - TOCCATA da "Le sonate di gravicembalo"
- George Frideric Haendel (1685-1759) - LARGO dall'opera Serse (per archi, cembalo ed arpa)
- Robert Schumann (1810-1856) - TRAUMEREI (Sogno) (trascrizione per archi ed arpa)
- Franz Schubert (1797-1828) - MOMENTO MUSICALE N.3 (trascrizione per archi)
- Johann Sebastian Bach (1685-1750) - BIST DU BEI MIR (trascrizione per archi, arpa e organo).
Bei tempi e, che dire?, scelte colte. Sciapò. Ed ecco gli interpreti:
- Anna Palomba Contadino (1930 - 2005), arpa solista.
- Orchestra d'archi San Gabriele della Radio Vaticana diretta dal maestro Alberico Vitalini.
- Elaborazione, instrumentazione per arpa solista e orchestra d'archi di Alberico Vitalini.

Let him who hath understanding / reckoning the number of the beast / for it is a human number / its number is: six hundred and sixty six.
E' con la gioia nel cuore che annuncio solennemente, oggi, che il sito ha accolto il seicentosessantaseiesimo visitatore, numero abnorme per le pretese e le aspettative qui coltivate. Ed è ancora più soddisfacente sapere che si tratta di DJ Enzio di Gussago (Bs), amico e sostenitore della prima ora di trivigante e dell'alter ego umano che ci sta dentro.
A mo' di ringraziamento, seppur mai sufficiente, qualche link video di sapore demoniaco:
1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22.
Lui è la Bestia.

29

agosto 2006

24. (JORGE LUIS BORGES e ADOLFO BIOY CASARES, da Racconti brevi e straordinari)
FINALE PER UN RACCONTO FANTASTICO.

- Che strano! - disse la ragazza avanzando cautamente.
- Che porta pesante! - così dicendo la toccò, e quella si chiuse improvvisamente con un tonfo.
- Mio Dio! - disse l'uomo. - Mi sembra che all'interno sia priva di serratura. Ci ha chiusi dentro tutti e due!
- Tutti e due no. Uno solo - disse la ragazza.
Passò attraverso la porta e scomparve.

Qualche consiglio indigeno per cichéti & bàcari a Venessia.
Raccolgo in rete alcuni suggerimenti per andar a cichéti a Venessia, che riporto, chissà mai:
- cosa chiedere di più?: "al bagolo in campo san giacomo dall'orio, ampio plateattico bea gente bea musica e tanta mona";
- questo la sa lunga: "esiste ancora i Bacari? Disemo posti dove ti pol magnar cichetti decenti va ben?. E ora, 1) Aea Patatina, par 'ndar in campo S.polo. 2) El bacaro in fondo dea cae dee Paste par 'ndar in campo S.Marina. 3) Ae Alpi da Dante, fioi ocio forse l'unico vero BACARO che se rest a Venessia, de ist che xe anca un bel giardin coe frasche dove ti pol sentarte co un goto de vin";
- c'è la cocona brasiliana: ""Ai promessi sposi" drio la strada nova cicchetti a sbrega pochi schei e al banco ghe xe na cocona brasiliana no ste ndar invesse a pie del ponte dea maddalena 4 ombre 1 piatin de bovoeti 14 € i sa morti";
- porta pure il cane: "Da franco in campo do possi. Bar de casada: boni i cicheti e ea bibita. ti xe tranquio sia senta' fora in campo,che drento el giardin.. i gestori ama i animai x cui ti pol 'ndar col can e nissun te rompe i coco'";
- polemico: "Pier-dickens in campo santa Margherita: nn so dacordo con queo chel ga dito de nn andar al pier-dickens!! nn se vero niente che ti paghi cussi tanto ascolte mi che so un cliente fisso. mando anca ea gente che me chiede e quando i me rincontra e me dise che i go mandai davero in un beissimo posto dove se magna veramente ben e se spende na sborada";
- genuino: "Da Lele ai TOLENTINI. Andè a magnar un panineto da Lele, co un euro e meso ti te magni un panineto e una ombra de vin. Tutto bon e onestissimo!";
- per intenditori: "In S Benardo Murano: "Dai sporchi"Con manco de queo che ti pensi cafe con formigoe, vovi verdi,e alltre sicherie,molto frequenta da indigeni chiusura alle 22:00 circa fa veramente da gaga";
- non andate: "Vecia bruxel in campiello Mosca. non ste ad andar li mfioi el personal na roba nda skifo ed il paron el se un vero magniaschei....el se crede de essere chi sa chi el ga compra anke,insieme ad altri do,il pier dikens e il causin in campo s. margherita.......";
- non andate neanche qui: "Salus a Santa Margherita. na vera schifessa.....el se dei cinesi....... igene nenke a parlar..... panini e tramesini de merda..... piuttosto andè a S.Barnaba al baretto con ea tenda bianca e maron...ea si che se sta ben.........".

Magia o stanza sbirola?
Nel 1946 l'oftalmologo americano Adelbert Ames, da un'idea di Hermann Helmholtz, costruì la stanza sbirola, comunemente conosciuta come Stanza di Ames.
La stanza è costruita in modo che vista frontalmente appaia come una normale stanza a forma di parallelepipedo. In realtà la pianta della stanza ha forma di trapezio, le pareti sono divergenti ed il pavimento ed il soffitto sono inclinati.
Insomma, una cosetta ganza che mi piacerebbe avere in casa, possibilmente nel salone da ballo o nelle scuderie.
Per gli scettici sul grado di magia insito, qualche diagramma e spiegazioni esaurienti qui, qui e qui.

