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A Stalingrado non passano e, nel suo piccolo, neanche nel b.site. In ogni caso, rimane sempre il piano B.

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trivigante 2006

ventotto

Una medaglia d'oro ogni undici milioni (di euro).
Le Olimpiadi sono finite e, in attesa dei Giochi Paralitici, conviene fare qualche considerazione a margine, in conclusione di questo mese sportivo. Otto medaglie d'oro sono un discreto bottino per l'Italia, soprattutto vista la nostra quasi totale assenza nell'atletica, tranne quella cosa strana che è la marcia, e la nuova regola per cui se non sei giamaicano non puoi correre veloce. Le otto medaglie, come sempre, provengono dagli sport detti "minori", cioè quelle discipline che di soldi ne vedono davvero pochini, vale a dire tiro a volo, boxe, lotta, nuoto, judo, scherma (2) e atletica, in ordine di vittoria. Il che, grossolanamente, è il risultato di scelte politico-sportive piuttosto discutibili, ovviamente del CONI.
Di certo, la scelta più discutibile degli ultimi decenni è la decisione, consapevole, di privilegiare unicamente lo sport a livello professionistico, costruendo centri federali onerosissimi ed evitando, con cura certosina, di costruire un qualunque tipo di impianto sportivo sul territorio, una pista di atletica o simili realmente utilizzabile. Resta un mistero, per me, come sia possibile che un ragazzino, senza genitori dediti o appassionati, possa darsi al lancio del martello o del disco, agli anelli, alle parallele o alla lotta greco-romana, provando anche una volta sola una disciplina e testando il genere. O, anche soltanto, divertendosi senza giocare a calcio. Improbabile che il pischello finisca per caso in uno dei centri sportivi del CONI, senza un qualche suggerimento. Ed ecco la risposta standard di Petrucci, presidente del CONI: "non ci sono soldi". Possibile, chissà, sono certamente meno di quanto uno vorrebbe, quello sempre.
Comunque sia, il costo complessivo del CONI per lo Stato italiano è di 86 milioni di euro l'anno. Di questi 86 milioni, soltanto 1.588.000,00 euri vengono destinati all'acquisto di materiale sportivo, il che comincia a dirla abbastanza lunga sull'andazzo della cosa. E per forza, il CONI ha 1.508 dipendenti (1 dipendente = mille euro di materiale sportivo, cifre strane) e 75 membri del consiglio direttivo, alla faccia!, bisogna pagare gli stipendi, altro che tartan per le piste. Ancora più interessante, stando alla relazione della Corte dei Conti, la cifra annuale per l'acquisto di cancelleria: 1.196.000,00 euri, poco meno della spesa destinata alle cose per giocare. Già, forse giocare non è il verbo più adatto. 217.000,00 euro l'anno lo stipendio del presidente. Non male, complimenti vivissimi.
Quand'ero ragazzino potevo andare liberamente a correre o a provare il salto in alto o in lungo al campo sportivo, pubblico e tenuto con decenza, nel quale - per inciso - Sara Simeoni stabilì il record mondiale di salto in alto nel 1978. Lo stesso campo, identico, nessuna fregatura o cancello. Qualcuno di noi si appassionava, qualcuno riusciva anche meglio, qualcuno si divertiva e basta. Il calcio era una tra le alternative, non necessariamente la migliore.
Bei tempi, io mi divertivo e una medaglia ogni tanto alle olimpiadi, magari nel salto in lungo o nei diecimila metri, la vincevamo pure. Ora, come minimo, prima devi entrare nella Guardia di Finanza e poi, forse, ti faranno provare uno sport "minore", se sono gentili.

venti

I monumenti (ai) caduti.
Gli alpini di Pandino
.
Seguendo la retorica patria condensata in forme solide, proseguo la mia rassegna dei monumenti ai caduti, dopo Idro, Montichiari, Palazzolo e Predore.
Questo splendore retorico si trova a Pandino, provincia di Crema, e occhieggia sulla piazza principale di fronte al castello visconteo, uno tra i più belli del reame. L'italico alpino si erge bronzeo vittorioso nella pugna contro l'aquila bicefala, simbolo di occupazione austriaca, ritto sulla rupe sassaruola e con fare marziale scaraventa l'ennesimo masso alla volta dell'asburgico uccellaccio, bello schiacciato e tramortito dalla gragnuola di colpi.
Raramente trovansi in un solo monumento una tale raccolta e sintesi di significati poco sottesi ed elementari, tali da fare dell'alpina bignolata il primo tra i monumenti recensiti, in quanto a estetica e resa artistica. E l'immaginario marziale che suggerì questa composizione si ritrova paro paro in un certo immaginario fantastico dei nostri giorni, in fatto di guerre e contrade di invenzione. Infatti, sarà mica che il genere fantasy in qualche modo, oltre al medioevo fantastico, attinge pure alla retorica alpina e guerresca? L'aquila di Sauron giace a terra senza vita sotto i colpi del coraggioso hobbit di Pandino, che difende la sua bella Pianura di Mezzo dalle forze del lato oscuro. E la Lega ci va a nozze.

sedici

L'occasione più grande.
Dopo che avevo molto camminato e che faceva molto caldo, avevo deciso di andare a visitare il tempio di Confucio di Pechino (Kong miao) perché avevo visto i templi taoisti e buddisti e quello di Confucio ancora mi mancava e allora sono entrato in un bellissimo hutong e dopo un po' l'ho trovato e dentro nel tempio, in mezzo a un cortile molto grande, c'era un pozzo che si chiamava "Ink well", cioè "pozzo dell'inchiostro", e questo pozzo, secondo la leggenda antichissima, trasforma chi beve l'acqua del pozzo in uno scrittore fenomenale, cioè capace di scrivere libri immortali e bellissimi e allora io mi sono precipitato per bermelo tutto, che quando mi ricapita?, ma maledizione il pozzo è secco da un sacco di anni, forse Dumas e Dostojevski se lo sono bevuto tutto loro, e allora io sono rimasto di sasso con un palmo di naso, niente acqua e niente libri immortali e bellissimi per me, tutto quello che mi rimane l'ho appena scritto qui con tutta la mia abilità. Ma che sfiga, però.

