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Benedetto XVI dà un’idea sbagliata del Dio che amiamo

Un interessante articolo di Sinéad O’Connor, pubblicato anche sul Washington Post, sullo scandalo-pedofilia in Vaticano.
Non si sottovaluti chi scrive, perché – e non solo per il fatto di aver strappato una fotografia del papa in mondovisione – per vicende personali e per sensibilità religiosa e politica sa ciò che dice. Ed è ancor più interessante perché è il punto di vista di una cattolica, irlandese per giunta.
A margine, e prima di riportare l’articolo, una considerazione interessante che mi è stata fatta ieri sera (la butto un po’ lì, pensateci anche voi): trovate così insensato sostenere che per la morale ecclesiastica (sottolineo: clericale) è più grave – sommariamente – per un prete andare con una donna che con un bambino? Ossia che nel primo caso si tratta di peccato e nel secondo di debolezza?

Ecco l’articolo (la traduzione è di Internazionale):

Quando ero piccola, l’Irlanda era una teocrazia cattolica. Se un vescovo camminava per strada, le persone si facevano da parte per farlo passare. Se assisteva a un avvenimento sportivo nazionale, la squadra s’inginocchiava per baciargli l’anello. Se qualcuno sbagliava, invece di dire “nessuno è perfetto” dicevamo: “Poteva capitare anche a un vescovo”.
Era una frase molto più vera di quanto immaginassimo. Papa Benedetto XVI ha scritto una lettera pastorale di scuse all’Irlanda per i tanti anni durante i quali i sacerdoti hanno abusato sessualmente di bambini che avrebbero dovuto fidarsi di loro. Per molti irlandesi come me questa lettera è un insulto.
Non solo alla nostra intelligenza, ma anche alla nostra fede e al nostro paese. Per capire perché, bisogna tener presente che noi irlandesi abbiamo vissuto una versione brutale del cattolicesimo, basata sull’umiliazione dei bambini.

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27 aprile 1945: il calendario della memoria civile

A Rodengo Saiano (Brescia) militi delle SS italiane fucilano sei giovani catturati per il paese; poco dopo, fucilano anche il segretario comunale di Saiano e altri due civili rastrellati.

A Giazza (Verona) il sacerdote del paese cerca di parlare con i responsabili di una colonna di paracadutisti in fuga verso il Brennero per evitare scontri in paese; viene catturato e fucilato dopo sette ore di marcia ad Ala (Trento).

A Castelfranco Veneto (Treviso) tre civili vengono impiccati dai tedeschi in ritirata.

A Boves (Cuneo) tre civili vengono fucilati dai tedeschi in ritirata, in località Chiesa Vecchia.

A Ostiglia (Mantova) i tedeschi in ritirata fucilano un civile presso il Santuario della Comuna.

A Vicoforte Mondovì (Cuneo) un meccanico e i suoi quattro familiari vengono uccisi a raffiche di mitra dalla divisione tedesca Brandenburg in ritirata.

A Cervignano del Friuli (Udine) dopo uno scontro con i partigiani una colonna di SS proveniente da Grado rastrella ventidue civili e li fucila.

A Castello di Godego (Treviso) ottanta civili sono massacrati dai tedeschi in fuga per rappresaglia.

A Galliera Veneta (Treviso) il parroco don Fausto Callegari viene ucciso dai tedeschi in ritirata mentre cerca di portare conforto a due partigiani feriti.

A Pedescala (Vicenza) paracadutisti tedeschi e italiani con le uniformi delle SS irrompono in paese bruciando case e uccidendo sessantaquattro civili; altri diciannove uomini sono uccisi nelle frazioni di Forni e Settecà.

A Grugliasco (Torino) reparti del LXXV corpo d’armata tedesco, attaccati dai partigiani durante la ritirata, rastrellano e fucilano sessantasei civili catturati a Grugliasco e a Collegno.

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26 aprile 1945: il calendario della memoria civile

A Fossano (Cuneo) una bomba a mano scagliata dalle SS in un’abitazione uccide due coniugi; un altro civile muore per una fucilata mentre si affaccia alla finestra.

A Narzole (Cuneo) quindici civili muoiono dopo un rastrellamento della divisione tedesca Brandenburg.

A Torre Pellice (Torino) il civile Guido Bonjour viene ucciso dai tedeschi.

A Bagnolo San Vito (Mantova) una donna viene uccisa dai tedeschi in ritirata solo per il fatto di essersi affacciata alla finestra.

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Buona festa a chi ci sarà

Loro sono sopravvissuti alla strage di Sant’Anna di Stazzema:

Ed è in nome loro che oggi io sarò a Milano, e tanti altri, tutti bellissimi, come me. E non solo a Milano. Buona festa a tutti loro.
A coloro che non ci saranno, è ampiamente venuto il tempo che imparino a stare al mondo.

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24 aprile 1945: il calendario della memoria civile

A Castel Goffredo (Mantova) un uomo che inveisce contro i tedeschi in ritirata viene ucciso da una raffica di mistraglia.

A Villadose (Rovigo) vengono presi in un rastrellamento diciassette civili, tutti giovanissimi tranne due settantenni, e sono uccisi a gruppi di tre. Terminata l’esecuzione, viene fucilato anche il milite di Salò messo a guardia dei cadaveri.

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25 aprile 2010: c’è molto lavoro da fare

Siete indecisi se andare in manifestazione?
Avete optato per una domenica a Gardaland in nome della memoria ormai condivisa?
Pensate di avere un’età cui ormai le manifestazioni non si addicono?
Siete certi che il 25 aprile è ormai una scadenza consolidata per cui è lecito svagarsi in giro?

Un pezzetto di “La Banda”, trasmissione radiofonica di Radio Popolare di questa mattina.
Da ascoltare e poi decidere cosa fare domenica:

[audio:http://www.trivigante.it/public/tregenda/wp-content/uploads/2010/04/banda_25_aprile-2.mp3|titles=banda_25_aprile (2)]
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23 aprile 1945: il calendario della memoria civile

A Finale, Quarantoli e Picca di Mortizzuolo (Modena) vengono uccisi quattro giovani durante la ritirata tedesca.

A Pontemolino (Mantova) tre sorelle e un fratello vengono uccisi dai tedeschi in ritirata.

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21 aprile 1945: il calendario della memoria civile

A San Giorgio di Piano (Bologna) un soldato della wehrmacht insieme alla sua amante italiana tenta di rapire un bambino; il nonno, che cerca di salvare il piccolo, viene ucciso a pugnalate. Poco dopo, alcuni contadini uccidono un tedesco che stava razziando in una cascina e lo nascondono in un campo. A sera, i tedeschi tornano e per rappresaglia uccidono otto persone presenti nella cascina e due civili che passavano per caso per strada.

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19 aprile 1944: il calendario della memoria civile

A Cigliano (Vercelli) due civili sono fucilati dai tedeschi per rappresaglia.

A Pomino (Firenze) undici civili uccisi da SS italiane, il motivo è ignoto.

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17 aprile 1944: il calendario della memoria civile

A Foligno (Perugia) comincia un vasto rastrellamento da parte di due divisioni tedesche e di alcuni battaglioni di SS italiane che porterà alla deportazione di tremila civili in Germania, la fucilazione di quindici persone e l’incendio di case, fienili e tutto quanto sia a tiro.