I consulenti del risparmio aziendale.
La scorsa settimana ho invitato un paio di amici al ristorante; il cameriere che ha ricevuto le nostre ordinazioni aveva un cucchiaino nel taschino della giacca. Cosa piuttosto strana, mi sono detto! Anche il cameriere che ci ha servito il primo piatto aveva un cucchiaino nel taschino della camicia. Quando è tornato al nostro tavolo, preso dalla curiosità, gli ho chiesto: "A che serve il cucchiaino?".
Il cameriere mi ha così spiegato: "il proprietario del ristorante ha ingaggiato la Andersen Consulting, nota ditta esperta nell'aumento dell'efficienza, per verificare il nostro lavoro. Dopo qualche mese di statistiche ci hanno consegnato i risultati: l'oggetto che cade più spesso ai nostri clienti (73,84% in più rispetto agli altri), è il cucchiaino. Ciò fa circa 3 cucchiaini all'ora. Se il nostro personale avesse costantemente alla propria portata un cucchiaino, potremmo risparmiare 1,5 giorni/uomo all'anno. E così è!".
Il cameriere, mentre parla con noi, sente il rumore di un oggetto metallico che cade per terra, estrae immediatamente il cucchiaino dalla tasca e lo dà al cliente. Poi continua: "Vede, avendo nel taschino il cucchiaino mi sono risparmiato il viaggio di andata e ritorno dalla cucina".
Soddisfatto di averci fornito la spiegazione, il cameriere ha ripreso il suo lavoro. E' in quel momento che ho notato che un pezzo di spago gli penzolava dai pantaloni; quando è tornato al nostro tavolo gli ho chiesto: "E quello spago?".
"Non tutti i clienti notano anche quello! La stessa ditta di consulenza ha anche affermato che è possibile risparmiare tempo pure quando si va al bagno".
"E come?" ho chiesto stupefatto.
"Vede, questo spago è legato al mio pisello. In questo modo, noi camerieri, possiamo tirarlo fuori senza usare le mani, risparmiando così il 76,24% del tempo. Infatti non è più necessario lavarci le mani!".
"Eh... la Andersen Consulting! OK, ciò ha senso! Ma una volta che lo ha tirato fuori, come lo rimette dentro senza usare le mani?".
"... non so gli altri ... io uso il cucchiaino".
E Dario Fo, più di trent'anni fa, cantava:
"«Signor padrone, non sì arrabbi se al gabinetto devo andare».
«Ci sei stato l’altro ieri, tutti i giorni ci vuoi andare! Mi vuoi proprio rovinare, la catena fai rallentar».
«Signor padrone, ci prometto che da domani non ci vado: mangio solo roba in brodo e farò solo pipì, la faccio qui!».
« Vai, ma sbrigati in tre minuti: come e scritto nel contratto non si fuma al gabinetto, non si legge l’Unità: c’è il periscopio che ti vedrà».
Tre secondi per arrivarci, tre secondi per spogliarti, due secondi per sederti: viene il capo a sollecitarti, non ti resta che sbrigarti: tre secondi per alzarti, due secondi per vestirti, se hai fortuna puoi pulirti e corri subito a lavorar".
Dio ci scampi dai consulenti aziendali.

28

agosto 2006

23. (DINO RISI, originale)
Erano due sorelle. Attaccatissime l'una all'altra. Infatti erano due SORELLE SIAMESI. Un giorno una delle due si innamora e si sposa. Ma dopo qualche tempo, una notte, si accorge che il marito la tradisce con la sorella. Allora, per punirla, si uccide.

Signora, sale o scende?
Quattro posti, in Italia:
 - il più famoso si trova lungo la statale 218, a 60 Km a sud di Roma, tra Rocca di Papa e Ariccia (coordinate 41° 44' 05" N, 12° 41' 30" E);
- un altro è nella frazione Montagnaga di Baselga di Pinè, in provincia di Trento (46° 06' 6.984" N, 11° 14' 10.248" E);
- un altro a Roccabruna in provincia di Cuneo;
- un ulteriore, sulla strada che sta di fronte al cimitero di Serro, frazione di Villafranca Tirrena in provincia di Messina.
In questi quattro posti, ove più ove meno, avviene il mirabolante effetto della salita in discesa, vale a dire se si pone sulla strada un oggetto (una palla, dell'acqua, un'automobile in folle etc.) questo inizia a muoversi nella direzione di quella che appare essere la salita, ovvero verso l'alto.
Alterazione del campo gravitazionale? Forze ignote in movimento? Raggio traente?
Può essere, oppure illusione ottica ganzissima.
Qui, qui e qui qualche scienziato luminare ha studiato la cosa.

27

agosto 2006

22. (CORRADO ALVARO, da Una vita)
Non sapeva cosa dirle, e allora le disse: ti amo.

26

agosto 2006

21. (JORGE LUIS BORGES, da L'artefice)
LA TRAMA.

Perché il suo orrore sia perfetto, Cesare, incalzato ai piedi di una statua dagl'impazienti pugnali dei suoi amici, scopre tra le facce e gli acciai quella di Marco Giunio Bruto, il suo protetto, forse suo figlio, e non si difende più ed esclama: "ANCHE TU, FIGLIO MIO!" Shakespeare e Quevedo raccolgono il patetico grido.
Al destino piacciono le ripetizioni, le varianti, le simmetrie; diciannove secoli dopo, nel sud della provincia di Buenos Aires, un "gaucho" è aggredito da altri "gauchos" e, nel cadere, riconosce un suo figlioccio e gli dice con mite rimprovero e lenta sorpresa (queste parole bisogna udirle, non leggerle): "COME, TU!".
Lo uccidono e non sa che muore affinché si ripeta una scena.

25

agosto 2006

20. (ACHILLE CAMPANILE, da Tragedie in due battute)
IL DIAVOLO E IL TEOLOGO.

IL TEOLOGO
Ma dimmi, perché tu tenti gli uomini?
IL DIAVOLO
Perché tentar non nuoce.

24

agosto 2006

19. (FRIEDRICH DURRENMATT, da Racconti)
NATALE.

Era Natale. Attraversavo la vasta pianura. La neve era come vetro. Faceva freddo. L'aria era morta. non un movimento, non un suono. L'orizzonte era circolare. Nero il cielo. Morte le stelle. Sepolta la luna. Non sorto il sole. Gridai. Non mi udii. Gridai ancora. Vidi un corpo disteso sulla neve. Era Gesù Bambino. Bianche e rigide le membra. L'aureola un giallo disco gelato. Presi il bambino in mano. Gli mossi su e giù le braccia. Gli sollevai le palpebre. Non aveva occhi. Io avevo fame. Mangiai l'aureola. Sapeva di pane stantio. Gli staccai la testa con un morso. Marzapane stantio. Proseguii.

23

agosto 2006

18. (da AMARCORD, soggetto e sceneggiatura di F. Fellini e T. Guerra)
Mio nono fava i matoni, mio babo fava i matoni, faso i matoni anca me, ma la mia casa 'ndov'è?

Una gita nel bosco.
Un giro dalle parti di Ferrara, Goro, Codigoro, impone una visita al bosco della Mesola, area protetta bellissima ed ex riserva di caccia degli Este.
Grazie a una politica saggia, una volta tanto, se ne può visitare solo il 10%, circa 100 ettari quadrati, così che il bosco resti incontaminato e lo sviluppo proceda indisturbato. Un'occasione per vedere il riccio occidentale, la lepre comune, il ghiro, il moscardino, la faina, la donnola, la puzzola, il tasso, la lontra, il cervo e il daino. E un sacco di altre bestiole interessanti.