tredici

La prima volta.
Il 12 maggio scorso, Zheng Xingfu non ci ha pensato due volte e si è messo sulla sua motocicletta, portando con sé tutti i generi di conforto che aveva: 12 bottiglie di acqua minerale; lo stesso giorno, He Cunquan, un imprenditore nel ramo dei trasporti, ha utilizzato i suoi sette camion per trasportare viveri e medicinali; ancora, Lai Xiusheng, un tassista, da quel giorno ha ospitato nella sua casa di novanta metri quadri oltre venti persone per più di un mese. E così via.
Queste sono alcune delle storie che i giornali continuano a raccontare, storie di "eroismo e compassione" che hanno contraddistinto la mobilitazione spontanea a seguito del terremoto nello Sichuan, novantamila morti accertati. L'enfasi e il trasporto sono incredibili nei racconti delle persone e dei giornali, tutta la Cina si è mobilitata nei giorni successivi al 12 maggio per raccogliere viveri, soldi, sangue, medicinali, tende e quant'altro e inviarli nelle zone disastrate. I giornali proseguono, anche oggi, quasi tre mesi dopo il terremoto, a raccontare le vicende personali e collettive, dedicando pagine e servizi interi alla questione.
Esiste una precisa ragione per questa enfasi nei racconti: per la Cina è stata la prima volta.
La prima volta nella quale la popolazione si è mossa senza attendere l'intervento del governo e dell'Esercito popolare di liberazione e, spontaneamente, ha prestato soccorso intervenendo di persona sul luogo o inviando i generi di prima necessità. L'evento è epocale e tutti qui, a Pechino come a Hong Kong, rilevano come per la prima volta abbiano sperimentato una mobilitazione nazionale spontanea, senza alcuna direttiva dal governo e dall'esercito, a scopo solidale. Per un popolo abituato agli interventi tempestivi del governo che, nel bene e nel male, dirige ogni tipo di iniziativa nel paese, è stato un momento collettivo strepitoso ed emozionante.
A me richiama alla mente i casi italiani del terremoto del Friuli o, meglio, dell'alluvione di Firenze, nei quali la mobilitazione spontanea superò di gran lunga l'iniziativa governativa, precedendola in tempestività ed efficacia. Ma noi italiani siamo abituati a muoverci in fretta, dato che - lo sappiamo bene - è del tutto inutile aspettare qualche segnale da un governo imbelle. I cinesi no, per loro era la prima volta.
Le persone con cui ho avuto modo di parlare di quei giorni sono emozionate nel raccontare la loro esperienza, sia che abbiano partecipato di persona o che abbiano organizzato collette e raccolte di beni necessari, e sottolineano tutte quanto la situazione abbia unito la Cina in un unico sforzo comune, volontario e spassionato. La partecipazione è stata enorme.
E ancora oggi la vicenda è molto seguita, l'attenzione - nonostante le Olimpiadi - non è scemata: si seguono i processi (un poco sommari, in verità) ai costruttori, si seguono le fasi di ricostruzione, si seguono le vicende dei sopravvissuti e i fatti di questi giorni: il primo agosto, infatti, ci sono state altre due scosse di assestamento, 6.1 gradi richter, le più potenti da allora.
Tutti coloro con cui ho parlato sono concordi nel giudicare quel momento come l'inizio di una nuova fase, forse il primo passo di una nuova consapevolezza popolare che, si presume, porterà a un maggior coinvolgimento della popolazione civile nelle vicende del paese. Una nuova fase di impegno popolare, concordano. Il che, nella storia imperiale e recente del paese, sarebbe davvero una novità incredibile, io sono curioso.

otto

Simboli rovinati per sempre.
D'accordo, in questo caso è orientata in senso opposto. Però fa un po' impressione. D'accordo, se ne trovano ovunque, non solo in Oriente, se ne trovano tra etruschi e buddhisti, se ne trovano su edifici neoromanici e di primo Novecento, se ne trovano a Sant'Ambrogio a Milano e nei templi induisti di tutto il mondo. Però fa un po' impressione. Anche gli indiani navajo la utilizzarono fino alla seconda guerra mondiale come simbolo del sole, d'accordo. Però fa un po' impressione.
Infatti, entrare in un tempio buddhista, in questo caso il Yonghegong a Pechino, e vedere un Buddha bonario e sorridente con una bella svastica in mezzo al petto, a me - occidentale - una certa impressione di primo acchito la fa. Poi ci ripenso, la osservo e cerco di rimuovere le condizioni che si sono aggrumate nella mia mente: è un simbolo graficamente molto notevole, evocativo, complesso e nello stesso tempo immediato, un bel simbolo. Inoltre sta perfettamente in un quadrato come in un cerchio e si può inserire in fregi molto complessi. Peccato, ovvio, che nessuno di noi - a parte qualche neo-idiota - potrà mai più utilizzarlo. E lo stesso vale per la croce celtica, simbolo notevolissimo secondo me, sconosciuto però in oriente.
La distanza della Cina si misura anche in questo: alcuni miei punti fermi, indiscutibili per un europeo come sono io, qui non lo sono per nulla, altri significati e altre storie.
Cosa resta, dunque, di certo? Risposta ovvia.

