Categorie
nemici

cafoni a milano scrivono cose

A Milano due cafoni, grossi e indifferenti, siedono su poltrone importanti.
Da poco hanno scoperto la scrittura e ci dànno dentro: neon festivo per la cafona sul palazzo comunale, maxi-telone idiota per il suo omologo regionale. Lei, ovviamente, parla in prima persona perché il Consiglio Comunale è lei, punto, senza badare a spese o canoni estetici; lui, un filino più complesso ma poco poco di più, bada solo ai propri correligionari e che le altre confessioni muoiano ammazzate.
Il fatto che si tratti di palazzi pubblici utilizzati per scopi personali non li riguarda né poco né punto. Perché è roba loro.

Grazie a Mr. A. per la segnalazione regionale.

Categorie
nemici

l’editoriale politico: Calearo, Cesario, Nucara, Scilipoti, Grassano, Polidori, Catone, Siliquini

Massimo Calearo, Bruno Cesario, Francesco Nucara, Domenico Scilipoti, Maurizio Grassano, Catia Polidori, Giampiero Catone, Maria Grazia Siliquini: alcuni comprati, altri forse. Che poi, a voler ben cercare, scopriremmo pure che si sono fatti comprare per una cicca di tabacco e una vigorosa stretta di mano. Attendiamo inviti a cena in case ristrutturate di fresco e seconde lauree via CEPU.

Ed ecco l’arguto editoriale della redazione politica di trivigante.it:
Calearo, Cesario, Nucara, Scilipoti, Grassano, Polidori, Catone, Siliquini, complimenti vivissimi per il vostro voto, spesso deciso tra i tormenti dell’ultimo secondo. Siete, tutti quanti, senza dubbio dei lucidastivali, dei maccabei, dei baciapolvere, dei leccardi, degli impastoiati, dei malfatti, dei nibbiacci, dei gabbasoldi, dei biascicarosari, dei babbalioni, dei culai, dei malestrui, dei dappoco, dei malamocchi, degli impecoriti, dei barlacchi, dei giannizzeri, dei babbuassi, delle gandule, dei pelamantelli, dei frinfrini, dei pigoloni, dei nenci, dei malvissuti, dei bidonisti, dei ghignaceci, dei cacastecchi, degli abelinati, dei baccelli, dei leccasanti, dei guitti, dei pistola, degli inceppati, dei fregnacciari, dei barabba, dei mandragoloni, dei gesuiti, dei frantumatesticoli, dei malcreati, dei bacherozzi, dei predoni, dei frappatori, dei galoppini, dei fanfani, dei mangiamoccoli, delle pittime, degli omarini, dei levantini, dei bagonghi, dei leccascodelle, dei fregnoni, degli idrofobi, dei gabbacristiani, degli ostrogoti, dei calabrache, dei flanelloni, dei malavvezzi, dei cozzari, dei bambi, delle caccole, dei burbanzosi, dei lacché, dei farabolani, dei paccari, degli imbalsamati, dei pecoroni, dei cacadubbi, degli inculaformiche, degli arruffamatasse, degli imbozzacchiti, dei farisei, dei masticabrodo, dei gnauloni, dei bifidi, dei patacca, degli infilzapaternostri, dei ferrivecchi, dei panepersi, dei disutili, degli imbuchini, degli esenpalle, dei mettimale, dei faccia di tolla, dei bigoli, dei cazzari, degli involuti, degli asciugoni, dei lagna, dei minorati, dei pescecani, dei grassatori, dei cataplasmi, dei fottigrilli, degli intrallazzoni, dei mappini, delle banderuole, dei falananna, delle cariatidi, dei perdaballe, degli abbrutiti, dei khomeinisti, dei midolloni, dei leccalecca, dei mezzaseggiola, dei guastamestieri, dei caghini, dei gonzi, dei foramelli, dei manichini, delle piaghe, delle girelle, dei narcotici, dei misleali, dei battifiacca, degli ingrulliti, dei guastamondo, degli avannotti, dei goccioloni, dei nefandi, dei fecciosi, dei peracottari, dei gingillini, dei ciula, dei fossili, dei beccamorti, delle mummie, dei flagiziosi, dei blateroni, degli intruglioni, delle piattole, dei bori, delle mezzemaniche, dei leccaprìncipi, dei budelloni, dei filistei, dei cassonetti, dei pici, dei baciapile, degli anorgasmici, dei puffi, dei ciacci, dei figli del vizio, dei beoti, degli abbaioni, dei figli di corpivendole, dei quaccheri.

Fremo nell’attesa delle querele, per procedere alla disamina processuale degli epiteti.

Categorie
nemici

chi è questo tizio?

