una signora e un signore che hanno diritto alla pràivasi

Continuo a non capire la richiesta di praivasi degli stessi che poi si ritraggono nel loro bagno con le labbra a ciuccione o scrivono tutte le loro minchiate su feisbùm ma tant’è: ormai anche dal medico ti appioppano un numero come se il nome-e-cognome non fosse la cosa più pubblica che abbiamo.
Dalla richiesta di praivasi deriva anche il fatto di poter chiedere a Google di cancellare il proprio viso da street view: diritto legittimo, immagino, ma continuo a pensare che la faccia sia un tantinello pubblica e che la nostra immagine, come dire?, non ci appartenga del tutto. Comunque si può chiedere e Google, come si sa, è tenuta a farlo.

Poi le richieste aumentano e a Google non resta che scrivere un software che oscuri le facce in automatico, così da risolvere il problema a monte. Ne consegue che oscurano anche coloro che non l’hanno chiesto.
Ecco il risultato:

150120.google_usa

150120.google_fi

Forse è il caso di aggiungere il campo colore.

  • siu
    Gen 21st, 2015 at 06:55 | #1

    Domanda: per tutti quei politici di svariati colori che hanno la faccia come il culo che fa, Google, glieli oscura tutti e due?

  • Aleardo
    Feb 12th, 2015 at 08:45 | #2

    Ha proprio ragione, caro T. La privazia, come provò a definirla un mio amico americano, è una interesante contraddisione. In Svezia la chiamano addirittura “integritet”, come se a una persona rubassi qualcosa quando ci fotografi la faccia. Non è più integra, ci ho rubato l’immagine, uno strato di pelle che se ne va, si invecchia prima. La maggior parte delle case di Malmö non ha i citofoni. E comunque erano molto meglio i campi neri sugli occhi degli anni ’80-’90. Insieme alle stelline sui capezzoli e sulle vulve. Gli sfumati e gli scomponimenti picselosi a me mi danno i nervi.

Lascia un commento

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*