otto

Panico a Londra.
Finalmente, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, senza pioggia.
Grandiosa, colossale, affascinante, i commenti sono sostanzialmente unanimi in termini molto positivi, di certo si è trattato di una cerimonia, seppur nella tradizione del genere, molto cinese.
Infatti, è del tutto cinese l'unione e l'alternanza costante, perenne, di sublime e di pacchiano in un colpo solo: solo i cinesi riescono a costruire templi e palazzi meravigliosi e a piazzare all'entrata, con leggerezza, un pannello al neon con cascata e termometro da bettola per camionisti. Lo stesso alla cerimonia, alcune grandiose scenografie e coreografie, altre - si veda il bianco pianista Lang Lang con bambina in playback, per dirne una - un pochino al di là della misura e dell'armonia.
Comunque sia, una cerimonia strepitosa che è necessariamente diventata la pietra di paragone per qualunque altra cerimonia del genere. E, poiché nella cerimonia di chiusura si usa accennare alle olimpiadi successive, i creativi inglesi sono letteralmente andati nel pallone, come riportato da tutti i giornali britannici. La sintesi potrebbe essere: "O mio dio, e noi adesso cosa cazzo facciamo?". Ogni progetto precedente è cancellato per imparità del confronto.
Cambiate, amici inglesi, cambiate radicalmente. Infatti, la tradizionale cerimonia di apertura di una qualsiasi olimpiade, fatta di gigantesche coreografie di corpi umani in sincronia con lucine e sbrillocchi, ha qui toccato il massimo, insuperabile. Il genere, a parer mio, è esaurito. Cambiate, cari inglesi. Una cosa tutta nuova, che so, magari interpretata da una persona sola che, siccome agli inglesi non conviene, invece di raccontare la storia del paese ospitante fa qualcosa di radicalmente diverso. Purtroppo, la regina madre non c'è più e sarebbe di cattivo gusto esumare il cadavere per utilizzarlo come braciere olimpico alimentato a gin.
Lasciati gli inglesi ai loro pensieri, come dicevo i commenti sono pressoché unanimi. Ora, con gusto piuttosto occidentale, si è scatenata la ricerca alle imperfezioni, ai trucchi, agli errori che si sono visti nella cerimonia. Tra gli altri, un imprevisto di cui si discute è avvenuto nel momento in cui l'ultimo tedoforo fingeva di correre sullo scroll proiettato in cima allo stadio e, nello specifico, consiste nel fatto che uno dei pc che proiettavano le immagini è andato in tilt, ovvio, e ha proiettato la classica schermata blu da errore irreversibile.
Sai che novità. Usare un pc cinese, un Lenovo, con sistema maicrosoft è al di là di ogni ragionevole rischio possibile.
Detto questo, chi se ne impippa delle imperfezioni. Ottima la cerimonia, resta un'impressione più che positiva e un buon ricordo, tranne che per un dettaglio amarognolo: la divisa della squadra italiana, con tanto di scarpette d'argento magiche. Maccheschifo, siamo i soliti sbruffoni della cippa, alfieri di un gusto italico dimenticato tanto tanto tempo fa.

sette

Darsi alla macchia a Shanghai (21-30).
(terza parte)
Grazie per le esplicite richieste, in effetti Shanghai resta un ottimo posto per sparire nel nulla.
Fedele alla mia funzione di servizio, proseguo la presentazione di alcune possibilità lavorative a disposizione di coloro che volessero rifarsi una vita nella città più movimentata della Cina.
Lavori per ogni desiderio e possibilità, altre dieci possibilità di lavoro per fare trenta e non trentuno.

