Dopo che stamattina è passato da me e mi ha pulito la lettiera del gatto, mi ha preparato la colazione e ha portato fuori la monnezza, Obama è volato al Cairo per tenere il discorso di superamicizia con le popolazioni islamiche. Ma siccome Obama pensa sempre a me, e a ognuno di noi, il governo americano ha predisposto un servizio di sms con cui, aggratise e in qualsiasi parte del mondo, invierà i passaggi salienti del discorso di oggi.
Basta compilare il modulino e vualà, in diretta Obama mi pensa. Mentre Di Pietro ha scoperto YouTube e il PD Twitter, peraltro con una certa fatica, Obama manda teneri messaggini per non lasciarmi solo tutto il giorno. Naturalmente se mi mandasse un sms con cui mi chiede cosa comprare al supermercato prima di tornare a casa, io ne sarei molto più felice. Sinceramente.
Mese: Giugno 2009
Sesta puntatona, ormai sfiancato, della parure delle liste candidate alle elezioni europee 2009 e meno due al giorno delle elezioni. Corsa contro il tempo e contro l’agonia dei sensi. Miei.
Apre oggi la morsa fiammeggiante del “Fronte dell’Uomo Qualunque”, che si richiama ovviamente all’UQ di Giannini, anno 1944. Se quello aveva, alla fin delle finite, posizioni liberali ma raccolse a sé una quantità invereconda di filo-fascisti, questo non è chiaro a che serva. E’ talmente qualunquista, questo, che non si è nemmeno preso la briga di indicare le circoscrizioni elettorali nelle quali si presenta.
Prosegue la lista “Mondo anziani” che, a stare al simbolo, ha più l’aria di “Mondo anziani appassionati delle frecce tricolori” che altro. Se vi piacciono gli aerei, siete anziani e non siete mai stati a Ramstein, allora è la vostra lista.
Terzo aggregatore, “Liberté, fraternité égalité”, che parte forte e rilancia – tutto nello stesso simbolo – la propria attività di recupero crediti (“recupero maltolto” e bel salvadanaio), la lotta per l’acqua gratuita, il contrasto ai provvedimenti di amnistia (non esattamente sulla notizia) e la battaglia per l’abolizione delle province. Da segnalare che solo un anno fa nel simbolo c’era anche la scritta “Yankee go home please”, che ancora turba le mie notti. Please.
Quarto assembramento di partiti e concetti, la lista “NO EURO – Lista del Grillo parlante” ha ovviamente il merito di, apparentemente, saper leggere. Merito tutt’altro che secondario, peraltro. Oppure nemmeno, hanno guardato un po’ di tv e hanno assimilato il concetto, teorico, di un comico genovese decisamente sopravvalutato.




Ma non finisce qui. Altre quattro aggregazioni di micro-particelle di sodio dannoso.
I consumatori di acqua, telefono ed elettricità si sono ritrovati, senza nulla dire ai consumatori di gas, e hanno fondato la lista “Partito Consumatori Italiani”, bella combriccola di squadernati senza scopo. Strano, piuttosto, che l’acronimo del partitino sia PCI, svirgolone inconsapevole.
Si ripresenta, ancora, la listona “Democrazia europea”, il cui slogan è: “Casta contro”. Se loro si ripresentano paro paro, io paro paro ri-posto il mio commentino di un anno fa: “Se il messaggio è, indovino, che siete contro la casta dei politici perché avete letto Stella, allora non si capisce tanto, l’ordine soggetto-verbo-predicato un suo senso – di solito – ce l’ha”.
Altrettanto selvaggio e ricco di emulazione è il “Partito della libertà”, che svia al singolare un concetto politicamente noto, aggiungendo di proprio il giallo sottostante e un sorrisetto tricolore che richiama uno smile e, contemporaneamente, l’amicizia simpatica che a destra pervade ogni singolo clone. Presenti anche alle ultime politiche, non si può dire che non siano perseveranti: quanto voti frutto di errore avranno raccolto? Malafede.
Ultimo giro per questa volta, il camioncino europeo lanciato verso Bruxelles del “Movimento autonomo autotrasportatori”, un sincero e imponente contributo politico da parte di uomini e camion. Il M.A.A.E. è forse, speriamo, un camion lanciato a bomba contro l’ingiustizia? Lecito dubitare, più probabile un agglomerato di Tirzan corporativi che tentano di portare alla piazzola ciò che si può.




