11 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Santa Maria di Fabriago (Ravenna) i tedeschi, a seguito di un rastrellamento per la morte di un loro soldato, uccidono nove civili, tra cui due ragazzi minorenni.

il 96 per cento sparso per l’Iraq

Secondo l’Office of the special inspector general for Iraq reconstruction degli Stati Uniti il dipartimento della Difesa americano non è in grado di rendicontare (ossia spiegare dove siano finiti) 8,7 miliardi di dollari dei totali 9,1 stanziati e spesi finora per la ricostruzione in Iraq (documento).
Con involontaria ironia, lo studio non può fare altro che suggerire alla Difesa una maggiore efficienza nei processi di rendicontazione del denaro che gestisce: in effetti, farsi scappare il 96% dei fondi è un record persino superiore a una qualunque rendicontazione di finanziamenti europei in terra calabrese, dove sono bravetti in questo.
Delle due l’una, chiaro: o come amministratori non sono particolarmente abili (eufemismo e nessuno sano di mente può crederlo) oppure in termini di rendicontazione hanno fatto l’equivalente di andare in Iraq con le borsine di plastica piene di soldi e regalarle a quelli con le facce simpatiche. Il che è tutto fuor che improbabile: qualcuno ancora pensa che viviamo in un mondo di deficienti?
Obama su Iraq e Afghanistan ha, come dire?, qualche incertezza perché il sistema è molto più grande di lui e ha le proprie regole, e contemporaneamente qualcuno in Iraq grida: “ammerigani non andate via!”. Ettecredo.
(il grafico è di good).

perché piazzale Loreto

C’è una ragione precisa per la quale i corpi di Mussolini, Petacci e gerarchini vari furono portati a piazzale Loreto il 29 aprile 1945: l’eccidio del 10 agosto 1944. Pochi giorni prima, il 7 agosto, in viale Abruzzi, esplose una carica a ridosso di un camion della Wehrmacht, parcheggiato di fronte ad alcuni luoghi occupati dai tedeschi: l’esplosione uccise sei civili milanesi, ferendone undici, ma non uccise alcun tedesco. L’origine dell’attentato non fu mai chiara, Giovanni Pesce ribadì a più riprese che di certo non fu iniziativa gappista né partigiana in generale, escludendo ogni coinvolgimento resistenziale.

Nonostante non vi fossero né feriti né morti tedeschi, il comandante delle SS Theodor Saevecke – poi detto il boia di Piazzale Loreto – attuò la rappresaglia, “per dare una lezione ai milanesi”: quindici antifascisti furono prelevati dal carcere di San Vittore e portati in Piazzale Loreto, dove furono fucilati dai legionari della Muti sotto comando tedesco. Non paghi, i militi lasciarono i corpi al sole di agosto per tutto il giorno, impedendo ai parenti di avvicinarsi, e insultando a più riprese i vivi e i morti; in mezzo ai cadaveri, fu eretto un cartello che diceva “assassini”. Franco Loi, allora bambino, vide la scena: “C’erano molti corpi gettati sul marciapiede, contro lo steccato, qualche manifesto di teatro, la Gazzetta del Sorriso, cartelli , banditi! Banditi catturati con le armi in pugno! Attorno la gente muta, il sole caldo. Quando arrivai a vederli fu come una vertigine: scarpe, mani, braccia, calze sporche (…) Ai miei occhi di bambino era una cosa inaudita: uomini gettati sul marciapiede come spazzatura e altri uomini, giovani vestiti di nero, che sembravano fare la guardia armati!”. La vicenda fu di crudeltà inaudita e rimase impressa nella mente dei milanesi e degli italiani. Se ne sarebbero ricordati alcuni mesi dopo.

