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il nulla nemici

FPF sulla Binetti

D’accordo, non è bello né gentile.
Che goduria.

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nemici

vostro onore, mi oppongo (lo stalking al telefono)

Le nove di sera di un giorno qualsiasi, o le otto e mezza di sabato mattina.

NONIO: Pronto, buonasera (buongiorno) sono Raffaella (Pasquale, Cosimo, la Fata Turchina etc.) di Telecom Italia (Vodafone, Wind, Teletu etc.), vorrei proporle la nostra nuova offerta per ADSL a soli 19,90 euro (18,90, 19,84, 19,22 etc.) al mese comprensiva di tutte le telefonate urbane e interurbane senza canone e senza scatto alla risposta

IO: Salve, capisco la sua posizione lavorativa e solidarizzo con lei, ma le sembra l’ora di chiamare? Mia mamma non vuole che si telefoni a casa delle persone dopo le otto di sera…

NONIO: Vedo che lei non ha l’ADSL…

IO: no, infatti non mi serve.

NONIO: Telecom (Vodafone, Wind, Teletu etc.) questo mese ha una promozione a lei riservata a solo 19,38 euro (19,26, 19,88, 19,10 etc.) che comprende ADSL ventiquattro ore al giorno ed elimina il canone del telefono…

IO: la ringrazio, sono onorato, ma come le dicevo non voglio l’ADSL.

NONIO: lei utilizza molto il telefono? quanto spende al mese?

IO: guardi, facciamo pochissime telefonate, quindi spendo sì e no quindici euro al mese, quasi tutti di canone.
(Calcolo mentalmente se siamo arrivati a una soglia che gli/le permetta di ricevere qualche spicciolo per la telefonata)

NONIO: allora fa per lei la nostra offerta “You and me and us and them and vattelapesca”, solo diciannove euro al mese e telefonate illimitate urbane e interurbane, senza canone.

IO: eh, mi scusi, però così spenderei di più…

NONIO: …

IO: pronto?
(dev’essere passata la soglia di minutaggio)

NONIO: Vabbè, arrivederci.

Dieci minuti dopo, di solito, chiama Marina (Corrado, Capitan Uncino) con proposta analoga, se non identica.
Capita a tutti, o quasi, e per la modalità tipica in Italia di autorizzazione al contrario (se non dico nulla è sì, il che dovrebbe valere per la sola donazione degli organi) bisogna esplicitare molto chiaramente che non si è disposti a ricevere pubblicità o contatti di qualsiasi tipo via telefono. Cosa che ovviamente avevo fatto, ai tempi del contratto. Uno prova, chiama di qua e di là e di solito non accade assolutamente nulla. Altra peculiarità italica.

Oggi, però, mi sono iscritto al ‘Registro Pubblico delle Opposizioni‘, e questa è l’unica parte utile di questo post. Non so come andrà, magari di telefonate da Urbano (Maristella, Gemmazio, Stefano II) ne riceverò addirittura di più, chissà, se però la cosa fosse utile a qualcuno ne sarei decisamente contentone.

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nemici

non al denaro non all’amore né al cielo

Ovvero: paraculacci di fine anno.

Non per soldi ma per senso di servizio. Ora? Un caso. Il vitalizio? Non ci avevo mica pensato.
Val la pena raccontare qui la grande fuga dal parlamento di questi giorni, senza malpensare e senza mettere in relazione i fatti con la riforma previdenziale dei parlamentari (in vigore dal primo gennaio prossimo), costretti – porelli –  a sorbirsi il sistema contributivo come un cittadino qualsiasi privo di onorabilità. Più o meno.