I migliori titoli della musica country.
Tra nuove mietitrebbie e maiali ammalati, la musica country è diretta e onesta e, la bellezza sta in questo, offre un ampio repertorio di canzoni dal tenore bizzarro.
Una specie di americanità concentrata all'ennesima potenza, espressa con un filo di paglia in bocca e un maiale sulle spalle. Ecco, dunque, una ricca selezione dei migliori titoli della musica country americana con i relativi autori dei misfatti (e grazie a Mr. A. che ha cercato e commentato con me i titoli):
amore in Oklahoma:
"You're the Reason God Made Oklahoma" - David Frizzell & Shelly West

speranza d'amore:
"Cowboy Take Me Away" - Dixie Chicks
problemi familiari:
"I Don't Call Him Daddy" - Doug Supernaw
ci vediamo lì:
"Meet Me In Montana" - Dan Seals & Marie Osmond
mi sei piaciuta subito:
"You Had Me From Hello" - Kenny Chesney
ti ho detto che funziona (ah, la tennòlogia!):
"There Ain't Nothin' Wrong With The Radio" - Aaron Tippin
un altro cicchetto:
"Two More Bottles of Wine" - Emmylou Harris
lapalisse:
"When You're Hot You're Hot" - Jerry Reed
son qui seduto nel mio bel porticato:
Old Dogs, Children, And Watermelon Wine (nota: è un fiore e non vino d'anguria, purtroppo)
radicali in Texas:

D-I-V-O-R-C-E - Tammy Wynette
si sta più comodi:
Sleeping Single in a Double Bed - Barbara Mandrell
mi raccomando:

Mamas Don't Let Your Babies Grow Up To Be Cowboys - Willie Nelson & Waylon Jennings
incontriamoci a metà strada:

Louisiana Woman, Mississippi Man - Conway Twitty & Loretta Lynn
non rompermi i maroni:

I Think I'll Just Stay Here and Drink - Merle Haggard
ci siamo già passati:

Does Fort Worth Ever Cross Your Mind - George Strait
sospettavo non mi amassi davvero:

You Never Even Called Me By My Name - David Allen Coe
rustica concretezza:
"When I Said I Do" - Clint Black & Lisa Hartman Black
sono contento di essere quello che sono:
"Thank God I'm a Country Boy" - John Denver
mi hanno pagato:
"Coca Cola Cowboy" - Mel Tillis
mi piace la musica:
"Brother Jukebox" - Mark Chesnutt
ma come li porta lei...:
"Baby's Got Her Blue Jeans On" - Mel McDaniels
non a Salem né a Gomorra:
"The Devil Went Down To Georgia" - The Charlie Daniels Band
ho fatto un botto in macchina:
"Every Time Two Fools Collide" - Kenny Rogers & Dottie West
ci piace il pericolo:
"Tryin' To Love Two Women" - Oak Ridge Boys
ci credo davvero:
"My Heroes Have Always Been Cowboys" - Willie Nelson
io sono stato il primo (country pride):
"I Was Country When Country Wasn't Cool" - Barbara Mandrell with George Jones
ma come sono tragico:
"I'll Go To My Grave Lovin' You" - Statler Brothers
le cose che mi piacciono:
"Guitars, Cadillacs, Etc., Etc." - Dwight Yoakam

22

agosto 2006

17. (FRANZ KAFKA, da Racconti)
PICCOLA FAVOLA

Ahi!, - disse il topo, - il mondo diventa ogni giorno più angusto. Prima era così ampio che avevo paura, continuavo a correre ed ero felice di vedere finalmente a sinistra e a destra in lontananza delle pareti, ma queste lunghe pareti si corrono incontro l'un l'altra così rapidamente che io sono già nell'ultima stanza, e lì, nell'angolo, c'è la trappola nella quale cadrò.
- Devi solo cambiare la direzione della corsa, - disse il gatto e lo mangiò.

Le piccole gioie che ci dà la provincia giapponese.
Ennesima dimostrazione di quanto i giapponesi possano essere del tutto cretini, e di quanto ci sguazzino, un video - sempre segnalato dallo stercorario Mr. A. - per imparare la geografia del Giappone.

I temibili uscocchi.
I pirati per antonomasia, altro che i lordini inglesi con le loro sottocoppe in peltro e i servitori a poppa.
Gli uscocchi (in croato uskoci) furono celebri pirati di origine croata, insediatisi nella prima metà del Cinquecento a Segna (Senj), lungo il canale della Morlacca nel punto in cui il Golfo del Quarnero si insinua nell'entroterra croato.
Sostenuti non apertamente dall'Imperatore (il quale pubblicamente se ne lagnava), intercettavano senza pregiudizi qualunque nave, turca o veneziana, solcasse l'Adriatico.
In mille, agguerritissimi e spietati, abbordavano le navi con veloci barchette a remi e non si facevano remore a tagliare tutte le teste a portata di filo di spada.
Poi si rifugiavano nella fortezza sopra Segna a osservare il mare, attendendo. Oppure, non si facevano remore ad arrivare fino all'Istria o Monfalcone, di volta in volta.
Il provveditore della Dalmazia Tiepolo organizzò una spedizione contro di loro nel 1592, ma gli uscocchi lo respinsero, con gran scorno.
Furono anche il pretesto per lo scoppio della Guerra di Gradisca tra Venezia e l'Austria (1616-1617), finché, con la vittoria veneziana, furono definitivamente annientati. Per effetto della pace di Madrid (1617) le famiglie superstiti vennero trasferite all'interno (vicino a Karlovac e nei cosiddetti Monti degli Uscocchi) e le loro navi bruciate.
Bei tempi quelli, al confronto di questi in cui i pirati sono informatici e si presentano alle elezioni in Svezia: il controsenso più evidente, dei pirati alle elezioni. Mai visto. Bleah!

Gli gnomi dicono: colpevole.
Cosa vuol dire avere / un metro e mezzo di statura, / ve lo rivelan gli occhi / e le battute della gente...
Il giudice della corte suprema delle Filippine, Florentino Floro, che aveva affermato di consultare sistematicamente per le sue sentenze un magico trio di gnomi, è stato stranamente licenziato.
"Il giudice, che presiede un tribunale della periferia di Manila, è stato licenziato perché non ha superato il test psichiatrico ordinato dalla Corte suprema", spiega il Sydney Morning Herald. "Floro aveva l'abitudine di dare inizio alle udienze con la lettura di un brano dal libro dell'Apocalisse e affermava di essere dotato di poteri soprannaturali come prevedere il futuro e operare guarigioni miracolose".
Le Figaro si sofferma sulla questione degli gnomi: "A quanto pare si chiamano Armand, Luis e Angel e appartengono a quel gruppo di creature magiche che la mitologia filippina chiama 'duwendes', nani invisibili e maligni, pronti a invocare ogni sorta di male contro gli umani che li stuzzicano. Floro affermava di aver stretto un patto con questi tre gnomi che gli permetteva di consultarli prima di un giudizio. Ma, nel momento di maggior bisogno, sembra proprio che i tre si siano defilati dall'aula del tribunale".
Dopo essere stato allontanato dalla magistratura il 31 marzo 2006 Floro è ricorso in appello contro il provvedimento, ma ha perso.

21

agosto 2006

16. (LEO LONGANESI, da Parliamo dell'elefante)
Vissero infelici perché costava meno.

Le piccole gioie che ci dà la provincia americana.
Tra le innumerevoli invenzioni ascrivibili a uomini e donne del Montana, dello Utah o del New Jersey, Mr. A. mi segnala un comodo mezzo di trasporto per viaggi confortevoli.

Le piccole gioie che ci dà la provincia italiana.
Un'altra segnalazione video, che darà di certo piccole gioie a chi ricorda l'epopea della telenovela piemontese, già passata in lungo e in largo sugli schermi di una tv del nano vulcaniano.

