hanno cambiato la statua
Nel 1629, Diego Velázquez trascorse un anno e mezzo in Italia, seguendo quello che, allora e ancora per secoli, era il percorso obbligato per un pittore o uno scrittore: l’Italia, Roma, per imparare dai modelli dell’antichità e dai grandissimi di Quattro e Cinquecento.
Allora Velázquez aveva trent’anni, Las Meninas erano ancora lontane nel futuro, fu mandato in Italia a spese di Filippo IV, che ne finanziò la permanenza, investendo sul talento del suo pittore di corte. Non conosciamo molti dettagli del suo viaggio, non sappiamo chi incontrò e cosa vide, il che vale più o meno anche per il suo secondo viaggio italiano, nel 1649 (escludendo, ovviamente, lo strepitoso ritratto di Innocenzo X Doria Pamphilij, che qualche indicazione la dà, nel secondo caso).
In ogni caso, riguardo la sua prima permanenza romana, sappiamo con certezza che soggiornò – e qui sono d’uopo i complimenti per la scelta – a villa Medici, una delle mie predilette, ove dipinse due piccole vedute: l’entrata della grotta nel giardino di Villa Medici e il padiglione di Arianna nel giardino di Villa Medici. Entrambe interessanti, poiché l’eclettico Velázquez, nonostante avesse di fronte tutto quel bel di dio della villa, dipinse due particolari minori del giardino, uno addirittura un po’ dimesso, con tanto di assi a chiudere l’entrata della grotta.
Come che sia, consapevole della funzione di servizio di queste pagine, ho spinto la mia indagine ai limiti dell’umana possibilità e, con mezzi moderni e altamente tecnologici, ho comparato una delle vedute con la vista attuale della villa, stessa prospettiva e stessa posizione.
Per la serie, dunque, “cogli le trentacinque differenze”, ecco il risultato: