19 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Bardine di San Terenzo (Massa Carrara) l’uccisione in combattimento di diciassette soldati tedeschi scatena la rappresaglia delle SS di Reder: centosessanta civili vengono uccisi, di cui cinquantatre impiccati a Bardine e centosette massacrati nella vicina borgata di Valla.

A Musigliano di Cascina, San Giuliano Terme, San Giovanni alla Vena (Pisa) durante la ritirata le SS rastrellano civili per impedire che possano guidare le avanguardie alleate: uccidono ventinove persone.

ancora Cossiga: scemo io a illudermi

Morto Cossiga, leggo che ci sono quattro lettere per le cariche più alte dello Stato, da consegnarsi dopo la sua morte.
Io spero: post mortem, in un rigurgito di verità, magari ha scritto qualcosa sul comitato di crisi durante il rapimento di Moro, quelle simpatiche riunioni di piduisti nelle quali cazzeggiavano allegramente anziché darsi un qualsiasi compito, oppure gli è venuto il ghiribizzo e ha lasciato scritta la verità su Ustica, oppure sulla strage di Bologna (non la cazzata che andava dicendo da anni sull’esplosivo palestinese), oppure sulla morte di Lorusso o Masi, o – chissà – “nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente sulle verità in cui ho creduto e che ho testimoniato e sulla giustizia e carità che ho praticato” gli è venuto l’afflato di spirto e ha parlato con chiarezza di Gladio, finalmente.
Ovviamente no, scemo io: le persone non cambiano, l’espediente della rivelazione post mortem è artificio letterario, buono per i racconti della fantasia. Infatti, ha lasciato qua e là “deferenti saluti”, indicazioni sulle proprie esequie (“con le modalità, nei luoghi e nei tempi ritenuti opportuni”) e bizzarre invocazioni, “Che Iddio protegga l’Italia!”, “Dio protegga l’Italia”. Speriamo di no. Nient’altro. Nemmeno la ricetta dei culurgiones.
Certo, mi viene un po’ da ridere a leggere “Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto”, per usare un eufemismo. Basta Pazienza qui a destra per la sintesi.

Valentino Parlato, ai tempi della presidenza della Repubblica e delle quotidiane esternazioni, scrisse una volta dopo averlo incontrato: “Mi pare un po’ scemo”. Lui, Cossiga, in modo esilarante confermò del tutto la diagnosi: “Con la volgarità del suo articolo e con le sue parole Pintor ha offeso la dignità e la correttezza dei sardi. Per causa sua, mi vergogno prima come sardo e poi come capo dello Stato”. Chissà cosa voleva dire, come sempre.

è morto Cossiga

Non ne sentirò la mancanza.

se vuoi capire l’Italia, guarda a sud

Di certe somiglianze tra il governo del mostro Zuma, il finto zulu con scarpe da ginnastica qui a destra, e quello del nostrano S. B. avevo già avuto modo di soffermarmi qui, parlando in realtà d’altro. Che si guardino con interesse e, apparentemente, si copino le buone idee comincia a diventare un fatto acclarato: dopo la proposta sudafricana di una legge che garantisca l’immunità al capo del governo dai procedimenti giudiziari, in questi giorni è d’attualità un pacchetto legislativo che dà la possibilità al governo sudafricano di classificare come ‘segreto’ qualsiasi argomento o documento, impedendone così la pubblicazione.
La pena prevista per chi pubblichi tali documenti o estratti o stralci è, come minimo, la prigione. Va da sé che l’intero pacchetto ha preso il nome di ‘media laws’ e che i gruppi editoriali stanno lottando contro l’approvazione di tali leggi, inserendo – tra l’altro – in testa a ogni articolo la scritta “you would not be reading this story”, se la legge fosse approvata. Troppo facile individuare la somiglianza.
Ovviamente le similitudini non si fermano qui e sono numerose; osservando il Sudafrica in questi giorni, però, è possibile individuare anche qualche idea per gli sviluppi futuri: è notizia di ieri, infatti, che i partiti di opposizione a Zuma, ossia tutti a eccezione dell’ANC al governo, hanno deciso di fondersi in un unico partito, allo scopo – ovvio – di contrastare al massimo l’ingombrante presenza del buffone. Il loro, non il nostro. Il che richiama qualche proposta estiva e un po’ peregrina vista qui nelle ultime settimane.
Vediamo cosa fanno loro e poi copiamo, nel bene e nel male.

17 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Puianello (Modena) un ragazzo di diciassette anni viene impiccato dai tedeschi, a Selva di Puianello gli stessi tedeschi fucilano altri due ragazzi, di diciotto e ventidue anni.

16 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Montecatini Terme (Pistoia) quattro civili fucilati perché accusati di sabotaggio alla linea del telegrafo.

A Carpi (Modena) sedici civili vengono fucilati dalle Brigate Nere a seguito di rastrellamento a Carpi, Migliarina e Rio Saliceto, in rappresaglia per l’uccisione del console della milizia.

14 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Collodi (Pistoia) quattro uomini e una ragazza vengono fucilati dai tedeschi per rappresaglia.

A Nodica e Migliarino Pisano (Pisa) i rastrellamenti tedeschi conducono alla morte di ventiquattro civili.

13 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Borgo Ticino (Novara) il capitano Krumhaar della Decima Mas, in rappresaglia al ferimento di quattro soldati tedeschi, fucila dodici civili e fa incendiare quarantasette case, stalle e fienili.

A Ospitaletto e Marano sul Panaro (Modena) quattro civili sono impiccati e tre fucilati dai tedeschi.

12 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Sant’Anna di Stazzema (Lucca) trecento SS al comando di Walter Reder circondano il paese e compiono una strage: cinquecentosessanta civili vengono assassinati, tra cui sessantuno bambini con meno di dieci anni.

Loro sono sopravvissuti, per ricordare.

il mio prodotto Apple preferito (Pippin la breve)

Nel 1996 la Apple produsse, tra le tante bestemmie che produceva all’epoca, la leggendaria consòl Pippin, una roba che si attaccava alla TV per giocare, che non aveva giochi e aveva un potentissimo modem da 14.4 per essere lenta sia da connessa che da non.
Forme eleganti, funzioni mirabolanti e, soprattutto, un nome inarrivabile e leggendario che era già prodromo del funzionamento intrinseco.
Morì nella culla, chissà perché, come quasi tutti i prodotti Apple del tempo: ma 42mila sfortunati si ritrovarono in casa il bel smambrone. Peccato per la morte, ma grazie per lo spasso.