Ustica: trentun’anni

Gli aerei stanno al cielo come le navi al mare.
Quando gli aerei finiscono in mare e poi in un hangar, il minimo che si chiede è di sapere perché.

no TAV: governo vigliacco

Duemila poliziotti, gli hanno mandato i vigliacchi.
Perché l’ultimatum dell’UE scade il 30 e se non si apre il cantiere saltano i soldi. E – citando GM – il partito che ha fatto la sua fortuna con lo slogan “ognuno padrone a casa propria” manda la polizia con le ruspe e i lacrimogeni. Vigliacchi.
Questa è la risposta del governo, di questo governo, a più di otto anni di lotta: nessuna concertazione, nessuna discussione, nessun ragionamento.
Tutto il sostegno possibile ai comitati noTAV e alla lotta dei cittadini.

america land of freedom

Oooh, America, oh-oh.

Nel 1933 – anno che fa sempre sobbalzare molti di noi – lo Stato del North Carolina approvò una legge eugenetica.
Eugenetica negativa, ossia prevedeva la sterilizzazione dei soggetti deboli della società, tra cui deboli di mente, pazzi, idioti, criminali o, addirittura, epilettici, moralmente degenerati o sessualmente pervertiti.
In generale, poi, furono presi in considerazione anche i soggetti deboli socialmente ed economicamente, i neri e chiunque vivesse ai margini della società.

Naturalmente, come sempre succede in questi casi, era sufficiente una dichiarazione congiunta di un medico e di un parente per far partire la procedura di sterilizzazione. Oppure, e vi sono numerosissimi casi dimostrati, gli incaricati convinsero i soggetti prescelti spiegando loro che il processo era reversibile. Peccato che non viviamo in casa Forrester. Land of freedom.

Tra il 1933 e il 1979 (!), anno in cui la legge fu nominalmente revocata (fu abolita nel 2003!), in North Carolina furono sterilizzati circa 7.600 cittadini, e la stima è probabilmente al ribasso. Ma non solo: almeno altri sette Stati americani adottarono leggi simili nello stesso periodo, il che porta all’incirca a 65.000 il numero delle persone sterilizzate negli Stati Uniti. I casi conosciuti.
Lo Stato del North Carolina è l’unico stato che, oltre a delle scuse formali, abbia proposto un risarcimento alle vittime, nel 2003. All’inizio furono proposti cinquantamila dollari per ciascuna vittima, il governatore poi sostenne che erano troppi e decise per ventimila o, in alternativa, cure mediche gratuite. Complimenti vivissimi.

Attualmente sono ancora in corso le audizioni per valutare caso per caso le situazioni delle persone coinvolte in North Carolina e possiamo solo lontanamente immaginare quale sofferenza possa essere presentarsi di fronte a una commissione per raccontare la propria storia. All’incirca tremila delle settemilaseicento vittime sono ancora in vita. Land of freedom.

Ma attenzione: a parte il caso della Germania, per ovvii motivi, e quello degli Stati Uniti, ci sono molti altri casi clamorosi di leggi eugenetiche tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, decisamente poco studiati e di cui si parla molto poco. Mai stati in Svezia (62.888 casi accertati)? E in Finlandia (58.000 casi accertati)? E che dire della Norvegia (40.891)? O della Danimarca (11.000)? La Svizzera smise solo nel 1985, dopo circa mille vittime.
E’ lo splendido stato sociale dei paesi del nord, che si prende cura dei propri cittadini.

E ora la domanda, banalizzando: perché si praticava l’eugenetica verso le persone più deboli economicamente e socialmente?
Perché si voleva migliorare la specie, certo, selezionando i soggetti ritenuti adatti. Oppure, insieme, controllare lo sviluppo della società, certo. Criminali. Tutto questo però non spiega l’accanimento contro le persone povere o a rischio povertà. Una mente normale, come la mia e la vostra, non ci arriverebbe mai, anche se una volta detto è davvero tutto molto semplice: assegni di maternità e spese sanitarie. Una questione di spese.
Vado a vomitare.

Un riferimento.

tre manifesti del PD che la dicono lunghissima

Infuriano le polemiche per il manifesto del PD a destra, per la Festa dell’Unità. Recidivi.
Ossia: perché affidarsi alle agenzie di comunicazione, che di solito nulla sanno e hanno sì e no una sola idea scolpita nel marmo delle loro povere menti?
Ovvero: non bastava una bella foto di persone in questa splendida primavera di vittorie?

Il punto è un altro a parer mio: non ne farei una questione di genere, potevano mettere anche me desnudato da una folata piuttosto che un cane che copula portato via dal vento, non importa; il punto, secondo me, è se il messaggio sia efficace e l’immagine coerente con il messaggio. E, magari, in terza o quarta battuta, che il tutto sia esteticamente accattivante.

