Se scrivere sui muri è arte sopraffina, altrettanto scrivere da qualsiasi altra parte: bisogna saperlo fare.
Gugol se ne va in giro a scattare fotografie in ogni dove, macchina o satellite, e in parecchi si sono dati da fare per lasciare tracce qua e là.
E’ il caso di Farra d’Isonzo, in cui un giovanotto (o un alieno?), desideroso di esprimere la propria sintetica preferenza si è dato a un lavoro certosino che merita considerazione, non foss’altro per la fatica consumata nell’opera.
Basta cliccare sull’immagine qui sotto o cercare in Gugol Maps “Farra d’Isonzo, strada dei campi”.
Categoria: trivigantismi
Per la gioia degli amanti del forsenontuttisannoche, oggi si parla di Guido d’Arezzo, Paolo Diacono, del nome delle le note musicali e, marginalmente, della testa di San Giovanni Battista. Succulento.
Guido Monaco, altresì noto come Guido d’Arezzo, fu monaco benedettino e insegnante di musica nell’abbazia di Pomposa, luogo notevolissimo, e nella cattedrale di Arezzo ed è unanimemente ricordato come colui che innovò radicalmente la notazione musicale, portandola grossomodo a ciò che è oggi.
Il maestro Guido ebbe non poche difficoltà a far imparare i canti gregoriani a quegli zucconi dei monachelli, che tendevano a dimenticare le poche istruzioni musicali ricevute, e fu così che, stremato, adottò un sistema nuovo di notazione e di insegnamento: in sintesi, la solmisazione e il tetragramma.
In pratica, raccolse l’incipit del noto inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono, noto ai monachelli, e ne cavò le note come le conosciamo oggi:
Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes
E vualà: i monachelli se le ricordavano. L’Ut, ancora oggi in uso in francese, per esempio, venne poi sostituito nel Seicento dal Do, su proposta di Giovanni Battista Doni (un altro G.B.), il quale sosteneva che la scelta fosse in splendidissimo onore del Dominus ma i maligni, sempre presenti, non mancano di far tuttora notare il cognome del Doni. Furbetto.
Da tutto ciò, per derivazione all’indietro, deriva il fatto che San Giovanni Battista è il patrono dei cantori, pur nulla sapendone lui. Più corretto, invece, il fatto che sia il patrono degli albergatori, in ricordo del banchetto di Erode che gli costò la testa, di sarti, pellicciai, conciatori di pelli grazie al suo vestito di cammello cucitosi da sé, e dei cardatori di lana per l’agnus dei che rappresentava. Ovvissimo, infine, che sia il patrono di tutte le anime decollate, vista la fine che ha fatto. Per chi volesse farci scappare la gita agiografica, la sua testa è conservata a Roma, qui.
Un’altra puntata della faconda rubrica sulle ricerche improbabili, ossia: le chiavi di ricerca migliori che qualche incauto ha digitato nei motori di ricerca e per le quali è finito su trivigante. Grazie, cercatori di cose.
– in estrema sintesi:
la legge dei motori di ricerca prescrive che più sono le parole immesse nella ricerca e più è probabile trovare ciò che si cerca. Va da sé che meno si cerca meno si trova. I campioni di categoria, questa settimana, sono “1h“, “0h” e l’imprendibile “f“. Che hanno la secchezza della tastiera.
– non riesco a diventar barzotto:
con il tempo, questa sta diventando una categoria fissa: cialis, viagra, insomma tutto ciò che serve agli organi erettili che fanno di un uomo un vero uomo. Si va dunque da chi ha cercato “a milano chi vende il cialis“, facendo come al solito l’inutile domanda al motore di ricerca, a chi cerca invece uno spaccio aziendale, “nome dellindustria che produce il cialis per le farmacie” (sic!): buona fortuna, cari.
– porno:
la categoria principe delle ricerche, in senso piuttosto generale: l’accoppiata “piciu porno” promette faville; invece un signore non dovrebbe fare giochi erotici con i dvd o, peggio, le videocassette, cercando “video porno non entra“; in campo letterario, forse, la ricerca “paal porno d“, bella tronca; un giovane dallo slang spigliato, invece, desidererebbe sapere di più sui “gamez di culo“; la pruderie, invece, talvolta, sconfina nella cronaca nera e nel grottesco sgrammaticato, come nel caso di chi ha cercato “cronaca incesto faminiliare a narzole“. Narzole è vicino a Cuneo, per chi se lo fosse chiesto. Il vincitore, comunque, resta colui che cerca ciò che ha già: “culona che balla sul mio desctop“.
