vaccini, professoroni, multinazionali: qualche nome

Prima tre nomi, ben chiari:

I tre professori furono, tra gli altri, i redattori delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) per la prevenzione e la diffusione dei vaccini contro la cosiddetta influenza suina (swine flu), tra il 2001 e il 2004. Il rapporto, dettagliato e a tratti catastrofico, caldeggiava l’acquisto da parte dei governi di corpose scorte di antivirali per fronteggiare la pandemia, che si sarebbe di certo rivelata devastante: in Inghilterra, per fare un esempio, i tre prevedevano almeno sessantacinquemila morti e il governo inglese acquistò medicinali per circa un miliardo di sterline, in previsione.

Sappiamo come andò, come per Antrace, Sars, Aviaria, Ebola etc. Il punto è che ora, bella scoperta dell’acqua calda, sono saltati fuori i contratti dei tre con Roche e GlaxoSmithKline (GSK) proprio tra 2001 e 2004 e il bello è che almeno uno di loro (Monto) aveva dichiarato pubblicamente il proprio rapporto di lavoro. Non che lo avesse esattamente sbandierato ai quattro venti, ma non ne aveva fatto mistero a chi glielo chiedesse. Naturalmente ciò non aveva pregiudicato il loro ruolo di consulenti dell’OMS e quando, come accade sempre quando si lavora per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si erano visti recapitare una dichiarazione di assenza di conflitto di interessi, nessuno dei tre avvertì un qualche motivo per non firmare. E fu così che i giornali diffusero la pandemia e i governi di mezzo mondo – non sono stupidi, sia chiaro, è evidente che la partita di giro arriva fin lì – fecero scorte copiose, ridendo della Polonia che, invece, rifiutò l’affarone.
Facendo anche finta di ignorare i danni non materiali di questo genere di faccende, è piuttosto evidente che vicende di questo genere si tramutano in uno sperpero senza fine di soldi pubblici dei contribuenti, senza alcuno scopo se non quello di arricchire tutti gli intermediari. I destinatari, invece, no: candidati a morte certa, noi, abbiamo pagato i vaccini una prima volta con le casse dello Stato e, alcuni improvvidi, pure una seconda in farmacia. Cornuti e mazziati. Il governo francese, notizia del novembre scorso, accortosi del fastidioso accumulo di vaccini anti-A H1N1 inutilizzati ne ha rifilato una parte ai paesi africani, inserendo la fornitura in contratti di aiuto allo sviluppo. E per venire a noi, basterà ricordare che sui contratti con le aziende per l’acquisto dei vaccini il governo italiano mise il segreto di Stato, per cui a oggi nessuno sa con precisione quante dosi siano state acquistate e a quale prezzo.

E’ di dieci giorni fa un rapporto di Paul Flynn per il Consiglio Europeo che mette in luce alcuni aspetti interessanti: “waste of huge sums of public money, provocation of unjustified fear amongst Europeans, creation of health risks through vaccines and medications which might not have been sufficiently tested before being authorised in fast-track procedures and distortion of priorities of public health services all over Europe” (qui il memorandum completo, qui la documentazione in italiano). E il soggetto di tutto questo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, da cui discende tutta la filiera. Criminali. E pure stronzi.

  • Giu 17th, 2010 at 09:40 | #1

    Davvero, stronzi. Di cuore.
    Grazie Trivigante per l’interessante approfondimento. Già si sapeva che quella del vaccino era una bufala prima che partisse, ma la strada per arrivare a questa verità l’hai lastricata anche tu. Ancora grazie

  • Giu 17th, 2010 at 14:56 | #2

    Non posso che sottoscrivere ogni singola riga, specialmente l’ultima; rideranno meno quando il vaiolo-zombie li colpira’.

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