Avanti con la lista, dunque:

1. Nicola Cristaldi (PDL)
Sindaco di Mazara del Vallo e parlamentare fino a cinque giorni fa, si è dimesso dalla Camera per spirito di servizio verso i suoi cittadini.
Rinunciando alla carica, incassa prontamente il vitalizio per le due legislature compiute e non passa sotto la scure della riforma. Aggiunge graziosamente il vitalizio di ex deputato regionale (quattro legislature) e la ritrovata indennità da sindaco, per un incasso mensile superiore agli undicimila euro. Lo sfacciato facciaculista dichiara testuale: “Non mi sono mai fatto condizionare da fattori economici nelle mie scelte e non è accaduto nemmeno stavolta (…) E le spese aumentano, sa? Pensi solo al fatto che dovrò pagare di tasca mia i biglietti aerei per Roma“.
Augurasi schioppone.

2. Raffaele Stancanelli (PDL)
Sindaco di Catania, si è appena dimesso dal Senato, così da cumulare il vitalizio parlamentare, il vitalizio di ex deputato regionale (siciliano anche lui) e l’indennità da sindaco, ripristinata dalle dimissioni. Niente riforma nemmeno per lui, che verrà invece sostituito al Senato dal finiano rimbecillito che mangiò la mortadella in aula.
Augurasi schioppone.

3. Luciano Dussin (Lega)
Sindaco di Castelfranco Veneto ed ex parlamentare da cinque giorni, a settembre sbraitava in tv contro le baby-pensioni e a dicembre cumula un bel vitalizio parlamentare a soli 52 anni, oltre alla solita indennità da sindaco. Avesse aspettato dopo il primo gennaio, il vitalizio l’avrebbe goduto tra sette anni.
Augurasi schioppone.

4. Marco Zacchera (PDL)
Sindaco di Verbania ed ex parlamentare da cinque giorni, passa all’incasso del vitalizio relativo a cinque legislature più indennità, evitando anche lui la scure contributiva della riforma. “Per la mia città” dichiara l’impudente, ricordandosene solo dopo due anni e mezzo che è sindaco.
Augurasi schioppone.

5. Ettore Pirovano (Lega)
Presidente della provincia di Bergamo ed ex parlamentare da cinque giorni, si smarca dalla riforma e si assicura il vitalizio in tempo utile. Più lo stipendio, chiaro. Il signore un anno e mezzo fa ha proposto la deportazione dei mendicanti: «Vedo troppi straccioni per le strade che chiedono la carità; gente che sicuramente in tasca non ha il permesso di soggiorno, da caricarli sui pullman e, poi, sui charter».
Augurasi schioppone.

Infine, un caso particolare:
6. Michele Traversa (PDL)
Sindaco di Catanzaro e parlamentare, ha preferito mollare la carica di sindaco. Forse perché il Comune è letteralmente fallito sotto uno schianto di debiti? A ogni modo, giova ricordare che non ha ancora maturato alcun vitalizio da onorevole, per cui ha ritenuto di rimanere ancora un po’.
Augurasi schioppone.

E ora la domanda: per quanto male si possa pensare del PD, qualcuno ha notato a che partiti appartengono cotesti signori?
E non mi si dica che le decisioni di cui sopra sono dovute alla prevista incompatibilità tra le cariche, almeno per i sindaci, poiché – come si legge dai giornali – la questione non è ancora addivenuta a soluzione e, comunque, nessuno di costoro si era posto il benché minimo scrupolo fino a oggi, data decisamente troppo troppo vicina al primo gennaio.
Buon anno nuovo, cari signori, e che vi porti un bello schioppone cadauno. Con affetto.

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nemici politicona

sopra il ponte di baracca

Ci son le belle speranze. O, per restare alla saggezza popolare, Sant’Antonio fa il ponte e San Paolo lo rompe. Speròmm.

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nemici politicona

distruzione e morte su questo governo

Parrebbe non vero a raccontarlo ma è così.

Ieri mattina mi decido, dopo mesi, a riscattare gli anni di università ai fini pensionistici. Complici alcune situazioni vagamente favorevoli – la piena detraibilità fiscale, il fatto che ho due-davvero-due soldi da parte, la possibile rateizzazione, gli anni che avanzano – mi decido: in fin dei conti sono quattro anni, mica poco. E poi c’è il militare, un altro anno.

