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6 agosto 1944: il calendario della memoria civile

In località La Romagna (Pisa e Lucca) un gruppo di SS comandati da Kurt Koch e guidati da spie fasciste operano rastrellamenti e bruciano i rifugi con lanciafiamme. I civili uccisi sono settantotto.

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5 agosto 1944: il calendario della memoria civile

Ad Asciano (Siena) un gruppo di SS uccide quattro giovani apparentemente senza ragione.

A Camaiore (Lucca) tre giovani pastori vengono uccisi perché, sorpresi di notte su un sentiero con una lanterna accesa, vengono accusati di fare segnalazioni ai partigiani.

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ancora Bologna, ancora agosto

1974, alle ore 1.30 del 4 agosto, una bomba esplose nel secondo scompartimento della quinta carrozza del treno Italicus, Roma-Monaco di Baviera, mentre transitava all’interno della galleria della Direttissima a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.
Morirono dodici persone: Nunzio Russo di Merano, tornitore delle ferrovie, la moglie Maria Santina Carraro e Marco, il figlio quattordicenne. Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San Gervaso (Fi) ed Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto Biochimico di Firenze. E poi Herbert Kontriner, 35 anni, Fukada Tsugufumi 31 anni, e Jacobus Wilhelmus Haneman, 19 anni. La bomba uccise anche Elena Celli, 67 anni e Raffaella Garosi, di Grosseto, 22 anni.
Silver Sirotti
, invece, non era stato coinvolto nell’esplosione. Aveva 24 anni ed era stato assunto dalle Ferrovie da dieci mesi, stava svolgendo servizio sul treno quella notte e, quando vide le fiamme in galleria, impugnò un estintore e incominciò a estrarre i feriti. Rimase anche lui bloccato tra le fiamme. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor civile. L’incendio rese irriconoscibili molti corpi, tra cui quello di Antidio Medaglia, 70 anni, che venne riconosciuto dalla fede al dito.
L’attentato fu subito rivendicato. Fu fatto ritrovare un volantino di Ordine nero che proclamava: “Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti“.
Poi qualcuno fece il nome di Tuti, qualche pista portò poi a Gelli (Arezzo è vicina), al SISMI e così via. Facile indovinarne la conclusione: nessun colpevole individuato.

Questo è un post di tre anni fa. E la cosa tragica è che non fa nessuna differenza.

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4 agosto 1944: il calendario della memoria civile

Ad Asciano (Siena) le SS, su delazione, uccidono una donna perché sorella di un partigiano.

A Nocchi di Camaiore (Lucca) quattro civili sono uccisi dai tedeschi durante la ritirata.

A Rosi di Pieve di Camaiore (Lucca) i tedeschi uccidono dieci civili per rappresaglia e sparano a Giuseppina Bertacca perché si è affacciata alla finestra.

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Italo Tibaldi racconta

Italo Tibaldi fu staffetta partigiana, fu oggetto di delazione e fu deportato a Mauthausen ed Ebensee.
A Ebensee i nazisti costruivano, nelle gallerie scavate a prezzo della morte dei detenuti, missili intercontinentali. Fu lì che Tibaldi fece parte del Comitato di Resistenza clandestino all’interno del campo. Sopravvisse perché i detenuti del campo si ribellarono ai nazisti quando essi vollero costringerli a entrare nelle gallerie con l’intento di farle saltare con l’esplosivo.
Una volta tornato fece della testimonianza il senso della propria esistenza e, tra l’altro, scrisse un bel libro, Compagni Di Viaggio: Dall’Italia Ai Lager Nazisti. I Trasporti Dei Deportati (1943-1945), Milano, 1994.
Sono molto contento di poter ascoltare e condividere i suoi racconti narrati da lui medesimo. Buon ascolto (dura 1h38′).

[audio:http://www.trivigante.it/public/tregenda/wp-content/uploads/2010/07/italo_tibaldi_deportazione.mp3|titles=italo_tibaldi_deportazione]

(il merito è del Comune di Nova Milanese, che ha raccolto un preziosissimo archivio che raccoglie i racconti dei deportati, qui. Grazie).

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ancora Bologna, ancora il due agosto


E ancora una volta lo stesso manifesto, con un anno in più e con una nuova scritta in calce, con una determinazione e convizione cui va reso solo merito. E’ il lavoro dell’Associazione delle vittime della strage della stazione di Bologna, e quest’anno sono trenta. Fa impressione vederli tutti insieme, uno a uno, ognuno un anno. Non è una consuetudine, non ci si abitua, ogni anno fa male. Perché non è giusto.
Semplice: non è giusto.

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2 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Panzano (Modena) un uomo e una donna sono derubati e fucilati dai tedeschi.

A Pisa undici civili nascosti nella canonica di San Biagio vengono fucilati e i loro corpi bruciati dalle SS. Gli stessi tedeschi, poi, violentano una ragazza di ventitre anni davanti al fidanzato e ai genitori di lei: il fidanzato viene ucciso a baionettate e lei viene impiccata con il filo spinato. Non paghi, gettano bombe contro la casa della ragazza, facendo altri undici morti.

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1 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Pisa un reparto di SS su delazione uccide dodici persone nascoste in una casa.

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30 luglio 1944: il calendario della memoria civile

A Modena venti civili prelevati dalle carceri vengono massacrati a raffiche di mitra dai tedeschi, in rappresaglia per il ferimento di un milite di Salò e di un soldato tedesco.

A San Donato Fabriano (Ancona) tredici civili muoiono saltando sulle mine lasciate dai tedeschi in fuga.

A Montecchio e Bolca (Verona) quattordici civili vengono fucilati per rappresaglia dai tedeschi a seguito della morte di alcuni soldati.

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Onorina Brambilla Pesce racconta

Onorina Brambilla Pesce, oltre che moglie di Giovanni Pesce, fu staffetta partigiana e deportata, fu torturata ma non tradì mai i compagni: “Sia chiaro che io non ho taciuto per amore. Non avrei tradito nessun compagno, mai”. Giù il cappello.
Ho avuto la fortuna di poterla ascoltare il venticinque aprile dell’anno scorso (qui il filmato) e ho la fortuna ora di poter ascoltare e condividere i suoi racconti narrati da lei medesima. Buon ascolto (dura 1h32′).

[audio:http://www.trivigante.it/public/tregenda/wp-content/uploads/2010/07/onorina-brambilla-.pesce-deportazione.mp3|titles=onorina brambilla .pesce deportazione]

(il merito è del Comune di Nova Milanese, che ha raccolto un preziosissimo archivio che raccoglie i racconti dei deportati, qui. Grazie).