21) fashion designer a Yuyuan
Non dite sarto, per carità: stoffa-ago-filo più creatività italiana per vestire la cosiddetta Shang-high, che non aspetta altro. Ma avrete vita dura, durissima. Provenire dall'Italia non è più motivo sufficiente per sbandierare buongusto in fatto di stile. Infatti, la concorrenza cinese offre, per esempio, in un qualunque grande magazzino ben fornito: scelta del tessuto, di solito di ottima fattura, prove e misurazioni varie, confezionamento di un abito maschile (giacca e pantaloni) di forme più che dignitose se non eleganti, prove successive per modifiche e rifiniture, completamento del vestito, consegna, il tutto a meno di cento euri, appendiabito compreso. Ve la sentite di sconfiggerli sul campo?
22) elettricista fantasioso
Ti offro l’intelligenza degli elettricisti cosi almeno un po' di luce avrà la nostra stanza negli alberghi tristi... Non è questo il caso: a Shanghai, come in tutto il paese, regna il filo elettrico teso tra poli impossibili, di cinque volte almeno la lunghezza necessaria, ritorto in infinite girelle e controgirelle, sovrapposto e sottoposto, annodato a condensatori fatiscenti, annodato a mano, ricucito, slegato e ricomposto, regna il filo elettrico della fantasia. Non servono elettricisti intelligenti ma elettricisti fantasiosi, elettricisti creativi, elettricisti eclettici, elettricasinisti. Stupite l'amministrazione con circonvoluzioni inimmaginabili, il cielo è vostro e i pali pure. Filo teso e singolo: brutto. Filo arrotolato e ingarbuglione: molto bello. Ecco i canoni estetici di riferimento. Canoni tecnici non esistono.
23) fotografo di matrimoni nella concessione francese
Sapete fare fotografie molto grandi? Conoscete un corniciaio megalomane che tratta solo misure indecenti e cornici iper-barocche? Avete un amico costumista completamente demente? Sapete smanettare con il compiuter per rendere i colori di una fotografia superpatinati? Avete un collega truccatore che ha lavorato con Kubrick per Le memorie di Barry Lyndon? Allora ci siamo.
Il posto è vostro.
24) sciantosa a Fuyou
L'unica cosa richiesta è un vestito rigorosamente rosso, oltre a quello il lavoro funziona come nel resto del mondo.
25) specialista nel massaggio ovunque
Ammetto che non sono riuscito a cogliere la distinzione (che esiste certamente) tra coloro che offrono un massaggio e coloro che offrono un, ehm, "massaggio". I secondi molto più frequenti dei primi, uomini (rari) o donne che siano. In questo caso, bisogna indagare ulteriormente, entrare e cercare di capire l'attività vera e propria, prima di mandare il curriculum. In entrambi i casi, una professione assai diffusa, c'è spazio per tutti. Si raccomandano mani calde.
26) uomo della temperatura in tutto l'oriente
Narra la leggenda che il decennio scorso la caduta di condizionatori fosse la prima causa di morte a Hong Kong. Questo perché il condizionatore è parte integrante di qualunque abitazione, tanto quanto la porta di ingresso o il pavimento. Ne consegue che il lavoro di "uomo della temperatura" non conoscerà mai flessioni né pause, anche quando gli orientali impareranno, bestie, a fare gli impianti di condizionamento centralizzati per condominio e, chissà, a tenere la manopola a un poco più di dodici gradi. L'Oriente cresce in verticale, se soffrite di vertigini, meglio passare ad altro punto.
27) manager d'assalto a Wusheng
Diverso dal manager di Pudong, il manager di Wusheng lavora sul mercato cinese e non su quello internazionale, di solito è cinese e nel lavoro ha l'aggressività tipica cinese. Per chi preferisse questa tipologia di lavoro, segnalo che comprare la valigetta in finto cuoio al C6 potrebbe non essere sufficiente: probabilmente, è il caso di procurarsi anche una seggiolina pieghevole.
28) trasportatore di merci pesanti su strada
Non esistono limiti, tranne quelli della fisica quantistica, al peso e al volume della merce che potete trasportare. Se intendete darvi al trasporto davvero pesante, è consigliabile assumere un ragazzo di carretto che, come da foto esplicativa, provvede alla spinta iniziale del mezzo. In sostanza, un motorino d'avviamento umano. Investimento iniziale nel mezzo e nel motorino di avviamento, il resto è nelle vostre gambe.
29) ragazzo delle consegne
Non si sottovaluti l'impiego, è richiesta grande efficienza fisica, soprattutto il labirinto in perfetto ordine, grande creatività nell'organizzazione del carico, una corda elastica, un mezzo strisciante nel traffico moderno, un portapacchi di centimetri otto per quattro, prontezza di riflessi e passione per il rischio. Si può morire, non lo nascondo, ma morire in servizio con otto tonnellate di bicchieri in equilibrio sul portapacchi può essere oltremodo onorevole.
30) il marchese del grillo a Dong Jie
Senza grilli per la testa, per fortuna ignorante dei grilli e grillini italiani, il marchese del grillo raccoglie, seleziona, addestra, cresce e vende grilli, veri grilli (ensifere) e non grilli parlanti. Egli è lo re dei grilli, ne costruisce anche le abitazioni con piccole tazzine per l'acqua e per il cibo, ne predispone le gabbiette, ne distingue il frinire e lo apprezza, li conosce uno per uno e, quasi, soffre a vendere i suoi figliocci. Se non distinguete un grillo da una cicala, direi che potete lasciare perdere, è una cosa che si impara da bambini e che di certo non si può improvvisare in Cina, regno della letteratura e della prassi sul grillo.

cinque

Facezia?
Occhei, un po' cretinata e un po' no. Se qualche occidentale in trasferta in Cina si lamenta della censura operata dal Governo sul web, una ragione c'è: non si vedono i siti porno. Nemmeno uno, di nessun tipo, hard o soft, o quasi. Nove volte su dieci questa spiegazione svela l'arcano.
Tolti i siti porno, la rete è fatta da una quindicina di siti internet e i cinesi, ancora, si interrogano sulle ragioni di tutto questo entusiasmo occidentale per il web.

quattro

Darsi alla macchia a Shanghai (11-20).
(seconda parte)
Shanghai è un ottimo posto per sparire nel nulla.
Fedele alla mia funzione di servizio, proseguo la presentazione di alcune possibilità lavorative a disposizione di coloro che volessero rifarsi una vita nella città più movimentata della Cina. Lavori per ogni desiderio e possibilità, altre dieci possibilità di lavoro.

