Mi ero ripromesso di non parlare mai più di S. B., nè di prostitute para-sarde o di papponi pugliesi, ma ciò che ho tentato di far uscire dalla porta rientra sempre dalla turca, mio malgrado.
In questo caso, a fronte della pagliacciata aquilana e onnese, non posso non citare il cassonetto bananarchico (che ripiglia a sua volta WOUQ) che mostra come sia fantastico farsi belli con le case costruite da altri.
Categoria: politicona
GM mi segnala l’intervista di SB su Nessma TV due settimane fa, più ricca del solito di ultra-fandonie e sciocchezze a profusione, in contraddizione aperta con sé stesso. Rigiro ringraziando per la segnalazione:
Sentito questo, conviene andar via e tornare da extracomunitari.
tutto per Josko
Di chi sarà questo? Di Josko. E questo? Anche. E il resto? Di Josko.
Amena cittadina croata nei dintorni di Spalato, Donji Prolozac ha scelto il proprio sindaco: Josko Kraljevic Risa.
Il quale si è presentato alle elezioni con lo slogan: “Tutto per me. Niente per voi”. Richiesto di chiarimenti, ha spiegato: “Se migliorerà per me, allora lo farà anche per voi”. Infatti, Josko ha promesso a sua moglie Karmelita che gestirà Prolozac come gestisce la famiglia: se lui guadagna, la famiglia sta meglio. Il paese, che nulla ha a che vedere con il Prozac, ha aderito entusiasta e Josko ha avuto tutto.
Ivan Vijisnic, elettore anche lui di Josko, ha detto: “I politici fregano comunque, almeno Josko lo ammette”. Il che, evidentemente, è un pregio per Vijisnic.
Segnalazione da trivigante per Josko-tutto-mio: una volta terminate le feste, da’ un’occhiata al sito internet ufficiale di Prolozac, che attualmente versa in queste condizioni. E poi, una volta ogni tanto, smollati e ascolta questa, dai. Bel fighino.
istigazione al voto di destra
Poiché alle europee si potevano esprimere preferenze, tutti i candidati PDL hanno prodotto mono-manifesti invitando a preferire il capolista, Berlusconi ovunque, e di seguito il singolo candidato. Evidentemente se il candidato ha un cognome un po’ del cavolo e azzecca l’invito: “scrivi Berlusconi seguito-dal-mio-cognome”, in questo caso trattasi di istigazione al voto di destra. Anche solo per la goduria di scriverlo su una scheda elettorale e che il tutto sia, stranamente, valido.
speciale europee pt. 8: rottami/2
Ultimo giro di giostra a cavallo delle liste candidate alle elezioni europee 2009. Facile cominciare, se non fosse che già dopo tre liste sbilenche piglia uno stranguglione che passa la voglia di votare, di far parte di un consorzio semi-civile, di averci la passione per qualcosa, di fermare il crollo della diga con il ditino nel buco. Come che sia, oggi si vota, possibilmente per nessuna delle liste di queste otto puntatone stracciacosi.
speciale europee pt. 7: rottami/1
Settima e penultima parte della collezione di liste candidate alle elezioni europee 2009, in vista della resa dei conti di sabato e domenica. Nostra, ché qualcuno ha già cominciato, e già si fanno fosche previsioni sull’astensionismo collettivo e sull’avanzata di populisti e demagoghi.
Obama mi manda gli sms
Dopo che stamattina è passato da me e mi ha pulito la lettiera del gatto, mi ha preparato la colazione e ha portato fuori la monnezza, Obama è volato al Cairo per tenere il discorso di superamicizia con le popolazioni islamiche. Ma siccome Obama pensa sempre a me, e a ognuno di noi, il governo americano ha predisposto un servizio di sms con cui, aggratise e in qualsiasi parte del mondo, invierà i passaggi salienti del discorso di oggi.
Basta compilare il modulino e vualà, in diretta Obama mi pensa. Mentre Di Pietro ha scoperto YouTube e il PD Twitter, peraltro con una certa fatica, Obama manda teneri messaggini per non lasciarmi solo tutto il giorno. Naturalmente se mi mandasse un sms con cui mi chiede cosa comprare al supermercato prima di tornare a casa, io ne sarei molto più felice. Sinceramente.
