Mi mancheranno le sue domande sensate.
Autore: trivigante
tutti a mucchio
Dopo quelle cretinissime pubblicità che pretendevano fotografie con cellulare e scansioni del codice per avere sì e no un indirizzo web, adesso la gran moda dell’attimo prescrive la somministrazione – correttamente o alla cazzo – della cosiddetta “realtà aumentata” (AR, augmented reality).
Non c’è infatti periodico o quotidiano che, per stare al passo, negli ultimi cinque giorni non abbia lanciato uno spazio di AR, utilizzabile puntando la webcam sul giornale e osservando chissà quali magie sullo schermo e sul sito del periodico/quotidiano (spesso trattasi, come sempre, di patonza, viva l’immaginazione). Che ci vogliamo fare, a un certo punto sboccia la gran moda e tutti a mucchio vi si gettano a bocca aperta… Se finora non avete incocciato con la realtà aumentata, vi capiterà entro quarantotto ore, probabile.
Due punti: il primo, i nomi delle cose sono importanti e altrettanto importante è coniarne di nuovi che siano evocativi, densi di significato a sufficienza e, possibilmente, belli a leggersi e a dirsi. Non è il caso della “realtà aumentata”, evidentemente. Secondo, ciò che viene spacciato come un’esperienza rivoluzionaria (e fanculo all’uso improprio di questo aggettivo meraviglioso e potente) molto spesso non lo è nemmeno lontanamente. L’AR ha effettivamente delle applicazioni notevoli (penso alla chirurgia) ma è e resta un’applicazione, non una rivoluzione.
Comunque, per chi manifestasse interesse un minimo di studio è d’obbligo (lo strumento primario), per tutti gli altri un piccolo esempio qui sotto che ha tra i propri pregi anche i cieli romani, non da poco:
A Pesaro muore sotto tortura dei tedeschi Anteo Ruggeri, arrestato nella stessa città.
A Leonessa (Rieti) nel corso di un rastrellamento vengono fucilati i civili Giulio e Francesco Gizzi.
A Pratarelle di Vicovaro (Roma) 27 civili sono fucilati durante un rastrellamento.
A Fonte, Paolone, Colonnella, Casal Rossi (Teramo) vengono uccisi per rappresaglia 13 civili.
A Cervara (Roma) viene ucciso dai tedeschi il diciottenne Giovanni Della Prugna, come monito alla popolazione accusata di aver nascosto soldati angloamericani.
lasino in chiaro
E vualà, anche dalle Asturie lasino, o el burro, o donkijote colpisce ancora: in prima pagina su Repubblica.it e poi qui.
Sebbene abbia un’idea teorica – piuttosto vaga invero – su come si gettino i ponti, quando effettivamente qualcuno lo fa io resto con faccia da bamba a contemplare il mistero gaudioso che si compie. E non sono il solo, evidentemente. Il collega del giorno con faccia da bamba davanti a un ponte in costruzione è Jamey Stillings, che in contemplazione di fronte al Colorado bridge c’è stato parecchio.








visti dalla Cina
Un interessante articolo di Jonathan Holslag pubblicato su De Morgen:
Divisa, marginale, sclerotizzata: per le élite cinesi, l’Unione europea non è degna di partecipare ai nuovi equilibri che si stanno formando tra le potenze mondiali.
Perché perdere tempo in Europa, si è chiesto il vicepresidente cinese Xi Jinping atterrando all’aeroporto di Bruxelles. Non c’è petrolio, non ci sono riserve minerarie, nessun incontro per discutere di stabilità economica, né partner con cui risolvere questioni delicate come quella iraniana o della Corea del Nord. Perché allora questo viaggio? Per visitare un museo!
