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trivigantismi

francis il muro parlante: il genere

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono. E così è in questo caso, anzi: la consapevolezza stavolta travalica il messaggio. Ora, io capisco il rispetto delle differenze di genere e la parità a tutti i costi, condivido pure, ma così la forza del messaggio mi va davvero a ramengo. Compagni, mettiamoci d’accordo: se usiamo “donne”, “tizi”, “cosi”, “misters”, per indicare tutto il genere umano a me sta bene, basta che sia uno. Perché altrimenti è uno/a stillicidio/a.

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memoria

21 luglio 1944: il calendario della memoria civile

A Massa Marittima (Pisa) i tedeschi violentano una donna e la squartano dalla bocca allo stomaco.

A San Maurizio Canavese (Torino) per vendicare la morte di un commilitone, i tedeschi bombardano il paese: tre civili, tra cui una bambina di tre anni, muoiono.

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memoria

Boris Pahor racconta

Di Boris Pahor ho già raccontato qui, e chi ancora non ha letto Necropoli dovrebbe farlo, secondo me. Come ho già detto, ma non mi viene definizione migliore, un uomo integro e – soprattutto – davvero libero.
Siccome è un uomo prezioso, oltre che raro, va letto e ascoltato, se possibile, sia perché è vivo sia perché è abbastanza facile trovare i suoi racconti.

Oggi sono contento perché posso condividere con voi le sue parole e i suoi racconti narrati proprio da lui medesimo. Buon ascolto (dura 1h41′).

[audio:http://www.trivigante.it/public/tregenda/wp-content/uploads/2010/07/pahor_boris_deportazione.mp3|titles=pahor_boris_deportazione]

(il merito è del Comune di Nova Milanese, che ha raccolto un preziosissimo archivio che raccoglie i racconti dei deportati, qui. Grazie).

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nemici

perché questa notizia è passata via così?

Il comandante dei ROS, un generalone capo dei carabinieri, viene condannato a quattordici (14!) anni di reclusione e alla perenne interdizione dai pubblici uffici per traffico di droga e deviazioni nell’attività dell’Arma e nessuno dice nulla. Nulla.
E il PM ne aveva chiesti ventisette (27!) di anni. Ventisette, presente? Per omicidio colposo si beccano fino a cinque anni, per capirci (art. 589/1). E con lui – Giampaolo Ganzer – condannato un ex colonnello dei ROS e attuale componente dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) – tale Mauro Obinu – che si becca sette (7!) anni e dieci mesi e interdizione perpetua per lo stesso motivo (hanno creato e favorito una serie di illeciti traffici di droga, per poterli poi reprimere e produrre così risultati nella sua attività investigativa) e, non bastasse, altre dodici persone sono state condannate.
Nessuno dice nulla e io sono basito.

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memoria

19 luglio 1944: il calendario della memoria civile

A Montemignaio (Arezzo) i tedeschi fucilano otto civili ed evirano un ragazzo di quattordici anni.

A Borgosesia (Vercelli) un’unità mista di tedeschi e fascisti fucila dieci civili in località Rozzo e cinque in località Lovario.

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il nulla

Robocop alla bresciana

Qualcuno in tema di sicurezza sta davvero esagerando.
Vado a rimettere a posto la mia camera.

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politicona

traiettorie/1: giovani del PCI

“Non si può cambiare idea ogni due secondi. Si può cambiare idea a fasi storiche. E in ogni caso bisogna rifletterci sopra, spiegare” (F. Adornato, da Sette, 2001).
“Penso che pubblicherò anche la fotografia dei miei testicoli” (G. Ferrara, da il Giornale, 2008).

