"Darsi alla macchia a Shanghai (21-30)" 1 commento - Mostra post originale siu ha detto... Trovaatooo..!!! Troovaaatoooo...!!! Il mio mestiere macchiaiolo a Shanghai è il n. 22, non c'è l'ombra di un dubbio. Perchè di elettricità non ci ho mai capito assolutamente niente, ma quanto a "filo arrotolato e ingarbuglione", ...ehm, ehm... modestamente... ho referenze ormai quarantennali. Insomma, voilà: l'elettricasinista, c'est moi. La mia specializzazione, il mio, diciamo così, fiore all'occhiello -sempre modestia a parte- è "cinque volte almeno la lunghezza necessaria". Che nel mio caso, non è per vantarmi, ma a volte penso raggiunga anche le sei o sette. Casa mia è in realtà un autentico museo del settore. Perchè tutte le volte che l'elettricista, l'amico di turno o la prole, dopo aver montato, modificato, sistemato, traslocato o aggiustato qualcosa che ha a che fare con la corrente, mi ha chiesto: tagliamo il filo che avanza? il mio NOOOOOOOO!!!!!! si è sentito da Grado fino a Capodistria. Ho chilometri di filo elettrico schiacciati dentro ad armadietti che a stento riescono a chiudersi, con record detenuto, ormai da anni, dallo stereo: radio, mangiacassette, amplificatore, lettore CD, due casse, e subito sopra un abat-jour; non mi stupirei ci fosse complessivamente tanto filo da poterci elettrificare qualche Staterello del sud del mondo ancora al lume di candela. La spiegazione deve stare da qualche parte tra possibili turbe psichiche e sindrome figli del dopoguerra: nella percezione, soggettiva e abnorme, di un terrificante pericolo legato alla mancanza, alla privazione, al bisogno, all'imprevidenza, al danno irreparabile... al trasferimento in un castello di cento stanze, essenzialmente, direi. Ma siamo pragmatici, e non indaghiamo oltre. Il 22 è mio (accettansi proposte per mettere su una cooperativa garbugliona), e avanti un altro! 13 agosto 2008 15.37