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il nulla

benvenuto popolazione dello spazio

welcomoA Como vien la stagione turistica e il Comune, a febbraio, ha lanciato l’entusmante iniziativa di una carta-sconto per i turisti in visita nella provincia. Nulla di nuovo, tutto andrebbe bene, se non l’avessero chiamata “WelComo”. WillKomo, BienveNuoro etc.

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ténnica

FOSStituire il possibile / Puntata 6.1: masterizzare et similia

di gnappolo.
cassette_rIo vengo dalle prime versioni di Nero, poi ho sostanzialmente smesso di “masterizzare” (inteso in senso stretto) e siccome per anni ho avuto un PC con il lettore/masterizzatore rotto (non mi sarebbe costato niente sostituirlo tranne separarmene per troppo tempo… e poi la possibilità aguzza l’io geek) mi sono rivolto ad operazioni leggermente diverse, quali:

0. Salvare Immagine del cd/dvd (in formato ISO o simili). Comodissimo per non dover conservare chili di supporti fisici.
1. Masterizzare cd/dvd a partire da un file immagine. Questi vengono da cd salvati personalmente da me o, più spesso, dalla rete (le immagini viaggiano bene su reti p2p, ad esempio i cd di installazione di Linux).
2. Montare i file immagine come “cd virtuali”. La cosa è utilissima per chi non ha il lettore dvd o ce l’ha rotto o, appunto, non vuole portarsi dietro chili di stupida plastica quando basta un hard disk. “Monti” il contenuto del file ISO e voilà, è come se avessi inserito un coso nella fessura (e, fra parentesi, gabbi il 99% delle “verifiche cd originale” senza dover crackare nulla).

Sostanzialmente prima facevo tutto questo solo con Alcohol 120%, ma la nostra missione è FOSStituire il software proprietario con software libero, pertanto eccoci qua a conoscere nuovi programmi! E non si può certo dire che le alternative free abbiano meno funzioni o siano meno affidabili, mentre una piccola nota dolente è che purtroppo esiste una grossa spaccatura tra mondo Win e Linux, ma per fortuna ce n’è per entrambi… Però i programmi che trovate qua sono solo per Win (per Linux darò almeno qualche indirizzo).

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memoria

il 30 giugno la sentenza

Il 30 giugno la sentenza sull’omicidio di Federico Aldrovandi, morto a Ferrara nel 2005 durante un controllo di polizia. Qualche riferimento: il blog della famiglia, una sintesi, trivigante il 10 settembre 2007. Un altro caso in cui lo Stato difende sé stesso contro una famiglia di persone civilissime e miracolosamente degne, il cui unico desiderio, ormai, è di stabilire la verità su una morte assurda. Preoccupazione che non pare essere né della Polizia, né dello Stato.
In attesa di ciò che già temo, visto che a parte il caso della Uno bianca la polizia non si processa e non si condanna, vi invito a riguardare questa intervista ai genitori di Federico, esempio di fermezza e dignità assoluta.

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memoria

ventinove anni, domani

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estasi

la rappresentazione di sé

E’ pur vero che non basta essere delle gran persone per essere ricordati: è necessario avere degli amici che siano stati in grado di cogliere le sfumature, i dettagli e la sostanza nella sua interezza, e che siano poi capaci di raccontare e rappresentare adeguatamente ciò che è stato. Mi si perdoni la semi-banalità, ma è evidente che una parte sostanziosa di ciò che siamo emerge in proporzione dalla capacità di comprenderci di coloro che ci stanno attorno. Un caso luminoso di una gran persona raccontata e compresa da altre gran persone è il funerale di Graham Chapman, quinta parte dei Monty Python. Al funerale, i suoi amici lo ricordarono con un’orazione leggendaria, in pieno spirito del defunto e di ciò che aveva rappresentato: ovvero, ciò che dovrebbe essere un funerale con i controfiocchi. Averne di amici così.
Per chi mastica la lingua, ecco qui l’orazione di Cleese:

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memoria

Tehran: usare il mezzo

090624.iranCome dicevo, usare il mezzo (la rete) con intelligenza e con senso: Xárene Eskandar posta quasi ogni giorno su gugolmaps le mappe con la registrazione degli eventi quotidiani in Iran, durante la rivolta, con il dettaglio degli accadimenti.
Eccellente lavoro di informazione in condivisione, scavalcando a piè pari gli intermediari della cronaca rosa o della politica interna, che tanto comunque non ne parlano. Almeno da noi.
Qui l’ultima mappa, di ieri, e sul suo profilo tutte le mappe, come da link all’inizio del post. Ben fatto, utilizzare il mezzo con significato.

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il nulla

un cornetto alla corsa dei cavalli

BRITIAN ROYAL ASCOTQuesti pomeriggi ad Ascot mi sfiancano.

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nemici

la balla del progetto partecipato funziona sempre

expo2015Oggi si apre a Milano l’EXPO2015 Camp, che sarebbe “la prima occasione di dibattito e luogo di confronto delle progettualità inerenti l’Expo2015”. Lo scopo della faccenda è “creare un contesto dove sarà possibile presentare progetti propositivi per un Expo 2015 partecipato”.
Traduzione in linguaggio corrente: non solo non hanno fatto un cazzo finora, ma sono pure alla ricerca di idee. Regalate, ‘sti spudorati.

