il quarantaduesimo dodici dicembre
La parte importante è in basso, il resto è retorica e sconfitta.
La parte importante è in basso, il resto è retorica e sconfitta.
Capita a fagiolo, dopo il post di qualche giorno fa.
Una ditta inglese offre un lavoro a chi riuscirà a hackerare un sito, appositamente predisposto, ossia a entrare con la password corretta.
Sono a cavallo – mi son detto – il posto è mio. Io la so.
Maccazzo, ho inserito password, 123456, 12345678, qwerty, abc123, monkey, 1234567, letmein, trustno1 e dragon. Nemmeno michael ha funzionato. Ero sicuro. Le loro difese sono potentissime, nemmeno la mia conoscenza profonda del sistema è riuscita a scalfirle. Rassegnomi. Continuerò a suonare il violino in una casa di tolleranza.
L’unico tipo di stampante che posso prendere in considerazione, nonché la mia prossima stampante, in caso dovessi averne una:
qui.
Sempre per la mia passione per l’infografica, ecco l’evoluzione della musica (dance, più che altro) nell’ultimo secolo in cinque secondi:
Come sempre, ci sarebbe da discutere, specie sulle collocazioni geografiche.
Ma l’accelerazione degli ultimi decenni sono uno spasso (o causa di una crisi epilettica, a seconda).
Danielle Mitterrand, porella, è mancata, e l’Eliseo rilascia un comunicato da condanna alle elementari forzate:
Chiaro che sto sfottendo solo perché – adesso – un governo apparentemente decente l’abbiamo anche noi. Che, immagino, sappia scrivere.
Vedremo.
Le peggiori 25 password utilizzate nel 2011, vualà, raccolte da SplashData. Se vi riconoscete, il consiglio è di cambiarla, senza tergiversare.
La cosa interessante (ehm…) è che sono le stesse, più o meno, del 2010. Amanti del rischio.
1. password
2. 123456
3. 12345678
4. qwerty
5. abc123
6. monkey
7. 1234567
8. letmein
9. trustno1
10. dragon
11. baseball
12. 111111
13. iloveyou
14. master
15. sunshine
16. ashley
17. bailey
18. passw0rd
19. shadow
20. 123123
21. 654321
22. superman
23. qazwsx
24. michael
25. football
Ora devo proprio andare, che devo fare una cosa urgente.
Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono.
Se si tratta di messaggio ecumenico, allora è chiaro che chi scrive sa ciò che fa.
E se al primo comandamento segue con successione logica il secondo e poi il terzo (anche se, a dire il vero, solo il terzo ha a che vedere con le indicazioni di comportamento), allora non resta che adeguarsi.
Ossia: spostarsi per la città usando la testa come mezzo di locomozione.
Siamo fatti d’aria, altro che la stessa sostanza dei sogni…
Grazie a mr. J. per il salto triplo, in quel di balaugna.
Venerdì sera è stata una serata con Loretta Napoleoni.
Nel senso che ho ascoltato una sua conferenza e ho poi avuto la fortuna di andarci a cena. Mica da soli, ci mancherebbe, ma sono quelle fortune di cui io mi faccio vantone.
Ma non è questo che importa.
Ciò che conta è il contenuto del discorso, di cui potremo certamente discutere, visto che le mezze misure sono davvero poche.
Il concetto, riassumo brutalmente, è questo, secondo Napoleoni: l’Italia è già fallita. Punto. Inutile disquisire sul prossimo ministro degli esteri o sulla partecipazione o meno di figure politiche al governo Monti, le cose sono già precipitate. Soluzioni? Secondo lei, uscita al volo dall’euro, riacquisto della capacità di battere moneta, svalutazione per riprendere le esportazioni e poi gestione della crisi. Il tutto condito dall’azzeramento totale della classe politica.
Ora: si potrebbero fare mille distinguo, obiezioni, sostenere che lei vive in Inghilterra, paese non particolarmente amante dell’euro, tutto quello che vogliamo. Il fatto certo è che ciò che dice Napoleoni non ha riscontri in Italia ma di certo, a parer mio, ne ha a Bruxelles e a Berlino.
E che noi siamo, come sempre, particolarmente cincischioni (euf.) e non andiamo mai, e dico mai, al punto.
Quanto ha detto è molto molto interessante da sentire, a parer mio da ignorante. E ad altissimo contenuto ansiogeno, vi avverto.
Così condividiamo almeno il magone. Ecco il video della conferenza (e del dibattito successivo, piuttosto acceso):
Poi, se qualcuno vuole, ne discutiamo. Ah, dimenticavo: a una mia battuta (‘eh, ma io che devo fare con i miei quattro soldi alle poste?’) la risposta, piuttosto seria, è stata: ‘mah, ora è tardi, magari ritirali e cambiali in franchi svizzeri’. Orcozzio. A quanto mi sta la pizza di fango?
Ci son le belle speranze. O, per restare alla saggezza popolare, Sant’Antonio fa il ponte e San Paolo lo rompe. Speròmm.