20

agosto 2006

15. (HENRY MILLER, da I libri nella mia vita).
Un giorno mi capitò di parlargli della mia ammirazione per Thomas Mann, e in un momento mi trovai lanciato in un ditirambo su "Morte a Venezia". Nichols mi rispose con lazzi e sberleffi. Esasperato, gli dissi che sarei andato a prendere il libro e glielo avrei letto ad alta voce. Lui ammise di non averlo mai letto, e ritenne la mia proposta eccellente.
Non dimenticherò mai quell'esperienza. Prima che ne avessi letto tre pagine, Thomas Mann cominciò a sgretolarmisi tra le mani. Nichols, badate bene, non aveva detto una parola. Ma leggendo ad alta voce il racconto, e a un orecchio critico, venne fuori d'un tratto l'ossatura scricchiolante che tiene su tutto l'edificio.
Io che credevo di tenere in mano un pezzo d'oro puro, mi trovai a guardare un pezzo di cartapesta. A metà strada scaraventai il libro per terra.

19

agosto 2006

14. (VANDA PACIARONI, originale).
COMPAGNO.

Nel 1968 eravamo giovani e dividevamo le persone in due specie: chi era compagno, chi non era compagno. C'era una fratellanza universale fra compagni. Era l'unica credenziale che contasse veramente. Un mio collega d'università doveva portare dei libri a un tizio che non conosceva. Andò a casa sua, suonò il campanello, ma nessuno rispose. Vide che la porta era aperta: decise perciò di entrare, lasciare i libri e andarsene. Una volta entrato si accorse che nell'unica stanza dell'appartamento c'erano due che facevano l'amore. Mentre stava per defilarsi uno dei due girò la testa e disse:
- Sei compagno?
- Sì.
- Allora puoi restare.

18

agosto 2006

13. (ISTVAN ORKENY, da Novelle da un minuto)
DIGNITA' PROFESSIONALE

Io sono un osso duro! So dominarmi. Esteriormente non lo davo a vedere, ma erano in gioco il lavoro assiduo di lunghi anni, il riconoscimento del mio talento, tutto il mio futuro.
- Sono un artista zoologo, - dissi.
- Che cosa sa fare? - chiese il direttore.
- Imito le voci degli uccelli. - Purtroppo, - disse con un cenno di diniego, - è roba fuori moda. - Ma come? Il tubare della tortora? Lo zirlìo dell'ortolano? Il canto della quaglia? Lo squittire del gabbiano? La melodia dell'allodola?
- Roba vecchia, - disse annoiato il direttore.
Mi fece male. Ma credo di non averlo dato assolutamente a vedere.
- Arrivederci, - dissi cortesemente, e volai via dalla finestra aperta.

17

agosto 2006

12. (MAX AUB, da Delitti esemplari)
Parlava, parlava, parlava, parlava e parlava e parlava.
E seguitava a parlare. In casa mia la padrona sono io. Ma quella domestica grassa non faceva che parlare, parlare ed ancora parlare. Dovunque io fossi, quella arrivava e cominciava a parlare. Parlava di tutto, di qualsiasi cosa, per lei era lo stesso.
Licenziarla per questo? Avrei dovuto darle i suoi tre mesi di paga. Inoltre sarebbe stata capacissima di buttarmi addosso il malocchio. Veniva persino in bagno: e questo, e quest'altro, e quest'altro ancora. Le ficcai un asciugamano in bocca perché la smettesse. Non morì mica per questo, ma perché non riusciva più a parlare. Le scoppiarono le parole dentro.

16

agosto 2006

11. (THOMAS PYNCHON, da V)
C'E' UN TIZIO

C'è un tizio che ha una vite d'oro al posto dell'ombelico, fin dalla sua nascita. Per vent'anni consulta dottori e specialisti di tutto il mondo per riuscire a liberarsi della vite, ma senza successo.Alla fine, mentre si trova a Haiti, incontra per caso uno stregone voodoo, il quale gli dà da prendere una pozione puzzolente. Lui la beve, si addormenta e fa un sogno. In questo sogno si trova in una strada illuminata dalla luce verde dei lampioni. Seguendo le indicazioni dello stregone (svolta prima due volte a destra e poi a sinistra), trova un albero (all'altezza del settimo lampione), ai cui rami sono attaccati dei palloncini colorati. Accanto al quarto ramo, a partire dall'alto, c'è un palloncino rosso. L'uomo lo fa scoppiare e dentro vi trova un cacciavite con un manico di plastica giallo. Usando il cacciavite, si libera della vite allo stomaco e, a questo punto, si sveglia. (E' mattino). Abbassa lo sguardo verso l'ombelico e vede che la vite è scomparsa. Quella maledizione durata vent'anni è finita. Pazzo di gioia, salta su dal letto, e gli cade giù il culo.

15

agosto 2006

10. (GIANNI RODARI, da Il gatto viaggiatore e altre storie)
Fiducioso nei proverbi cinesi un tale si sedette sulla riva del fiume ad aspettare che passasse il cadavere del suo nemico: vide invece passare l'anima del suo nemico che andava in paradiso mostrandogli la lingua.

14

agosto 2006

Racconto speciale della vigilia di Ferragosto. (ANTONIO GRAMSCI, da un discorso)
Chiunque si sia innamorato almeno una volta nella vita, non può non essere comunista.

13

agosto 2006

9. (POGGIO BRACCIOLINI, da Facezie, 1452- '53)
A Tivoli un frate dotato di scarso buon senso predicava al popolo scagliandosi con parole di fuoco contro l'adulterio. Fra l'altro disse anche che era un peccato così grave che egli avrebbe preferito conoscere carnalmente dieci vergini piuttosto che una sola donna sposata. E su questo punto si trovarono d'accordo anche molti tra i presenti!

12

agosto 2006

8. (EDGAR LEE MASTERS, da Antologia di Spoon River)
ROGER HESTON

Quante volte Ernest Hyde ed io abbiamo discusso del libero arbitrio!
La mia metafora preferita era la vacca di Prickett
che pascolava legata e circolava
quanto glielo concedeva la fune.
Un giorno che così discutevamo,
guardando la mucca
che tirava la fune per allargare lo spazio
che era ormai nudo d'erba,
il piolo saltò e, testa bassa,
quella ci corse addosso.
- E questo? non è libero arbitrio? - disse Ernest fuggendo di corsa.
Io caddi sotto una cornata.

11

agosto 2006

7. (LUCA RAFFAELLI, originale)
RIPENSAMENTO

Charles Darwin si fermò attonito a guardare il cadavere del suo grande amico Adam B. Ant. Non era una lacrima ma una goccia di sudore quella che gli colava sulla guancia sinistra. "Come potrò mai coniugare la teoria dell'evoluzione della specie - pensava - col fatto che sono sempre i migliori ad andarsene?".

10

agosto 2006

6. (VALENTINO ZEICHEN, originale)
IL VARANO E L'ELETTROTRENO ETR 500.

