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memoria nemici

dove mangiare a Buenos Aires

buenos-aires_el-filoSe vi trovate a Buenos Aires e siete desiderosi di aria di casa, non dovete fare altro che andare a mangiare al ristorante El Filo, in San Martín 975. Pizza, bollito misto, risotti, pasta e così via, in una calda atmosfera italiana che di certo vi ricorderà il Bel Paese. E non solo: esposizioni d’arte, concerti e libri allieteranno il bel clima, come da foto accanto.
E che belle chiacchiere potrete fare con il gestore, italiano, che sarà lieto di parlare con voi: è uno che ha visto molto e ha sempre un aneddoto interessante da raccontarvi, vedrete. Non dimenticate, dunque, di andarci a mangiare e di parlare con lui.
Ecco, magari, già che ci siete, perché non chiedergli qualche racconto del passato, della sua lunga vita? Che so, suggerisco: le bombe a Milano il 25 aprile 1969 e quelle sui treni ad agosto, piazza Fontana, il Bari-Venezia e il Trieste-Parigi, piazza della Loggia, insomma cose così, perché lui sa un sacco di cose. Ecco, un’indicazione utile: quando arrivate, chiedete di lui.
Si chiama Giovanni Ventura.

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nemici

la balla del progetto partecipato funziona sempre

expo2015Oggi si apre a Milano l’EXPO2015 Camp, che sarebbe “la prima occasione di dibattito e luogo di confronto delle progettualità inerenti l’Expo2015”. Lo scopo della faccenda è “creare un contesto dove sarà possibile presentare progetti propositivi per un Expo 2015 partecipato”.
Traduzione in linguaggio corrente: non solo non hanno fatto un cazzo finora, ma sono pure alla ricerca di idee. Regalate, ‘sti spudorati.

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estasi nemici

Zapiro contro Zuma: viva il primo

zapiro070509E abbasso il secondo. Jacob Zuma è il presidente del Sudafrica, ennesimo ultra-fallimento della politica dell’ANC dopo Mandela. Corrotto e del tutto inadatto a gestire il Sudafrica del dopo-apartheid, come del resto il suo predecessore Mbeki, ha assunto posizioni improponibili sull’AIDS ed è stato coinvolto, tra l’altro, in un processo per violenza sessuale. Proprio in quel processo, Zuma venne interrogato e alla domanda se fosse a conoscenza della sieropositività della ragazza che lo accusava, lui rispose di sì, rispose che l’incontro fu consensuale e che, proprio sapendo della malattia e non avendo con sé un profilattico, si fece una lunga doccia dopo il rapporto sessuale, per evitare il contagio.
Ora, a parte l’imbecillità intrinseca della cosa, il tutto assume una rilevanza pazzesca in un paese nel quale una donna su cinque è sieropositiva, una vera pandemia, e l’uso dei preservativi è fortissimamente osteggiato dalla maggioranza cattolica. Papi al super-cubo.

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nemici

la candidatura italiana alla presidenza del parlamento europeo

Il governo preme perché un proprio candidato sia eletto presidente del parlamento europeo per la prima parte della legislatura entrante, 2009-2014. Il signore in questione è tal Mario Mauro, per la terza volta parlamentare europeo, tra le sue occupazioni si conta il ruolo di capo del dipartimento Università di FI e l’interesse attivo nella questione della discriminazione dei cristiani. Certamente.
Comunque, per meglio capire il profilo del possibile, ripeto, presidente del parlamento europeo, ecco un elenco di alcune sue pubblicazioni, davvero illuminante:

Difendiamo il futuro: Interventi per la libertà della scuola, Biblioteca Universale Rizzoli, Collana “I Libri dello Spirito Cristiano” diretta da don Luigi Giussani, 1999.
L’Europa sarà cristiana o non sarà, Edizioni Spirali, 2004.
L’Europa al centro del problema – “Atlantide: migrazioni e società multiculturale”, 2007.
Il Dio dell’Europa, Edizioni Ares, 2007.
Piccolo dizionario delle radici cristiane d’Europa (coautore con Elisabetta Chiappa), Edizioni Ares, 2007.

Il livello dello studioso è davvero minimo, quello del politico probabilmente uguale, purtroppo ha dalla sua i voti di FI e il fatto che era già vicepresidente del parlamento europeo. Io, di mio, spero lo trombino a favore di un altro, qualsiasi, purché non italiano, forzitaliota e paladino della cristianità.

