Il brand “cristianità” funziona sempre e, quindi, perché non utilizzarlo ancora? Anche perché per un Odifreddi che banalizza pare ci siano sempre svariate schiere di (scudo)crociati pronti alla chiamata, in difesa delle radici omogenee e non contaminate – fantasiose invero – della cristianità europea. Ovviamente non è così, e le schiere si riducono più che altro a minutaglie sparse, in cerca di qualche Goffredo di Buglione che si atteggi a cavaliere senza macchia spinto da spingitori idealisti: a Gerusalemme, ovvio, aveva anche lui i suoi bravi interessi propri. Come allora, metter su una crociata, anche piccolina e scassona, è un investimento redditizio, perché un finanziatore si trova sempre. In questo caso, finanzia direttamente il parlamento europeo e indirettamente un pizzaiolo di Potenza che delle radici cristiane, francamente, se ne impippa, riflettendo lui su mozzarella e pomodoro. Magari sulla scamorza, talvolta.



Il terzo giro di giostra delle liste candidate alle elezioni europee, dunque, è a cavalcioni delle liste minoritarie di ispirazione cristiana. Apre “Italia cristiana” che propone un cuore di Vandea, singolo anziché doppio come norma vorrebbe ma con corona e croce regolamentari, inscritto in scudo tricolore simile a calcistico scudetto, non fosse per i bordi superiori scurvati. Rimane il solito equivoco generato dai nomi delle liste elettorali, o partiti, di questo genere: si intende qui raccogliere a chiamata l’“Italia dei cristiani” oppure il nome è l’espressione di un anelito, teso a rendere l’Italia finalmente del tutto cristiana? Sottigliezze.
Più decise le altre due liste, “TPdC-DC” e “CDC”: il concetto è siamo cristiani e se siete cristiani ci dovete votare. Punto. Interessante notare che il nome della perfetta lista di ispirazione cristiana deve SEMPRE contenere le lettere “c” e “d”, combinate variamente (si pensi a DC, CCD, UDC, CDU), pena l’insuccesso elettorale: a questo proposito, suggerisco gli inutilizzati (ancora) DDC, PCD, DCC. Evitare assolutamente, anatema!, PDC, già usato in altra area politica, e LCD, che è proprio altro ambito.
Si notino lo slogan sullo scudocrociato “Liberi dal 1942”, ovvero l’anno di fondazione della DC nonché anno XX dell’era fascista, libera tanto quanto un sequestrato delle FARC, e il campanile ecclesiale ton-sur-ton che svetta dietro la famigliola felice e cristiana. Nonché di destra, il che si coglie dalla gonna abbastanza corta della prolifica mamma al centro.










Oggi Obama a Londra per il G20. A margine ma non troppo, visto che gli inglesi si abbeverano tuttora ai riti della formalità ufficiale, è ancora aperto il caso dei doni di Stato tra Gran Bretagna e Stati Uniti: infatti, all’insediamento di Obama Gordon Brown si presentò tutto galante con un calamaio inciso nel legno di una nave schiavista di metà Settecento, il che – immagino – stesse a richiamare anche le origini del padrone di casa. Cafoone.
Il SISDE, il servizio segreto civile italiano, entrò in servizio nel 1977, figlio del servizio segreto precedente, ed è rimasto in funzione fino al 2007, rinominato in altro (AISI) con la legge di due anni fa. Diciamo che si è fatto quasi tutti gli anni belli, in compagnia dell’omologo SISMI, del CESIS e dei servizi segreti dei corpi dello stato. Ma non è questa la prima suggestione.