A Leonessa (Rieti) l’italiana Rosina Cesaretti guida un reparto di tedeschi che uccide dodici civili e spara a molti altri civili. Tra i mutilati, anche il fratello della donna.
Mese: Aprile 2010
A Cumiana (Torino), a seguito di un’azione partigiana che aveva portato all’arresto di 32 militi di Salò e di due sottoufficiali tedeschi, alcuni reparti di SS italiane comandate da ufficiali tedeschi incendiano le case del paese, rastrellano la popolazione maschile e uccidono cinquantuno civili per rappresaglia.
La dottoressa Lambada Buttafuoco di Gavirate compie il sesto esperimento: l’acrobatismo.
gnacche alla formica ammucchiarona
Già si disse del lonfo, di Fosco Maraini e del suo genio eclettico, che tanto sollucchero barigatta a tutti noi qui, intraccati a ludiare.
E’ la poesia metasemantica, ossia la capacità fonetica delle parole di evocare immagini e concetti: per questo, consiglio di leggere ad alta voce, con calma, trovando il giusto ritmo cucumbeo. Dopo il lonfo, dunque, oggi tocca alla formica ammucchiarona, quella che “mette via, che ammucchia e che, diciamolo francamente, rimane anche un goccino sui coglioni”.
E gnacche alla formica…, di Fosco Maraini
Io t’amo o pia cicala e un trillargento
ci spàffera nel cuor la tua canzona.
Canta cicala frìnfera nel vento:
E gnacche alla formica ammucchiarona!
Che vuole la formica con quell’umbe
da mòghera burbiosa? E’ vero, arzìa
per tutto il giorno, e tràmiga e cucumbe
col capo chino in mogna micrargìa.
Verrà l’inverno sì, verrà il mordese
verranno tante gosce aggramerine,
ma intanto il sole schìcchera giglese
e sgnèllida tra cròndale velvine.
Canta cicala, càntera in manfrore,
il mezzogiorno zàmpiga e leona.
Canta cicala in zìlleri d’amore:
E gnacche alla formica ammucchiarona!
(da “Gnosi delle Fànfole”, 1978; ne esiste una versione cantata da Bollani e Altomare qui. Di Maraini si possono leggere tante cose interessanti, tra cui “Case, amori, universi” a poco più di un centesimo a pagina, quasi un insulto).
Nel buio, nascosto e invisibile, si compie un’altra impresa del munuocchin’ uorldbag men, l’uomo che tenta di fare moonwalking nel mondo sempre con la stessa borsa. E’ il m.u.m., come sempre, un agglomerato di significati addensati che solo l’uomo incauto può non cogliere, e la sua danza libera ciò che di primordiale pare esser dentro ognuno di noi.
don Francesco Rossolini
La storia è questa: un gruppo aberrante di mentecatti leghisti decide di innalzare un crocifissone alto ben sei metri a Parma, simbolo della loro lotta per la preservazione dei valori cristiani a fronte dell’invasione islamica. Supportati da un consigliere regionale, un deputato e il segretario cittadino della Lega, il gruppetto di dementi sceglie ovviamente di piazzare il cristone davanti al centro religioso islamico di Parma, un angolo di un capannone, in realtà, in via Capannini. Tipo esorcismo. Tutti belli baldanzosi, come da foto a destra, compreso un tizio con cappellino e vestitino paramilitare, sono riusciti a raggiungere il luogo, tutto da soli, e volevano fare una bella cerimonia di inaugurazione del simulacro. Avevano pure invitato i responsabili del centro islamico, gli spudorati. Però il parroco incaricato della benedizione, don Francesco Rossolini, ha risposto picche: “E’ una provocazione, non alimenterò equivoci, non vengo”.
I legaioli ci son rimasti di merda, “offesi come cristiani”, e sospettano oscuro complotto. Inutile dire che non si capacitano, porelli, adesso gli tocca ritrovare la via di casa e aspettare che qualcuno gli spieghi, in stampatello, la situazione e gli dica, a voce con calma, cosa fare adesso. Bravo, prete.