Anche se dotato di un primitivo cervello da rettile, il Varano dell'isola di Komodo compì un improvviso scatto evolutivo. Pur alienato dal suo ambiente, deprivato della caccia in terra e in mare, catturò una mobile visione che i suoi tristi occhi di lucertola gigante non smisero più di puntare. Oltre il reticolato elettrizzato dello zoo, vedeva manovrare e talvolta sfrecciare il fatale elettrotreno ETR 500, detto anche: "Ferro da Stiro". In 65 milioni di anni, lui non aveva mai veduto un suo facsimile di tale bellezza, come se l'arte divina che modella la natura avesse lanciato una nuova linea di sauri. L'elegante rettile dalla doppia testa di vipera, addomesticato alla rotaia, non si mordeva la coda come fanno di solito i serpenti, per dimostrare la circolarità del tempo; ma mostrava del pacifico cibo vivente lungo tutta la sua sagoma trasparente. Il Varano rimase folgorato dalla sua velocità; per un istante pensò di inseguirlo... Ma quel rettile aerodinamico correva troppo, e capì che non sarebbe mai riuscito a stargli dietro lungo la scala dell'evoluzione.

09

agosto 2006

5. [MOSS ROBERTS (a cura di), da Fiabe e Storie Cinesi]
LA SCURE PERDUTA

Un uomo, che aveva perduto la sua scure, sospettò del figlio del suo vicino. Il ragazzo camminava come un ladro, aveva tutto l'aspetto di un ladro e parlava alla maniera dei ladri. Ma l'uomo ritrovò la sua scure mentre vangava nella valle, e la prima volta che rivide il figlio del suo vicino, il ragazzo camminava, appariva e parlava come un qualsiasi altro ragazzo.

08

agosto 2006

4. (EDITH SITWELL, da Autobiografia)
Certo la preoccupazione principale di mio padre era mia madre, che aveva la discutibile abitudine di concedersi frivoli divertimenti.
Quando mia madre morì, il buon vecchio Harry Moat, cameriere di mio padre e amico mio e dei miei fratelli per tutta la vita, disse: "Bene, ora sir George almeno saprà dove la signora passa i suoi pomeriggi".

07

agosto 2006

3. (VOLTAIRE, da Dizionario Filosofico)
Imiterò quel curato di campagna che, essendo stato vergognosamente derubato del suo gregge, disse dal pulpito: "Davvero non so cosa gli sia venuto in mente a Gesù Cristo di morire per delle canaglie come voi".

06

agosto 2006

2. (ITALO SVEVO, da La coscienza di Zeno)
Io andavo a quella casa arrivandovi dai miei sogni; contavo gli scalini che mi conducevano a quel primo piano dicendomi che se erano dispari ciò avrebbe provato ch'essa m'amava ed erano sempre dispari essendovene quarantatre. Arrivavo a lei accompagnato da tanta sicurezza e finivo col parlare di tutt'altra cosa.

05

agosto 2006

1. (UMBERTO SABA, da Scorciatoie e raccontini)
Madrigale per un generale inglese

Ho visto a Firenze, nei primi giorni dell'occupazione alleata, un generale inglese. Era - caso raro - a piedi e ubriaco. Era meraviglioso. Alto, magro, asciutto, quasi eccessivamente razziato, camminava appoggiando la malferma persona a un bastoncino dall'impugnatura, a quanto mi parve, preziosa. Ogni passante poteva diventare per lui, senza volerlo, un nemico; fargli - cosa grave per chiunque; per un inglese, e un inglese del suo rango, mortale - perdere l'equilibrio. Ma, pure in quelle condizioni, che contegno, che stile! Reggeva appena, come l'impero inglese. Ma reggeva.

04

agosto 2006

Avviso ai naviganti.
trivigante se ne va per qualche giorno
a esplorare parti di mondo ancora non viste, con gran senso di colpa verso gli affezionati sostenitori. Ma tornerà presto. Per ovviare al senso di colpa e di abbandono, vi lascio con alcuni tra i miei preferiti tra i racconti brevi (o estratti da romanzi che funzionano anche come racconti brevi), genere che mi piace moltissimo. Uno al giorno per i prossimi giorni. Potete leggerne uno al giorno o tutti in una sorsata sola, come più vi aggrada. L'importante è che vi diano un qualche godimento, come spero.
Io ne aggiungo un po', per tutto agosto (che è un mese strano), ma torno prima, garantito.

Nel frattempo, ricevo e pubblico volentieri:
"Gentile mr. trivigante vorrei pubblicare le mie scuse: gentili trivigantisti, la defezione seppur breve di mr. trivigante è da imputare completamente a me. Me ne assumo tutte le responsabilità e vi porgo le mie più sentite scuse. Non in malafede ho obbligato il mio dolce (ovviamente dolce solo con me, altrimenti è un vero duro!!) consorte a seguirmi nelle calde terre dei cevapcici in cerca di mare e di cultura balcanica. Perdonatemi, ve lo restituirò presto. Miss M.".

Se caschi in un burrone, io mi diverto.
Esiste un termine in tedesco (te pareva...), schadenfreude, composto da "schaden", 'danno, disgrazia' e "freude", 'gioia', che significa - appunto - 'provare godimento da una disgrazia altrui'.
Popolo strano, i tedeschi, ma con meno peli sulla lingua di tanti altri. In fin dei conti, chi di noi non è stato preda della schadenfreude almeno una cinquantina di volte?
E i tedeschi non sono i soli.
Ecco le lingue che possiedono il termine equivalente:
- Arabo: shamat
- Ceco: škodolibost
- Danese e Norvegese: skadefryd
- Estone: kahjurõõm
- Finlandese: vahingonilo
- Ebraico: שמחה לאיד
- Olandese: leedvermaak
- Russo: злорадство
- Scozzese Gaelico: aighear-truaighe
- Serbo-Croato: pakost
- Slovacco: škodoradosť
- Svedese: skadeglädje
- Ungherese: káröröm.

Qualcuno presuppone la derivazione dal greco επιχαιρεκακία (epichaerecacia), traducibile con l'accetta con 'gioia per il male', fatto sta che - etimologia a parte - è interessante vedere quali lingue possiedono un termine specifico e quali no. Direi, a una prima scorsa, che - a parte un'eccezione - il nord e l'est Europa si divertono quando vi cade una cassaforte in testa. Ma non facciamocene un cruccio, in fin dei conti, nella disgrazia, ci si può sempre candidare per un Darwin award (cfr. b.site 1 agosto 2006).

E ora, un po' di video interessanti:
- un video di Shakira;
- il Darth Vader giapponese;
- l'ufficio dei miei sogni;
- la sgrufolata atomica più sensazionale mai vista;
- un ninja africano in stile bergomazzi;
- la morte è venuta per te;
- un po' di schadenfreude;
- uno con le dita grosse;
- il noto esperimento scientifico della Coca Cola con le caramelle Menthos;
- il noto esperimento scientifico della Coca Cola con le caramelle Menthos / 2;
- l'eccezionale space invaders umano (fantastico!);
- la canon dà i numeri;
- doppia guida;
- gli scarpoloni;
- un bel portapenne (mai più senza);
- e brava la signora!
- il grande mago David Copperfield;
- Conan il bibliotecario;
- uno serio e piuttosto bello.

