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17 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Puianello (Modena) un ragazzo di diciassette anni viene impiccato dai tedeschi, a Selva di Puianello gli stessi tedeschi fucilano altri due ragazzi, di diciotto e ventidue anni.

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16 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Montecatini Terme (Pistoia) quattro civili fucilati perché accusati di sabotaggio alla linea del telegrafo.

A Carpi (Modena) sedici civili vengono fucilati dalle Brigate Nere a seguito di rastrellamento a Carpi, Migliarina e Rio Saliceto, in rappresaglia per l’uccisione del console della milizia.

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14 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Collodi (Pistoia) quattro uomini e una ragazza vengono fucilati dai tedeschi per rappresaglia.

A Nodica e Migliarino Pisano (Pisa) i rastrellamenti tedeschi conducono alla morte di ventiquattro civili.

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13 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Borgo Ticino (Novara) il capitano Krumhaar della Decima Mas, in rappresaglia al ferimento di quattro soldati tedeschi, fucila dodici civili e fa incendiare quarantasette case, stalle e fienili.

A Ospitaletto e Marano sul Panaro (Modena) quattro civili sono impiccati e tre fucilati dai tedeschi.

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12 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Sant’Anna di Stazzema (Lucca) trecento SS al comando di Walter Reder circondano il paese e compiono una strage: cinquecentosessanta civili vengono assassinati, tra cui sessantuno bambini con meno di dieci anni.

Loro sono sopravvissuti, per ricordare.

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11 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Santa Maria di Fabriago (Ravenna) i tedeschi, a seguito di un rastrellamento per la morte di un loro soldato, uccidono nove civili, tra cui due ragazzi minorenni.

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perché piazzale Loreto

C’è una ragione precisa per la quale i corpi di Mussolini, Petacci e gerarchini vari furono portati a piazzale Loreto il 29 aprile 1945: l’eccidio del 10 agosto 1944. Pochi giorni prima, il 7 agosto, in viale Abruzzi, esplose una carica a ridosso di un camion della Wehrmacht, parcheggiato di fronte ad alcuni luoghi occupati dai tedeschi: l’esplosione uccise sei civili milanesi, ferendone undici, ma non uccise alcun tedesco. L’origine dell’attentato non fu mai chiara, Giovanni Pesce ribadì a più riprese che di certo non fu iniziativa gappista né partigiana in generale, escludendo ogni coinvolgimento resistenziale.

Nonostante non vi fossero né feriti né morti tedeschi, il comandante delle SS Theodor Saevecke – poi detto il boia di Piazzale Loreto – attuò la rappresaglia, “per dare una lezione ai milanesi”: quindici antifascisti furono prelevati dal carcere di San Vittore e portati in Piazzale Loreto, dove furono fucilati dai legionari della Muti sotto comando tedesco. Non paghi, i militi lasciarono i corpi al sole di agosto per tutto il giorno, impedendo ai parenti di avvicinarsi, e insultando a più riprese i vivi e i morti; in mezzo ai cadaveri, fu eretto un cartello che diceva “assassini”. Franco Loi, allora bambino, vide la scena: “C’erano molti corpi gettati sul marciapiede, contro lo steccato, qualche manifesto di teatro, la Gazzetta del Sorriso, cartelli , banditi! Banditi catturati con le armi in pugno! Attorno la gente muta, il sole caldo. Quando arrivai a vederli fu come una vertigine: scarpe, mani, braccia, calze sporche (…) Ai miei occhi di bambino era una cosa inaudita: uomini gettati sul marciapiede come spazzatura e altri uomini, giovani vestiti di nero, che sembravano fare la guardia armati!”. La vicenda fu di crudeltà inaudita e rimase impressa nella mente dei milanesi e degli italiani. Se ne sarebbero ricordati alcuni mesi dopo.

Il boia Saevecke non subì alcun processo in patria e fu condannato all’ergastolo per la strage solo nel 1999, dal tribunale di Torino. Naturalmente nulla si fece, fu negata l’estradizione e il nazista morì tranquillo vecchio decrepito nel 2004. Non solo, dopo la fine della guerra fu arruolato dagli americani e svolse numerosi incarichi, finché non rientrò, addirittura, nei ranghi della polizia tedesca occidentale, fino a ricoprire il ruolo di vicedirettore dei servizi di sicurezza del Ministero degli Interni. Un altro capitolo alla voce “vergogna”.
A noi restano i morti e il ricordo: caddero Umberto Fogagnolo (nato nel1911), Domenico Fiorani (1913), Vitale Vertemati (1918), Giulio Casiraghi (1899), Tullio Galimberti (1922), Eraldo Soncini (1901), Andrea Esposito (1898), Andrea Ragni (1921), Libero Temolo (1906), Emidio Mastrodomenico (1922), Salvatore Principato (1892), Renzo Del Riccio (1923), Angelo Poletti (1912), Vittorio Gasparini (1913), Gian Antonio Bravin (1908). Per loro.

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10 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Pieve di Soligo (Treviso) un ottantacinquenne viene fucilato dai tedeschi senza apparente ragione.

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9 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Roasio (Vercelli) in tre diverse rappresaglie condotte per la morte di due sottufficiali tedeschi, vengono fucilate o impiccate diciassette persone.

A Cavi di Musigliano di Cascina e San Rossore (Pisa) vengono trucidati a colpi di mitra tredici civili, di cui otto donne.

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8 agosto 1944: il calendario della memoria civile

A Pianoro (Bologna) i tedeschi per rappresaglia impiccano quattordici civili.