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francis il muro parlante: e tutto il resto

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono. E poi la sintesi, serve la sintesi, perché non è che si può scrivere una pappardella lunga tanto così. Dunque, ecco gli obiettivi: padroni, fascisti e poi, insomma, tutto il resto.
Ci siamo capiti.

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siamo proprio stronzi

Cazzate e ancora cazzate, cenere di incolpevole vulcano, compagnie aeree gestite da vigliacchi, due stronzi che dopo essere andati a letto insieme per sedici anni adesso litigano in pubblico e minchiate assortite somministrate senza mai una pausa. Basta, pietà.

Un bel promemoria: il 14 aprile nella provincia di Qinghai c’è stato un terremoto di magnitudo 7.1 e a due giorni fa il conto (è mostruoso dirlo, me ne rendo conto) è questo: 2064 morti, 175 dispersi, 1434 feriti gravi e un numero spaventoso di persone rimaste senza una casa.
Mostruoso dirlo così, e me ne scuso, ma di certo meno mostruoso che non parlarne affatto. Uhuh, giornalistiiiii…
Provo vergogna, anche per me stesso, perché il punto non è tanto il fatto di essere relativamente o del tutto assenti sulle disgrazie altrui, ahinoi succede, quanto più di non saper più distinguere cosa importa e cosa no e, soprattutto, di non riuscire più a dirlo.

Riferimenti: qui.

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Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra?

Un vulcano islandese fa un rutto, nemmeno troppo grande, e gli uomini, miseri, si fermano.
Sarebbe bello non si potesse davvero volare, che la ténnica si fermasse di fronte all’indifferenza della Natura, e invece è solo questione di costo economico per la pulitura dei motori, eventualmente incrostati da particelle di vetro combuste.
Ma resta il principio: “Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei”. E’ la Natura che parla. L’unica cosa che ruota davvero attorno a noi, specie fastidiosa, è forse Sanremo, spiace ma è un fatto. Adeguarsi.

E noi, islandesi di oggi destinati a esser mummie, nemmeno ci poniamo certe domande che un islandese del 1824, invece, si poneva a fronte di un’eruzione vulcanica:

Un Islandese, che era corso per la maggior parte del mondo, e soggiornato in diversissime terre; andando una volta per l’interiore dell’Affrica, e passando sotto la linea equinoziale in un luogo non mai prima penetrato da uomo alcuno, ebbe un caso simile a quello che intervenne a Vasco di Gama nel passare il Capo di Buona speranza; quando il medesimo Capo, guardiano dei mari australi, gli si fece incontro, sotto forma di gigante, per distorlo dal tentare quelle nuove acque. Vide da lontano un busto grandissimo; che da principio immaginò dovere essere di pietra, e a somiglianza degli ermi colossali veduti da lui, molti anni prima, nell’isola di Pasqua. Ma fattosi più da vicino, trovò che era una forma smisurata di donna seduta in terra, col busto ritto, appoggiato il dosso e il gomito a una montagna; e non finta ma viva; di volto mezzo tra bello e terribile, di occhi e di capelli nerissimi; la quale guardavalo fissamente; e stata così un buono spazio senza parlare, all’ultimo gli disse.

NATURA: Chi sei? che cerchi in questi luoghi dove la tua specie era incognita?

ISLANDESE: Sono un povero Islandese, che vo fuggendo la Natura; e fuggitala quasi tutto il tempo della mia vita per cento parti della terra, la fuggo adesso per questa.

NATURA: Così fugge lo scoiattolo dal serpente a sonaglio, finché gli cade in gola da se medesimo. Io sono quella che tu fuggi.

ISLANDESE: La Natura?

NATURA: Non altri.

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volete aerei o vulcani?

In un comodo schemino riassuntivo, la quantità di CO2 emessa dal vulcano islandese (ecco il suo codice fiscale: Eyjafjallajökul) e la quantità di CO2 risparmiata in un giorno dalla soppressione del 60% degli aerei europei: —>
(fonte: qui).

A margine, qualcuno giustamente mi ha fatto notare che, finalmente, è arrivata la nube purpurea.
Chi sa, sa.

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Rettifica delle 12.57: Siu – grazie! – mi fa notare che sul sito hanno provveduto a rettificare il dato dell’emissione di CO2 del vulcano islandesico, che va aumentata di un fattore 10 (150.000 tonnellate al giorno). Il dato, in effetti, cambia non di poco ma a fronte del triangolone delle bermuda aeree resta sempre un bel po’ di meno.
Siamo ancora in attivo.

