Trentuno. E per fortuna l’Associazione dei parenti delle vittime della strage della stazione di Bologna continua a ricordarlo, ogni anno con lo stesso, identico, manifesto. Cambia una data, un anno in più. Vederli tutti insieme è come vedere gli anni che sono trascorsi e che qualcuno ci ha costretto a vivere senza sapere. Anche questo non è giusto.
Categoria: memoria
Ustica: trentun’anni
Oooh, America, oh-oh.
Nel 1933 – anno che fa sempre sobbalzare molti di noi – lo Stato del North Carolina approvò una legge eugenetica.
Eugenetica negativa, ossia prevedeva la sterilizzazione dei soggetti deboli della società, tra cui deboli di mente, pazzi, idioti, criminali o, addirittura, epilettici, moralmente degenerati o sessualmente pervertiti.
In generale, poi, furono presi in considerazione anche i soggetti deboli socialmente ed economicamente, i neri e chiunque vivesse ai margini della società.
Naturalmente, come sempre succede in questi casi, era sufficiente una dichiarazione congiunta di un medico e di un parente per far partire la procedura di sterilizzazione. Oppure, e vi sono numerosissimi casi dimostrati, gli incaricati convinsero i soggetti prescelti spiegando loro che il processo era reversibile. Peccato che non viviamo in casa Forrester. Land of freedom.
Tra il 1933 e il 1979 (!), anno in cui la legge fu nominalmente revocata (fu abolita nel 2003!), in North Carolina furono sterilizzati circa 7.600 cittadini, e la stima è probabilmente al ribasso. Ma non solo: almeno altri sette Stati americani adottarono leggi simili nello stesso periodo, il che porta all’incirca a 65.000 il numero delle persone sterilizzate negli Stati Uniti. I casi conosciuti.
Lo Stato del North Carolina è l’unico stato che, oltre a delle scuse formali, abbia proposto un risarcimento alle vittime, nel 2003. All’inizio furono proposti cinquantamila dollari per ciascuna vittima, il governatore poi sostenne che erano troppi e decise per ventimila o, in alternativa, cure mediche gratuite. Complimenti vivissimi.
Attualmente sono ancora in corso le audizioni per valutare caso per caso le situazioni delle persone coinvolte in North Carolina e possiamo solo lontanamente immaginare quale sofferenza possa essere presentarsi di fronte a una commissione per raccontare la propria storia. All’incirca tremila delle settemilaseicento vittime sono ancora in vita. Land of freedom.
Ma attenzione: a parte il caso della Germania, per ovvii motivi, e quello degli Stati Uniti, ci sono molti altri casi clamorosi di leggi eugenetiche tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, decisamente poco studiati e di cui si parla molto poco. Mai stati in Svezia (62.888 casi accertati)? E in Finlandia (58.000 casi accertati)? E che dire della Norvegia (40.891)? O della Danimarca (11.000)? La Svizzera smise solo nel 1985, dopo circa mille vittime.
E’ lo splendido stato sociale dei paesi del nord, che si prende cura dei propri cittadini.
E ora la domanda, banalizzando: perché si praticava l’eugenetica verso le persone più deboli economicamente e socialmente?
Perché si voleva migliorare la specie, certo, selezionando i soggetti ritenuti adatti. Oppure, insieme, controllare lo sviluppo della società, certo. Criminali. Tutto questo però non spiega l’accanimento contro le persone povere o a rischio povertà. Una mente normale, come la mia e la vostra, non ci arriverebbe mai, anche se una volta detto è davvero tutto molto semplice: assegni di maternità e spese sanitarie. Una questione di spese.
Vado a vomitare.
tempi moderni
la parola fine
Non è stato nessuno. E per aggiungere carico al carico, Zorzi ora è un fascista del tutto libero. Per chi non avesse seguito il processo, una sola informazione en passant: il pentito Martino Siciliano, il principale accusatore di Zorzi, ha ritrattato tutto dopo aver ricevuto seimila marchi nel 1994, provenienti da un conto svizzero. Riconducibile a chi? Alla Fininvest.
Stupisce sempre scoprire quanto poco basti per comprare certa gente.
ancora sul Museo di via Tasso
Dal 2 gennaio 2011 il Museo Storico della Liberazione di via Tasso a Roma non avrà più la copertura finanziaria per proseguire le proprie attività.