03

agosto 2006

Al festival slow-folk di B-Milano (o quanto era grande I. G.).
Al festival slow-folk di B-Milano, il complesso rock nostalgico di "trapple" meccanico marcava lentamente le note di "Love me tender", quando un cinoide latrò: "C'è una fabbrichetta, amore, nascosta in mezzo ai fiori".
Ma qualcuno disse: "Io sono un vero nostalgico!" e Zampa di velluto gelò gli spettatori con il suo pezzo forte "Lieta sosta". Poi seguirono in fila Ferma scarpa e Blocca stalla ma nessuno capì niente e la musica ruggiva sempre più forte.
E le chitarre garrirono al vento, con lo stemma delle rispettive città: B-Milano, Sottoroma, Nuova Napoli.
Faccia di bronzo eseguì al fotopiano "Sono figlia di una spora vagante" e, poiché lei stessa era tutta la sua famiglia, il trio Fananber contestò l'esibizione.
Ma il servizio di vigilanza vigilava.
"Oh io sono la tua ruota di scorta, accarezza pure le mie porosità gommose e serrami i dadi e lucidami il cerchione. Oh io sarò la tua ruota, io sarò la tua ruota di scorta".
E questo cantava Occhio di Velluto, il prete israeliano dall'alto del suo hangar, mentre l'uomo di pezza gli tremava fra le mani. "Pregate fratelli" era la nuova canzone prima in classifica da circa quarant'anni.
Tutti aspettavano Heavy Pig il re del punk romantico ma al suo posto si presentò il sergente Osso Stanco che eseguì una porcheria alla chitarra smalto e la chitarra era tutta stonata.
E il catrame coprì tutte le cose.

Dopo l'incipit, l'explicit (cfr. b.site 6 luglio 2006).
Secondo il noto principio per cui se una cosa ha inizio dovrebbe avere anche una fine, alla facciazza dei teologi d'accatto, pare ormai dimostrato che ogni libro abbia una fine, buona o cattiva che sia. Magari non ci si arriva, oppure ci si arriva di frodo, senza passare dal via, oppure si comincia da lì ma, in ogni caso, la fine esiste (tranne in qualche raro caso di saga di bassa letteratura).
Di solito, si capisce che si è arrivati alla fine di un libro quando non ci sono più parole o pagine oppure, come si faceva una volta, c'è proprio scritto "Fine", cosa che aiutava non poco a sconfiggere l'incertezza.
Secondo la mia esperienza, la fine ha, in qualche modo, un'importanza inferiore rispetto all'inizio di un libro, almeno per quanto riguarda l'economia della storia raccontata e il fine di appassionare un lettore e tenerlo a sé. Alla fine un lettore ci può arrivare anche solo per stanchezza, per curiosità morbosa, per sindrome ossessiva, per abbrivio. Lo stesso scrittore, capita, chiude baracca e burattini per stanchezza, perché l'editore pretende, perché non sa più dove andare a parare, perché gli è finita la penna o perché, magari, sta per morire.
Ciò nonostante, anche la fine ha la sua bella importanza, tant'è che spesso una cattiva fine rovina il libro nel suo complesso o, comunque, lascia una certa insoddisfazione, comprensiva di insulto all'autore o di combustione procurata del libro in questione.
Accertato, dunque, che all'explicit preferisco l'incipit, riporto qui alcune "fini" di libri celebri, con le indicazioni in fondo per chi volesse provare a indovinare:

1) "Per tutto il giorno anche Sonia fu molto agitata, e nella notte si ammalò nuovamente. Ma era così felice, e tale felicità era una sorpresa così grande per lei, che ne aveva quasi paura. Sette anni, solo sette anni! nell'ebbrezza delle prime ore, mancò poco che quei sette anni non sembrassero loro sette giorni: Raskolnikoff ignorava che la nuova vita non gli si concedeva per nulla, e che doveva riconquistarla a prezzo di lunghi e penosi sforzi. Ma qui comincia una seconda storia, la storia della lenta rinascita di un uomo, della graduale rigenerazione, del lento passaggio da una vita ad un'altra. Questo potrebbe essere materia di un altro racconto, ma quello che abbiamo voluto offrire al lettore, finisce qui".
2
) "Rimasto solo, mosse qualche passo verso la sommità del cimitero e vide Parigi tortuosamente adagiata lungo le due rive della Senna, dove cominciava a brillare qualche luce,(...). Gettò su quell'arnia ronzante uno sguardo che pareva volesse succhiarne il miele in anticipo, e pronunciò queste solenni parole: "A noi due, ora!". E, come primo atto della sfida che egli lanciava alla società, Ratignac si recò a pranzo dalla signora di Nucingen".
3) "Pierre bestemmiò per la prima ed ultima volta in vita sua. Si alzò intero e diede il segno della ritirata. Altri camion apparivano in serie dalla curva, ancora qualche colpo sperso di mortaio, i partigiani evacuavano la montagnola lenti e come intontiti, sordi agli urli di Pierre. Dalle case non sparavano più, tanto erano contenti e soddisfatti della liberazione. Johnny si alzò col fucile di Tarzan ed il semiautomatico... Due mesi dopo la guerra era finita".
4) "Gli ufficiali trattenevano il respiro. Non avevano sentito le parole dell'aiutante maggiore, ma, dalle mie risposte, avevano capito tutto. Muti, mi guardavano negli occhi, con un'espressione di angoscia. il tenente di cavalleria riempì il bicchiere e disse: - Beviamo alla Bainsizza! - I colleghi l'imitarono. L'offensiva sulla Bainsizza! La guerra ricominciava".
5) "Fu allora che la nostra imbarcazione si precipitò nella morsa della caterrata dove si era spalancato un abisso per riceverci. Ma ecco sorgere sul nostro cammino una figura umana dal volto velato, di proporzioni assai più grandi che ogni altro abitatore della terra. E il colore della sua pelle era il bianco perfetto della neve".
6)
"Agli amici ormai invecchiati, seduti presso la finestra, pareva che quella libertà dell'anima fosse giunta, che proprio quella sera il futuro si fosse tangibilmente calato in quelle vie, là sotto, che loro stessi fossero entrati nel futuro e ivi si trovassero d'ora in poi. Una gioiosa, commossa sicurezza per quella sacra città e per tutta la terra, per i personaggi di questa storia giunti fino a quella sera e per i loro figli, li penetrò e li afferrò con una sommessa musica di felicità, che si effondeva lontano, tutt'attorno. Il piccolo quaderno tra le loro mani sembrava sapesse tutto questo e desse ai loro sentimenti un sostegno e una conferma".
7) "Non volevo più rifiutare un amore ma affermare il mio. Quando arrivammo a Marsiglia, non sapevo ancora che la vittoria m'era acquisita. Guardavo non senza inquietudine tutti quegli oggetti accatastati, disseminati per costituire un porto, e tutte quelle architetture riparanti fracassi molteplici, quell'agitazione schiamazzante che costituisce parte della vita. Il battello attraccò davanti a un capannone. Dietro la siepe degli strilloni d'albergo e dei facchini sfrenati d'impazienza, vidi Odile che mi aspettava".
8) "Scende la notte. Al primo piano dell'albergo Printania si sono illuminate due finestre. Il cantiere della stazione nuova odora forte di legno umido: domani pioverà, a Bouville".
9) "E il dolore? - si domandò. - Dov'è andato? dove sei dunque, dolore?-. Prestò ascolto. Sì, eccolo. Venga pure il dolore!-. -Ma la morte dov'è essa?-. Egli cercava il suo vecchio abituale terrore della morte, e non lo trovava. Dov'è? Quale morte? non aveva più alcuna paura, perché nemmeno la morte c'era più. Invece della morte c'era la luce. (...) - É finita! -disse qualcuno su lui. Egli sentì queste parole e le ripetè nella sua anima: - Finita la morte! - si disse - Non c'è più -. Aspirò l'aria, si fermò a metà del respiro, si stese e morì".
10) "In fretta, come se qualcosa l'avesse richiamata là, si volse verso il cavalletto. Eccolo - il suo quadro. Sì, con tutti i verdi e gli azzurri, le linee verticali e diagonali, i tentativi di raggiungere qualcosa. Lo avrebbero appeso in soffitta, pensò; sarebbe stato distrutto. Ma che importanza aveva? si chiese tornando a prendere il pennello. Guardò i gradini: erano vuoti; guardò la tela; era una macchia confusa. Con improvvisa intensità, come se per un istante lo vedesse con chiarezza, tracciò una linea al centro. Era finito; era completo. Sì, pensò, posando il pennello con estrema fatica, ho avuto la mia visione".

