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trivigantismi

il razzismo è come il culo: il tuo non lo vedi

Arriva Gheddafi a Roma e qualcuno, pochi, si mobilita per dare qualche cenno di contrarietà alla politica libica nei confronti dei rifugiati e degli immigrati. Molti di più, ovvio, si presentano invece al cospetto del “Re dei re” per farsi autografare un bel primo piano e, chissà, investire di conseguenza nel nome dell’aziendina di famiglia. Tra i pochi di piazza Farnese mercoledì 10, Ascanio Celestini che ha fatto il collaudato pezzo del razzista inconsapevole:

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estasi trivigantismi

francis il muro parlante: le decorazioni

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono.
In tempi di pessimo gusto in fatto di decorazioni e di scarsità di baffi, questo è puro genio:

decorazioni

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hard monumenta: il sangue di Pontevico

donatori_sangue_pontevicoSempre in tema di retorica applicata ai monumenti, questa volta non si tratta di monumento ai caduti bensì di allegoria in forma di monumento dedicata ai donatori di sangue volontari. Ovvero: devastazioni neoplastiche di innocenti piazzette paesane. Luogo del delitto: Pontevico.
Ma come mi si estrinseca la riconoscenza collettiva ai donatori sanguigni?
Vado a elencare: robusta esa-serie di gocciolone di sangue, rosse, bordate di neon tricolore accendibile all’occasione, circondate da gronde cromate che conducono il prezioso liquido allo scolatoio in basso, titolato ai volontari con lettere in rilievo. Sostiene il tutto basamento romboidale poggiato su pavimentazione finto-ospedale, che ovviamente richiama l’ambulatorio. Inevitabile essere pervasi da un senso di momentaneo straniamento. Esiste forse un’intelligenza intrinseca nel simulacro? Può essere, magari si tratta di marchingegno per la deposizione autonoma di liquido ematico: ci si sfregi lungo le apposite lame al neon lungo le gocciolone e si lasci scolmare il prezioso liquido lungo le gronde fino al secchio raccoglitore in basso, attendendo l’inevitabile senso di mancamento finale.
La comunità sentitamente ringrazia e si bea della pubblica bellezza del manufatto monumentale.
(Il resto precedente sta in cose>misc).

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estasi trivigantismi

francis il muro parlante: le certezze

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono.
Questo è un caso luminoso di sapienza murale e scriverlo, di per sé, è una certezza:

certezze

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estasi trivigantismi

poesia: il lonfo.

Lo strepitoso Fosco Maraini, gran viaggiatore, orientalista, antropologo, fotografo, saggio, si cimentò assai nel difficile genere della “poesia metasemantica”, ovvero poesia fondata sulla capacità fonetica delle parole di evocare immagini e concetti, ancorché i significanti non abbiano alcun legame con un qualche tipo di significato intrinseco. Chiaro che io, apprendista e modesto frequentatore metasemantico, vada in sollucchero.
Per l’angolo della poesia di oggi, alloppate, sbernecchiate e accazzate con:

Il lonfo, di Fosco Maraini

Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.

E’ frusco il lonfo! E’ pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!

Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.

Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.

(da “Gnosi delle Fànfole”, 1978; per la meravigliosa versione letta dall’autore medesimo, il posto giusto è qui; anche Proietti ne fece una versione molto valida, qui).

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ténnica trivigantismi

il desctop che riordina le cose (merciandaising)

Tralasciando il fatto che il desctop di ogni compiuter dovrebbe essere praticamente vuoto, cosa che con tutta evidenza non è a causa del disordine che regna sovrano nelle cose del mondo, la sezione di ricerca informatica di trivigante.it ha prodotto un nuovo tipo di desctop: il desctop che da solo riordina le cose®.
Icone, collegamenti, cartelle, files, cose ignote, d’ora in poi tutto avrà il suo posto con il desctop che da solo riordina le cose®. Ma come funziona il il desctop che da solo riordina le cose®?
03triv_desktop_mondrianGrazie per la domanda.
Il desctop che da solo riordina le cose®, qui presentato nella sua prima versione (la versione realizzata da Piet Mondrian per trivigante.it), è suddiviso in comodi riquadri para-interattivi da utilizzare a seconda delle esigenze dell’utente. Infatti, i riquadri – ergonomici e sagomati – sono stati studiati sulla base delle abitudini di migliaia e migliaia di utilizzatori di pc, che sono stati osservati nel tempo e le cui abitudini sono state 02triv_desktop_mondrianregistrate e monitorate. Ogni riquadro risponde a una precisa esigenza dell’utente e può essere utilizzato a piacimento, senza limiti e senza effetti collaterali. Ogni riquadro ha uno scopo preciso, indicato dalla comoda etichetta in alto, per cui sarà ragionevolmente semplice per l’utente non avvisato coglierne la funzione.
Senza rischio di ferirsi, è possibile spostare tranquillamente le icone a seconda della funzione o della destinazione all’interno dei riquadri, secondo le proprie preferenze di catalogazione e ordine. E dimenticare, poi, tutte le cose che di solito 01triv_desktop_mondrianserve ricordare a proposito del proprio desctop.
L’unica cosa da fare, ora, è scoprire la risoluzione del proprio schermo e scaricare qui sotto lo sfondo appropriato:
1280×1024
1280×960
1280×768
1152×864
1024×768
800×600.
Scoprire come far diventare l’immagine lo sfondo del vostro desctop sarà un gioco da ragazzi. E tenere il vostro desctop in ordine ancor di più.
Se, poi, avete qualcosa da ridire sui colori, prendetevela con Mondrian e attendete la nuova mirabolante serie di desctops che da soli riordinano le cose®.