– avril lavigne:
lateralmente al porno, una categoria che riscuote discreto successo: qualcuno vuole sapere proprio tutto su “il buco del culo di avril lavigne” e qualcun altro, non da meno ma più sofisticato, vorrebbe informazioni su “avril lavigne baffetti“. Ignote le motivazioni.
– date:
“Domani avvenne” era una bellissima e oltremodo utile rubrica dell'”Almanacco del giorno dopo” RAI, che raccontava gli accadimenti del giorno, oltre alla doverosa agiografia. Perduta quella, tocca cercare in internet: l’assurdo cronologico di “30 settembre 1944 news“, il misterioso “21 settembre 1943… va in scena“, l’inquietante “pontevico 24 settembre 2010 e la droga“, molto localizzato nel tempo e nello spazio, lo spaesato “calendario 21 settembre“, porello, e il desiderevole di conoscenza “la calabria nel 1943“, compagno di “himmler a bergamo 1944“. Allo sbando.
– avrei una curiosità:
checché se ne dica, la gente vuole sapere. Il che è un bene, finché non si indaga su cosa voglia in realtà sapere. Ed ecco una bella teoria di saperi non ancora trovati: so esattamente cosa voglio (“giocatore calcio rumeno carro armato ceausescu foto“); quante erano che non ricordo? (“gatto a due code“); vorrei mangiare bene (“osteria dello schifoso“); non so scegliere il colore dell’auto (“rosso sfrontato fiat arzillo“); prima di provare, vorrei sapere bene (“necrofilia casi accertati“); non dentro ma sopra (“puttane sull autogrill“); ci piacciono gli opossum degli ottentotti (“opossum tedesco” e “libro degli ottentotti“); come mi devo vestire? (“vestito fascista“); aere perennius (“aere abbandonati“); fornisco descrizione dettagliata (“enel cane nero lanciafiamme“); sono molto confuso (“vdrift per mac merda“); vado a scuola ma sono figo (“gelmini winston smith“); non ho molto tempo (“la chimica spiegata brevemente“); vorrei sapere cosa dire quando mi capiterà (“aneddoti per quando si è ubriachi“).
Ma l’eroe assoluto, preciso e diretto, è: “la formalita e disciplina nella flotta stellare di star trek“. Uscirà saggio a breve.
– incompresi:
i migliori, talmente al di fuori dalle regole da risultare solitari eroi incompresi nelle lande della ricerca. Quarto classificato l’uomo della zeta: “because change happenz traduzione“. Terzo classificato ma meritevole di secondo, il clamoroso cinefilo di “film laos calmo“. E qui è un pezzo che me la rido. Secondo, l’uomo che ha sentito dire qualcosa ma non è sicuro di avere afferrato: “film dove cera un muro parlante“. Ed è ancora lì a chiedersi che cosa significhi un muro parlante. Primo assoluto, perché sintetico e geniale, l’uomo che ha rischiato una volta di morire in Inghilterra: “anglofogo“. Giù i cappelli, signori, in presenza del genio (vedere finneghismi).
l’africa vera
I cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2010 sono 4.235.059 pari al 7,0% del totale dei residenti.
Nel corso dell’anno 2009 il numero di stranieri è aumentato di 343.764 unità (+8,8%), un incremento ancora molto elevato, sebbene inferiore a quello dei due anni precedenti (494 mila nel 2007 e 459 mila nel 2008, rispettivamente +16,8% e +13,4%), principalmente per effetto della diminuzione degli ingressi dalla Romania.
Sono usciti i dati Istat ufficiali 2010 sull’immigrazione in Italia, qui il report completo e qui grafici e tabelle. Al di là del fatto che io, di mio, più ci si mescola e più son contento (fanculo a tutti i leghisti, incordialmente), consiglio una lettura per sapere esattamente di cosa si stia parlando e, magari, non sparare cazzate seduti nel salottino buono prendendo il the.
letteratura in diretta
Via di laivblog istantaneo, chi c’è può vedere l’annuncio in diretta del Nobel per la letteratura, alle 13, poi non so:
13.01: dopo un primo momento di panico dovuto allo svedese, intuisco che è Mario Vargas Llosa.