Indicazioni:
1) F. Dostoevskij, Delitto e castigo.
2) H. de Balzac, Papà Goriot.
3) B. Fenoglio, Il partigiano Johnny.
4) E. Lussu, Un anno sull'altipiano.
5) E. A. Poe, Gordon Pym.
6) B. Pasternàk, Il dottor Zivago.
7) R. Queneau, Odile.
8) J. P. Sartre, La nausea.
9) L. Tolstoi, La morte di Ivan Ilič.
10) V. Woolf, Gita al faro.

Dimenticavo una nota di colore orrendo: vagolando qua e là in rete per comporre questa noterella, ho scoperto con raccapriccio che il termine più utilizzato per indicare la fine di un libro è OUTCIPIT, creatura orripilante generata per contrasto da incipit.
Uccidetemi, soffro meno.

02

agosto 2006

Bologna, ottantacinque persone.
Per scrivere i nomi di ottantacinque persone ci si mette un bel po' di tempo, per il semplice fatto che ottantacinque sono un sacco di persone. Bisognerebbe vederle tutte insieme, per rendersene conto. Ecco i loro nomi e l'età che avevano quando incontrarono la bomba:

Antonella Ceci (19), Angela Marino (23), Leo Luca Marino (24), Domenica Marino (26), Errica Frigerio In Diomede Fresa (57), Vito Diomede Fresa (62), Cesare Francesco Diomede Fresa (14), Anna Maria Bosio in Mauri (28), Carlo Mauri (32), Luca Mauri (6), Eckhardt Mader (14), Margret Rohrs in Mader (39), Kai Mader (8), Sonia Burri (7), Patrizia Messineo (18), Silvana Serravalli in Barbera (34), Manuela Gallon (11), Natalia Agostini in Gallon (40), Marina Antonella Trolese (16), Anna Maria Salvagnini in Trolese (51), Roberto De Marchi (21), Elisabetta Manea Ved. De Marchi (60), Eleonora Geraci In Vaccaro (46), Vittorio Vaccaro (24), Velia Carli In Lauro (50), Salvatore Lauro (57), Paolo Zecchi (23), Viviana Bugamelli in Zecchi (23), Catherine Helen Mitchell (22), John Andrew Kolpinski (22), Angela Fresu (3), Maria Fresu (24), Loredana Molina in Sacrati (44), Angelica Tarsi (72), Katia Bertasi (34), Mirella Fornasari (36), Euridia Bergianti (49), Nilla Natali (25), Franca Dall'olio (20), Rita Verde (23), Flavia Casadei (18), Giuseppe Patruno (18), Rossella Marceddu (19), Davide Caprioli (20), Vito Ales (20), Iwao Sekiguchi (20), Brigitte Drouhard (21), Roberto Procelli (21), Mauro Alganon (22), Maria Angela Marangon (22), Verdiana Bivona (22), Francesco Gomez Martinez (23), Mauro Di Vittorio (24), Sergio Secci (24), Roberto Gaiola (25), Angelo Priore (26), Onofrio Zappala' (27), Pio Carmine Remollino (31), Gaetano Roda (31), Antonino Di Paola (32), Mirco Castellaro (33), Nazzareno Basso (33), Vincenzo Petteni (34), Salvatore Seminara (34), Carla Gozzi (36), Umberto Lugli (38), Fausto Venturi (38), Argeo Bonora (42), Francesco Betti (44), Mario Sica (44), Pier Francesco Laurenti (44), Paolino Bianchi (50), Vincenzina Sala in Zanetti (50), Berta Ebner (50), Vincenzo Lanconelli (51), Lina Ferretti in Mannocci (53), Romeo Ruozi (54), Amorveno Marzagalli (54), Antonio Francesco Lascala (56), Rosina Barbaro in Montani (58), Irene Breton in Boudouban (61), Pietro Galassi (66), Lidia Olla in Cardillo (67), Maria Idria Avati (80), Antonio Montanari (86).

Per lasciare una bomba in una sala di attesa di una stazione bisogna essere dei vigliacchi miserabili. Per scavare tra le macerie e i brandelli di corpi bisogna essere forti e generosi, è cosa da pochi. Per chiedere continuamente le stesse cose per ventisei anni bisogna essere cocciuti e resistenti. Come loro.

Una frase, un rigo appena.
Ho cominciato a impormi l'abitudine di scrivere due righe di commento o di ringraziamento tutte le volte che incappo in un sito che mi dà un qualche grado di godimento o una qualche informazione. Niente di particolare, per carità, ma credo sia giusto nei confronti di chi spende parte del proprio tempo, spesso non poco, per aggiornare e tenere insieme un sito internet. Non ultimo, avere un riscontro su quello che si fa non è cosa da poco. E non sto parlando pro domo mea. Davvero.

Ma che bella ma che bella questa festa!
In molte aree dell'arco alpino italiano, il 2 agosto è la festa degli uomini. O, quantomeno, dei loro genitali e, quindi, per estensione del termine, anche di chi li porta in giro.
Fonti attendibili danno la festa di derivazione napoleonica, quando i soldati che indossavano fuseaux attillatissimi dovevano, per motivi di ordine visivo, sistemare i "balenghi" a sinistra - les deux á gauche (i due a sinistra).
Pare che l'immensa ironica saggezza popolare abbia fatto il resto ed il tutto sia diventato les deux août... (il 2 agosto). Pare.