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nemici

la nuova immagine della TTT Lines

“Salve” – fa il creativo – “abbiamo un’idea che vi piacerà: si tratta di un gioco di parole che unisce una comunicazione pubblicitaria fresca, giovane e spiritosa alla vostra specifica mission”. Il tizio creativo ammicca e mostra la proposta con una certa qual soddisfazione. I dirigenti della TTT Lines, trasporti marittimi, ridono compiaciuti, si danno di gomito metaforicamente e non, osservano attentamente le protagoniste della campagna e si sentono sull’onda. Approvano. Soldi ben spesi, questi creativi hanno capito esattamente ciò che intendiamo comunicare. “Bisogna svecchiare la vostra immagine” – sempre il creativo – “e dare appeal a un’attività tradizionalmente poco attrattiva”. Qualcuno fa un commento salace sulla propria moglie, tutti ridono. L’atmosfera è allegra e conviviale, stavolta hanno proprio fatto centro. “Via alla campagna di manifesti” dice il presidente, “quest’estate facciamo il pieno”. “Più avanti, magari, facciamo pure qualche spot su Italia 1”, dice qualcuno. Approvata.
Ecco il risultato del florido incontro tra i creativi e i managers della TTT (tettetettetette?), affisso alla stazione Termini:

ttt_lines

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c’è qui un signore che dice di aver vinto.

jesus_mondoUna mattina di queste alzo la testa per osservare un cielo azzurro e glorioso quando mi imbatto in un manifestone che riproduco qui a destra: un signore di nome “Jesus” dice di stare tranquilli, che lui (enfatizzato in rosso) ha vinto il mondo. Poi c’è un cuoricione volante sulle nuvole, due gabbiani e una croce semi-trasparente. Addirittura.
Resto un po’ sconcertato. D’accordo che siamo sotto elezioni, va bene, eppure il tutto mi pare un filo eccessivo. Il signor Jesus o ha vinto il mondo al casinò o lo ha sconfitto. In entrambi i casi, mi dice il manifesto, io dovrei stare tranquillo e avere fiducia.
In realtà, mi agito. Cosa vuole questo signore? Telefono alle pagine gialle della religione e scopro che si tratta del vangelo di Giovanni (16, 30-33): “Adesso credete? Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!.
Caaazzo. E’ quell’egocentrico del figlio di dio uno e trino, dice di stare tranquilli che lui è fortissimo e ci pensa lui a tutto, povere merdine che non siamo altro. D’accordo, grazie.
Risto, mi guardo attorno, ci penso, son perplesso. Non posso esimermi. Mi scuso fin da ora per la miseria delle mie domande ma non posso resistere, mi si perdoni. Ecco le otto domande per il signor Jesus: perché la comunicazione teologica adesso avviene sui manifestoni? Signor Jesus, non ci manderà più qualche arcangelo o segno fiammeggiante a ricondurci sulle vie rette? Non trova che i vecchi metodi di comunicazione fossero di gran lunga più efficaci? Mi scusi l’ardire, ma chi paga i manifestoni? E’ un manifesto vero o una visione? Una volta letto, devo fare qualcosa di particolare? E’ lecito riprodurre in rete, su un blog, la comunicazione del signore via manifesto? Sarò fulminato?
Grazie per le eventuali risposte, signor Jesus, se le va può commentare qui sotto, sempre che naturalmente il mezzo sia di suo gradimento. Attendo speranzoso.

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problema rifiuti in Campania: risolto.

Così ero capace anche io:

090527ercolano

Bastava smettere di parlarne (fonte).

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la parata dei redditi

Nonostante non contenga nulla di nuovo, questo post fa incazzare parecchio (avvertenza per chi è già nervoso).
Nel 1971 l’economista Jan Pen, in Income distribution, teorizzò – per meglio rendere la disparità tra i redditi della classe media e dei super-ricchi – lo strumento della “parata dei redditi“: immaginate una parata di persone che vi sfili davanti, nella quale ogni persona è alta in proporzione quanto guadagna. Attualizzando il concetto, direi che uno stipendio di 1.100 euro (13.200 annuali) equivale a un’altezza di 1,75 metri, considerando stipendio e altezza media. Di conseguenza, chi guadagna circa tremila euri al mese sarà alto più o meno quattro metri e così via. Provate a immaginare di assistere alla parata.

