1 luglio 1944: il calendario della memoria civile
A Castellarano (Reggio Emilia) per vendicare la morte di due camerati, vengono bruciate cinque case e uccisi tre civili.
A Castellarano (Reggio Emilia) per vendicare la morte di due camerati, vengono bruciate cinque case e uccisi tre civili.
A Monte San Savino (Arezzo) un civile viene torturato e ucciso perché accusato di aver portato aiuto a prigionieri di guerra.
A Civitella della Chiana (Arezzo) reparti della divisione Göring in ritirata uccidono duecentotre civili, tra cui anziani, donne e bambini, accusandoli di aver aiutato le formazioni partigiane.
A Montemignano (Arezzo) i tedeschi catturano cinque civili e li uccidono dopo averli seviziati.
A Castel San Pancrazio (Arezzo) quindici civili vengono fucilati dai tedeschi.
A Piandaro (Lucca) i tedeschi, in rappresaglia alla morte di due portaordini, uccidono dodici civili.
In ogni concerto che si rispetti, l’entrata allo stadio – se ce n’è uno – è uno dei momenti salienti ed epici di tutta la faccenda: il buio delle gallerie e all’improvviso si spalanca l’ovale, che va riempiendosi che sembra che non ci stia più nessuno.
Se poi tutto questo avviene all’Olympiastadion di Berlino, lo stadio di Jesse Owens e delle medaglie alla faccia del baffino isterico, tutto diventa più speciale. Perché lo stadio è ancora quello del 1936, più o meno, basta far finta di non vedere la copertura e immaginarsi orrende bandiere qua e là. Ecco com’è andata, qualche giorno fa (e io avevo la maglietta di Mao, appositamente).
A Guardistallo (Pisa) reparti tedeschi in ritirata si scontrano con i partigiani: i soldati tedeschi irrompono in alcune case coloniche rastrellando numerose persone, in uno spiazzo vengono fucilati undici partigiani e quarantasei civili.
A Bucine (Arezzo) i tedeschi accerchiano il castello di San Pancrazio, uccidono dodici civili che si erano nascosti e rinchiudono sessantacinque donne e bambini in una cantina; poi li fanno uscire uno alla volta, li freddano con un colpo di pistola e ne bruciano i cadaveri.
Il 19 aprile 1979 Claudio Minetti, figlioccio di Stefano delle Chiaie, frequentatore assiduo dell’MSI di Acca Larentia, proprietario di una bella storia intrisa di canzoni del fascio e di fede cieca nel Duce, entrò nella biblioteca della sede del PCI di via di Torpignattara con un coltello nei pantaloni.
Ciro Principessa, compagno militante, era tra coloro che credevano nel riscatto culturale delle periferie borgatare e per questo si dedicava anima e corpo alle attività in sezione: quel giorno era al banco della biblioteca circolante. Chiese un documento di identità a Minetti, procedura normale per il prestito, e al rifiuto di questi cercò di farlo allontanare: il neofascista arraffò il primo libro a tiro e scappò in strada. Principessa, perché è anche alle piccole ingiustizie che bisogna ribellarsi, lo inseguì e lo raggiunse: nella colluttazione fu accoltellato, in mezzo alla strada.
Sebbene a prima vista non sembrasse grave, Ciro Principessa morì il giorno dopo, in ospedale, a ventitre anni. Minetti, preso in un bar, fu dichiarato incapace e condannato a dieci anni di manicomio giudiziario. Lo stesso giorno, esplosero quattro chili e mezzo di tritolo davanti al Palazzo Senatorio in Campidoglio, davastandone il portale, l’arcata e le colonne di sinistra, danneggiando il basamento del monumento a Marco Aurelio: per caso, la piazza era vuota a causa di un violento temporale. Tra le rivendicazioni, il “Movimento rivoluzionario popolare” (Mrp) che fece riferimento esplicito all’arresto di Minetti.
Principessa morì per riprendersi un libro e per difendere un principio. Progetto memoria e antifascismo di Roma propone un concorso per ricordare Ciro Principessa: un racconto di non oltre trentamila battute da inviare entro il 20 marzo 2011 a premioc.principessa@tiscali.it.
Per chi fosse interessato, i dettagli nella locandina.
Ottantuno persone disintegrate in volo e, tra le tante, la base di Martina Franca chiamava Ciampino:
[audio:http://www.trivigante.it/public/tregenda/wp-content/uploads/2010/06/2022.mp3|titles=2022]Agghiaccianti i convenevoli sulle “cose tristi”. Per fortuna tanti non mollano e tengono alta la soglia di attenzione di coloro che sanno (qui il museo): si faranno tante cose, quest’estate, per ricordare (programma) ed è, come sempre, un dovere.
A Guardistallo (Pisa) reparti tedeschi uccidono sei civili, altri due in località Sorbugnano e un altro a Casone di Guardistallo.
A Carpi (Modena) sei civili vengono fucilati su ordine del comando tedesco.
A Palazzo dei Pero (Arezzo) dieci uomini che stavano mietendo il grano sono catturati dai tedeschi e fucilati.
A Chiassa Superiore (Arezzo) le SS italiane fucilano sei civili, tra cui una ragazza di diciotto anni.
A Bettola (Reggio Emilia) per ritorsione contro un attacco partigiano trentasei civili, tra cui quattro bambini, vengono uccisi a colpi di mitraglia e a bastonate, poi i loro corpi vengono bruciati.