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nemici

influenza maiala

L’influenza H1N1 o influenza A o influenza maiala tiene banco da parecchi mesi nel settore farmaceutico e sarà la protagonista assoluta almeno per un paio d’anni ancora. A fronte di una diffusione e una mortalità a dir poco ridicoli finora (378mila casi e 4.545 vittime, muore più gente per fame o incidenti domestici ogni giorno), le dosi dei vaccini invece vanno come il pane. Al punto che la richiesta è doppia, almeno, rispetto alla capacità produttiva dell’intero settore farmaceutico.
Questo, tradotto in qualche numero, significa:

– Glaxo: +3,5 miliardi di dollari;
– Sanofi: +250 milioni di dollari (e il suo vaccino non è ancora stato approvato);
– Csl: +250 milioni di dollari (uguale);
– Roche: +994 milioni di franchi;
– 3M: +80 milioni di dollari (e questi fanno solo le mascherine anti-contagio).

Eccetera. E si parla solo delle cifre legate all’influenza maiala.
Daniel Vasella, numero uno di Novartis, è stato interpellato tra gli altri sulla possibilità di concedere a prezzo ribassato il vaccino ai paesi in via di sviluppo. Risposta: “Noi non siamo un ente di beneficenza”. Certo che no, stronzi.
Le conclusioni di tutto ciò sono piuttosto ovvie e non è difficile fare previsioni: dopo l’influenza aviaria e quella maiala, secondo me i prossimi saranno i pesci a contagiarci a morte. O le tortorelle. O le camole del formaggio, chissà.
L’importante è garantire una nuova uscita almeno ogni cinque anni. Ci scommetto.

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memoria

quando l’avanguardia era mia madre

Nel 1969 l’intera sala comandi di Houston che mandò due uomini sulla luna aveva una capacità di calcolo pari a quella di un telefonino da trenta euro di oggi, e il modulo per l’allunaggio era dotato di un computer di bordo con 32Kb di RAM.
Poi, nel 1984, mia madre si comprò un Apple (o Macintosh, come si chiamava correttamente): niente disco fisso, 256Kb di RAM, floppy da 1,5 pollici, scatolino aggiuntivo per secondo floppy, stampante ad aghi sempre Macintosh (anche allora non si poteva sviare), mouse e tastiera (non sembri una banalità, il mouse era una novità assoluta), ovvero questo:

Apple_1984_Mac

Bellissimo. Due programmi, in sostanza: MacPaint per disegnare e MacWrite per scrivere. Punto. E stavano su floppy, si inserivano e si utilizzavano. Mia madre era all’avanguardia, ma la più avanguardia che si potesse immaginare. Ed esserlo costava: tutto l’ambaradan costò, se non ricordo male, ben più di sette milioni di lire dell’epoca (il prezzo di listino del solo pc era di 2.500 dollari negli Stati Uniti), e per fare un paragone coevo una Fiat Panda 45 si pagava giusto giusto 7 milioni, suppergiù.

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il nulla

il cuore troppo troppo vicino al buco del culo

anti-brunetta
http://www.associazioneradici.it/public/sito/?p=299

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estasi

il trailer del nuovo film pixar

Animazione spinta al massimo e storia avvincente: il cubo.

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trivigantismi

il mio papello di trattativa

Qui sotto il papello con le mie condizioni. Se volete aprire la trattativa, sapete dove trovarmi.
(per i poco smanettoni, negli angolini delle pagine un modo interessante di girarle, se cliccate e trascinate vien più bello).

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il nulla

il punto 11

Sparare sulla Croce Rossa è sempre cosa da miseri, però certe cose bisogna pur dirle (assumo tono professionale): machimminchia scrive sui giornali? Gli analfabeti di sola andata di qualche giorno fa?
Che a Repubblica e Corriere butti male questo è certo, l’editoriale di De Bortoli di lunedì era zeppo di pronomi messi a caso – ed è il direttore! – i refusi si contano sulle dita di mille e mille mani, per non parlare delle edizioni online, e gli strafalcioni sono all’ordine del giorno.
papelloOggi il Corriere, cartaceo e non, si prodiga sulla questione papello inviato dalla cupolona mafiosa a non-si-è-ancora-capito-bene-chi all’interno dello Stato e, per meglio spiegare il concetto, si produce in un patetico schemino con i dodici punti salienti che i mafiosoni avrebbero messo sul tavolo della trattativa. Lo riporto qui ——>
Ora, a parte il fatto che gli schemini sono per propria natura stupidini, a maggior ragione se qualche grafico zelante si mette pure a farci lo sfondo tipo carta-usata e un po’ stropicciata, come fosse quello originale uscito dai pantaloni di Ciancimino padre (o Riina consegnò a Ciancimino un file .jpg?), se poi capita lo svirgolone tutta l’operazione va a farsi sonoramente benedire.