Tempo fa avevo cominciato a disegnare le traiettorie politiche di alcuni figuri, pensando invero che sarebbe stato interessante cogliere a colpo d’occhio gli spostamenti nel tempo. Certo, il mio scopo fin dall’inizio era rappresentare linee a zig-zag impazzite tra simboli e tempo per dimostrare l’omnivaghismo di alcune figure losche degli ultimi trent’anni e, in sostanza, sbeffeggiarli, oltre che conservarne memoria.
Figure, queste, che sbandierando a piè sospinto il dogma “solo gli stupidi non cambiano idea”, assumendo quindi implicitamente l’inverso “solo gli intelligenti cambiano idea”, hanno attraversato – per così dire – fasi differenti nella propria vita politica.
I malevoli, tra cui io, possono certo storcere il naso a fronte di cotanto mobilismo; non in sé, ma in relazione alle fasi storiche: socialisti con Craxi, forzitalioti con S.B., democristiani quando conveniva, comunisti nei Settanta, fondamentalisti adesso. E’ questo discutibile, non il movimento in sé: ripararsi dove la banderuola tira, all’occasione.
Rappresentare le traiettorie con un disegno, pensavo, sarebbe stato interessante: e lo penso tuttora, infatti, ed è la ragione di questo post, il colpo d’occhio. E la memoria, sempre alla base di ogni mio ragionamento. C’è un grande gradino, però, di cui tenere conto: il biennio 1991/1992, che costrinse pressoché tutta la geografia politica a ricollocarsi (ed è lo sfumino grigio a segnalarlo), volente o nolente, nessuno escluso. Una ragione oggettiva, ed esogena, per spiegare che, negli ultimi trent’anni in Italia, nessuno avrebbe potuto permanere nello stesso partito. A questo, ovvio, va aggiunta la volontà personale, ossia la ragione soggettiva ed endogena che porta alla traiettoria, più o meno complicata.

Andiamo a iniziare, l’onore dell’inizio va a Giuliano Ferrara e Ferdinando Adornato, uniti dalla provenienza e da almeno un altro passaggio in comune:

Fatti notevoli: tra i giovani ragazzotti del PCI considerati degni di avvenire, i due hanno subito la gravità destrorsa in modo irresistibile nel tempo, mai invertendo la rotta. Passaggio socialista per Ferrara, salto in AD per Adornato: il primo fortunato, il secondo cascò in un bidone senza scopo. Al che, superato lo scalino di cui sopra, il grosso colse subito l’opportunità, l’altro ci mise di più. Ma ci arrivò. Poi, come sempre accade con i meteoriti, se ne andarono: uno a fondare un marchio proprio titolare di uno zerovirgolazero elettorale, l’altro si accasò a fianco, abbracciando le posizioni della CEI. Mai rimpianti da alcuno, bisogna dire. Entrambi comprimari, a modo loro (sebbene il grosso sia decisamente più intelligente e preparato dell’altro), ebbero qualche sprazzo di notorietà ma mai un primo piano duraturo, il che è anche un po’ la ragione del loro vagolare senza requie: troppo pieni di sé per stare all’ombra di un capo, troppo deboli per fare pianeta da sé. Triste destino, mai lasciare un segno, mai trovare una casa abbastanza ampia in cui comandare.

Ma non siamo tristi, noi: altri tristi destini al prossimo appuntamento con le traiettorie dei corpi. Spasso e commiserazione.

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memoria

16 luglio 1944: il calendario della memoria civile

A Staggiano (Arezzo) sei civili fucilati in rappresaglia per il ferimento di un soldato tedesco.

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trivigantismi

59 secondi di… tabellone dresdense

Le letterine che quando meno te l’aspetti, cascano.
Per l’ennesima puntata di “59 secondi di…”, la rubrica più linfatica della terra di mezzo, un altro episodio fatto di soli cinquantanove secondi di qualsiasi cosa venga in mente a me o a voi, che abbia o meno un qualche significato intrinseco e che abbiate voglia di immortalare.
Possibilmente con i mezzi più ridotti possibile. (Grazie a mr. L.).

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memoria

14 luglio 1944: il calendario della memoria civile

A San Paolo (Arezzo) cinquanta civili, tra cui una donna incinta e un’altra con un neonato, vengono fucilati dai tedeschi.