tabelline: armi e famiglia

A guardare le immagini da Tripoli, salta agli occhi una cosa: le armi. Tante, distribuite a pioggia, in mano a chiunque, belle e nuove.
Ma da dove vengono? Senza azzardare, posso affermare che se ne vedete due, di armi, una è di fabbricazione russa e l’altra, stronzi, italiana. Perché il colonnello minchione, quando pianta la sua tendona a villa Borghese, fa sì proselitismo e raccoglie zoccolette ma, più importante, vende carburante e compra partecipazioni azionarie e armi. Un allegro giro di spese: soldi, armi, puttanelle, azioni, ossia molte delle cose belle della vita.

Le armi le facciamo noi, un po’ zittini e un po’ no, con quel grosso scatolone che si chiama Finmeccanica. Ossia una società per azioni partecipata per un terzo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e, oh guarda caso!, per il 2,1% dalla Libyan Investment Authority, un colossone da settantamila dipendenti e tredici miliardi di euri di ricavi, che va dalla Oto Melara, all’Ansaldo, all’Alenia e così via. Sia detto per inciso, è anche una società italiana in tutto e per tutto, il che equivale a dire che è normale che l’amministratore delegato – nonché presidente – di Finmeccanica sia il marito dell’amministratore delegato di una sua partecipata, la Selex.
Tutto normale.

Il 53% della produzione di Finmeccanica, dati 2009, può senza dubbio essere classificato come armi, sebbene poi utilizzino parole belle come “difesa”, “sicurezza”, “alta tecnologia” e balle varie. E le cose, savasansdir, vanno talmente bene che la società è cresciuta a tal punto da diventare l’ottavo gruppo al mondo per la produzione e la vendita di armi. L’eccellenza italiana.


I dati sono dell’Istituto Internazionale di Ricerca svedese sulla Pace.
Bene, produciamo armi, e tante. E le vendiamo ovunque sia possibile perché, bellezza, è il mercato.

A questo punto la domanda è: come si coniuga questa bella attività imprenditoriale con le attività di un governo che fa dei valori cattolici, son pur sempre i figlioli di De Gasperi, dei valori dell’unità familiare in senso ortodosso, dei valori della carità (ho detto carità, non sussidiarietà), dei valori del perbenismo i punti focali della propria azione? Risposta: si coniuga benissimo.
Infatti, tanto quelle – le armi – sono una cosa serissima, tanto questi – i valori delle politiche sociali – sono considerati fardelli di cui liberarsi: il governo taglia, e tanto, mantenendo però il controllo sul welfare monetario, quello che riguarda i vari assegni familiari, per l’assistenza e l’invalidità. Ecco un interessante resoconto, cifre non opinioni, della politica sociale del nostro governo:

L’articolo completo è qui. Il duemilaeundici si segnala come anno tombale per le politiche sociali: meno settantasei per cento di spesa. E colpisce la distinzione voce per voce, con alcuni fondi del tutto azzerati, il “Fondo servizi infanzia” su tutti. Per non parlare del “Fondo non autosufficienza” (traduzione: i vecchietti), che passa da 400 milioni a, attenzione!, zero al quoto. E i comuni, i sindacati, le associazioni di Terzo Settore, l’opposizione, se non tacciono hanno comunque reazioni al limite del flebile. Che il Belotti, anni novantasei, vada a ballare il liscio a casa sua, eccheccazzo.

In definitiva, sarebbe bello se le famiglie – leggasi: padre-maschio, madre-femmina, figli legittimi possibilmente bianchi – comprassero armi, sarebbe la quadratura del cerchio, visto che il mercato interno un pochetto mi langue. E il signor Belotti, sul divano di casa sua, si rallegri: l’eccellenza italiana trionfa. Ancora una volta.

  • siu
    Mar 2nd, 2011 at 10:06 | #1

    Tu sì che sai come raddrizzarci la giornata, te possino..!
    No, scherzo… anzi: Trivigante, nostro faro e periscopio, continua a navigare e a trasmetterci le tue segnalazioni, rovinandoci l’umore di quel tanto ch’è doveroso e sacrosanto.
    E adesso vado a farmi un goccetto. Ah no, non bevo, al mattino poi… un caffè, via, anche se una camomilla sarebbe più adatta alla bisogna…

  • trivigante
    Mar 2nd, 2011 at 11:18 | #2

    Hai ragione, è partita male anche per me, stamane. Dopo il caffè andiamo a sparare un paio di colpi a qualche immigrato o anziano sulle panchine, cogliendo due piccioni con un proiettile?
    Domani, promesso: levità.

  • Mar 2nd, 2011 at 12:53 | #3

    Sì davvero. Leggo qui e mi sento come quando guardo Report in tivu. Eddai levità che siamo a Carnevale (sempre).

  • trivigante
    Mar 4th, 2011 at 16:31 | #4

    Report? Beh, lo prendo come un supercomplimento, d’altronde è la realtà che mi costringe, no? Se cambiamo la realtà, cambieranno anche Report e – molto molto dopo – anche la tregenda. Penso.

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