Dietro al pilastro, dove c’era il cestino in cui fu posata la bomba, qualcuno come ogni anno ha depositato dei fiori, per la quarantesima volta.
Ma quest’anno c’era qualcosa di più.
Ci credo anch’io e come noi tanti altri.
Dietro al pilastro, dove c’era il cestino in cui fu posata la bomba, qualcuno come ogni anno ha depositato dei fiori, per la quarantesima volta.
Ma quest’anno c’era qualcosa di più.
Ci credo anch’io e come noi tanti altri.
Eccoci, ora la memoria è ufficialmente entrata nella crisi dei quaranta.
Grazie a tutti quelli che saranno in piazza oggi e a quelli che ci hanno pensato.
Simon Stevens, ma la cosa serpeggiava come dubbio tra parecchi di noi, si è accorto che le copertine dei libri che riguardano l’Africa hanno una particolarità:
Esatto. Tutte uguali.
Scartando l’ipotesi che esistano solo tre foto disponibili dell’Africa, verrebbe da pensare che abbiamo un’idea un tantinello stereotipata del continente che sta sotto di noi; fatto che, poi, potrebbe ripercuotersi in maniera piuttosto vistosa sul nostro approccio all’argomento in generale, direi – ma faccio per fare un esempio – l’immigrazione, tanto per dire cose a caso. Ma no, sarà una combinazione, che vado a pensare?
A questo punto, vorrei suggerire un paio di proposte editoriali per connotare la nostra letteratura fin dalla copertina, così che il bel nome dell’Italia e della sua cultura sia sempre ben presente ai lettori del mondo:
Io alle amministrative voto Zifarone.
Noi del movimento cinque stelle di Venosa, una garanzia per il benessere.