Una mattina di queste alzo la testa per osservare un cielo azzurro e glorioso quando mi imbatto in un manifestone che riproduco qui a destra: un signore di nome “Jesus” dice di stare tranquilli, che lui (enfatizzato in rosso) ha vinto il mondo. Poi c’è un cuoricione volante sulle nuvole, due gabbiani e una croce semi-trasparente. Addirittura.
Resto un po’ sconcertato. D’accordo che siamo sotto elezioni, va bene, eppure il tutto mi pare un filo eccessivo. Il signor Jesus o ha vinto il mondo al casinò o lo ha sconfitto. In entrambi i casi, mi dice il manifesto, io dovrei stare tranquillo e avere fiducia.
In realtà, mi agito. Cosa vuole questo signore? Telefono alle pagine gialle della religione e scopro che si tratta del vangelo di Giovanni (16, 30-33): “Adesso credete? Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”.
Caaazzo. E’ quell’egocentrico del figlio di dio uno e trino, dice di stare tranquilli che lui è fortissimo e ci pensa lui a tutto, povere merdine che non siamo altro. D’accordo, grazie.
Risto, mi guardo attorno, ci penso, son perplesso. Non posso esimermi. Mi scuso fin da ora per la miseria delle mie domande ma non posso resistere, mi si perdoni. Ecco le otto domande per il signor Jesus: perché la comunicazione teologica adesso avviene sui manifestoni? Signor Jesus, non ci manderà più qualche arcangelo o segno fiammeggiante a ricondurci sulle vie rette? Non trova che i vecchi metodi di comunicazione fossero di gran lunga più efficaci? Mi scusi l’ardire, ma chi paga i manifestoni? E’ un manifesto vero o una visione? Una volta letto, devo fare qualcosa di particolare? E’ lecito riprodurre in rete, su un blog, la comunicazione del signore via manifesto? Sarò fulminato?
Grazie per le eventuali risposte, signor Jesus, se le va può commentare qui sotto, sempre che naturalmente il mezzo sia di suo gradimento. Attendo speranzoso.
Quinta puntata dell’elegante e raffinata rassegna delle liste candidate alle elezioni europee 2009 e tocca purtroppo correre perché sabato si avvicina. Stavolta, è l’ora dell’orgoglio nordista a confronto con quello sudista, pochezza contro pochezza, scemenza contro assurdità. E pare infatti un certo qual controsenso candidarsi alle elezioni europee, indette in nome della rappresentanza sì ma all’ombra del concetto superiore di unità, sbandierando un tovagliolino locale che indica l’uguaglianza più uguale con i propri conterranei. Quartierino contro villaggetto, genio contro astuzia, affinché Bruxelles protegga la qualità superiore della mozzarella contaminata. Anzi no, del bagoss prodotto in fabbrica. No, del pomodorino mediterraneo. No, della polenta valsuganina. Etc.
In ordine alfabetico, via con il nord (la minuscola la metto apposta, leghisti del cacchio).
Apre “Progetto Nordest” con tondo sormontato da cappello di Pinocchio sulle ventitre, ovvero ago della bussola che punta all’obbiettivo nordest, all’interno di tondo giallo simil-formaggione alpestre. Si affianca la minimalista “NordDestra” che lesina sui colori ma non sulle consonanti ravvicinate: il verde del nord giustapposto al blu della destra e anche in questo caso è sotteso il giochetto “norddest”. Terza lista nordista, “Comunità alpine” sottotitolo “Autonomie, Liberté, Démocratie”, che più che nordista è palesemente di provenienza valdostana, piemontese al massimo, e rappresenta sì e no tredici famiglie autoctone.
Vien più voglia di mettersi un Moncler che di votare.



Poiché non ci fa mancare nulla, mai, il sud risponde a tono. La lista “La discussione – La forza del SUD” schiaffa un azzurro improbabile perché a sud c’è il mare, sfuma il paese verso nord per meglio chiarire e lancia un sottinteso inquietante: la forza del sud è la discussione? Stiamo freschi. Grandiosa, invece, la “Lega federale del sud”, associazione di imprenditori e operai, che propone i due tipici simboli meridionali: la signora che beve direttamente dalla brocca e l’orso senza le zampe davanti. In mezzo, la scritta “Arsura del Sud”, forse riferita alla signora bibente forse all’orso monco. Il terzo soggetto, il “Partito Europeista Riformista NOLA”, cacofonico il giusto e mordace nel giochetto dell’acronimo, giustappone alla silhouette del barocco di Nola uno schianto di antennone ténnologico, per spiegare bene bene il concetto di riformismo: va ben la tradizione che bellezza il meridione ma una bella antennona a noi ci farebbe piacere.



In medio stat virtus, ovvio.