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la nuova scalinata di Granbassi

Per chi ha seguito la vicenda triestina dell’intitolazione di una pubblica scalinata a Mario Granbassi, fascistone giornalista e combattente di Spagna dalla parte sbagliata, raccontata da Siu in questi mesi (cfr. b.site 19 novembre 2008 e segg.), la faccenda – puzzolente e vergognosa da qualsiasi angolatura la si guardi – ha avuto degna conclusione: la scalinata, ora, ha la sua nuova targa. Qui il resoconto, segnalato ancora da Siu.
Non si registrano commenti della schermidrice nipote del tizio. Il sindaco di Trieste, uno dei tanti mona del genere al comando di amministrazioni fascistelle, ha commentato: «stare vicini a una vita breve, vicini ai sentimenti, distinguendo la persona da un contesto storico cui un’intera nazione è appartenuta». Bella cagata di distinguo, bravo.

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i divieti della stazione centrale di Milano

Ovvero, morte ai ciccioni e alla gente che porta cose.
Dopo la metropolitana, anche la Stazione Centrale di Milano è un covo di trovate lungimiranti e di divieti fulminanti. Il punto è che se la metropolitana milanese risale all’arciduca Giovanmaria Visconti, la Stazione Centrale è, invece, nova nova di ristrutturazione. Non ci si aspetta l’avanguardia tecnologica, iddio ce ne scampi, ma almeno un qualche grado di funzionalità furbarella sì. Ovvio no.
Sebbene il primo colpo d’occhio sia notevole (galleria delle carrozze e prima sala del tutto vuote, impressionanti), la zona biglietteria fa sinceramente cascare le balle. Stretta in un cunicolo che invita a comprarsi il biglietto onlain, la biglietteria è raggiungibile dal piano superiore (quello dei treni) soltanto con dei tapis roulant: lunghi mille chilometri hanno una pendenza di circa quattro gradi, rasentando la piattezza e costringendo a visitare, come detto, un mezzanino pieno di nulla. Come che sia, ascensori non se ne vedono.

staz-centr_divieto


Orbene, io una sera sono lì che mangio un mottarello quand’ecco che una signora con carrozzina e pupo inserito mi chiede aiuto, poiché è evidente che non riesce a scavalcare i dissuasori al principio e al termine dei tapis. La poverella ha un numero cospicuo di borse, oltre all’armamentario figliale, e fa una certa fatica, in effetti. Appoggio il mio mottarello e la aiuto a scavalcare i dissuasori, sollevando la carrozzina con gesto virile.
Per meglio spiegare il gesto atletico e i dissuasori, il signor Belotti di Parabiago (Milano) si è prestato a una messa in scena fotografica. Eccola (finzione, si tratta di finzione):

Più che di dissuasori si tratta di tecno-palizzata anti-tutto: persone sovrappeso, chiunque abbia una valigia più larga di una ventiquattr’ore, madri con prole incarrozzinata, persone disabili, uomini quadridimensionali, artisti con grandi olii su tela, imbianchini con pennelli non cinghiale.
Ora: se hanno ideato e realizzato una simile ardita protezione dalle intrusioni sui tappeti mobili (e infatti li chiamano dissuasori) qualche motivo ci deve essere, seppur recondito e ascoso nelle menti dei progettisti. La domanda è: perché tanta cattiveria? Perché trattare le persone, la gente normale, come parassiti ricoperti di cacca che cercano di insinuarsi in ogni dove gettando lo scompiglio nel bel mezzo della bellezza? Perché tanta acredine, cari?
Infatti, a ben guardare, è pure esplicito il divieto: ->
Dunque, se non si è venti-quarantenni piuttosto in forma e del tutto privi di qualsivoglia oggetto/essere umano a strascico, il tapisrullante è precluso: trovare altro mezzo per salire il piano.
La conclusione, purtroppo, è una: se non rientrate negli standards, dicono i progettisti, sia fisici che di comportamento civile, potete tranquillamente andare affanculo e morire lì, contro la barriera della morte, magari senza sporcare.
Parevano solo dei dissuasori, in realtà, ahinoi, sono strumenti di eugenetica della specie. Non sembra ma così miglioriamo.