speciale europee pt. 5: nord contro sud

Quinta puntata dell’elegante e raffinata rassegna delle liste candidate alle elezioni europee 2009 e tocca purtroppo correre perché sabato si avvicina. Stavolta, è l’ora dell’orgoglio nordista a confronto con quello sudista, pochezza contro pochezza, scemenza contro assurdità. E pare infatti un certo qual controsenso candidarsi alle elezioni europee, indette in nome della rappresentanza sì ma all’ombra del concetto superiore di unità, sbandierando un tovagliolino locale che indica l’uguaglianza più uguale con i propri conterranei. Quartierino contro villaggetto, genio contro astuzia, affinché Bruxelles protegga la qualità superiore della mozzarella contaminata. Anzi no, del bagoss prodotto in fabbrica. No, del pomodorino mediterraneo. No, della polenta valsuganina. Etc.

In ordine alfabetico, via con il nord (la minuscola la metto apposta, leghisti del cacchio).
Apre “Progetto Nordest” con tondo sormontato da cappello di Pinocchio sulle ventitre, ovvero ago della bussola che punta all’obbiettivo nordest, all’interno di tondo giallo simil-formaggione alpestre. Si affianca la minimalista “NordDestra” che lesina sui colori ma non sulle consonanti ravvicinate: il verde del nord giustapposto al blu della destra e anche in questo caso è sotteso il giochetto “norddest”. Terza lista nordista, “Comunità alpine” sottotitolo “Autonomie, Liberté, Démocratie”, che più che nordista è palesemente di provenienza valdostana, piemontese al massimo, e rappresenta sì e no tredici famiglie autoctone.
Vien più voglia di mettersi un Moncler che di votare.

Poiché non ci fa mancare nulla, mai, il sud risponde a tono. La lista La discussione – La forza del SUD” schiaffa un azzurro improbabile perché a sud c’è il mare, sfuma il paese verso nord per meglio chiarire e lancia un sottinteso inquietante: la forza del sud è la discussione? Stiamo freschi. Grandiosa, invece, la “Lega federale del sud”, associazione di imprenditori e operai, che propone i due tipici simboli meridionali: la signora che beve direttamente dalla brocca e l’orso senza le zampe davanti. In mezzo, la scritta “Arsura del Sud”, forse riferita alla signora bibente forse all’orso monco. Il terzo soggetto, il “Partito Europeista Riformista NOLA”, cacofonico il giusto e mordace nel giochetto dell’acronimo, giustappone alla silhouette del barocco di Nola uno schianto di antennone ténnologico, per spiegare bene bene il concetto di riformismo: va ben la tradizione che bellezza il meridione ma una bella antennona a noi ci farebbe piacere.

In medio stat virtus, ovvio.

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