Sesta puntatona, ormai sfiancato, della parure delle liste candidate alle elezioni europee 2009 e meno due al giorno delle elezioni. Corsa contro il tempo e contro l’agonia dei sensi. Miei.
Apre oggi la morsa fiammeggiante del “Fronte dell’Uomo Qualunque”, che si richiama ovviamente all’UQ di Giannini, anno 1944. Se quello aveva, alla fin delle finite, posizioni liberali ma raccolse a sé una quantità invereconda di filo-fascisti, questo non è chiaro a che serva. E’ talmente qualunquista, questo, che non si è nemmeno preso la briga di indicare le circoscrizioni elettorali nelle quali si presenta.
Prosegue la lista “Mondo anziani” che, a stare al simbolo, ha più l’aria di “Mondo anziani appassionati delle frecce tricolori” che altro. Se vi piacciono gli aerei, siete anziani e non siete mai stati a Ramstein, allora è la vostra lista.
Terzo aggregatore, “Liberté, fraternité égalité”, che parte forte e rilancia – tutto nello stesso simbolo – la propria attività di recupero crediti (“recupero maltolto” e bel salvadanaio), la lotta per l’acqua gratuita, il contrasto ai provvedimenti di amnistia (non esattamente sulla notizia) e la battaglia per l’abolizione delle province. Da segnalare che solo un anno fa nel simbolo c’era anche la scritta “Yankee go home please”, che ancora turba le mie notti. Please.
Quarto assembramento di partiti e concetti, la lista “NO EURO – Lista del Grillo parlante” ha ovviamente il merito di, apparentemente, saper leggere. Merito tutt’altro che secondario, peraltro. Oppure nemmeno, hanno guardato un po’ di tv e hanno assimilato il concetto, teorico, di un comico genovese decisamente sopravvalutato.




Ma non finisce qui. Altre quattro aggregazioni di micro-particelle di sodio dannoso.
I consumatori di acqua, telefono ed elettricità si sono ritrovati, senza nulla dire ai consumatori di gas, e hanno fondato la lista “Partito Consumatori Italiani”, bella combriccola di squadernati senza scopo. Strano, piuttosto, che l’acronimo del partitino sia PCI, svirgolone inconsapevole.
Si ripresenta, ancora, la listona “Democrazia europea”, il cui slogan è: “Casta contro”. Se loro si ripresentano paro paro, io paro paro ri-posto il mio commentino di un anno fa: “Se il messaggio è, indovino, che siete contro la casta dei politici perché avete letto Stella, allora non si capisce tanto, l’ordine soggetto-verbo-predicato un suo senso – di solito – ce l’ha”.
Altrettanto selvaggio e ricco di emulazione è il “Partito della libertà”, che svia al singolare un concetto politicamente noto, aggiungendo di proprio il giallo sottostante e un sorrisetto tricolore che richiama uno smile e, contemporaneamente, l’amicizia simpatica che a destra pervade ogni singolo clone. Presenti anche alle ultime politiche, non si può dire che non siano perseveranti: quanto voti frutto di errore avranno raccolto? Malafede.
Ultimo giro per questa volta, il camioncino europeo lanciato verso Bruxelles del “Movimento autonomo autotrasportatori”, un sincero e imponente contributo politico da parte di uomini e camion. Il M.A.A.E. è forse, speriamo, un camion lanciato a bomba contro l’ingiustizia? Lecito dubitare, più probabile un agglomerato di Tirzan corporativi che tentano di portare alla piazzola ciò che si può.