Lo so, oggi pare una barzelletta.
Vado all’INPS e prendo un appuntamento per, attenzione!, presentare la domanda di calcolo dell’importo per il riscatto degli anni di università. Per presentare la domanda, non per avere la risposta. L’appuntamento è fissato per il 5 ottobre 2011. Cinqueottobre. Trentasei giorni per poter presentare una domanda. Vabbuò, mi dico, ho tergiversato io finora quindi non saranno quelle cinque settimane in più a cambiare le cose. E mi sento già un po’ eroe per aver messo in moto la macchina contributiva, in qualche modo.

Torno a casa e già mi vedo con cinque anni di meno di sgobbo sul gobbo, per dirla alla giovane. Pensiero stupendo. Mi costerà, certo, e non poco, ma diciamo che per fiducia infinita nel sistema Stato (teoria) e per un piccolo conto personale, la cosa mi conviene comunque. Ho visioni deliranti dei miei anni contributivi che raddoppiano, triplicano, che diventano quaranta in un sol botto, mentre mangio la pagnocchina mi vedo già in posta a far la fila per ritirare il gruzzoletto mentre mi lamento per il tempo e rompo i maroni ai presenti con delirii da arteriosclerosi galoppante. Bellissimo. Un sogno.

Appunto. Tempo un’ora e da sogno (bello) diventa sogno (orrendo). I cinque anni, università più militare, in un sol colpo svaniscono. Ma no, mi dice quel deretano criminale drizzabanane del ministro, guarda che valgono lo stesso ai fini del calcolo della pensione, solo che non li conteggiamo come anni di anzianità. Resto secco. Ma secco secco. Dunque un anno in cui sono stato obbligato a ottemperare i servizi di Patria, pigliando cinquemilacentolire al giorno, non vale una benemerita cippa. E quattro anni nei quali ho cercato, un minimo, di imparare qualche cosa per poi contribuire per la mia parte allo sviluppo del paese valgono altrettanto. Niente. E il fatto che questa disposizione possa, eventualmente, non passare in parlamento o essere modificata non cambia ciò che provo ora.

E’ ovviamente un messaggio davvero interessante da parte dello Stato: studiate, cari, studiate. E poi qualche imbelle, di solito tardivo, pone la classica affermazione stupita: “Certo che i giovani di oggi non pensano al futuro, non fanno programmi”. Ma vaffanculo, io nemmeno dovrei rientrare nella categoria ‘giovani’, in un paese normale che avesse una classe dirigente poco meno che ottuagenaria o più. Da secco, divento incazzato. E molto.

E’ dunque del tutto impossibile fare un accordo con questo Stato (accordo peraltro favorevole a entrambi, più a lui che a me), i diritti non sono più né acquisiti né acquisibili, non è mai possibile fare uno straccio di programma in questo cazzo di paese, immaginarsi il futuro, magari un minimo costruirlo fin da ora che sono forte di un bel contratto a progetto con remunerazione piuttosto bassina senza nessun tipo di protezione. Bene, proprio bene.
Non mi resta, come da titolo, che portare distruzione e morte – ancora una volta di più – su questo governo vigliacco. Stronzi.

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nemici politicona

un caso da Guinness dei primati

La storia in certi ambienti circola da vari giorni e susciterebbe non poca ilarità se non fosse miseranda.
I fatti in breve: il Ministero dell’Interno bandisce un concorsino per il nuovo logo, primo premio tremila euri, e la fantasia si sbizzarrisce. L’undici luglio scorso vengono proclamati i vincitori: Inarea strategic S.r.l. con il logo che è già sulla pagina del Ministero.

Bel logo, davvero, niente da dire.