Faccio mia la domanda di alcuni: chi è questo tizio a volto coperto che durante gli scontri di ieri prima assale i blindati con una pala e poi ha in mano un manganello d’ordinanza e, soprattutto, un paio di manette?

Cossiga lo saprebbe.

[Aggiornamento delle 17.59: un interessante articolo dà qualche spiegazione che pare sensata.]

Categorie
nemici

il CEPU salva Berlusconi, per ora

E gli studenti, giustamente, si incazzano.
A margine ma non troppo: Mediaset +4,6% in borsa e sale (ore 17.13).

Categorie
nemici

le contromosse

Wikileaks viene oscurato in questi minuti (ma si può ancora raggiungere qui, almeno ora mentre scrivo) ed è solo un altro atto di uno scontro su tutti i fronti.
Nonostante la stampa italiana riporti solo fatti di costume (Berlusconi inetto e devastato dalle festicciole, fatti noti, la notizia è che nessuno nelle redazioni si prende la briga di leggere alcunché), i contenuti sono piuttosto importanti e man mano che qualcuno offre sintesi qualcuno sobbalza sulla sediolina. Assange, dopo l’accusa di stupro, ridicola, è l’obbiettivo del Terminatore e farebbe bene a guardarsi le spalle anche dagli amici.

Fatto sta che qui è necessario sostenere tutta la faccenda, parlandone, leggendo, diffondendo, oppure facendo fronte all’oscuramento con le possibilità della rete: qui è possibile scaricarsi tutto il pacchettone dei cables (serve un client torrent), per conservarlo, leggerlo, diffonderlo e preservarlo dalla sparizione. Per rimetterlo in giro se dovesse servire. Una bella lotta, non c’è dubbio. Vediamo di fare la nostra parte.

Un esempio interessante:

S. B. ha liquidato ogni considerazione di Elizabeth Dibble come facezie “di una funzionaria di terzo livello”, peccato che la signora fosse, al tempo, la funzionaria in capo dell’ambasciata americana a Roma, con prerogative di viceambasciatrice. E ora è decisamente passata al secondo livello.

Categorie
nemici

dal greco mythos e logein (parole a caso)

Mario Adinolfi è nato il 15 agosto 1971.
Dopo una vita in area DC, CEI, Radio Vaticana e compagnia bella, si sposta nel centrosinistra e si candida qua e là, a piacere, tra Parlamento e segreterie. Primo o ultimo dei non eletti, ora si è dato al poker. Buon per lui, il problema è un altro.
Dicevo: è nato nel 1971. Il che gli dà diritto, come ha appena fatto, di fondare una rivista (The week, non proprio tutta farina del suo sacco), che è riservata ai nati dopo il primo gennaio 1970. Uff, per un pelo non restava fuori proprio il direttore, che culo. Fosse nato nel 1969, toccava partire da lì.
Comunque, Adinolfi si presenta e presenta il progetto, spiegando che l’Italia è un paese per vecchi. Il che sarebbe anche vero, non discuto, se non fosse che considerare i quarantenni come i giovani emergenti è ragionare secondo la stessa identica logica dei vecchi: provi Adinolfi a chiedere a un ventenne come considera un quarantenne, lo faccia, direttore. Prometto sorprese.

Comunque, dicevo: Adinolfi si presenta e, da retore vero, si pone le domande e si dà le risposte. La prima è: “Chi siamo?”. Ecco la risposta:

Semplice, no? Cantami o diva del vecchio Adinolfi blablabla: parole a caso, su rieduchescional ciannel. Già mitico mi fa horrescere (segna, Adinolfi!), che la si smetta perdio!, ma mitologico è l’iperbole cazzona di chi piglia i fiaschi, li beve, e pure i fischi, miei.
Io rientro nella categoria dei nati post, di certo non in quella dei “mitologici under 40” – che se Adinolfi mangia come parla sta messo davvero malino – e me ne guardo bene dall’avvicinarmici pure: perché vien spontaneo pensare che se questi sono i giovani, eloquio alla mano, mi pare più che normale che i vecchi non mollino di un millimetro il cadreghino. E hanno pure ragione.
Da venerdì il mitologico Adinolfi è in edicola, e non perdetevi per niente al mondo la “controcopertina e una sezione apposita chiamata Poker Week”. Altrimenti siete vecchi smitici.

