Non scordate che oggi è il gran giorno del pranzo sociale di trivigante.it.
Ci vediamo al luogo convenuto alle dodici, non dimenticate i buffi cappelli. Ecco le indicazioni:
Nel pomeriggio, visita a sfregio della casa natale di Vasco Rossi, con tiro di uova e forgiatura di insulti nuovi di zecca. O Zocca.
Mese: Dicembre 2009
finire senza stile
I Nine Inch Nails si sono sciolti per il troppo caldo e hanno ben pensato di vendere tutto su ebay. Non che me ne calga (?) granché dei NIN, anzi, ma mi pare piuttosto triste il modo: una band di cattivoni che alla fine non trova di meglio che vendere tutto, ma proprio tutto fino all’ultimo router da venti dolla, su ebay. Tutto ciò non è affatto rock, tutto ciò è roba da divorzio coatto e da mancanza di immaginazione. Francamente, capisco di più chi su ebay si mette a vendere il cervello di Mussolini o l’empepada di cozze che ha preparato in garage.
Herman Van Rompuy, il vispo signore qui a destra, sarà a breve il nuovo presidente dell’Unione Europea.
Come è noto, sarà in carica per due anni e mezzo, il primo a farlo, per rispondere a una volontà comune di rafforzare la posizione dell’UE e dotare le istituzioni di una certa stabilità, non garantita dalla presidenza a rotazione. Condivisibile, in linea di massima.
Alla luce di questi intenti, la nomina di Van Rompuy, politico apparentemente di secondo piano e per di più belga, appare decisamente una scelta debole: le posizioni del presidente in pectore, infatti, sono piuttosto retrive (esempio: “La Turchia non è parte dell’Europa e non sarà mai parte dell’Europa… I valori universali che sono in vigore in Europa, e che sono anche i valori fondamentali della cristianità, perderanno vigore”) e la sua storia politica – dedicata più che altro alla ricomposizione dei conflitti tra fiamminghi e francofoni, roba da cortile – è piuttosto opaca. Cattolico, conservatore, appassionato compositore di haiku, dedito all’ornitologia, è solito ritirarsi in preghiera in un’abbazia nota per la produzione della birra. Insomma…
Allora, domanda, perché il signore è stato nominato primo presidente permanente dell’UE?
Nell’estate del 1924 alcuni vivevano con estrema preoccupazione l’ascesa del fascismo e le ripercussioni del delitto Matteotti, alcuni invece seguivano con entusiasmo l’arrivo di Sua Altezza il Principe Tewanna Ray in quel dell’Europa.
Le cronache impazzivano, e le donne pure, per quell’uomo aitante e bellissimo che si faceva chiamare con il proprio nome indiano, Cervo bianco, discendente dei capi indiani che avevano a lungo dominato le terre dei Grandi Laghi, sempre vestito come si conviene con penna e pipa fumante.
Mondano, colto, brillante, sempre disposto alle conversazioni eleganti, era venuto dalle praterie in Europa perché affascinato dalla cultura fascista: la sua tribù avrebbe presto vestito la camicia nera, in ribellione alla piatta democrazia dei discendenti di Washington, e le ingenti riserve di petrolio di cui egli disponeva sarebbero state a disposizione del Duce e dei suoi camerati.
Inutile dire che la borghesia fascista impazzì per il capo indiano-fascista: fece il giro di tutta l’Italia, partecipò a convegni e crociere, a spettacoli e a cene sontuose, il Duce stesso gli rese onori e simpatia traboccante a Palazzo Chigi, due aristocratiche signore di Trieste, fascistissime dalla prima ora, ovvio, lo ospitarono a lungo nel proprio castello ricoprendolo di soldi e attenzioni, disputandosi la sua vigoria al di sotto delle lenzuola.
E lui ricambiava: grandi manifestazioni di affetto nei confronti delle folle plaudenti, mance generose agli orfani di guerra, vigorose strette di mano e saluti a braccio teso ai gerarchi fascisti spuntati come funghetti all’ombra dei tronchi morti. A Firenze, addirittura, esagerarono e lo nominarono console ad honorem, a Venezia, a Fiume, a Bari, a Napoli, a Genova fu ricevuto e applaudito con tutti gli onori, in una tournée eclatante.
A Roma già sognavano succursali fasciste nell’America del Nord, tee-pee del Fascio e squadracce di cherokee picchiatori contro la demo-pluto-giudaico-crazia nordamericana.