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Bella Scienza – esperimento otto: il supercalamismo

Dopo il calamismo, il dottor Faster Pussycat di Frosinone continua a studiare le proprietà calamitiche dei solidi e compie l’ottavo esperimento, il supercalamismo.

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un aneddoto e due etimi (forse non tutti sanno che)

Per l’ora dell’aneddoto, oggi si narra qui la storia del marmo candogliano, di chi prende il treno a ufo e di chi si diletta con lo sport. Tutto insieme.
Nel 1386 Gian Galeazzo Visconti concesse l’utilizzo esclusivo di certe cave di marmo in val d’Ossola per edificare al meglio il nuovo duomo di Milano, senza sapere che tutta la faccenda sarebbe poi durata settecento anni. Non che le cave fossero di per sé comode ma il marmo bianco-rosa e grigio non era affatto male e, poi, tutto sommato si riusciva a trasportarlo via acqua dalla cava fino a dietro il duomo, ovverosia là dove oggi c’è via del Laghetto, i toponimi non sono mai a caso.
Per meglio compiere i lavori, fu costituita la “Veneranda fabbrica del Duomo di Milano”, ente tuttora esistente che si occupa della manutenzione della chiesona. Proverbialmente noto per indicare un lavoro senza fine. E tuttora la concessione esclusiva che regola l’utilizzo della cava di marmo è ancora attiva.
Come che sia, G.G. Visconti concesse anche alla Fabbrica il diritto di non pagare i dazi per il trasporto di merci sui navigli milanesi, al fine di facilitare la costruzione del duomo: a questo scopo, sui blocchi di marmo veniva apposta la scritta “ad usum fabricae”, per chiarire l’esenzione daziaria. Niente di strano, la cosa si fece poi anche a Firenze e a Roma, per costuire le rispettive macrobasiliche.
Bene, ecco l’etimo dopo l’aneddoto: la sigla per la locuzione venne presto abbreviata in “A.U.F.” o “Ad U.F.” e da tale acronimo deriverebbe con buona probabilità (qualche irriducibile non è d’accordo) il modo di dire “a ufo”, ossia gratuitamente. Mangiare a ufo, viaggiare a ufo, a sbafo in sostanza. I migliori in questo senso sono i fiorentini, che si sentono spesso dire: “fare un viaggio in treno a ufo”, confondendo così i mezzi di trasporto. Sempre autocentrici, loro l’acronimo lo fanno risalire a “Ad usum Florentinae Operae”, vabbuò, come si preferisce.
L’attuale direttore della “Veneranda fabbrica del Duomo di Milano” è l’ingegnere Benigno Mörlin Visconti Castiglione, sireducaconte, a dimostrazione che certe cariche, nonché pletoriche e bizzarre, sono ereditarie e trasmissibili per via virale.
Infine, siccome avevo promesso due etimi ma mi manca il collegamento sensato, il secondo lo butto così: se vi venisse voglia di fare una corsa, andare a vedere una partita di qualcosa, insomma di fare dell’attività sportiva, con buona probabilità anche oggi dovreste allontanarvi dal centro città per cercare un luogo adatto. Esattamente come un tempo, in cui era necessario uscire ex portis (o de portis, secondo gli stessi irriducibili), fuoriporta, ed ecco svelato il secondo ricercato etimo. Per la gioia dei lettori del forsenontuttisannoche.

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Bella Scienza – esperimento sette: il polistìrolo

Ancora bella scienza: il dottor Malindi Disinformatszija di Bokmål compie il settimo esperimento, scoprendo le virtù del polistìrolo.

Tutti i precedenti qui.

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Bella Scienza – esperimento sei: l’acrobatismo

La dottoressa Lambada Buttafuoco di Gavirate compie il sesto esperimento: l’acrobatismo.

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estasi trivigantismi

munuocchin’ uorldbag men: autogrill

Nel buio, nascosto e invisibile, si compie un’altra impresa del munuocchin’ uorldbag men, l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa. E’ il m.u.m., come sempre, un agglomerato di significati addensati che solo l’uomo incauto può non cogliere, e la sua danza libera ciò che di primordiale pare esser dentro ognuno di noi.

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Bella Scienza – esperimento cinque: il vitamine

Dopo il DNA qui sotto, la scienza non conosce soste. Il dottor Amarillide Smitherson di Lugano compie il quinto esperimento: il vitamine.