Questo grazie all’attuale governo, scritto minuscolo, che ha tagliato quei quattro spiccioli che i governi precedenti non avevano mai avuto l’indecenza di tagliare. Se qualcuno crede alle banalità della Polverini (“Il Museo di via Tasso rappresenta un bene prezioso per Roma e tutto il Lazio, non mancherà da parte della Regione l’impegno perché se ne scongiuri la chiusura e possa continuare ad essere custode della memoria di una pagina tragica della nostra storia che non può e non deve scomparire”) se ne stia tranquillo, seduto e beato.
Gli altri, coloro che vogliono ricordare Gianfranco Mattei, Bruno Buozzi e gli oltre duemila antifascisti reclusi, torturati e in gran parte uccisi in via Tasso, possono giustamente incazzarsi, guardare questo filmato e, meglio, regalare un contributo volontario: qui.
Il 20 novembre, chi fosse a Roma può partecipare di persona, perché vedersi in faccia fa sempre un gran bene.
A dimostrazione che sebbene spesso io predichi bene ma razzoli qua e là ma stavolta no, ecco.
Qui giace Starace
vestito d’orbace
di nulla capace
in pace rapace
in guerra fugace
a letto pugnace
requiescat in pace.
Diceva la saggezza popolare. E magari nemmeno in pace, per quello che mi riguarda.
Fu talmente inetto e zelante, un Bondi all’esacubo, da diventare presto lo zimbello popolare, sebbene chiaramente non fosse permesso dirlo in pubblico. Fosse per lui, ogni corrispondenza privata si sarebbe dovuta concludere con la frase “Viva il Duce”. Vorrei ricordare qui un trio di perle esemplificative del personaggio, a chiarimento:
Chissà perché ci si attenda ancora a considerare la fine dell’anno al metro del 31 dicembre, piuttosto che a quello del 28 ottobre. L’attaccamento a questa consuetudine è indice di mentalità non fascista (il 28 ottobre è la data della marcia su Roma);
Tutti gli organi del partito funzionano: devono funzionare perciò anche gli organi genitali.
Alla parola “comizio” d’ora innanzi prego di sostituire la parola “raduno di propaganda”. Il comizio ci ricorda tempi superati per sempre.
Se il 31 dicembre farete festa, avete decisamente una mentalità non fascista. Parola di Starace, di nulla capace.
Il calendario della memoria civile cominciò il 31 ottobre 2009 e ha documentato, per un anno e 163 posts, i caduti civili tra l’8 settembre 1943 e il 4 maggio 1945, periodo ascrivibile in qualche modo alla Resistenza italiana.
L’idea era, in corrispondenza di ogni giorno, riportare, in dettaglio se possibile, il numero inimmaginabile di vittime civili cadute – non soldati o partigiani – per rappresaglia, per attacco o per semplice sfizio di qualche soldato tedesco o traditore italiano. Per ricordare e per mantenerne la memoria. O, almeno, per dare un’idea concreta, ogni giorno, del numero di stragi nazifasciste e di vittime inermi, migliaia e migliaia, che hanno costellato il nostro paese da sud a nord in quell’anno e mezzo o poco più.
Ora tutto il periodo è stato riportato e il calendario finisce qui. A me è stato utile, credo di avere imparato parecchie cose, soprattutto mi ha costretto, quasi tutti i giorni, a fare i conti con i morti e con l’assoluta mancanza di senso per quelle morti, spesso legate a uno sguardo sbagliato o a un sospetto fasullo. E non è stato risparmiato nessuno, né bambini né anziani né uomini o donne, case, animali, paesi interi. Certi giorni era davvero difficile scrivere il resoconto del giorno, troppe persone, troppi luoghi, troppa ingiustizia tutta insieme.
Spero sia stato difficile anche leggere quei resoconti. Lo scopo, alla fine, era proprio questo.
A Noceto (Parma) tre civili fucilati dai tedeschi, la ragione è ignota.
A Bieda (Viterbo) quattordici contadini fucilati dai tedeschi perché sospettati di collaborare con i partigiani della “Buratti”.