Ancora scosso – come milioni – dal terremoto, non posso non pensare, banalmente, all’annichilamento del tutto per via di un buffetto, con le somme parole:
(…) E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell’uman seme,
Cui la dura nutrice, ov’ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Che poi uno, mentre cerca di ricordarsi che cosa si dovrebbe fare durante un terremoto (substipitarsi? subtavolarsi? excasarsi? aderire istantaneamente a una religione antisismica?) e perde il momento magico, si ricorda che magari ha trattato male la mamma e non sarebbe certo un buon modo di concludere il tutto. Passa la scossa, o le scosse come in questo caso, e per un paio di giorni si è gentili con tutti.
Poi, purtroppo o per fortuna, passa anche quello. Trattate bene le mamme.