11) gestore di videoteca a Fuxing Dong
Tutte le novità e persino i film non ancora terminati saranno nel vostro catalogo, in confezione extralusso indistinguibile da una confezione originale. Investimento iniziale ridicolo per l'acquisto di una capace cassetta di legno, importante stabilire i giusti contatti. Il mestiere, data la concorrenza sanguinosa, non è del tutto privo di rischi. Prezzo consigliato per dvd: 8 yuan, ottanta centesimi di euro. Almeno non vi farete fin da subito dei nemici.
12) impresario edile a Hengshan Lu
Il quartiere in crescita della città, il vostro regno di palazzinari. Procuratevi tante ma tante canne di bambù, possibilmente belle lunghe. Poi un po' di trasportatori e più o meno il grosso è fatto. Le impalcature ci sono. Le regole in fatto di sicurezza sul lavoro sono meno restrittive che in Italia, ovvero liberi tutti, largo alla fantasia. Il mercato non è ancora saturo, dovete prevedere di investire una cospicua parte del capitale iniziale in doni opportunamente elargiti. Giusto per farvi conoscere, ecco.
13) eroe solitario dell'edilizia
Richiede pazienza, dedizione, concentrazione e virtù inarrivabili. Potreste essere lasciati soli con l'incarico di costruire un muro lungo seimila chilometri sul confine mongolo, è bene essere preparati. L'eroe solitario dell'edilizia non è preda dell'ansia né dello sconforto, piano piano, un mattone alla volta, giungerà alla meta. Solo per tipi davvero tosti.
14) operatore nel campo della carne a Wenmiao
Non si richiede alcuna esperienza. E tanto meno un negozio. O pratica di conservazione della carne. O altro. Se state leggendo queste righe, il posto è già vostro.
15) gestore di un localino esclusivo nella concessione francese
Ah, il gusto europeo, inarrivabile. Solo voi potete portare in quelle lande un gin con la tonica come il signore dei cocktails comanda. E la concessione francese è fatta per voi, piena di luoghi da occupare e riportare alla gloria originale, la gloria del colonialismo dei clubs che tanto ci piacque, a noi europei. Investimento consistente all'inizio, poi recuperabile in fretta con elargizione a piene mani di alcohol e oppio ai clienti.
16) antiquario nella concessione francese
Qualunque cosa abbia più di un quarto d'ora di vita, in Cina è antiquariato. E, prima o poi, un riccone taiwanese o un danaroso turista inglese lo troverete. L'unico posto praticabile, per questa attività, è la concessione francese, di gusto e stile europeo. Ma va molto anche l'anticaglia orientale, anzi.
17) gemelle
Occupazione richiestissima, basta essere gemelle e il gioco è fatto: successo ovunque. Magari vi fanno pure consegnare la prima medaglia alle Olimpiadi. Più rare delle aliene.
18) intermediario ecologico (ambient manager)
Le grandi quantità sono il vostro pane (metaforico). Il vostro capiente mezzo potrebbe garantirvi un business in grande ascesa: il difficile è partire, poi esistono delle best practices nel settore in Italia da seguire a piè sospinto. Il guadagno è assicurato.
19) mini-intermediario ecologico (local ambient manager)
Come sopra, voi avete bisogno del grande smaltitore e lui ha bisogno di voi. Trovatevi.
20) intellettuale europeo a Huaihai
Ancora nella concessione francese di Shanghai, dovete solo trovare, o costruire ex novo, una residenza come quella qui a destra (prego notare le colonnine volanti ai due balconi). Poi, assumete aspetto tormentato e la vostra vita sarà così: strade ombreggiate di platani, ristorantini nostalgici, storiche ville immerse in parchi e giardini, mete alla moda per un drink o un dopocena old colonial, ragazze chic in qipao, sashimi di tonno, salmone e dentice, manzo alla piastra in salsa dolce, tiramisù di tè verde, cemento e lacca nera.
Non è richiesto saper scrivere o dipingere o altro. Pochi posti rimasti.

Solo su esplicita richiesta, altre dieci professioni possibili la prossima volta. Il servizio potrebbe continuare.

Le feste non si rovinano.
Guarda la trave nel tuo occhio prima di guardare la trave nell'occhio altrui.
In tema di rispetto dei diritti umani di travi ce ne sono parecchie, negli occhi di tutti, e questa è la considerazione che balza agli occhi di chi di travi o pagliuzze ne ha un pochino di meno.
Suona piuttosto ridicolo, infatti, che gli Stati Uniti predichino alla Cina una condotta meno amorale, avendo sparso il modello Guantanamo sull'orbe terracqueo, trave contro trave. Sa altrettanto di ridicolo la lista di detenuti politici cinesi che Sarkozy porterà con sé a Pechino, chiedendo la liberazione dei sopradetti, basta ricordare alcuni fatti tra l'Algeria e i recenti contratti commerciali in paesi, come dire?, piuttosto disinvolti in tema di.
Se dovessi fare un'ipotesi davvero assurda, immaginando che quello che si dice in Italia abbia una rilevanza per chiunque nel mondo, direi che altrettanto balordi suonano i moniti italiani e gli inviti al boicottaggio, se visti alla luce di Bolzaneto, Abu Omar e, ultima perla in ordine cronologico, dopo le reprimende durissime dell'Unione Europea in tema di immigrazione in Italia.
Puntualmente ignorate.
In Cina conoscono benissimo tutte queste vicende e, correttamente, ricordano sui giornali e per strada che questo genere di critiche devono pervenire da osservatori di cristallina condotta per avere un qualche tipo di peso. Altrimenti è un gioco delle parti tra ciechi e sordi.
Un fatto interessante: il Parlamento europeo ha fissato due sedute nello scorso maggio proprio in tema di rispetto dei diritti umani, in vista delle olimpiadi e delle trasferte ufficiali in Cina, così da fare il punto della situazione, verificare le singole condotte degli stati membri e stabilire una linea di intervento comune. Bene, come riferisce un deputato di Rifondazione, le due sedute sono andate annullate, non solo per mancanza del numero legale ma per la presenza di soli tre deputati ogni volta. Gli assenti, sparsi equamente in Europa, sono gli stessi che ora pontificano e tengono lezioncine. Quindi?
Le voci che si sollevano da più parti invitando la Cina al rispetto dei diritti della propria popolazione in realtà offendono profondamente la sensibilità cinese in tema di giochi olimpici, in parte perché provengono da paesi senza autorità in tema, come detto, e in parte perché, come leggo sui giornali e sento per strada, le critiche non sono ritenute congrue. Infatti, parafrasando alcuni articoli che ho letto e qualche discorso sentito, i giochi olimpici sono diffusamente sentiti come una festa, organizzata per la prima volta dalla Cina con scrupolo e attenzione, nella quale tutto il paese si sente coinvolto e unanimemente partecipe. Ora, sempre parafrasando e riassumendo la posizione cinese, qui si dice: se io organizzo una festa, tu sei liberissimo di non venire perché io non ti piaccio o non ti piace quello che faccio. La posizione dell'invitato è legittima. Ma, dicono, non si va a una festa per rovinarla. Non si va e basta. Io, decisamente, condivido. Che le istituzioni preposte, ammesso che ne abbiano titolo, facciano pressioni sulla Cina invocando la libertà di espressione e di parola, come peraltro è espressamente detto nella Costituzione della Repubblica Popolare Cinese. Ma che, per esempio, gli Stati Uniti, i più grandi debitori della terra nei confronti dell'economia cinese, azzardino lezioni in tema di morale ben sapendo che economicamente non potranno in ogni caso prescindere dalla Cina, diritti o meno, pare davvero troppo. A parte la Merkel, unica invitata personalmente da Hu Jintao che non sarà presente, tutti gli altri rappresentanti ora si scandalizzano e poi saranno in prima fila all'inaugurazione, senza battere ciglio. Lo stesso gli atleti, che ora si mettono le magliette con scritte di protesta e poi piangeranno alla consegna della medaglietta di turno.
Questo è davvero incomprensibile per l'idea di coerenza che hanno i cinesi. E che ho anche io.