Anzi no, qualcosa da dire c’è. Due parole: Roy Smith. Questo signore nel 2008 ha disegnato il logo per la French Property Exhibition, una cosa riservata agli angli francofili, il cui logo è questo:

Il font, in effetti, è proprio diverso. E c’è anche il bagliorino.

Interpellati a tal proposito, il Ministero tace e Antonio Romano, presidente di Inarea (società peraltro, guardando l’elenco clienti, piuttosto addentro un certo sistema), su un pessimo magazine dice: “Se avessimo voluto copiare, avremmo modificato qualcosa (…) Guardi, ci sono molti casi di affinità da marchi. ma ammetto che il nostro è un caso da Guinness dei primati”. Certo.

In attesa di sviluppi (chissà, qualcuno che magari dice sì, abbiamo copiato, ci avete scoperto, accidenti a noi invece che invocare il record dei record), io mi candido prontamente a sostituire il logo in caso il Ministero avesse un rigurgito d’orgoglio.
Ecco le mie proposte, ci ho passato le notti a disegnarli per cui di certo merito la gloria anche io:

A me piacciono.

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estasi nemici

amore e tragedia, uno dopo l’altro

Ieri sera concerto dei Cake. E questa è la parte dell’amore.
Il concerto semi-perfetto, in ambito non oceanico: una moltitudine ridotta di persone, sufficienti a malapena sfamare la popolazione di zanzare dell’Idroscalo, il posto adatto che offre e non offre, un’ambientazione che vira pericolosamente tra il nulla e la cameretta di un adolescente, persone simpatiche attorno, un volume confidenziale perché siamo tra amici, e poi un quasi paio d’ore di musica suonata in modo eccellente, ovvio: sono i Cake, con un’aria a metà tra il sofisticato e Rocky 5, che non si capisce mai dove finisce il genio e dove comincia la deficienza.
Tanto a me piacciono entrambi. How can I afford my rock ‘n’ roll lifestyle?

Parlo con te. Sì, con te, grandissimo pezzo di cacca ambulante che ieri notte mi hai rubato la bicicletta. Fanculo a te, che di certo sei troppo un cesso.
Tu non sai con cosa hai a che fare. Tu hai osato rubare la mia bicicletta, la mia bici da ventidue anni con cui sono passato dall’adolescenza alla tardività attuale, tu hai sottratto ciò che non puoi controllare: solo apparentemente essa appare come una bicicletta da corsa un po’ rottame, è un travestimento per sviare gli ignoranti. Tu hai rubato la potenza fatta bicicletta, essa non può essere controllata da chi non possiede la saggezza delle cose umili, essa è fuoco fatto telaio e velocità nascosta nella gomma, sotto la vernice scrostata che quasi nemmeno si capisce il colore originario si nasconde un’arma pericolosa, per tutti e per te prima di tutti. Ti farai male, perché non sai cosa stai facendo. E hai fatto male a me, perché è la mia bicicletta ed è l’unico mezzo di trasporto che posseggo, e – soprattutto – perché le biciclette non si rubano. Mai. Vai a rubare le autoradio dei SUV, vai a rubare le cartelle esattoriali degli evasori, vai a rubare i tergicristallo di chi parcheggia in doppia fila, vai dove ti pare, preferibilmente affanculo, ma le biciclette non si rubano. Che ti venga uno schioppone, ma bello grosso.
Stronzone.

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nemici

no TAV: governo vigliacco

Duemila poliziotti, gli hanno mandato i vigliacchi.
Perché l’ultimatum dell’UE scade il 30 e se non si apre il cantiere saltano i soldi. E – citando GM – il partito che ha fatto la sua fortuna con lo slogan “ognuno padrone a casa propria” manda la polizia con le ruspe e i lacrimogeni. Vigliacchi.
Questa è la risposta del governo, di questo governo, a più di otto anni di lotta: nessuna concertazione, nessuna discussione, nessun ragionamento.
Tutto il sostegno possibile ai comitati noTAV e alla lotta dei cittadini.

