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memoria

12 marzo 1944: il calendario della memoria civile

Ad Arcinazzo (Roma) i soldati tedeschi, in rappresaglia per l’accoltellamento di due tedeschi, uccidono trenta persone inermi.

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11 marzo 2004

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memoria

11 marzo 1944: il calendario della memoria civile

Ad Acquasanta (Ascoli Piceno) l’unità speciale Brandenburg delle SS uccide dieci civili, tra cui due bambine arse vive nell’incendio della loro casa.

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l'ora dell'aneddoto

american ueioflaif

Oltre a quella bufala gigantesca del cosiddetto sogno americano, un’altra meraviglia etico-ideologica esportata da quello splendido paese è senza dubbio il mito dell’uomo forte, più in specifico l’epica del rude uomo di frontiera rotto a ogni frangente. Per dirla con la loro retorica ottocentesca, “Log cabin and hard cider man” (“l’uomo della capanna di tronchi e del sidro forte”). Imperdibile, grazie.
Esempio luminoso di uomo-della-capanna-di-tronchi-e-del-sidro-forte fu il presidente americano William Henry Harrison. Il quale, nella campagna elettorale del 1840 prese sonoramente per il culo il rivale Martin Van Buren, il presidente uscente, dipingendolo come una mammoletta effemminata, colpevole peraltro di lasciarsi andare a intollerabili mollezze: egli aveva infatti fatto installare una vasca da bagno della Casa Bianca. Che evidentemente prima non c’era.
Il mito del forte pioniere, poi, è particolarmente interessante perché, come molte altre cose americane, non è necessario sia reale: infatti, Harrison non faceva affatto una vita rude, viveva anzi in una residenza sontuosa e i pionieri li aveva forse visti con il proprio monocolo da lontano, e forse aveva pure una vasca. Ma non importa, in campagna elettorale il populismo pare sia necessario. E Harrison vinse.
Il giorno dell’insediamento, il rude pioniere neo-presidente sfidò una tempesta di neve a Washington per celebrare il proprio discorso ufficiale. Lui avrebbe anche voluto coprirsi ma i suoi consiglieri gli fecero notare che, per rispettare il cliché di uomo che beve sidro forte, sarebbe stato meglio non indossare il mantello e il cappellone. Va bene, e così fu. Bello duro.
Fece il più lungo discorso, ore e ore, della storia dei presidenti americani, e la sfida alle intemperie fu un successo. Solo un po’ di tosse, dopo.
Anzi, una bella polmonite, qualche giorno dopo. Fulminante, un mese dopo. Il 4 aprile 1841, un mese esatto dopo quel discorso, l’uomo della capanna di legno stirava le gambe, come una mammoletta. Secco lui e secco il mito. Anzi no, quello resiste.
Che soddisfazione, però: morto ma titolare di due luminosi record della storia americana, il più lungo discorso di insediamento e il più corto mandato da presidente, un mese. Son soddisfazioni. E cosa conta morire, se puoi avere dei primati? Gli uomini duri se ne fregano, e vincono a ogni costo. Viva.

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9 marzo 1945: il calendario della memoria civile

A Nonantola (Modena), come rappresaglia per la morte di due soldati tedeschi vengono fucilati diciannove civili sul ponte di Navicello.

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politicona

partiti in vendita

Un interessante articolo di Loretta Napoleoni sul finanziamento ai partiti (da Internazionale).

In passato la politica era finanziata dai tesseramenti. Oggi dipende da sponsor a cui è difficile dire di no.

Ormai in occidente la politica è un prodotto come tanti altri: viene venduto attraverso gli spot pubblicitari, con l’aiuto di uomini e donne (poche) che recitano un copione scritto da una raffinata macchina della propaganda. Gli acquirenti naturalmente siamo noi, i cittadini consumatori. Lo scopo? I soldi più che il potere.
Sembrano frasi rubate alla versione moderna del capolavoro di George Orwell, 1984, dove il Grande Fratello (non quello televisivo) condiziona i cittadini attraverso il marketing. Invece sono le tristi constatazioni che fanno ogni giorno moltissimi occidentali.
Come siamo arrivati a questo punto? La risposta va cercata nei meccanismi di finanziamento dei partiti. Trent’anni fa si basavano quasi esclusivamente sul contributo degli iscritti. Alla fine degli anni ottanta il peso del tesseramento è sceso al 50 per cento e oggi è meno del 10 per cento. Nel 2004 più di un quarto delle entrate dei laburisti britannici – all’epoca il più grande partito della sinistra europea – proveniva dalle donazioni di 37 grandi sponsor, tra cui il magnate dell’acciaio Lakshimi Mittal. Solo l’8 per cento dei finanziamenti era garantito dal contributo degli iscritti.
I partiti somigliano sempre più a un’azienda e sempre meno a un’organizzazione che ha un programma politico. Questo spiega perché nel 1999 la Enron ha finanziato metà della campagna elettorale di George W. Bush. In cambio, una volta eletto, Bush ha concesso al gruppo energetico la tanto desiderata deregulation del settore. Il principio della democrazia mercato è quindi il classico do ut des, anche quando il baratto costringe il partito a contraddire il suo programma.
Naturalmente chi decide sono i leader. Nel 1997 Bernie Ecclestone, il capo della Formula 1, donò a Tony Blair un milione di sterline. In cambio il leader laburista gli permise di pubblicizzare le sigarette durante le gare automobilistiche in Gran Bretagna, anche se era vietato dalla legge e il New Labour era sempre stato contrario.