Finito.
Oggi torno a casa, per l'attualità tocca leggersi Rampini, di nuovo. Che, per inciso, mi pareva più bravo - pur non essendo lui un sinologo - prima che lo leggessi dalla Cina in contemporanea. Renata Pisu resta, infatti, di un altro pianeta. Io di storielle ne ho ancora, me ne sono capitate e ne ho incontrate parecchie che intendo approfondire, senza dipendere dagli accadimenti in senso stretto. Proseguo ancora un po' con gli scherzi cinesi, se comincio a sapere di stantio, pregasi avvisare.

tre

Darsi alla macchia a Shanghai (1-10).
Shanghai è un ottimo posto per sparire nel nulla.
Discreta presenza di occidentali, così non si dà nell'occhio, un ventaglio di possibilità che vanno dalla sommità al fondo più nero, una città sterminata che non ha inizio né fine, un viavai continuo che rende difficile seguire le tracce di chiunque, l'abitudine locale a non fare molte domande e a non impicciarsi troppo, quartieri adatti a ogni esigenza e ricchi di posti segreti, possibilità di reperire qualunque cosa nel giro di poche ore a prezzi accessibili. Questo e molto altro fanno di Shanghai, secondo me, il posto ideale nel quale far perdere le proprie tracce, qualora lo si desideri.
Ed è per questo motivo, fedele alla mia funzione di servizio, che presento alcune possibilità lavorative a disposizione di coloro che volessero rifarsi una vita nella città più movimentata della Cina. Lavori per ogni desiderio e possibilità, ecco la mia selezione delle prime dieci (non in ordine di preferenza ma di catalogo).

1) broker d'assalto a Pudong.
Pudong è il distretto finanziario di Shanghai, una specie di Manhattan costruita anziché sulla roccia facendo immergere isolati di mattoni nel fango. Un colosso con i piedi di fango, più che d'argilla. Infatti il terreno sprofonda di un centimetro l'anno e non è più possibile costruire. Posti limitati, dunque. Qui Winterbottom girò un film di fantascienza senza bisogno di effetti speciali. Se siete di razza rapace, questo è il posto giusto. Finanzieri d'assalto che sottraggono risorse ogni giorno a Hong Kong, zone franche deputate al commercio, esenzioni fiscali di ogni tipo, se questo è il vostro pane, questo è il vostro posto. Magari vi capita pure di andare a lavorare nel grande cavatappi, come da foto.
2) comandante di chiatta sul fiume Huangpu
Credo serva una patentona perché le chiatte sono enormi. Risolta la cosa, il lavoro consiste nel fare la spola tra il mar cinese orientale e il porto di Shanghai. Qualora non siate tagliati per il lavoro di broker d'assalto a Pudong, questa occupazione permette di lavorare più o meno nello stesso posto, anche se dal basso. Una caratteristica preferenziale per questo lavoro è essere dei tagliagole. Aiuta nelle competizioni tra chiatte.
3) commerciante in oggetti d'oro al mercato di Dajing Lu
Come da esempio, ci vuole sguardo astuto e assenza di scrupoli, buoni contatti e abilità nel commercio. Ogni zona della città è a vostra disposizione, a seconda della clientela che sceglierete. E' richiesto un minimo di buongusto e occhio sopraffino nella valutazione della merce. Meglio non dare troppo nell'occhio, restate nell'ombra.
4) giocatore d'azzardo al parco Fuxing
Colpo d'occhio, velocità di mano e capacità di bluffare faranno di voi un uomo ricco e riverito. Nonché temuto. Non ingannino le apparenze, i giocatori d'azzardo cinesi sono sempre pronti - anche nel bel mezzo di una partita a mikado - a venire alle mani o, peggio, alle lame.
5) l'uomo che ripara le biciclette
Semovibile, giunge in poco tempo là dove c'è bisogno di lui. Che sia Mao, Deng o Hu, lui resta e resterà sempre. La professione del passato e del futuro, anche se oggi ci sono molte meno biciclette di una volta. Il vostro ufficio è la strada. Una professione seria e rispettata, il mio preferito. Le donne cadranno ai vostri piedi, con tutta la loro bicicletta.
6) critico televisivo a Jingan
Fare il critico della televisione cinese non è difficile: o sono telenovelas cinesi o sono giochi comici. In generale, basta parlarne male. La professione non è ancora diffusa, anzi è del tutto sconosciuta, essendo i canali tutti di Stato. Approfittatene.
7) chaffeur
Shanghai è una città in movimento. Buone opportunità di crescita, è richiesta patente e sangue molto molto freddo. Inoltre, per il costume locale, è più che essenziale saper guidare a venti all'ora in quarta. Essendo l'unico chaffeur che in città capisce l'inglese, potreste ritrovarvi ricchi ancora prima di immaginarlo.
8) fruttivendolo all'ingrosso a Xujahui
Dovete investire un capitale consistente per l'acquisto dei capannoni, possibilmente con un comodo accesso alla strada e non troppo distante dal porto. Fatto questo, il mercato è vostro. Unica precauzione: rispettate sempre le norme igieniche, a Shanghai sono molto fiscali.
9) fruttivendolo al dettaglio ovunque
Più veloce, aggredisce il mercato ovunque ci sia un consumatore in carenza di vitamine. Necessario un investimento iniziale, il mezzo, e poi tempismo e buoni fornitori. E' il fruttivendolo al dettaglio ad andare dalla massaia, portandole i migliori prodotti dell'orto per sopraffini chia gio. Richiesta efficienza fisica e savuarfer con le
madames.
10) architetto di grido sul Bund
Per fare l'architetto di grido a Shanghai non è necessario che sappiate tirare delle linee rette. E' essenziale, però, che costruiate cose alte, molto alte, molto molto alte. Il cliente vuole una roba alta? Fatelo sentire un pezzente, progettatene una alta tre volte, almeno. Dato essenziale: la metà del cemento prodotto nel mondo è prodotto in Cina.

