un epitaffio per la nullità Starace

Qui giace Starace
vestito d’orbace
di nulla capace
in pace rapace
in guerra fugace
a letto pugnace
requiescat in pace.

Diceva la saggezza popolare. E magari nemmeno in pace, per quello che mi riguarda.
Fu talmente inetto e zelante, un Bondi all’esacubo, da diventare presto lo zimbello popolare, sebbene chiaramente non fosse permesso dirlo in pubblico. Fosse per lui, ogni corrispondenza privata si sarebbe dovuta concludere con la frase “Viva il Duce”. Vorrei ricordare qui un trio di perle esemplificative del personaggio, a chiarimento:

Chissà perché ci si attenda ancora a considerare la fine dell’anno al metro del 31 dicembre, piuttosto che a quello del 28 ottobre. L’attaccamento a questa consuetudine è indice di mentalità non fascista (il 28 ottobre è la data della marcia su Roma);

Tutti gli organi del partito funzionano: devono funzionare perciò anche gli organi genitali.

Alla parola “comizio” d’ora innanzi prego di sostituire la parola “raduno di propaganda”. Il comizio ci ricorda tempi superati per sempre.

Se il 31 dicembre farete festa, avete decisamente una mentalità non fascista. Parola di Starace, di nulla capace.

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