un aneddoto e due etimi (forse non tutti sanno che)

Per l’ora dell’aneddoto, oggi si narra qui la storia del marmo candogliano, di chi prende il treno a ufo e di chi si diletta con lo sport. Tutto insieme.
Nel 1386 Gian Galeazzo Visconti concesse l’utilizzo esclusivo di certe cave di marmo in val d’Ossola per edificare al meglio il nuovo duomo di Milano, senza sapere che tutta la faccenda sarebbe poi durata settecento anni. Non che le cave fossero di per sé comode ma il marmo bianco-rosa e grigio non era affatto male e, poi, tutto sommato si riusciva a trasportarlo via acqua dalla cava fino a dietro il duomo, ovverosia là dove oggi c’è via del Laghetto, i toponimi non sono mai a caso.
Per meglio compiere i lavori, fu costituita la “Veneranda fabbrica del Duomo di Milano”, ente tuttora esistente che si occupa della manutenzione della chiesona. Proverbialmente noto per indicare un lavoro senza fine. E tuttora la concessione esclusiva che regola l’utilizzo della cava di marmo è ancora attiva.
Come che sia, G.G. Visconti concesse anche alla Fabbrica il diritto di non pagare i dazi per il trasporto di merci sui navigli milanesi, al fine di facilitare la costruzione del duomo: a questo scopo, sui blocchi di marmo veniva apposta la scritta “ad usum fabricae”, per chiarire l’esenzione daziaria. Niente di strano, la cosa si fece poi anche a Firenze e a Roma, per costuire le rispettive macrobasiliche.
Bene, ecco l’etimo dopo l’aneddoto: la sigla per la locuzione venne presto abbreviata in “A.U.F.” o “Ad U.F.” e da tale acronimo deriverebbe con buona probabilità (qualche irriducibile non è d’accordo) il modo di dire “a ufo”, ossia gratuitamente. Mangiare a ufo, viaggiare a ufo, a sbafo in sostanza. I migliori in questo senso sono i fiorentini, che si sentono spesso dire: “fare un viaggio in treno a ufo”, confondendo così i mezzi di trasporto. Sempre autocentrici, loro l’acronimo lo fanno risalire a “Ad usum Florentinae Operae”, vabbuò, come si preferisce.
L’attuale direttore della “Veneranda fabbrica del Duomo di Milano” è l’ingegnere Benigno Mörlin Visconti Castiglione, sireducaconte, a dimostrazione che certe cariche, nonché pletoriche e bizzarre, sono ereditarie e trasmissibili per via virale.
Infine, siccome avevo promesso due etimi ma mi manca il collegamento sensato, il secondo lo butto così: se vi venisse voglia di fare una corsa, andare a vedere una partita di qualcosa, insomma di fare dell’attività sportiva, con buona probabilità anche oggi dovreste allontanarvi dal centro città per cercare un luogo adatto. Esattamente come un tempo, in cui era necessario uscire ex portis (o de portis, secondo gli stessi irriducibili), fuoriporta, ed ecco svelato il secondo ricercato etimo. Per la gioia dei lettori del forsenontuttisannoche.

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