Altre dieci professioni possibili la prossima volta, in caso non abbiate trovato la vocazione della vostra nuova vita cinese. Il servizio continua.

due

Cinesi 1 Morte 0.
E l'eredità d'affetti in Cina? E' ora di parlarne, visto l'interesse che suscita l'argomento.
Prima notizia: è vero, i cinesi non muoiono mai. Per quello sono così tanti. Ma quando li avremo conquistati con le nostre creme antirughe, allora conosceranno la morte anche loro. E la paura.
Bando ai preamboli e veniamo alla questione in sé: morte e sepolcri. Dai secondi si deduca il significato della prima, come sto cercando di fare io. Via con la allegra panoramica (le foto sono tutte mie tranne la prima, in caso fatene buon uso).
In Cina sono conosciuti sei tipi di sepoltura, ciascuno con significati propri, e quasi nessuno di questi ha a che fare con la religione. Eccoli:

1) il sepolcro imperiale. Le tombe dei Ming, a nord di Pechino, o l'esercito di terracotta nel sud del paese, sono gli unici esempi di sepoltura ante rivoluzione, dato che l'onore di un degno luogo di riposo spettava solo all'Imperatore e ai suoi congiunti e dignitari. E' gradito il suicidio qualora sua Celestità venisse disgraziatamente a mancare.

2) il Mao-soleo. Unico caso in tutto il paese, il Mao-soleo di piazza Tian An Men a Pechino contiene i resti barbieficati del Grande Timoniere, oggetto di culto e devozione ancora oggi da parte di tutta la popolazione, che compie lunghe code per vedere il corpo per cinque-sei secondi, senza potersi fermare. Io ci ho provato e quasi mi sparavano.

3) la classica sepoltura fastosa per pochi eletti. E' il caso, per esempio, della tomba di Song Qingling, moglie di Sun Yat-sen, leggendario primo presidente della Repubblica Cinese, e benemerita della rivoluzione. Il corpo venne tumulato all'occidentale e riposa in un apposito parco a Shanghai, con tanto di piccolo museo. Curiosa storia familiare, quella di Song Qingling: sua sorella sposò l'odiatissimo Chiang Kai-shek, leader dei nazionalisti che trucidò la componente comunista nel paese fino alla vittoria di Mao dopo la lunga marcia; costretto a fuggire a Taiwan, Chiang Kai-shek è ricordato con ignominia, e sua moglie pure. La cognata, invece, è ricordata con grande partecipazione. L'onore di una sepoltura simile è riservata a pochissimi in Cina.

4) il cimitero dei martiri di Longhua, Shanghai. Si intenda qui martiri della rivoluzione, poiché altri martiri non ce ne sono. L'onore di una sepoltura pubblica è riservato ai benemeriti della causa collettiva. In particolare, gli attivisti e gli studenti massacrati da Chiang Kai-chek a Shanghai nel 1925 ma, per estensione, a tutti coloro che lottarono per la vittoria del 1949. Unico caso di mausoleo collettivo di cui io abbia notizia in Cina, si compone di una sobria ed elegante struttura ripiena di documenti celebrativi dei martiri (foto), di un dimesso e armonioso monumento con fiamma perenne a ricordo eterno (foto) e di un vero e proprio cimitero in stile militare, con le singole tombe adagiate tra siepi e piante ornamentali (foto). Anche in questo caso il significato politico della sepoltura trascende la sepoltura stessa, ovviamente.

5) la sepoltura cattolica e la sepoltura internazionale. Nel primo caso, la sepoltura - come detto nel post qui sotto - avviene all'interno di una chiesa cattolica, come usiamo fare noi. Nel secondo caso, si tratta di una bizzarra usanza che gli stranieri sono soliti riservare a sé stessi, dandosi sepoltura in uno dei cimiteri riservati ai non cinesi in territorio cinese, usanza che i cinesi, appunto, proprio non comprendono. A Pechino, che io sappia, non esistono cimiteri per stranieri, a Shanghai ne esistevano dieci, di cui nove furono distrutti negli ultimi quarant'anni, e uno, l'unico visibile oggi, è il cimitero internazionale di Wanguo. A Wanguo sono sepolti gli stranieri che, o perché amici della Cina (Talitha Gerlach, per esempio) o perché ricchi all'inverosimile (la famiglia Sassoon), hanno di queste stravaganze.