(Aggiornamento delle 18.58) Trovo una frase di Aldo Grasso su Adinolfi che sottoscrivo con tutte le mani e le penne che ho, eccola:
“Adinolfi, infatti, mostra scarsa dimestichezza con la conduzione, ha un marcato accento romanesco, è un inguaribile narciso. Però è giovane perché ha un blog. Sul quale scrive: «Sono orgoglioso di aver messo il mio lavoro a disposizione di chi ricorda che le mafie hanno causato negli ultimi quindici anni 2500 morti in questo nostro malandato paese». Non sarebbe meglio acquisire qualche competenza, oltre al mestiere di blogger, prima di affrontare temi così importanti e decisivi?”. Bam! Avanti con la rivista.

Categorie
memoria nemici

un epitaffio per la nullità Starace

Qui giace Starace
vestito d’orbace
di nulla capace
in pace rapace
in guerra fugace
a letto pugnace
requiescat in pace.

Diceva la saggezza popolare. E magari nemmeno in pace, per quello che mi riguarda.
Fu talmente inetto e zelante, un Bondi all’esacubo, da diventare presto lo zimbello popolare, sebbene chiaramente non fosse permesso dirlo in pubblico. Fosse per lui, ogni corrispondenza privata si sarebbe dovuta concludere con la frase “Viva il Duce”. Vorrei ricordare qui un trio di perle esemplificative del personaggio, a chiarimento:

Chissà perché ci si attenda ancora a considerare la fine dell’anno al metro del 31 dicembre, piuttosto che a quello del 28 ottobre. L’attaccamento a questa consuetudine è indice di mentalità non fascista (il 28 ottobre è la data della marcia su Roma);

Tutti gli organi del partito funzionano: devono funzionare perciò anche gli organi genitali.

Alla parola “comizio” d’ora innanzi prego di sostituire la parola “raduno di propaganda”. Il comizio ci ricorda tempi superati per sempre.

Se il 31 dicembre farete festa, avete decisamente una mentalità non fascista. Parola di Starace, di nulla capace.

Categorie
nemici

i miei rincoglioniti prediletti

Dopo Capezzone, le lesbiche neonaziste, i sostenitori del nucleare, i leghisti che assumono extracomunitari in nero, Cecchi Paone, i pachistani cui piace Fini, i pensionati che votano Berlusconi, i campani che votano PDL, i comunisti che votano PD, i giornalisti di Libero, i sodomiti cattolici, quelli che fanno domanda di lavoro all’Esselunga, le persone riservate che aprono un profilo su Facebook, i neri repubblicani, i leghisti parlamentari europei, i programmatori amish, i miei autolesionisti/rimbecilliti prediletti sono quelli dell’American Gay Conservative:

Il concetto di contraddizione è del tutto sparito dalla nostra epoca, è un fatto.

Categorie
nemici

panem et motorini

Quando il saggio indica i motorini, lo stolto guarda le puttane:

“Dobbiamo continuare sulla linea Acerra-Bruxelles e insistere sul fatto
che il governo va avanti a lavorare.
Mentre tutti ieri parlavano della battuta sui gay, nessuno si è accorto
che Berlusconi ha messo sul piatto 110 milioni di euro per i nuovi incentivi
per i motorini”.

(Paolo Bonaiuti, 2 novembre 2010, La Repubblica)

Paolo Bonaiuti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria, in Forza Italia dal 1996, una volta era di sinistra. Non genericamente ma intimamente convinto. Nel 1994 da giornalista de Il Messaggero scriveva preoccupato: “Dal pulpito di Rete 4 è stata impartita ieri sera una lezione di intolleranza. Proprio mentre infuria la polemica su quanto sia favorito rispetto ai concorrenti un candidato alle elezioni che possiede tre reti televisive, l’invito di Emilio Fede a cacciare Indro Montanelli perché troppo autonomo è il primo esempio pratico del livello di “indipendenza” che potrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusconi. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, perché lascia capire quanto potrebbe essere forzatamente massiccio e compatto il sostegno al Cavaliere degli organi di informazione del gruppo. Guai a chi si azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro”. Infatti.
Ogni tanto, con cautela, gli capita di fare una scorreggina. Forse si comprerà un motorino.

Categorie
nemici

solo un pugno?

“Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi contro l’Italia multietnica sono preoccupanti e gravi. Rischiano di spostare la Cdl su un terreno rischioso e sdrucciolevole e dimenticano – ad esempio – che anche all’apertura sull’immigrazione Paesi come gli Stati Uniti devono una parte importante della loro grandezza” (Daniele Capezzone, 2006).

“Da qualunque punto di vista si consideri la delicata questione dell’immigrazione, c’è un aspetto che non può essere messo tra parentesi: l’Italia non può e non deve adottare una linea di cedimento rispetto al fenomeno della clandestinità, a meno di volersi trasformare in una sorta di ventre molle dell’Europa” (Daniele Capezzone, 2009).

Dovevate dargliene di più.