Un po’ di rispetto anche per loro, perdio:
Il colpo di genio è del museo del Cinema alla Mole Antonelliana di Torino. Grazie a Mr. G.
Dopo la parte uno, ancora strafalcioni in negozio informatico:
Che ce l’hai una supposta Usb?
Ciao scusami l’ultimo cd di MAX GAZEBO lo trovo da voi?
Allora signorina pago, il decoder, la presa scart e mi dia pure un pacchetto di batterie MINI SPIRIT per il telecomando!
Avete gli Hummer per le stampanti?
Avete il caricabatteria per il telefono con il pisello piccolo?
Avete pennarelli usb?
Questo decoder ha la presa kart?…..carter?
Mi e’ andato via il segnale analitico
Vorrei un decanter…
E sono solo alcuni, il resto è qui, dove si trovano anche le spiegazioni, quando servono.
Adoro lo strafalcionismo, ovunque.
Già si parlò delle “edizioni di libri belle belle”, e tra le tante segnalai le copertine di David Pearson, ex-Penguin e attualmente free lance nel mondo della grafica editoriale, per quanto riguarda l’editoria anglosassone. Bellissime, a parer mio, e per suffragare quanto vado dicendo ecco una selezione delle mie predilette:
Mr. E., di cui mi sfregio di essere amico, ha fatto un disco.
Oh, un disco vero, cioè che lo puoi tenere in mano mentre lo ascolti, un disco vero che va nei negozi e in tutti i lettori cd compatibili con i cd, un disco vero come i Jefferson Airplane o i Rotten Christ, insomma: sono molto fiero di lui e sono molto fiero di me che sono amico di lui.
Fate anche voi di lui un uomo di vostra fiducia, se lo credete, cliccando sulla copertina. Io credolo.
Un mesetto fa ho scattato questa foto, e mi interrogavo interrogativo:
Ora mi è chiaro, l’invasione è cominciata.
Paul Middlewick è uno che deve aver passato tanto tempo nella metropolitana di Londra: dai e dai, osserva la mappa oggi e domani, alla fine ci ha trovato gli animali. Che erano lì da parecchio ma nessuno li aveva mai visti. Per ora, credo sia a trentacinque (qui) ma di sicuro ce ne sono altri, bisogna solo scoprirli, e chissà a Parigi o New York cosa si nasconde…
Eccone alcuni:
Corbetta è un bel paesone vicino a Milano, con una considerevole storia e una concentrazione non comune di nobilazzi buoni per i varî delle navi, Frisiani Mereghetti, Pisani Dossi, Borri Manzoli, Frisiani Olivares Ferrario a centrocampo, Olivares Zari Mereghetti nelle retrovie e avanti così.
Variamente frequentata da Carlo Borromeo, che nel verde mare della Brianza spadroneggiava qua e là con fare burbanzoso, il paese ebbe un momento epico-guerresco con la battaglia di Magenta, per poi tornare nell’anonimato dei paesoni.
Un rigurgito neoclassicista tardivo di fine Ottocento si impadronì di alcuni architetti locali che, ebbri, presero a ristrutturare vari luoghi di culto locali secondo la moda appena colà giunta, tra cui la chiesa di San Sebastiano: ne rifecero gli interni e, più che altro, la facciata, con sobrio timpano di impianto classicista. Ahiloro, involontariamente – tira una riga qua e una riga là – ne uscì la frecciona puntata verso l’oggetto di devozione che potete ammirare qui sotto, orientata dritta dritta all’astro del ciel che tutto sovrintende:
Seguite la segnaletica, fedeli, e le vostre preci colpiranno nel segno.
Basterebbe questo per Corbetta ma no. Tra i personaggi del paese degni di nota vi è di certo tal Simone Borri, poi vescovo di Milano nel terzo secolo dopo il Cristo, cui va il merito della suddivisione della diocesi milanese in parrocchie e pievi e, chiaramente, la fondazione di numerose chiese e chiesine in territorio corbettano. Venerato poi come santo e come protettore di Corbetta, appunto, la sua ricorrenza si celebra il 12 ottobre. L’agiografia, però, lo ricorda con il suo nome da santo, che tanto mi piace ricordare: San Mona.
Per chi volesse rivolgergli una prece per ovvii motivi, è sepolto nel duomo di Milano.