01

agosto 2006

I Darwin awards.
Un Darwin Award è un riconoscimento assegnato a qualsiasi persona che ha aiutato a migliorare il pool genetico umano "rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente stupido".
Molti dei vincitori del Darwin vengono premiati postumi, ma la morte non è necessaria poiché i vincitori devono solo rimuovere se stessi dal pool genetico. In alcuni casi i vincitori si sono resi incapaci di procreare, ma sono ancora vivi.
Per vincere ci si deve comportare in maniera straordinariamente idiota, facendo il giocoliere con bombe a mano (Croazia, 2001), saltando da un aereo per filmare dei paracadutisti senza aver prima indossato un paracadute (USA, 1987), usando un accendino per illuminare un serbatoio di benzina e assicurarsi che non contenesse materiale infiammabile (San Paolo, 2002), o riscaldando una lava lamp su una stufa.
Menzioni onorevoli possono andare a chi, non per sua colpa, non è riuscito completamente a rimuoversi dal pool genetico. Questi atti stupidi e pericolosi sono degni di essere menzionati, se non altro per tenersi alla larga da queste persone al prossimo tentativo. Alcuni esempi comprendono un uomo che inseguendo una lattina di birra viene investito da un camion (Texas, 2002), persone che accarezzano squali mentre si agitano voraci attorno alla carcassa di una balena (Australia, 2001), e due persone ustionate mentre cercavano di dare fuoco ad un videogioco da bar (luogo sconosciuto, 2002).
I cinque requisiti per ottenere il Darwin Award sono:
- Impossibilità di riprodursi - Il candidato deve essere morto o sterile.
- Eccellenza - Strabiliante assenza di capacità di giudizio.
L'idiozia del candidato deve essere unica e sensazionale. Qualcuno che va a letto con la sigaretta accesa non è candidabile, contrariamente a qualcuno che chiede ad un amico di bersagliarlo di mozziconi di sigaretta (Woodbine, New Jersey, 2002).
- Auto-selezione - Essere causa della propria dipartita.
Un miserabile passante che viene colpito da un incudine gettata dalla cima di un grattacielo, è stato sfortunato. Se venite colpiti da un incudine che avete issato sul vostro balcone per liberarvi di quei maledetti piccioni, siete eleggibili per il Darwin Award. Non c'è premio per aver eliminato qualcun'altro dal pool genetico. Quindi, l'uomo di Camden (New Jersey) che investì una suora mentre fumava crack e reggeva il volante con i piedi, non otterrà mai il premio. Comunque l'assassino della Virginia che dopo essere stato prosciolto scrisse una compiaciuta lettera di confessione all'ufficio del pubblico ministero "per mostrarvi quanto siate stupidi voi tutti" è candidabile.
- Maturità - In grado di intendere e volere.
Il candidato deve avere almeno 16 anni di età e non avere handicap mentali.
- Veridicità - L'evento deve essere verificato.
Le seguenti cause sono state specificamente dichiarate come non in grado di rendere qualcuno eleggibile per un Darwin, in quanto non sono abbastanza fuori dal comune o violano in qualche altro modo i criteri di cui sopra:
- Scivolare lungo un cavo elettrico.
- Fumare in una tenda ad ossigeno.
- Venire investiti da un treno o una automobile (eccetto casi come piazzarsi davanti ad un autobus per lanciare un mattone e mostrare la propria antipatia per il conducente o fare sesso in mezzo alla strada di notte).
- Mettere contenitori pressurizzati o pieni di liquido nel forno.
- Cadere da un precipizio mentre ci si mette in posa per una foto o si urina.
- La maggior parte delle morti per autoerotismo.
- Causa di morte o rimozione dal pool genetico legata a motivazioni religiose o politiche del potenziale candidato (ed in particolare la castità del clero).
- Urinare su cavi elettrici, rotaie della metropolitana, et cetera.
- Certe forme di incuranza nel maneggiare carburante e altri liquidi infiammabili.
- Essere la ripetizione di un caso già vagliato.
Ecco, infine, il sito ufficiale, se avete velleità in questo senso.

Barone di Sealandia.
Il primo passo è spendere 19,95 sterline, che ci sono le offerte in questo periodo, per acquistare un titolo nobiliare (Lord, Lady, Baron o Baroness) del principato di Sealandia. Fatto questo, potete accedere liberamente al territorio del principato che, per chi non lo sapesse, si trova sopra la secca di Rough Sands, nel Mare del Nord, a circa 10 km al largo della costa del Suffolk (GB).
Il principato sorge su una struttura che venne creata quando, nel corso della seconda guerra mondiale, una chiatta della Royal Navy venne rimorchiata sopra la secca di Rough Sands e allagata intenzionalmente.
Qui a destra una suggestiva immagine.
Sealand fu fondata nel 1967 da Paddy Roy Bates, suddito britannico e pirata radio, che espulse un gruppo di radio pirati concorrenti dalla struttura e proclamò la sovranità sulla base della sua interpretazione della legge internazionale.
Da allora, il Primo Ministro Bates ha rilasciato più di centocinquantamila passaporti di Sealandia, specialmente all'est. Giova ricordare che nella casa di Versace, il giorno dell'omicidio, fu ritrovato un passaporto di Sealandia, intestato a un fantomatico cittadino sealandiano, mai identificato.
La storia siamo noi, nessuno si senta escluso.

Due consigli per le letture estive.
Chi l'ha detto che sotto l'ombrellone si leggono solo libri facili?
Eccovi due consigli utili per letture impegnate, con citazioni dalle recensioni:
1 - PARIS HILTON-MERLE GINSBERG-JEFF VESPA, Confessioni di un'ereditiera
«Se segui i tuoi piani e i tuoi sogni e non permetti a nessuno di scoraggiarti, allora comincerai a farti un idea di questa condizione. Si tratta di pensarla come una cosa che ti spetta, il che, per una qualche strana ragione, sembra fare una grandissima impressione, e buona... Se entri in una stanza e sai di essere la persona più eccitante perché… è così, allora ti senti come un’ereditiera».
Si sono dovuti mettere in due per sbrogliare l'Hilton pensiero e farle scrivere un libro.
2 - MARIA MONSE' - Il Monsè pensiero
Brevi aforismi, pillole di saggezza, divagazioni estemporanee, momenti di riflessione o, se preferiamo, semplicemente pensieri raccolti da Maria Monsè, al suo esordio come scrittrice dopo una carriera nel mondo dello spettacolo. “Il Monsè – pensiero è esploso nei salotti e nei giornali: la novella pensatrice tiene banco e vede profilarsi filosfie di vita, percorsi e traiettorie che mai avrebbe immaginato”.
Unica pecca: nessun aforisma sul sesso a Palazzo Chigi con il portavoce di Fini. Peccato.

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