6) la sepoltura di tutti gli altri. Ovvero: cremazione. I buddhisti la vivono serenamente, come i taoisti, poiché pensano a successive trasformazioni. I secondi, come già detto e come detto nel mio riferimento culturale sulla Cina (Kung Fu Panda, andatelo a vedere), ritengono che alla morte di un uomo un albero di pesco o di ciliegio perda tutte le sue foglie, che si spargono per il mondo profumandolo. Il che è una buona metafora per indicare che le ceneri di taoisti e buddhisti vengono poi disperse. In nessun caso, a quanto io ne sappia, è previsto un rito in un tempio, taoista o buddhista o confuciano, nemmeno per i monaci (qualche abatone, forse).
I cinesi, atei e materialisti, vengono cremati quasi subito e le ceneri o disperse o conservate in un'urna in casa, in un recesso onorato e riverito. Nelle grandi città non si segnala alcuna cerimonia funebre, se non una piccola riunione in ricordo del defunto. Nelle zone rurali, invece, il funerale ha ancora carattere di cerimonia, in qualche modo: un corteo visita le ceneri del defunto e ne segue in corteo la dispersione o la deposizione nel recesso di cui sopra. Spesso è presente una piccola orchestrina che suona musiche per l'occasione. A differenza nostra, in occasione della morte è uso, in Cina, vestirsi completamente di bianco.

Ecco, dunque, affrontata la questione dei sepolcri in Cina e, di conseguenza della morte. Ma, si domandano gli italiani: e i cinesi in Italia? Perché non muoiono mai? Perché non se ne sa mai nulla? Provvedo anche a questo.
Prima di tutto un'informazione: qui nessuno sa e ha idea del fatto che vi siano dei cinesi in Italia. Poi, due considerazioni principali: primo, i cinesi che vengono in Italia tendono, come tutti gli emigranti, a essere piuttosto giovani e, di conseguenza, a morire con più difficoltà. Mica lo fanno per confonderci. Inoltre, non avendo intenzione di trascorrere la propria intera vita tra le piacevolezze del nostro ameno paese, appena possono se ne vanno. Secondo, qualora intervenga una malattia o un presagio di qualche tipo, invariabilmente pigliano un aereo e tornano a casa. Anche la medicina è decisamente diversa e comprendo benissimo come desiderino essere curati, secondo loro, a dovere. E poi in Italia fanno un sacco di menate se uno desidera essere cremato. Detto questo, i casi di morte tra i cinesi sono rari in Italia, per questi motivi. Segnalo, a questo proposito, l'interessante "I cinesi non muoiono mai" di R. Oriani e R. Staglianò, Chiarelettere, 2008. Tutte le risposte sui cinesi in Italia. Per le altre, eh eh, io sono qui apposta.

2 agosto.
Il due agosto, che sia da Shanghai o da Alberobello, la memoria è una necessità che non scolora: grazie a chi oggi era in piazza a Bologna.

uno

Jie Zhou wants you.
Piccoli cinesi bestioline brulicanti senza dio, venite a me, dice Jie Zhou.
Prima o poi un'incursione dovevo farla. Periferia sud-occidentale di Shanghai, vado alla cattedrale cattolica di Sant'Ignazio e i suoi Jiezhouiti, sbarcati in Cina fino dalla prima metà del XVI secolo con il già noto Matteo Ricci. Pare un fortino giapponese assediato dai grattacieli, il che è anche una buona immagine per l'assedio socialista degli ultimi sessant'anni (la cattedrale fu un granaio dal 1949 al 1979). Per non parlare dell'assedio di costume, più recente: quattro Jiezhouiti circondati dalla Shanghai di oggi, una Sodoma piena zeppa di tentazioni. Sebbene la morsa politica si sia allentata di parecchio, il cattolicesimo non sfonda per nulla in Cina. Manca di appeal e, in sintesi, mortifica il fedele.
Ma i Jiezhouiti sono tosti, forse i più tosti di tutti e resistono, anzi si incuneano dove possono, evidentemente ben sostenuti e foraggiati dalla Santa Romana Chiesa, ancor più di questi tempi.
Ecco alcune innovazioni introdotte dai Jiezhouiti cinesi, allo scopo di blandire i fedeli e fidelizzarli (come da documentazione fotografica): massiccia presenza di maxischermi, nonostante la chiesa sia microscopica, così da riprodurre l'effetto stadio; ampio parcheggio antistante la cattedrale, sorvegliato da guardia armata; ampia dotazione di ventilatori appesi con fischer del sei alle colonne in favore dei fedeli; funzione in latino con sottotitoli in cinese sui maxischermi; forti sconti su matrimoni e funerali; apposizione di finestroni disegnati da artigiani locali che incontrano il gusto estetico cinese. Certo, cinese ma con moderazione, dato che li si deve evangelizzare.
Cosa vi danno i taoisti o i buddhisti o, peggio, i confuciani? Nulla, al confronto. Gli incensini, al massimo.
Anche la dotazione in favore del parroco non è niente male (foto): anfiteatro di condizionatori e ventilatori potentissimi in grado di abbassare la temperatura all'altare di almeno cento gradi, così da favorire in primis la transustanziazione e in secundis l'afflato nella predica.
Decisamente il luogo di culto più fresco di tutta Shanghai, d'estate gran successo di conversioni e crisi mistiche tra la popolazione. D'inverno, meno.
La diocesi cinese dei Jiezhouiti pare cavarsela piuttosto bene economicamente, come da sede sino-neogotica qui a destra. Escludendo sia grazie alle offerte dei fedeli, immagino una contribuzione romana per la lotta all'ateismo imperante.
Segnalo, infine, un rarissimo caso di sepoltura cinese, all'interno della chiesa: la tomba di Xu Guangqi, segretario particolare di Matteo Ricci e primo gesuita in terra cinese. Ma ci sarà modo oltre di parlare più diffusamente di tombe.

Se Atene piange, Sparta non ride.
Se Pechino è alle prese con i Giochi Olimpici, Shanghai sta preparando l'Expo 2010.
Se Pechino ha cinque mascottes orrende, dico cinque!, Shanghai ne ha solo una ma altrettanto orrenda.
Se Pechino ha il contatore alla rovescia per le Olimpiadi, Shanghai ha un contatore alla rovescia per l'Expo.
Se Pechino ha la cultura, la storia e il potere politico, Shanghai ha tutto il resto.

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