E la cosa, infinamai intensa, è finita. Seguiranno altri Nobel, sempre qui.
Fedele alla mia funzione di servizio e schiavo della mia passione incurabile per gli incipit dei libri, inauguro oggi una nuova rubrica letteraria: le prime parole famose, ossia alcuni tra gli incipit più famosi e piacevoli della storia della letteratura.
Poiché, però, non intendo escludere alcuno dalla generosa fruizione della stessa, provvederò a tradurre in italiano il testo originale, così che tutti ne possano godere al meglio. Ma non io, no, mi sobbarcherò l’onere della traduzione, che è cosa preziosa e realmente difficilissima, bensì – e qui sta la novità della rubrica – mi affiderò a Google, per essere sicuro di ottenere una cosa ben fatta.
Grazie alla potente tecnologia che illumina i nostri tempi, dunque, andiamo a iniziare questo fruttuoso viaggio letterario, che sarà ricco di soddisfazioni e di piacere, come si può di certo supporre. Ecco il primo.
Charles Dickens, David Copperfield:
“Se mi risultano essere l’eroe della mia vita, o se la stazione che si terrà da nessun altro, queste pagine devono mostrare. Per iniziare la mia vita con l’inizio della mia vita, mi record che sono nata (come mi è stato informato e credo) di Venerdì, alle 00:00 di notte. E ‘stato osservato che l’orologio ha cominciato a colpire, e ho iniziato a piangere, contemporaneamente.
In considerazione del giorno e l’ora della mia nascita, è stato dichiarato dal l’infermiera, e da alcune donne saggio del quartiere che avevano preso un vivo interesse per me diversi mesi prima che ci fosse alcuna possibilità di diventare nostro conosciuto personalmente, in primo luogo, che Ero destinato ad essere sfortunato in vita e, dall’altro, che ho avuto il privilegio di vedere i fantasmi e spiriti, entrambi questi doni inevitabilmente connessi, come credevano, a tutti i bambini sfortunati di entrambi i sessi, nati verso le ore piccole in una notte di Venerdì“.
Un ringraziamento di dovere a Google per la preziosa collaborazione (qui la prova).
Corbetta è un bel paesone vicino a Milano, con una considerevole storia e una concentrazione non comune di nobilazzi buoni per i varî delle navi, Frisiani Mereghetti, Pisani Dossi, Borri Manzoli, Frisiani Olivares Ferrario a centrocampo, Olivares Zari Mereghetti nelle retrovie e avanti così.
Variamente frequentata da Carlo Borromeo, che nel verde mare della Brianza spadroneggiava qua e là con fare burbanzoso, il paese ebbe un momento epico-guerresco con la battaglia di Magenta, per poi tornare nell’anonimato dei paesoni.
Un rigurgito neoclassicista tardivo di fine Ottocento si impadronì di alcuni architetti locali che, ebbri, presero a ristrutturare vari luoghi di culto locali secondo la moda appena colà giunta, tra cui la chiesa di San Sebastiano: ne rifecero gli interni e, più che altro, la facciata, con sobrio timpano di impianto classicista. Ahiloro, involontariamente – tira una riga qua e una riga là – ne uscì la frecciona puntata verso l’oggetto di devozione che potete ammirare qui sotto, orientata dritta dritta all’astro del ciel che tutto sovrintende:
Seguite la segnaletica, fedeli, e le vostre preci colpiranno nel segno.
Basterebbe questo per Corbetta ma no. Tra i personaggi del paese degni di nota vi è di certo tal Simone Borri, poi vescovo di Milano nel terzo secolo dopo il Cristo, cui va il merito della suddivisione della diocesi milanese in parrocchie e pievi e, chiaramente, la fondazione di numerose chiese e chiesine in territorio corbettano. Venerato poi come santo e come protettore di Corbetta, appunto, la sua ricorrenza si celebra il 12 ottobre. L’agiografia, però, lo ricorda con il suo nome da santo, che tanto mi piace ricordare: San Mona.
Per chi volesse rivolgergli una prece per ovvii motivi, è sepolto nel duomo di Milano.
Passano le settimane e, per fortuna mia, le persone continuano a cercare.
