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nemici

preparativi di fuga (o la soluzione dei vigliacchi)

Un fine appassionato di libri antichi, dalle frequentazioni varie, il promotore della pubblicazione dei diari di Mussolini (chi ha detto falsi?), ispiratore della fondazione della più grande novità politica degli ultimi vent’anni, viene accusato di un reato molto grave, condannato in primo grado e si profila una condanna anche in appello. Che può fare una persona così, per difendersi?

Vendere casa al proprio migliore amico che, in virtù dell’amicizia appunto, ci aggiunge qualche soldino in sovrappiù, trasferire i propri risparmi di una vita su un conto sicuro intestato alla moglie, comprare una nuova casa in luogo sicuro, far richiesta di una nuova cittadinanza, riceverla, e tenere pronto un biglietto aereo aperto sul comodino, la valigia apprestata e un tassista sotto casa che aspetta.
Gli elementi della faccenda sono dunque: 10 milioni il costo reale della casa venduta e 23 milioni il prezzo pagato dall’amico; Miranda Ratti la moglie, indagata per riciclaggio aggravato; il luogo è la Repubblica Domenicana ed è sicuro perché non concede l’estradizione per nessuno nè rogatorie; la cittadinanza è un foglio che effettivamente alcuni giorni fa ha ricevuto; la condanna sono 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; la sentenza d’appello dovrebbe arrivare entro l’anno e ha sapore di condanna, ancora.
Cose che di sicuro lo faranno sentire a casa: il partito di governo è il PLD, e quasi ci siamo, e Santo Domingo è gemellata con Milano.

Il resto è futuro, a breve: il vigliacco, spudorato fino al punto di dire: «Da noi ormai non si può più vivere, meglio Santo Domingo», è pronto alla fuga, come tutti i vigliacchi. Il nome? Ovviamente Marcello Dell’Utri.
Spero incontri qualcuno armato di cric sulla strada per l’aeroporto.

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nemici

vai, caro, vai.

Vai pure affanc… ehm, in Kenya. Ora cosa ti lega più a questi posti?

Il pezzo che preferisco è: «una naturale capacità a delinquere mostrata nel perseguire il disegno criminoso». Bastava telefonare a uno qualsiasi di noi che l’avremmo potuto dire anni fa.

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politicona

ma in che anno siamo?

A forza di ripeterle, chissà mai che le cose si facciano da sole.
Siamo il paese più ripetitivo del mondo, vien da farsi cadere (pardon) le balle.

A questo proposito: una crisi economica piuttosto dura, i conti pubblici in situazione disastrosa, un governo tecnico guidato da una personalità esterna in carica per un anno con l’incarico di tagliare e risanare, un fastidio largamente diffuso per la corruzione dilagante, la magistratura che procede ad arresti con scadenza quotidiana, episodi miserabili di ladreria e così via.
E sto parlando del 1993.