Il boia Saevecke non subì alcun processo in patria e fu condannato all’ergastolo per la strage solo nel 1999, dal tribunale di Torino. Naturalmente nulla si fece, fu negata l’estradizione e il nazista morì tranquillo vecchio decrepito nel 2004. Non solo, dopo la fine della guerra fu arruolato dagli americani e svolse numerosi incarichi, finché non rientrò, addirittura, nei ranghi della polizia tedesca occidentale, fino a ricoprire il ruolo di vicedirettore dei servizi di sicurezza del Ministero degli Interni. Un altro capitolo alla voce “vergogna”.
A noi restano i morti e il ricordo: caddero Umberto Fogagnolo (nato nel1911), Domenico Fiorani (1913), Vitale Vertemati (1918), Giulio Casiraghi (1899), Tullio Galimberti (1922), Eraldo Soncini (1901), Andrea Esposito (1898), Andrea Ragni (1921), Libero Temolo (1906), Emidio Mastrodomenico (1922), Salvatore Principato (1892), Renzo Del Riccio (1923), Angelo Poletti (1912), Vittorio Gasparini (1913), Gian Antonio Bravin (1908). Per loro.

10 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Pieve di Soligo (Treviso) un ottantacinquenne viene fucilato dai tedeschi senza apparente ragione.

9 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Roasio (Vercelli) in tre diverse rappresaglie condotte per la morte di due sottufficiali tedeschi, vengono fucilate o impiccate diciassette persone.

A Cavi di Musigliano di Cascina e San Rossore (Pisa) vengono trucidati a colpi di mitra tredici civili, di cui otto donne.

8 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Pianoro (Bologna) i tedeschi per rappresaglia impiccano quattordici civili.

6 agosto 1944: il calendario della memoria civile

In località La Romagna (Pisa e Lucca) un gruppo di SS comandati da Kurt Koch e guidati da spie fasciste operano rastrellamenti e bruciano i rifugi con lanciafiamme. I civili uccisi sono settantotto.

5 agosto 1944: il calendario della memoria civile

Ad Asciano (Siena) un gruppo di SS uccide quattro giovani apparentemente senza ragione.

A Camaiore (Lucca) tre giovani pastori vengono uccisi perché, sorpresi di notte su un sentiero con una lanterna accesa, vengono accusati di fare segnalazioni ai partigiani.

ancora Bologna, ancora agosto

1974, alle ore 1.30 del 4 agosto, una bomba esplose nel secondo scompartimento della quinta carrozza del treno Italicus, Roma-Monaco di Baviera, mentre transitava all’interno della galleria della Direttissima a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.
Morirono dodici persone: Nunzio Russo di Merano, tornitore delle ferrovie, la moglie Maria Santina Carraro e Marco, il figlio quattordicenne. Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San Gervaso (Fi) ed Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto Biochimico di Firenze. E poi Herbert Kontriner, 35 anni, Fukada Tsugufumi 31 anni, e Jacobus Wilhelmus Haneman, 19 anni. La bomba uccise anche Elena Celli, 67 anni e Raffaella Garosi, di Grosseto, 22 anni.
Silver Sirotti
, invece, non era stato coinvolto nell’esplosione. Aveva 24 anni ed era stato assunto dalle Ferrovie da dieci mesi, stava svolgendo servizio sul treno quella notte e, quando vide le fiamme in galleria, impugnò un estintore e incominciò a estrarre i feriti. Rimase anche lui bloccato tra le fiamme. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor civile. L’incendio rese irriconoscibili molti corpi, tra cui quello di Antidio Medaglia, 70 anni, che venne riconosciuto dalla fede al dito.
L’attentato fu subito rivendicato. Fu fatto ritrovare un volantino di Ordine nero che proclamava: “Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti“.
Poi qualcuno fece il nome di Tuti, qualche pista portò poi a Gelli (Arezzo è vicina), al SISMI e così via. Facile indovinarne la conclusione: nessun colpevole individuato.

Questo è un post di tre anni fa. E la cosa tragica è che non fa nessuna differenza.

4 agosto 1944: il calendario della memoria civile

Ad Asciano (Siena) le SS, su delazione, uccidono una donna perché sorella di un partigiano.

A Nocchi di Camaiore (Lucca) quattro civili sono uccisi dai tedeschi durante la ritirata.

A Rosi di Pieve di Camaiore (Lucca) i tedeschi uccidono dieci civili per rappresaglia e sparano a Giuseppina Bertacca perché si è affacciata alla finestra.