Quinta puntata dell’elegante e raffinata rassegna delle liste candidate alle elezioni europee 2009 e tocca purtroppo correre perché sabato si avvicina. Stavolta, è l’ora dell’orgoglio nordista a confronto con quello sudista, pochezza contro pochezza, scemenza contro assurdità. E pare infatti un certo qual controsenso candidarsi alle elezioni europee, indette in nome della rappresentanza sì ma all’ombra del concetto superiore di unità, sbandierando un tovagliolino locale che indica l’uguaglianza più uguale con i propri conterranei. Quartierino contro villaggetto, genio contro astuzia, affinché Bruxelles protegga la qualità superiore della mozzarella contaminata. Anzi no, del bagoss prodotto in fabbrica. No, del pomodorino mediterraneo. No, della polenta valsuganina. Etc.
In ordine alfabetico, via con il nord (la minuscola la metto apposta, leghisti del cacchio).
Apre “Progetto Nordest” con tondo sormontato da cappello di Pinocchio sulle ventitre, ovvero ago della bussola che punta all’obbiettivo nordest, all’interno di tondo giallo simil-formaggione alpestre. Si affianca la minimalista “NordDestra” che lesina sui colori ma non sulle consonanti ravvicinate: il verde del nord giustapposto al blu della destra e anche in questo caso è sotteso il giochetto “norddest”. Terza lista nordista, “Comunità alpine” sottotitolo “Autonomie, Liberté, Démocratie”, che più che nordista è palesemente di provenienza valdostana, piemontese al massimo, e rappresenta sì e no tredici famiglie autoctone.
Vien più voglia di mettersi un Moncler che di votare.



Poiché non ci fa mancare nulla, mai, il sud risponde a tono. La lista “La discussione – La forza del SUD” schiaffa un azzurro improbabile perché a sud c’è il mare, sfuma il paese verso nord per meglio chiarire e lancia un sottinteso inquietante: la forza del sud è la discussione? Stiamo freschi. Grandiosa, invece, la “Lega federale del sud”, associazione di imprenditori e operai, che propone i due tipici simboli meridionali: la signora che beve direttamente dalla brocca e l’orso senza le zampe davanti. In mezzo, la scritta “Arsura del Sud”, forse riferita alla signora bibente forse all’orso monco. Il terzo soggetto, il “Partito Europeista Riformista NOLA”, cacofonico il giusto e mordace nel giochetto dell’acronimo, giustappone alla silhouette del barocco di Nola uno schianto di antennone ténnologico, per spiegare bene bene il concetto di riformismo: va ben la tradizione che bellezza il meridione ma una bella antennona a noi ci farebbe piacere.



In medio stat virtus, ovvio.
speciale europee pt. 4: discoring
Quarta peregrinazione nel mondo fantastico delle liste elettorali candidate alle elezioni europee e breve momento di svago: accoppiata di simboli in stile discoring.
“Alleanza lombarda” presenta un evidente 45 giri con buco grosso al centro, in tinta unita, che richiama certe stampe musicali degli anni Sessanta, Caterina Caselli e i Ribelli. Non è noto cosa vi possa essere inciso, probabilmente un inno programmatico, una canzone patriottica che inneggia alla piccola vedetta, un discorso sgrammaticato di un qualche separatista del varesotto cresciuto a polenta e attacchi di scorbuto. Niente che possa entrare nell’hit parade, comunque.
Più interessante il 33 giri di “Parlamentare indipendente”, l’etichetta è sconosciuta, inciso nel solco sbarazzino dei picture discs che tanto andavano negli anni Ottanta. L’autore ignoto, il cui nome sostantivo+aggettivo richiama tanti altri esempi nel genere, come “Rondò veneziano” per esempio, è forse un DJ dalle velleità artistico-politiche, forse un rapper, forse un pupillo di Cecchetto. I colori non suggeriscono l’utilizzo di strumenti della tradizione né melodie campagnole. Forse, ecco, un richiamo alle sonorità dei Ricchi e Poveri nel periodo Ottanta o a qualche bella invenzione della Carrà nel periodo dei fagioli: la grafica lo dimostra. Se non utilizzate Campus-alla-mela-verde, non indossate scaldamuscoli fosforescenti e non desiderate sposare Simone Le Bon o Tonio Hadley, continuate a ignorare come avete fatto in quel decennio maledetto.