Più di un secolo fa, gli investitori belgi che arrivavano in Cina per rapinarla delle risorse naturali o per accaparrarsi gli appalti delle infrastrutture erano accolti con tutti gli onori. Oggi per i cinesi l’Unione europea è praticamente inesistente, non la consultano nemmeno su questioni importanti come la proliferazione nucleare, la stabilità in Africa o la riforma delle istituzioni internazionali. Formalmente, Europa e Cina hanno diversi canali di dialogo istituzionale, ma non ci sono i contenuti, e non si arriva mai a risultati concreti. Non è che la Repubblica Popolare non apprezzi le relazioni strategiche, ma è l’Europa che non sa più giocare un ruolo significativo.
futuramisti
Chi guarda Futurama questa la capisce:
(Canned Heat, Historical Figure & Ancient Heads, 1972).
nano maledetto
Il 9 dicembre 1971, avendo Saragat finito il proprio mandato, il parlamento iniziò l’iter di elezione del nuovo Presidente della Repubblica: tra i favoriti, De Martino e Fanfani, allora presidente del Senato. Proprio lui, Fanfani, in virtù del proprio incarico, gestì le procedure delle votazioni e lesse ad alta voce i voti, uno a uno, di ogni singolo scrutinio.
Primo scrutinio: De Martino 397 voti, Fanfani 384. Tra le schede considerate nulle, una che recitava: “Nano maledetto/non sarai mai eletto”.
Secondo scrutinio: De Martino 398 voti, Fanfani 368. E ancora: “Nano maledetto/non sarai mai eletto”.
Terzo scrutinio: De Martino 404 voti, Fanfani 384. Di nuovo: “Nano maledetto/non sarai mai eletto”.
Quarto scrutinio: De Martino 411 voti, Fanfani 337. Vualà: “Nano maledetto/non sarai mai eletto”.
Quinto scrutinio: De Martino 399 voti, Fanfani 385. E non poteva mancare: “Nano maledetto/non sarai mai eletto”.
Sesto scrutinio: De Martino 413 voti, Fanfani 378. Duro: “Nano maledetto/non sarai mai eletto”.
All’inizio del settimo scrutinio Fanfani comunicò che ritirava la propria candidatura. Fu allora, nello scrutinio successivo, che nell’urna apparve la scheda “Te l’avevo detto/Nano maledetto/che non venivi eletto”. Storia politica della Repubblica italiana.
151.250 automobili
A Torino un signore risulta proprietario di 1.299 automobili, a Caltanissetta un tizio ne ha 451, a Milano un fantomatico uomo ne possiede 1.641, a Roma in venticinque ne contano complessivamente 5.634, a Napoli in 85 hanno un parco macchine di 16.453 mezzi totali.
Chi sono essi?
Sono i possessori di auto. I possessori di auto in tutta Italia sono pochi e possiedono tante, tantissime automobili cadauno: 840 possessori per 151.250 auto, una media pazzesca. Ma i possessori di auto, in pratica, sono vecchi barbogi, identità fantasma, vecchiette senza la patente, signori senza fissa dimora, sconosciuti mai apparsi in un qualche elenco del PRA, a volte morti. E’ chiaro che dietro ai possessori di auto ci sono altre persone.
Dietro ci sono i possessori di possessori di auto.
I possessori di possessori di auto sono furbacchioni che falsificano documenti, passaggi di proprietà, fanno sparire auto e le fanno riapparire dove serve, evadono bolli e assicurazioni e ne fanno una più di Bertoldo, per dirla soave. E poi addossano tutto ai possessori di auto, mezzi ignari.
I possessori di possessori di auto colpiscono e non scappano via, anzi mandano avanti i possessori di auto, da Aosta (3 per 423 auto) a Catanzaro (4 per 705). Il tutto, come sempre, su quel meraviglioso canale che è l’Italia. Restate sintonizzati.
Forse non è un buon segno per la salute dell’albero, ma oggi ho visto un noce e sono rimasto estasiato di fronte a questo:
(sarà che sono troppo incazzato con Marrazzo per parlarne ora).