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capire la lirica dai sepolcri

Non è una novità per me: dai sepolcri si capiscono moltissime cose. Tra queste, non ultima, anche la lirica. E senza essere intenditori.
Oggi, per il nuovo corso interattivo di trivigante.it “Capire le cose dai sepolcri”, ci avventureremo nel mondo misterioso della musica lirica. La musica lirica, sia detto per i non avvezzi, è quella musica in cui l’azione scenica si accompagna alla musica, appunto, e al canto. E non solo: il canto, di suo, è del genere che di solito non si capiscono le parole ed è proferito con enfasi tragica e tonante, preferibilmente da persone parecchio sovrappeso. Gli argomenti, solitamente, spaziano dall’amore alla morte, meglio se entrambi e nello stesso drammatico istante, passando per fantasmi, struggimenti, tradimenti, duelli e costumi davvero eccezionali. Che sia Egitto o Germania, sempre di amore e morte si parla.
Fatto il preambolo, si passi dunque all’oggetto di questo mini-corso: le due maggiori cantanti soprano di sempre, Renata Tebaldi e Maria Callas. Come comprendere le differenze artistiche, caratteriali, tecniche, umorali delle due stelle della lirica? Ovvio, dai rispettivi sepolcri.

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i divieti della metropolitana milanese (posatori di cose)

strusciare
scalzi

La metropolitana milanese è, tra le altre cose, un ricco covo di divieti.
Sono lontanissimi i tempi di Ariberto da Intimiano, l’arcivescovo che fece di Milano una città aperta, nella quale chiunque vi si recasse per mercanteggiare o produrre cultura era considerato cittadino. Oggi i divieti superano i permessi e vige la regola, costante, del quinonsipuò.
In metropolitana, o meglio sulle scale mobili, troneggiano alcuni cartelli censori, prodotti probabilmente in qualche oscura officina negli anni Cinquanta, che segnalano i comportamenti vietatissimi.
Per esempio, è vietato – letterale – “strusciare i piedi contro la balaustra e contro i frontali dei gradini”. Ammesso che si riesca a comprendere cosa sia la balaustra della scala mobile, strusciare i piedi non è bella cosa, è sinonimo di sciatteria e di comportamento poco elegante. O si sottende che è vietato pulirsi i piedi dalle deiezioni canine (leggi: lamerda) sui comodi profilini della scala mobile? Chissà.
Molto molto più bello è il divieto de “l’uso della scala mobile a piedi scalzi”: un po’ perché fa schifo, ma la grafica suggerisce invece che i tirannosauri robot con lo snodo della gamba al contrario, ovviamente scalzi, non possono calcare le scale mobili milanesi. Fortuna che di sauri meccanici non se ne vedono molti, al giorno d’oggi.
E poi, categoria fondamentale del divieto milanese, è vietato posare.
Non posare nel senso di mettersi in posa, non posare nel senso di quietare, sedare o avere tregua, non posare pavimenti, bensì appoggiare qualcosa che l’uomo porta, come da dizionario etimogico. Ma, se la precisione conta, allora varrebbe più il ponere latino, ovvero porre e deporre, a far dei dettagli una scienza.
Ma ciò al vietatore milanese frega poco e, quindi, avanti tutta con il verbo transitivo selvaggio:

Posare, cazzo, è vietato posare qualunque cosa e basta. Il signor Brambilla di Quarto Oggiaro provò nel 1957 a posare il cane sulle scale mobili: il cane morì affettato dalla scala mortale rotante, il signor Brambilla fu deportato a Pianosa e condannato a vent’anni per “posaggio criminale” e l’autore linguista dei divieti fu portato in trionfo sugli scudi per aver sventato il complotto dei posatori di cose.

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a Luigi XIV caduto da cavallo

FRANCE LOUIS XIV STATUESettantadue anni di regno, l’appellativo di “Re Sole” e la storia finisce con gli sputi al feretro.
Dopo di questo, gli era caduto di cascare da cavallo, seppur da morto e in formato bronzeo, nel cortile della sua bella Versailles. Ora l’hanno aiutato a risalire, dopo accurato restauro al cavallo e al suo regale corpaccione.
La foto meritava ed eccola qua.
Anche i re cascano e poi, purtroppo, non c’è più modo di ottenere rispetto. Specie se si ha un busone al di sotto del cavallo inguinale e ti devono tirar su con la gru.

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estasi trivigantismi

finneghismi: il gigantesco riepilogo.

Per i forti di cuore e di pazienza ma deboli di riso, un gigantesco riepilogo dei finneghismi fin qui generati, grazie al meritevolissimo e titanico sforzo di chi, qui, ci si dedicò (chi fosse interessato ai precedenti, ne trova alcuni nel b.site, 16 gennaio). Riepilogo che serve un po’ a riunire in queste pagine quanto di originale fatto finora, un po’ perché mi vien sempre da ridere e un po’, chissà, a ripartire se qualcuno desidera.
Ed ecco, a seguire, l’elenco di meraviglie.