Ora: i messaggi, nel caso di questi tre manifesti, sono rispettivamente: “dai, vieni alla festa ed entra nel letto con questa bella topolona”, “eleggiamo miss Salamina più figa come facevano a Colpo Grosso” e “abbiamo vinto, le donne si smutandano (solo quelle belle)”.
Le immagini sono chiaramente coerenti con la debolezza dei messaggi e, quindi, il problema è la pochezza del pensiero che ci sta dietro, non tette e cosce.
La cosa che mi fa rabbrividire è che il pensiero, debolissimo, dei creativi pubblicitari ha permeato le menti, altrettanto deboli, di una classe politica che dovrebbe avere idee migliori, più entusiasmanti, più lungimiranti, innovative e condivise. No, l’idea è che in questa primavera il vento sia cambiato (e non è vero, nel senso che il percorso è ancora tutto da fare e il PD è stato piuttosto marginale in questo), che la memoria della resistenza vada svecchiata (e non è vero nemmeno questo, basterebbe la memoria punto) e che prendersi cura di sé e del proprio aspetto fisico può essere di sinistra (benvenuti nella realtà).
Sei parole per tre manifesti, poca roba. Il messaggio vale poco o non esiste del tutto e il resto di conseguenza, questo fa paura e rabbia. Poi, che siano cosce, piselloni o pagliacci, importa poco.

Certo è che se ragioni di cosce il pensiero non procede molto oltre, al massimo sale di qualche centimetro verso il centro. E lasciate perdere i creativi, su: in politica basta dire cosa e perché (o dove e quando se c’è una festa).

pleiliste: cinque la-canzone-dell’estate

Volevate i singoli? Eccoli, e stavolta sono i singoli per l’estate.
Scavallato il solstizio, atto finale di questa primavera duemilaeundici che resterà nella memoria per bellezza e godimento, è ora di fare le danze propiziatorie per l’estate, perché sia degna di tanta meraviglia.
Quindi, nella migliore tradizione dei tormentoni estivi, avanti con la pleilista di cinque canzoni dell’estate, o per l’estate, così che i prossimi tre mesi siano, anch’essi, perfetti.

E si condivida e si colgano le ciliegine migliori, ché se forse non tira ancora un’aria nuova, almeno si cambia musica.

dj enzio:
White Unicorn – Wolfmother
When the Night Feels my Song – Bedouin Soundclash
Dancing with Myself – Nouvelle Vague
Centueuna – Salentorkestra
Protection – Massive Attack

trivigante:
Dreaming of You – The Coral
Sprawl II (Mountains Beyond Mountains) – Arcade Fire
Out That Door – Hoodoo Gurus
Chocolate Dimension – The Giraffes
Don’t Sit Down ‘Cause I’ve Moved Your Chair – Arctic Monkeys

Che è anche stagione di muovere i culetti, su.

oggi tema

Pare, da indiscrezioni, che la prima traccia dei temi di maturità sia “Come cucinare la pajata senza farlo capire agli altri”.
Corro a reiscrivermi alle superiori, per le nove ce la faccio.

è bastato un mese

La statua della discordia ha avuto bisogno di un solo mese e di qualche piccola pioggerella romana per completare la metamorfosi, cambiando colore e trasformandosi definitivamente nel luogo dell’accoglienza. Per l’urgenza mingitoria simil-autogrill.

Nel riquadrino, come era il 18 maggio. Ora: sono solo io il depositario del grande segreto che il bronzo diventa verde se esposto alle intemperie? Secondo: ma se la statua rappresenta quel senso di accoglienza che ti prende quando arrivi a Roma, non dovrebbe essere rivolta verso la stazione invece che, chiedo, dargli di culo? Per le considerazioni estetiche, argomento che non vorrei toccare nemmeno con un bastone lungo un metro, qui un contributo controcorrente che non condivido ma apprezzo.

59 secondi di… vittoria ai referenda-um

Per l’ennesima puntata di “59 secondi di…”, la rubrica più vittoriosa dell’urna elettorale, il trenino della vittoria di ieri a piazza Bocca della verità, arroma:

Ed è stata un’altra festa, con tanto di trenino ed ebbrezza sconfinata. Sarà che la primavera tunisina è una cosa bellissima, sarà che la primavera egiziana è una cosa bellissima, ma che dire di noi? Siamo forse meno bravi? O meno ebbri?

Un altro episodio di cinquantanove secondi di qualsiasi cosa venga in mente a me o a voi, che abbia o meno un qualche significato intrinseco e che abbiate voglia di immortalare. Possibilmente con i mezzi più ridotti possibile.
(e il trenino festoso è dedicato a tutti i dicitori di ‘sì’ e in particolare a s|a).

si vota e poi tutti a freggène

nucleare: è questo che vogliamo?

Sette incidenti nucleari accertati in Italia, quanti non saranno noti?, e sono più di vent’anni che non produciamo più energia atomica.
Ma gli incidenti proseguono (vedi 2006), nel senso che non è che quando si decide di chiudere una centrale si spegne la luce e si va a casa.

Non solo: le centrali rilasciano radioattività nell’ambiente anche nel normale funzionamento, senza incidenti. I bambini che abitano vicino alle centrali corrono maggiori rischi di contrarre la leucemia. Per non parlare di campi e animali. E, per gentile carità, non faccio cenno alla questione delle scorie, all’esaurimento dell’uranio e al fatto che le centrali vengono costruite per legge dall’esercito.
In Germania hanno deciso di chiudere l’argomento, in Francia – il paese più nuclearizzato del mondo – stanno seriamente prendendo in considerazione l’idea di abbandonare tutto il sistema energetico nucleare, direi che è ora che anche noi ribadiamo il nostro no. Votando sì.

Se avete deciso di non votare o di votare no, spero davvero che vi costruiscano una centrale nel tinello. Non vi lamentate, poi.