A Collelungo di Cardito (Frosinone) un gruppo di Alpenjäger fucila trentacinque civili, accusati di avere portato aiuto a prigionieri anglo-americani.
Categoria: memoria
muro contro muro
Per cominciare correttamente un post, di solito ci vuole una notizia o un dato che faccia colpo sul lettore e catturi la sua attenzione. Eccolo:
Anche se il paragone ha valore relativo e il secondo dato non è aggiornato.
Poi, iniziato, bisogna affrontare il discorso descrivendo il contesto: il 45% dei lavoratori agricoli messicani negli USA è illegale e da qualche parte deve pur venire. Ovvero da di là del muro. Stime suppongono che circa cinquecentomila clandestini cerchino di attraversare il Mexican wall ogni anno e stime, altrettanto ufficiose, presuppongono che ne muoiano almeno cinquecento ogni anno nel tentativo. Ai più fortunati tra gli sfortunati capita di essere catturati da una delle diciassettemila guardie del muro e di essere rimandati indietro. Le ragioni di questo travaso umano sono più che evidenti (1:10 è pressapoco il rapporto tra uno stipendio messicano e uno nordamericano) e, per capire meglio, basta studiarsi un po’ i termini del Nafta (1994). Che, non a caso, ha seguito di poco l’inizio della costruzione del muro.
Poi, dopo alcune informazioni, bisogna arrivare a un punto: il muro tra USA e Messico non è continuo, nelle località più presidiate è una barriera di cemento con torrette di guardia, altrove è una tripla fila di filo elettrificato e spinato, altrove ancora non è che una linea immaginaria sorvegliata da telecamere. Ovvio che il passaggio sia tentato in queste ultime zone, le meno presidiate. Le quali, però, e sempre non a caso, sono sì le meno presidiate ma anche le più inospitali, ossia in mezzo al deserto, dove capita piuttosto spesso ai clandestini di crepare di freddo o di caldo, di sete e fame, di annegare nel Rio Grande o di morire per una fucilata della Border Patrol.
Della Decima MAS molto si sa, per quanto mi riguarda è più che sufficiente riportare un estratto dalla sentenza di rinvio a giudizio nel processo contro Junio Valerio Borghese, comandante della Decima, iniziato l’8 febbraio 1948.
Secondo le accuse, le attività della legione erano, tra le altre:
“continue e feroci azioni di rastrellamento di partigiani e di elementi antifascisti in genere, talvolta in stretta collaborazione con le forze armate germaniche, azioni che di solito si concludevano con la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e la uccisione degli arrestati, e tutto ciò sempre allo scopo di contribuire a rendere tranquille le retrovie del nemico, in modo che questi più agevolmente potesse contrastare il passo agli eserciti liberatori [… ] ingiustificate azioni di saccheggio ed asportazione violenta ed arbitraria di averi di ogni genere, ciò che il più delle volte si risolveva in un ingiusto profitto personale di chi partecipava a queste operazioni”.
E tanto basti.
Inutile dire che, come sempre accade in questi casi, i legionari fecero i forti quando erano in condizione di forza e si dileguarono quando le cose andarono per il verso sbagliato, rinnegando le proprie azioni, disertando, negando e sparendo nel nulla. Un classico.
Ma le cose, oltre a dirle, bisogna anche vederle, quando è possibile. Perché certe cose dei filofascisti e dei filonazisti bisogna ricordarle.
Ecco, a testimonianza della vigliaccheria e dell’infamia della Decima, un volantino stampato e diffuso alla fine del 1944 dai comandi della Decima MAS che, con toni vergognosi e degni di miserabili che avevano fiutato la sconfitta, si rivolgevano ai partigiani:
Bastardi.
un caso da manuale di plebiscito
Il 12 marzo del 1938 Hitler annunciò l’annessione dell’Austria al Reich.
Naturalmente, poiché godeva dell’appoggio da parte della Chiesa cattolica (da ricordare il vescovo Innitzer che concluse una sua dichiarazione scritta con “Heil Hitler”) e di larghissima parte politica, compresi i socialdemocratici, si concesse il lusso di indire un referendum un mese dopo, a cose ormai fatte. Fu così che il 10 aprile 1938 fu giorno di votazione per austriaci e tedeschi, a sancire una cosa ormai fatta.
