munuocchin’ uorldbag men: udine

Andato a est, il m.u.m., il munuocchin’ uorldbag men, l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa, colpisce ancora. Nonostante l’aria produttiva del nord-est, anche stavolta il tentativo è incompiuto ma, si sa, nella danza ciò che conta è l’atto e non l’esito. Altrimenti il m.u.m. farebbe il bancario e non il danzerino.

la mia idea di cattolicesimo

un epitaffio per la nullità Starace

Qui giace Starace
vestito d’orbace
di nulla capace
in pace rapace
in guerra fugace
a letto pugnace
requiescat in pace.

Diceva la saggezza popolare. E magari nemmeno in pace, per quello che mi riguarda.
Fu talmente inetto e zelante, un Bondi all’esacubo, da diventare presto lo zimbello popolare, sebbene chiaramente non fosse permesso dirlo in pubblico. Fosse per lui, ogni corrispondenza privata si sarebbe dovuta concludere con la frase “Viva il Duce”. Vorrei ricordare qui un trio di perle esemplificative del personaggio, a chiarimento:

Chissà perché ci si attenda ancora a considerare la fine dell’anno al metro del 31 dicembre, piuttosto che a quello del 28 ottobre. L’attaccamento a questa consuetudine è indice di mentalità non fascista (il 28 ottobre è la data della marcia su Roma);

Tutti gli organi del partito funzionano: devono funzionare perciò anche gli organi genitali.

Alla parola “comizio” d’ora innanzi prego di sostituire la parola “raduno di propaganda”. Il comizio ci ricorda tempi superati per sempre.

Se il 31 dicembre farete festa, avete decisamente una mentalità non fascista. Parola di Starace, di nulla capace.

i miei rincoglioniti prediletti

Dopo Capezzone, le lesbiche neonaziste, i sostenitori del nucleare, i leghisti che assumono extracomunitari in nero, Cecchi Paone, i pachistani cui piace Fini, i pensionati che votano Berlusconi, i campani che votano PDL, i comunisti che votano PD, i giornalisti di Libero, i sodomiti cattolici, quelli che fanno domanda di lavoro all’Esselunga, le persone riservate che aprono un profilo su Facebook, i neri repubblicani, i leghisti parlamentari europei, i programmatori amish, i miei autolesionisti/rimbecilliti prediletti sono quelli dell’American Gay Conservative:

Il concetto di contraddizione è del tutto sparito dalla nostra epoca, è un fatto.

fine editions/2: Pearson

Già si parlò delle edizioni di libri belle belle, e tra le tante segnalai le copertine di David Pearson, ex-Penguin e attualmente free lance nel mondo della grafica editoriale, per quanto riguarda l’editoria anglosassone. Bellissime, a parer mio, e per suffragare quanto vado dicendo ecco una selezione delle mie predilette:

Le altre qui e qui.

panem et motorini

Quando il saggio indica i motorini, lo stolto guarda le puttane:

“Dobbiamo continuare sulla linea Acerra-Bruxelles e insistere sul fatto
che il governo va avanti a lavorare.
Mentre tutti ieri parlavano della battuta sui gay, nessuno si è accorto
che Berlusconi ha messo sul piatto 110 milioni di euro per i nuovi incentivi
per i motorini”.

(Paolo Bonaiuti, 2 novembre 2010, La Repubblica)

Paolo Bonaiuti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria, in Forza Italia dal 1996, una volta era di sinistra. Non genericamente ma intimamente convinto. Nel 1994 da giornalista de Il Messaggero scriveva preoccupato: “Dal pulpito di Rete 4 è stata impartita ieri sera una lezione di intolleranza. Proprio mentre infuria la polemica su quanto sia favorito rispetto ai concorrenti un candidato alle elezioni che possiede tre reti televisive, l’invito di Emilio Fede a cacciare Indro Montanelli perché troppo autonomo è il primo esempio pratico del livello di “indipendenza” che potrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusconi. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, perché lascia capire quanto potrebbe essere forzatamente massiccio e compatto il sostegno al Cavaliere degli organi di informazione del gruppo. Guai a chi si azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro”. Infatti.
Ogni tanto, con cautela, gli capita di fare una scorreggina. Forse si comprerà un motorino.

peppeppeperepè, peppeppeperepè!

Tutti in Brasile, in formazione trenino festante.

il calendario della memoria civile: conclusione

Il calendario della memoria civile cominciò il 31 ottobre 2009 e ha documentato, per un anno e 163 posts, i caduti civili tra l’8 settembre 1943 e il 4 maggio 1945, periodo ascrivibile in qualche modo alla Resistenza italiana.
L’idea era, in corrispondenza di ogni giorno, riportare, in dettaglio se possibile, il numero inimmaginabile di vittime civili cadute – non soldati o partigiani – per rappresaglia, per attacco o per semplice sfizio di qualche soldato tedesco o traditore italiano. Per ricordare e per mantenerne la memoria. O, almeno, per dare un’idea concreta, ogni giorno, del numero di stragi nazifasciste e di vittime inermi, migliaia e migliaia, che hanno costellato il nostro paese da sud a nord in quell’anno e mezzo o poco più.

Ora tutto il periodo è stato riportato e il calendario finisce qui. A me è stato utile, credo di avere imparato parecchie cose, soprattutto mi ha costretto, quasi tutti i giorni, a fare i conti con i morti e con l’assoluta mancanza di senso per quelle morti, spesso legate a uno sguardo sbagliato o a un sospetto fasullo. E non è stato risparmiato nessuno, né bambini né anziani né uomini o donne, case, animali, paesi interi. Certi giorni era davvero difficile scrivere il resoconto del giorno, troppe persone, troppi luoghi, troppa ingiustizia tutta insieme.
Spero sia stato difficile anche leggere quei resoconti. Lo scopo, alla fine, era proprio questo.

30 ottobre 1944: il calendario della memoria civile

A Noceto (Parma) tre civili fucilati dai tedeschi, la ragione è ignota.

francis il campo parlante: braccia restituite all’agricoltura

Se scrivere sui muri è arte sopraffina, altrettanto scrivere da qualsiasi altra parte: bisogna saperlo fare.
Gugol se ne va in giro a scattare fotografie in ogni dove, macchina o satellite, e in parecchi si sono dati da fare per lasciare tracce qua e là.
E’ il caso di Farra d’Isonzo, in cui un giovanotto (o un alieno?), desideroso di esprimere la propria sintetica preferenza si è dato a un lavoro certosino che merita considerazione, non foss’altro per la fatica consumata nell’opera.
Basta cliccare sull’immagine qui sotto o cercare in Gugol Maps “Farra d’Isonzo, strada dei campi”.