Siccome nei motori di ricerca non sempre vale la verità gnomica, non è detto che chi cerca trova, più spesso finisce da me con ben altri risultati. Più che altro, il mio spasso. Per l’ennesima puntata della rubrica, oggi la settimana trentanove di: le parole migliori che qualche incauto ha digitato nei motori di ricerca e per le quali è finito su trivigante. Oplà.
– porno:
nessuno stupore, il porno domina come sempre la rete e le menti dei cercatori: il signore che cerca “film la sporcacciona”, il suo collega dal plurale incerto che desidera “videi incestuosi”, il loro amico criptico che non sa bene ma cerca “tuti pt porno”, l’esperto alla ricerca di documentari specialistici, “porno nella stazione di monta”, il sommo talentuoso e vincitore della sezione, nonché antrosessuopologo, che indaga sul “sesso nel deserto video porno di beduini egiziani”. Egiziani, non beduini a caso, vorrei precisare. Talenti applicati vanamente, direi.
– non ho tanta voglia di leggere:
cercano audio o video per risparmiare energie, qualcuno confonde il mito con la favola, “video musical della favola di venere”, qualcuno vuole la bibbia commentata in versione audio, “commento audio non potete servire dio e la ricchezza”, un uomo non incompreso ma incomprensibile digita “video pirateria una vita breve e felice”, il migliore preferisce – come dargli torto? – tutti i formati in uno: “i ragazzi della via pal pdf audio”. Fuori concorso ma moralmente vincitore, il madre lingua che cercava “malche jackson video”.
– ortografia e grammatica:
se è lecito ricercare sinonimi o grafie corrette, “sinonimo di rinciulito”, più difficile è indagare l’origine della ricerca “parlante verbo” e ancor più arduo rispondere al cercatore in dubbio sulla flessione del verbo “amessa voce del verbo”: andare amessa? Campione di più categorie.
– domande:
internet non solo ha le risposte ma internet è la risposta. I miei preferiti, coloro che non hanno capito che ai motori di ricerca non bisogna porre delle domande, perché non c’è nessuno di là che legge e risponde, ma bisogna ragionare sulla risposta possibile. Essi sono i più numerosi e, per me, fonte di gioie continue. Uno per tutti: “che giorno era 17 settembre 1943”. Ovviamente il punto di domanda è pleonastico.
– se sbagli la domanda è ancora più facile:
strepitosi quelli che non solo non sanno cosa vanno cercando ma che sbagliano direttamente la domanda. Tutto diventa più facile, chiaramente. Il signore che ha letto una lapide per strada e gli è venuta la curiosità, “xvi marzo 1853”, il signore che cerca città brasiliane al posto di quelle italiane, “milnao divieti”, il signore appassionato di nera ma stufo delle convenzioni ortografiche che vuole sapere di più sul “suicidio patrignio di rossi”. Poi ci si stupisce che google a qualsiasi ricerca chieda “forse cercavi…”.
– cultura generale:
ma hanno cambiato il rosario? (“rosario la nuova immagine”); ci sono degli uomini strani a Milano? (“milano uomini pesce stazione centrale”); sono pericolosi? (“opossum giganti”). Infine, sono molto lusingato, un signore ha cercato informazioni su di me: “trivigante chi”. Sono imbarazzato, non saprei che dire, magari integriamo con il dove e il quando?
– sepolture affrettate:
la morte fa schifo, siamo d’accordo. Se poi ti seppelliscono vivo credendo che sei morto, fa anche più schifo. Meglio essere pronti all’evenienza, Poe lo diceva sempre, per cui compito per tutti: cercare “celle mortuarie campanelli” e “respirare bara”. Quando vi sveglierete in una bara sarete contenti di averlo fatto.
Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono.
Se, poi, a scritta si aggiunge scritta, la cosa è persino migliore. In questo caso l’autore primigenio, che chiameremo Mr. Blue, scrive un abbasso più che condivisibile, al punto che un successivo tizio dotato di bomboletta, Mr. Red, sottoscrive e coordina un’aggiunta, altrettanto condivisibile. Un terzo signore, di mezzi intellettuali e stilistici più modesti, che chiameremo Mr. Scolorina, aggiunge la chiusa in fondo, facendo riferimento a qualcuno dal cognome misterioso che inizia per “C”. Chi sa, parli.