Ed ora, il meglio: per favore, tirate un respiro profondo e leggete il punto 11.
Cazzo, ma si può? Cosa sono, fornai? Panettieri? Biscottai? L’arresto potrebbe avvenire solo a reato ancora caldo e appena sfornato?
Ed è il Corriere della Sera, il primo giornale italiano per vendite e diffusione (a parte il caso Gazzetta, è ovvio), dovrebbe essere il più autorevole, il più rigoroso, il più… machecazzo, fragranza, all’esame di terza media uno scolaro che incappasse in uno svarione simile sarebbe sottoposto a tortura fisica nel bel mezzo dell’aula e costretto a ricominciare il ciclo scolastico dall’inizio.
O forse non più? Ecco, questo è il dubbio. Oppure il punto 11 è quello originale di Riina.

In ogni caso, per non saper né leggere né scrivere, un bel “vergogna!” irrisorio oggi non ve lo toglie proprio nessuno, amici del Corriere. Eccolo: vergogna! E disprezzissimo.

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estasi

Zapiro alza il tasso di lotta

Il pregio di alcune persone è che quando vengono messe alle strette lottano e colpiscono più duro. E’ il caso della satira di Jonathan Shapiro, in arte Zapiro, di cui parlai qui: Zuma lo denuncia e lui fa vignette più corrosive, Tutu si incazza e lui avanti, Mandela fa le facce e lui niente, gli editori lo mollano e lui si mette in proprio, rilanciando.
Oltre alle vignette, dunque, è ora il tempo di un vero e proprio giornale satirico, ZA News, con tanto di pupazzoni sullo stile dei Guignols con le fattanze degli obbiettivi. Libero e spregiudicato, trivigante dice sciapò.

zapiro

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trivigantismi

la riservatezza dell’uretra

Sala di attesa in un ambulatorio privato di Milano, il palazzo umbertino è a dir poco sontuoso, in nobile via, le pareti color arancio-pastello rifatte di fresco, musica pop in filodiffusione, sei persone in attesa. Sul tavolino delle letture alcuni numeri di “Jack” che, per capirsi, è una rivista che si occupa di tecnologia: infatti in copertina la topolona ignuda è quasi sempre coperta o da un telefonino o da una penna usb.
La sala di attesa prelude allo studio di un eminente urologo, dottor professor primario eccellenza santità, che ha un tabellino di marcia da diciotto euri al minuto. A prescindere dagli appassionati delle visite rettali, categoria a sé che di solito trova modi più economici per soddisfare i propri desideri, le persone che attendono una visita dall’urologo – solitamente – presentano una qualche patologia di tipo uro-genitale, quale che sia. Come coloro che attendono dal meccanico, generalmente, lo fanno perché hanno la macchina rotta.

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nemici

ci vorrebbero molti più colpi di disciplina

17.44: la Binetti colpisce ancora.
Giuro che se la incrocio la tiro sotto col Garelli.

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ténnica

FOSStituire il possibile / Puntata 8.1: grafica per tutti i giorni

di gnappolo.
I programmi di grafica sono tra quelli dove la soluzione OpenSource/FOSS offre maggiori soddisfazioni a noi utenti, con prodotti eccezionali di prestazioni pari a software commerciali che costano pure un sacco di soldi veri. E in un paio di casi direi che il FOSS garantisce anche prestazioni superiori, se si considerano velocità di esecuzione e funzioni comunemente usate… Non sono un grafico smanettone (ho smesso molto tempo fa) ma so cosa chiedo a un editor di immagini (tipo Photoshop) o a un DTP/vettoriale (tipo Corel o Illustrator), so quali sono quelle poche cose davvero utili e pertanto ho modo di godere davvero. Spero farete lo stesso.