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memoria

rifugiati, profughi interni e richiedenti asilo

refugeesE’ uscito il rapporto 2008 del commissariato ONU sui rifugiati, Global Trends 2008.
Se Afghanistan (2,8 milioni di persone) e Iraq (1,9 milioni) sono i paesi con il maggior numero di persone in fuga, i principali paesi di accoglienza degli stessi sono Pakistan (1,7 milioni), Siria (1,1 milioni), Iran (980mila), Germania (582mila).
Il dato sconcertante, che aiuta a capire un pezzo del mondo in questo momento, è il totale delle persone costrette ad abbandonare la propria casa per motivi di povertà, guerra o conflitti di ogni genere: 42 milioni. In questa cifra spaventosa sono compresi anche i 26 milioni di persone costrette a sfollare all’interno del proprio paese, di cui quasi tre milioni solo in Colombia. Un dato che pare emergere dalla relazione è il sostanziale aumento della durata dei conflitti rispetto al passato, più che il numero, il che comporta l’aumento del protrarsi degli esili, spesso quantificabili in anni, se non in decenni. Ciò che mi colpisce maggiormente è il fatto che il 44% dei rifugiati e dei richiedenti asilo abbia meno di 18 anni, ovvero circa venti milioni tra bambini e ragazzi costretti alla fuga. Rispetto al 2007, 604.000 rifugiati sono rimpatriati volontariamente nei propri paesi di origine, il che rende l’assurda, incredibile cifra di 42 milioni di rifugiati una delle più basse degli ultimi quindici anni.
C’è un mondo là fuori, bellissimo e talvolta crudele, in continuo movimento: noi, qui ora, possiamo averne coscienza, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, e provare ad ampliare la nostra visuale. Basta usare il mezzo e, come sempre, la testa.
C’è chi già lo fa, e sono molti: per esempio, i fratelli danesi Mikkelsen che hanno aperto un social network, Refugees United, riservato solamente ai rifugiati, che in ventitre lingue permette di inserire elementi utili, seppur anonimi e scelti dall’utente (soprannome, data dell’ultimo incontro etc.), perché gli amici e i parenti possano entrare in contatto, anche se solo via rete, con i propri cari. Al di là della cosa in sé, l’importante è essere coscienti e presenti. D’ora in poi, per quel che mi riguarda, questo spazio è chiuso alle zoccolette sulle coste sarde, ai candidati alla segreteria del PD e ai leghisti di ogni specie e colore. Anacronistici e, come minimo, ridicoli.

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trivigantismi

le allegre nonché inutili guide di trivigante.it: Libarna

guide_trEsiste una città dimenticata per millecinquecento anni, poggiata su una rupe in alto su un fiume, una volta centro di commercio e di scambio lungo una via importante, ricca di fontane, sorgenti e pozzi, con una larga piazza e un teatro di dimensioni imponenti. Ciò nonostante, dimenticata.18-libarna-febbraio-2009
Per arrivarci, bisogna andare a Serravalle Scrivia, luogo ricordato più per le fughe di Coppi verso Sanremo che per la bellezza intrinseca, schiacciato tra la montagna e il fiume, ovviamente lo Scrivia, e come se non bastasse affettato a metà da rispettivamente: la statale dei Giovi, la ferrovia Milano-Genova e, non ultima, la A7, agghiacciante corridoio che travolge vita e persone.
In ben altra posizione, sul fiume e circondata da colline come detto, stava la città dimenticata: Libarna. Fondata nel III secolo a. C., prima ligure e poi romana, fu fiorente grazie alla via Postumia, vi si facevano le ceramiche e i mattoni, si coltivava la vite e si allevavano le bestie, si ergevano templi dedicati a Ercole e si rappresentavano le commedie e le tragedie in voga nell’anfiteatro a capofitto sul fiume.
16-libarna-febbraio-2009Fu una città importante, finché non giunsero i barbari dopo sette secoli di onorata attività cittadina, e nel 452 fu abbandonata. E non esisteva ancora Forza Italia. Gli abitanti la smontarono fino alle fondamenta e riutilizzarono le pietre per costruire Serravalle Scrivia. Poi se ne dimenticarono.
Durante i lavori per la Regia Strada, ora dei Giovi, emersero reperti, fondamenta, mosaici e statue, ma c’era la strada da fare perché il Regno aveva fame di vie di comunicazione, e così furono scavati i quartieri verso il fiume, il resto giace tuttora sotto l’asfalto oppure ancora non sottratto alla 17-libarna-febbraio-2009terra. Il Re, che desiderava cocci per il lustro del regno, si portò tutti i reperti a Torino, per abbellire la capitale. 19-libarna-febbraio-2009Nonostante ciò, la città si mostra per quello che era: ricca e grande, con l’anfiteatro lungo sessantacinque metri, un foro di dimensioni ragguardevoli, case spaziose e aperte, vie dritte e larghe, e – soprattutto – bella di una posizione sospesa tra collina e fiume.
Ancora oggi, a visitarla tenendo rigorosamente le spalle all’autostrada, alla ferrovia e alla camionale, facendo finta che non esistano, restituisce un’atmosfera irreale e quieta, affascinante spoglia di ciò che abbiamo scartato e dimenticato, nascosta dalla neve d’inverno e soleggiata e boscosa d’estate. Bellissima a vedersi e commovente nella sua solitudine.