A Ciano d’Enza (Reggio Emilia) sei civili vengono fucilati dai tedeschi per rappresaglia dopo uno scontro armato con una formazione partigiana.
Autore: trivigante
un redattore in confusione
en vosotros deposito mi confianza.
“Se Cicerone vivesse ancora tra voi, italiani, non direbbe: “Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?”, ma piuttosto:“Fino a quando, Berlusconi, attenterai contro la nostra democrazia?”. Si tratta di questo”.
Saramago non solo ha un blog e ci scrive, in modo parsimonioso e ragionato, ma ci segue con attenzione. E avere Saramago al fianco è più che un onore.
“Mi piace pensare che la gigantesca manifestazione di oggi contro la “cosa” Berlusconi, durante la quale verranno lette queste parole, si trasformerà nel primo passo verso la libertà e la rigenerazione dell’Italia. Per fare questo non sono necessarie armi, bastano i voti. Ripongo in voi tutta la mia speranza”.
Per chi volesse leggere Saramago in versione blogger, il posto è questo. Per chi non masticasse, una persona degna di riconoscenza riproduce il blog in modo esatto ma tradotto, qui.
Non sarà inutile ricordare qui che Einaudi, storica casa editrice dello scrittore, si è rifiutata, alcuni mesi fa, di pubblicare l’ultimo suo libro, che conteneva alcuni attacchi, diretti e decisi, a S.B. Liberi di farlo, ognuno si comporta come crede con il padrone, come libero sono io di pensarli vigliacchi, perché lavorare in Einaudi qualcosina dovrebbe insegnare.
Se la concezione è immoccolata, non lo è il munuocchin’ uorldbag men, l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa. In fondo in fondo, il suono arriva molto prima della luce, e non esiste giorno di festa per il m.u.m., che danza per la giustizia e la bellezza:
l’esasperazione dei comportamenti
Venerdì scorso è stato presentato il rapporto Censis 2009 sulla situazione italiana.
Lettura illuminante, come sempre, come le sintesi ragionate possono essere: al di là di qualche sociologismo di troppo, De Rita ha il pregio delle definizioni fulminanti e sebbene i fatti siano piuttosto evidenti a qualsiasi italiano sveglio, l’analisi è un valore aggiunto non da poco.
Sarà che mi ci ritrovo, sarà che il Censis ha sempre un non troppo velato atteggiamento censorio che a me piace (“Quando l’unico limite alla esasperazione dei propri comportamenti diventa la prefigurazione di un reato, oltre all’impunità cresce anche la solitudine sociale, poiché ciascuno può trasgredire senza il rischio dell’indignazione sociale e con molte probabilità di non essere sanzionato”), insomma io il rapporto me lo sono letto e lo consiglio, anche solo come lettura riassuntiva dell’anno che sta finendo.
Non è una lettura divertente, sia chiaro, e non ingenera ottimismo e amicizia verso i vicini di casa, va detto. Ma, tanto, i rapporti sono già tesi così, quindi è piuttosto improbabile che peggiorino alla prossima assemblea condominiale.
Il rapporto è scaricabile all’indirizzo in testa al post, io aggiungo la parte centrale, per chi volesse: qui.
Non scordate che oggi è il gran giorno del pranzo sociale di trivigante.it.
Ci vediamo al luogo convenuto alle dodici, non dimenticate i buffi cappelli. Ecco le indicazioni:
Nel pomeriggio, visita a sfregio della casa natale di Vasco Rossi, con tiro di uova e forgiatura di insulti nuovi di zecca. O Zocca.
finire senza stile
I Nine Inch Nails si sono sciolti per il troppo caldo e hanno ben pensato di vendere tutto su ebay. Non che me ne calga (?) granché dei NIN, anzi, ma mi pare piuttosto triste il modo: una band di cattivoni che alla fine non trova di meglio che vendere tutto, ma proprio tutto fino all’ultimo router da venti dolla, su ebay. Tutto ciò non è affatto rock, tutto ciò è roba da divorzio coatto e da mancanza di immaginazione. Francamente, capisco di più chi su ebay si mette a vendere il cervello di Mussolini o l’empepada di cozze che ha preparato in garage.
Herman Van Rompuy, il vispo signore qui a destra, sarà a breve il nuovo presidente dell’Unione Europea.
Come è noto, sarà in carica per due anni e mezzo, il primo a farlo, per rispondere a una volontà comune di rafforzare la posizione dell’UE e dotare le istituzioni di una certa stabilità, non garantita dalla presidenza a rotazione. Condivisibile, in linea di massima.
Alla luce di questi intenti, la nomina di Van Rompuy, politico apparentemente di secondo piano e per di più belga, appare decisamente una scelta debole: le posizioni del presidente in pectore, infatti, sono piuttosto retrive (esempio: “La Turchia non è parte dell’Europa e non sarà mai parte dell’Europa… I valori universali che sono in vigore in Europa, e che sono anche i valori fondamentali della cristianità, perderanno vigore”) e la sua storia politica – dedicata più che altro alla ricomposizione dei conflitti tra fiamminghi e francofoni, roba da cortile – è piuttosto opaca. Cattolico, conservatore, appassionato compositore di haiku, dedito all’ornitologia, è solito ritirarsi in preghiera in un’abbazia nota per la produzione della birra. Insomma…
Allora, domanda, perché il signore è stato nominato primo presidente permanente dell’UE?
Nell’estate del 1924 alcuni vivevano con estrema preoccupazione l’ascesa del fascismo e le ripercussioni del delitto Matteotti, alcuni invece seguivano con entusiasmo l’arrivo di Sua Altezza il Principe Tewanna Ray in quel dell’Europa.
Le cronache impazzivano, e le donne pure, per quell’uomo aitante e bellissimo che si faceva chiamare con il proprio nome indiano, Cervo bianco, discendente dei capi indiani che avevano a lungo dominato le terre dei Grandi Laghi, sempre vestito come si conviene con penna e pipa fumante.
Mondano, colto, brillante, sempre disposto alle conversazioni eleganti, era venuto dalle praterie in Europa perché affascinato dalla cultura fascista: la sua tribù avrebbe presto vestito la camicia nera, in ribellione alla piatta democrazia dei discendenti di Washington, e le ingenti riserve di petrolio di cui egli disponeva sarebbero state a disposizione del Duce e dei suoi camerati.
Inutile dire che la borghesia fascista impazzì per il capo indiano-fascista: fece il giro di tutta l’Italia, partecipò a convegni e crociere, a spettacoli e a cene sontuose, il Duce stesso gli rese onori e simpatia traboccante a Palazzo Chigi, due aristocratiche signore di Trieste, fascistissime dalla prima ora, ovvio, lo ospitarono a lungo nel proprio castello ricoprendolo di soldi e attenzioni, disputandosi la sua vigoria al di sotto delle lenzuola.
E lui ricambiava: grandi manifestazioni di affetto nei confronti delle folle plaudenti, mance generose agli orfani di guerra, vigorose strette di mano e saluti a braccio teso ai gerarchi fascisti spuntati come funghetti all’ombra dei tronchi morti. A Firenze, addirittura, esagerarono e lo nominarono console ad honorem, a Venezia, a Fiume, a Bari, a Napoli, a Genova fu ricevuto e applaudito con tutti gli onori, in una tournée eclatante.
A Roma già sognavano succursali fasciste nell’America del Nord, tee-pee del Fascio e squadracce di cherokee picchiatori contro la demo-pluto-giudaico-crazia nordamericana.