brutte notizie di inizio anno/2

pagina99

Chiude Pagina99 e la cosa non è bella, visto che era una delle poche cose interessanti da accattarsi in edicola cartacea.
Ma siccome le notizie brutte non vengon mai da sole, il 15 apre ‘La Croce‘ di Adinolfi che, come tutte le cose che fa lui, farà davvero ribrezzo.
C’è da sperare che entrambe le cose, chiusura e apertura, durino un batter di ciglia.

brutte notizie di inizio anno

E’ mancata questa mattina Elena Bentivegna, figlia di Carla Capponi e Rosario Bentivegna, nonché fiera custode dei valori della Resistenza.
Cominciò la sua lotta da ragazzina quando suo padre la portava con sé in motoscafo per far scappare i dissidenti dalla Grecia dei colonnelli, per proseguire poi per tutta la vita senza mai darsi pausa.
Ti ricorderò.

Cose scritte qui su Carla Capponi e Rosario Bentivegna:
una storia che non finisce: via rasella
Carla Capponi
Carla Capponi – intervista
Rosario Bentivegna
senza fare di necessità virtù

il quarantacinquesimo dodici dicembre

(Mi ripeto, come si ripetono gli anniversari, ormai senza più notizie)
La parte importante è in basso, il resto è retorica e sconfitta.

rassegna stampa: 3 giugno 1981

Rino si schianta contro un camion la mattina presto e non sarà mai abbastanza rimpianto. Martin Sheen fa parlare di sé per promuovere il suo nuovo film, come si fa sempre, lamentando malesseri. Pare che nel 1981 il cinema italiano sia morto, come è morto ogni anno successivo. Alle 21.15 su Reteuno (!) Quark, su Capodistria i campionati europei di basket e su Radiodue alle 17.32 “Mastro Don Gesualdo“.
Assolutamente da non perdersi alle 18.00 sempre su Reteuno Sabatino Moscati che racconta i Fenici con le sue “Schede di archeologia“.

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il labbro di Louisville

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Nel 1960 Cassius Clay vinse l’oro alle olimpiadi di Roma, categoria mediomassimi, contro il polacco Pietrzykowski.
Diciottenne sfrontato ma con le idee molto chiare, tornò a Louisville e un giorno, con la sua medaglia al collo e un codazzo di persone al seguito, entrò in una tavola calda riservata ai bianchi. «Pensai di metterli in difficoltà: il campione olimpico con la sua medaglia d’oro al collo», disse poi. Gli si fece incontro il padrone del locale e il dialogo tra i due fu questo:

«Non serviamo negri, qui»
«Va bene, tanto io non li mangio»

No, dico, come posso non amarlo? Il padrone della tavola calda non fu dello stesso avviso e lo mandò via comunque. Cassius Clay uscì, andò al fiume Ohio e gettò nell’acqua la medaglia, e l’episodio è rimasto famoso.
Clay forse non fu il pugile più potente, forse non il più tecnico, ma di certo – dentro e fuori il ring – fu il più grande.
A margine, giusto per ricordare lo stato in cui versava negli anni Sessanta la land of freedom. Non ce ne si ricorda mai abbastanza.

Segnalo, a chi interessasse, Il re del mondo di David Remnick, un Feltrinelli da pochi euri, forse un po’ sconclusionato visto che si arresta alla squalifica di Clay (allora Alì) per il rifiuto alla leva, ma ricco di spunti e informazioni sul mondo della boxe di quegli anni.

sono soddisfazioni

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Lo pensavo ancora per mare e, invece, è lì che si guarda i videi del m.u.m.

munuocchin’ uorldbag men: motta baluffi

E di nuovo: l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa (munuocchin’ uorldbag men).

Sempre di più, ora il m.u.m. ha anche la colonna sonora sulla quale il gesto atletico-danzerino assume ancor più il significato di performans di denunzia e di liberazione, la danza contro la bruttezza e la volgarità imperante a favore di un rinascimento dei costumi e dei modi. E del recupero della nostra natura agricola.

ancora Bologna, ancora il quattro agosto

1974, alle ore 1.30 del 4 agosto, una bomba esplose nel secondo scompartimento della quinta carrozza del treno Italicus, Roma-Monaco di Baviera, mentre transitava all’interno della galleria della Direttissima a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.
Morirono dodici persone: Nunzio Russo di Merano, tornitore delle ferrovie, la moglie Maria Santina Carraro e Marco, il figlio quattordicenne. Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San Gervaso (Fi) ed Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto Biochimico di Firenze. E poi Herbert Kontriner, 35 anni, Fukada Tsugufumi 31 anni, e Jacobus Wilhelmus Haneman, 19 anni. La bomba uccise anche Elena Celli, 67 anni e Raffaella Garosi, di Grosseto, 22 anni. Silver Sirotti, invece, non era stato coinvolto nell’esplosione. Aveva 24 anni ed era stato assunto dalle Ferrovie da dieci mesi, stava svolgendo servizio sul treno quella notte e, quando vide le fiamme in galleria, impugnò un estintore e incominciò a estrarre i feriti. Rimase anche lui bloccato tra le fiamme. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor civile. L’incendio rese irriconoscibili molti corpi, tra cui quello di Antidio Medaglia, 70 anni, che venne riconosciuto dalla fede al dito.

L’attentato fu subito rivendicato. Fu fatto ritrovare un volantino di Ordine nero che proclamava: “Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti“.
Poi qualcuno fece il nome di Tuti, qualche pista portò poi a Gelli (Arezzo è vicina), al SISMI e così via. Facile indovinarne la conclusione: nessun colpevole individuato.

Questo è un post di sette anni fa. E la cosa tragica è che non fa nessuna differenza.

ancora Bologna, ancora il due agosto (e son trentaquattro)

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Posso dirlo? Che due maroni. Siamo ancora qui a ricordare, a raccontare, e ancora ci sentiamo dire che sì, gli archivi verranno aperti, verranno tolti i segreti, che si saprà, che si conoscerà, che stavolta è diverso. Oh, sia chiaro: se succede sono il primo a esserne contento, ma ormai siamo avvezzi a questo tipo di chiacchiericcio e sappiamo riconoscere la fuffa dalla sostanza. Dal 22 aprile 2014 tutti i fascicoli relativi a questa strage non sono più coperti dal segreto di Stato e sono perciò liberamente consultabili. Meglio non avere aspettative: i documenti che contano non stanno lì.
Nel frattempo, facciamo una cosa che sappiamo fare benissimo: ricordare e stringerci tra noi.

munuocchin’ uorldbag men: mombarone

E ancora: l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa (munuocchin’ uorldbag men).

In un mondo che ormai fa marketing sulla riscoperta della lentezza per poi togliere gli Intercity, il m.u.m. – con il consueto gesto plastico di rottura – lotta contro l’ipocrisia del mondo dei trasporti, che abbandona le ferrovie locali per poi rivendercele come prodotto di lusso, e ristabilisce dei punti fermi. Grazie, o munuocchin’ uorldbag men, grazie o uomo che ripara i torti.
Naturalmente poi, come è giusto, si spaventa quando arriva il treno vero.