Inutile dire che la propaganda fu massiccia e le contromisure imponenti: l’8% del corpo elettorale fu escluso dal voto (ebrei, oppositori, persone di cosiddetto sangue misto eccetera), la corrispondenza veniva affrancata con bolli inneggianti al “sì”, le radio furono sequestrate, le minacce implicite ed esplicite furono chiare a tutti. Inutile dire quale fu il risultato.
Anzi no: secondo i dati ufficiali il “sì” vinse con il 99,73% dei voti in Austria e con il 99,08% in Germania; l’affluenza fu del 99,71% in Austria e del 99,60% in Germania.
Facile, e l’Austria non esisteva più.
Ma il caso paradigmatico della votazione fu, senza dubbio, la scheda. Infatti, il quesito – formulato in forma confidenziale con il tu – postulava due domande in una: “Sei d’accordo con la riunificazione dell’Austria con il Reich tedesco avvenuta il 13 marzo 1938 e voti per la lista del nostro Führer Adolf Hitler?”. Già di per sé basterebbe, e invece no: il nome di Hitler fu scritto enorme e, questo bisognerebbe farlo studiare a scienze politiche, il tondo del “sì” era molto più grande di quello del “no” e centrato nella pagina, così da suggerire chiaramente il voto corretto.
Gli elettori, sebbene chiamati a convalidare il passato, compresero bene. D’altronde, come contraddire una scheda così?
A San Cesario sul Panaro (Reggio Emilia) nove civili vengono fucilati dalle SS. Tra essi, la medaglia d’oro al valor militare Gabriella degli Esposti.
ma che brutte brutte cose
Quando qualcuno mette una bomba un venerdì pomeriggio in una banca, non restano soltanto morti e macerie. Restano gli sconfitti e i sommersi, vivi e morti che non hanno avuto la possibilità di salvarsi. Chi di noi ha una coscienza è uno sconfitto e come tale è giusto che si senta. Coloro, invece, che la bomba l’hanno sentita direttamente sono i sommersi, coloro cui non è stata data la possibilità di salvarsi; anche se alcuni di loro sono sopravvissuti, con grande forza e dignità, sono stati sommersi.
Il 12 dicembre 1969, anche se lei ancora non lo sapeva, Licia Pinelli era già stata sommersa. L’avrebbe scoperto dopo.
Feltrinelli ha di recente ristampato una lunga intervista di Piero Scaramucci a Licia Pinelli che vale senz’altro la pena di leggere. E si badi al titolo: “Una storia quasi soltanto mia”. Sua perché di Pino si parla, suo marito, sua perché rimase sola come succede quando ti scoppia una bomba in casa e tuo marito vola da una finestra senza ragione, sua perché – e il titolo lo afferma chiaramente – c’è una bella differenza tra essere sconfitti, noi, io, voi, ed essere sommersi, lei e Pino tra i tanti.
Pochi si salvarono, non sappiamo nemmeno i loro nomi, perché nessun processo, mai, riuscì a dirli. Ed erano quelli con i candelotti nella borsa.
A Faedis (Udine) sei contadini che stanno tornando a Pecolle vengono fucilati perché sospettati di essere partigiani.
A Ciano d’Enza (Reggio Emilia) sei civili vengono fucilati dai tedeschi per rappresaglia dopo uno scontro armato con una formazione partigiana.
l’esasperazione dei comportamenti
Venerdì scorso è stato presentato il rapporto Censis 2009 sulla situazione italiana.
Lettura illuminante, come sempre, come le sintesi ragionate possono essere: al di là di qualche sociologismo di troppo, De Rita ha il pregio delle definizioni fulminanti e sebbene i fatti siano piuttosto evidenti a qualsiasi italiano sveglio, l’analisi è un valore aggiunto non da poco.
Sarà che mi ci ritrovo, sarà che il Censis ha sempre un non troppo velato atteggiamento censorio che a me piace (“Quando l’unico limite alla esasperazione dei propri comportamenti diventa la prefigurazione di un reato, oltre all’impunità cresce anche la solitudine sociale, poiché ciascuno può trasgredire senza il rischio dell’indignazione sociale e con molte probabilità di non essere sanzionato”), insomma io il rapporto me lo sono letto e lo consiglio, anche solo come lettura riassuntiva dell’anno che sta finendo.
Non è una lettura divertente, sia chiaro, e non ingenera ottimismo e amicizia verso i vicini di casa, va detto. Ma, tanto, i rapporti sono già tesi così, quindi è piuttosto improbabile che peggiorino alla prossima assemblea condominiale.
Il rapporto è scaricabile all’indirizzo in testa al post, io aggiungo la parte centrale, per chi volesse: qui.