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trivigantismi

59 secondi di… videocitofono

Qualcuno, oltre a me, ha apprezzato lo spirito essenzialmente nullo di “59 secondi di…”, la miglior rubrica mai inventata sulla faccia della terra. Ossia, cinquantanove secondi di qualcosa, qualsiasi cosa venga in mente a me o a voi, che abbia o meno un qualche significato intrinseco e che abbiate voglia di immortalare, possibilmente con i mezzi più ridotti possibile.
Stavolta, Siu condivide la versione attualizzata della signora Bislazzoni dietro lo spioncino della porta di casa che osserva ciò che succede, o più spesso NON succede, sulle scale. Cinquantanove secondi, anche se il maledetto videocitofono dopo ventisette si spegne. Irreale.

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estasi ténnica

sette anni prima degli Ok Go!

Impazza la goduria, giustamente, per il nuovo vidio degli Ok Go!, This Too Shall Pass. Notevole.
Se si assume, però, che l’innovazione e l’originalità siano valori assoluti, e io non lo credo, è comunque necessario citare il passato. In questo caso specifico, il capostipite del mini-genere è uno spot della Honda del 2003 che, ricordo, ci aveva colpito parecchio, allora.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Ma immaginare e realizzare qualcosa che non sia mai stato fatto prima è l’unica possibilità di un atto più o meno creativo? E il metro di giudizio deve attenersi sempre e comunque al grado di novità? Attualmente pare di sì, io dico di no.
Perché comporre e suonare un pezzo barocco alla maniera dei maestri ha un proprio valore, assoluto, anche oggi. Credo o, almeno, mi piace pensarlo.
Come che sia, ecco lo spot della Honda e i particolari raccontati:

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estasi

astro boy

Soichi Noguchi è un astronauta giapponese. Nonostante, ovvio, dimostri tredici anni ne ha probabilmente duecento e, quindi, gli hanno permesso di andare a svagarsi qualche giorno (!) sulla Stazione Spaziale Internazionale. Poiché è giapponese ha di certo una cinepresa innestata sotto cute, va detto però a suo vantaggio che deve avere un animo poetico, perché grazie alla combinazione di questi due fattori Noguchi ha cominciato a riprendere quello che vede dall’oblò e a postarlo sul suo canale di iutùb. Fantastico. E posta anche fotografie e qualche pensiero su Twitter. Altrettanto speciale che abbia ripreso le coste del Cile e si sia ricordato di noi che stiamo quaggiù e, soprattutto, dei cileni che stanno in Cile: “Our thoughts and prayers to our friends in Chile”.
For here am I sitting in a tin can, far above the world
Planet Earth is blue and there’s nothing I can do.

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estasi

vita da groupie: dave matthews band

Doppia data concertosa, settimana scorsa, per trivigante e i suoi amici: prima a Milano e poi a Roma per seguire Dave Matthews Band.
Niente mutande tirate sul palco ma poco ci è mancato, per fortuna loro. Se la prima data è stata un poco incerta, causa anche il Palacoso milanese parecchio scadente, i cementi armati del Palacoso romano hanno garantito una migliore performance, sia loro che nostra. Perché la bellezza dei concerti di DMb sta anche nel fatto che il concerto riesce se il pubblico risponde come deve. Vedi Lucca. Un assaggio un po’ ballerino:

Si fecero anche numerosi videi dei due concerti, macchinetta alla mano. Per chi fosse interessato, ecco i riferimenti completi: Milano e Roma.
Adesso comincia la preparazione per il lungo tùr estivo degli AC/DC. Portate pazienza.