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memoria nemici

america land of freedom

Oooh, America, oh-oh.

Nel 1933 – anno che fa sempre sobbalzare molti di noi – lo Stato del North Carolina approvò una legge eugenetica.
Eugenetica negativa, ossia prevedeva la sterilizzazione dei soggetti deboli della società, tra cui deboli di mente, pazzi, idioti, criminali o, addirittura, epilettici, moralmente degenerati o sessualmente pervertiti.
In generale, poi, furono presi in considerazione anche i soggetti deboli socialmente ed economicamente, i neri e chiunque vivesse ai margini della società.

Naturalmente, come sempre succede in questi casi, era sufficiente una dichiarazione congiunta di un medico e di un parente per far partire la procedura di sterilizzazione. Oppure, e vi sono numerosissimi casi dimostrati, gli incaricati convinsero i soggetti prescelti spiegando loro che il processo era reversibile. Peccato che non viviamo in casa Forrester. Land of freedom.

Tra il 1933 e il 1979 (!), anno in cui la legge fu nominalmente revocata (fu abolita nel 2003!), in North Carolina furono sterilizzati circa 7.600 cittadini, e la stima è probabilmente al ribasso. Ma non solo: almeno altri sette Stati americani adottarono leggi simili nello stesso periodo, il che porta all’incirca a 65.000 il numero delle persone sterilizzate negli Stati Uniti. I casi conosciuti.
Lo Stato del North Carolina è l’unico stato che, oltre a delle scuse formali, abbia proposto un risarcimento alle vittime, nel 2003. All’inizio furono proposti cinquantamila dollari per ciascuna vittima, il governatore poi sostenne che erano troppi e decise per ventimila o, in alternativa, cure mediche gratuite. Complimenti vivissimi.

Attualmente sono ancora in corso le audizioni per valutare caso per caso le situazioni delle persone coinvolte in North Carolina e possiamo solo lontanamente immaginare quale sofferenza possa essere presentarsi di fronte a una commissione per raccontare la propria storia. All’incirca tremila delle settemilaseicento vittime sono ancora in vita. Land of freedom.

Ma attenzione: a parte il caso della Germania, per ovvii motivi, e quello degli Stati Uniti, ci sono molti altri casi clamorosi di leggi eugenetiche tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, decisamente poco studiati e di cui si parla molto poco. Mai stati in Svezia (62.888 casi accertati)? E in Finlandia (58.000 casi accertati)? E che dire della Norvegia (40.891)? O della Danimarca (11.000)? La Svizzera smise solo nel 1985, dopo circa mille vittime.
E’ lo splendido stato sociale dei paesi del nord, che si prende cura dei propri cittadini.

E ora la domanda, banalizzando: perché si praticava l’eugenetica verso le persone più deboli economicamente e socialmente?
Perché si voleva migliorare la specie, certo, selezionando i soggetti ritenuti adatti. Oppure, insieme, controllare lo sviluppo della società, certo. Criminali. Tutto questo però non spiega l’accanimento contro le persone povere o a rischio povertà. Una mente normale, come la mia e la vostra, non ci arriverebbe mai, anche se una volta detto è davvero tutto molto semplice: assegni di maternità e spese sanitarie. Una questione di spese.
Vado a vomitare.

Un riferimento.

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nemici

la tentazione irresistibile del taglione

Dieci anni fa, dopo l’attacco, gli americani furono scandalizzati dai festeggiamenti per strada a Baghdad o in Afghanistan, con la gente che esultava per l’eccidio. Oggi sono loro a scendere per strada e tripudiare, con Obama che sostiene festoso che giustizia è stata fatta.
Non andava allora e non va adesso.
Ieri abbiamo (abbiamo!) ucciso il figlio di Gheddafi e i suoi tre bambini, il quale – nonostante la cosa non sia rilevante – non aveva nemmeno mai fatto politica o avuto relazioni particolari con il padre.
Non è questo il mondo che voglio.