Uno xilofono ti ucciderà, un cavallino a dondolo ti soffocherà, una tuta ti contaminerà, un globo disco-densing ti fulminerà, un pupazzetto dei pirati ti intossicherà, gli scacchi magnetici ti sfregeranno, un monopattino di spiderman 3 ti strangolerà. L’incognita è il quando, non il come.
Per il come, basta consultare mamma Comunità Europea che ha attivato il supersistema Rapex, a protezione dei consumatori, ovvero la superlista nera dei prodotti mortali e paramortali, consultabile qui. Scegliete una comoda settimana, magari feedelizzatevi, consultate la strepitosa colonna “Danger” e scoprite di che morte morrete. Tanto è certo, se avete in casa un qualcosa-qualsiasi prodotto in Cina, secondo me siete già morti. (domanda: ma perché l’hanno chiamato come questo?).
Mese: Marzo 2009
Ci sono cose, ossia oggetti, senza il possesso delle quali – e il dominio di esse! – un uomo non è davvero un uomo. Diciamocelo. Ci sono cose, ossia oggetti, che danno all’uomo un certo grado di potere e alcune di esse sono davvero importanti per un uomo. Diciamocelo. Ci sono cose che hanno dei poteri e un uomo, che sia tale, le deve possedere e le deve dominare, perché da esse deriva il controllo di ciò che ci circonda. L’ho detto.
Io ho deciso di possedere e dominare i magneti, una delle più immense fonti di potere al mondo, la chiave per estendere il mio dominio sopraffacendo la bontà e controllando la volontà dei socialisti. Niente a che vedere con le scemenze dei fumettari che credono in Magneto, povero vecchierello, parlo di vero potere.
Parlo della supremazia dei superpoteri sugli esseri miserabili, soprattutto su quelli di – scusate la parola – Forza Italia. Perché io sto per entrare in possesso del potere assoluto.
Elfriede Jelinek, Imre Kertész, Wisława Szymborska, Camilo José Cela, Wole Soyinka, Jaroslav Seifert, Czeslaw Milosz, Odysseus Elytis, Vicente Aleixandre, Patrick White, Shmuel Yosef Agnon, Giorgos Seferis, Saint-John Perse, Juan Ramón Jiménez, Halldor Kiljan Laxness, Par Fabian Lagerkvist, Johannes Vilhelm Jensen, Frans Eemil Sillanpää, Roger Martin Du Gard, Ivan Alekseyevich Bunin, Erik Axel Karlfeldt, Sigrid Undset, Władysław Stanisław Reymont, Carl Friedrich Georg Spitteler, Karl Adolph Gjellerup, Henrik Pontoppidan, Carl Gustaf Verner von Heidenstam, Maurice Polidore Marie Bernhard Maeterlinck, Paul Johann Ludwig Heyse, Selma Lagerlöf, Rudolf Christoph Eucken, Bjornstjerne Martinus Bjornson.
Chi erano o sono costoro? Chi ne conosce almeno due vince.
i problemi dell’africa
mi aiuta a installare Gugol?
+Pronto *****(nome negozio) computer..
-Sì salve, buonasera, io ho il cervello in riparazione da voi, volevo sapere se era stato riparato…
Vorrei un microfono per un pc portatile fisso
Ma questa promozione scadeva domani?
Con questo computer posso connettermi con X-files? (Skype)
In negozio avete qualcuno che ripulisce gli appartamenti dai cavi microspia inseriti nelle pareti?
ma questo Pc ha Windows Fiesta?
Vorrei una supposta di memoria per la macchina fotografica
Svarioni in negozio di informatica, questi e molti altri qui. I negozi di informatica, come le librerie, capeggiano la classifica degli esercizi maggiormente bersagliati da refusi verbali più o meno imbarazzanti e la domanda è: perché? Credo che la risposta stia nello sforzo mnemonico eccezionale che viene richiesto al cliente medio (libreria: autore o titolo o colore copertina o prezzo o lettera qualunque nel titolo/autore; negozio informatico: assonanza qualunque con il prodotto), il quale viene sfinito dallo sforzo e inciampa rovinosamente. L’uovo, la fettina di carne, il cappello a larghe falde sono ormai conoscenze acquisite dal compratore medio. Ed ecco un esempio degli strafalcioni da libreria. Quando ci lavoravo io, in libreria, avevo delle ripercussive crisi di nervi quando mi chiedevano: “Salve, vorrei il libro presentato al Maurizio Costanzo ieri sera”. Da ciò si intuisce quale sia il primo passo per la corretta formazione dell’operatore librario.
E’ uscito qualche giorno fa il terzo volume della “Storia europea della letteratura italiana” di Asor Rosa, operona critica che io sfuggo e scampo, quasi quanto i corsivetti dell’autore su Repubblica. Ma ognun pensi a sé.
Comunque, a pagina 533 del ponderoso volume si legge: “il pratese Curzio Maltese, il quale tra le due guerre era stato redattore e inviato del ‘Mondo’, del ‘Corriere della Sera’, del ‘Mattino’, e direttore della ‘Stampa’ (dal ’29 al ’31). (…) Autore dei romanzi ‘Kaputt’ (1944) e ‘La pelle’ (1950)”.
Panico.
Come ‘pratese’? Tra le due guerre? Direttore de ‘La Stampa’ dal 1929 al 1931? Io sapevo che scrive su Repubblica, scrive un po’ di testi con Guzzanti e altri, il suo ultimo libro è dell’anno scorso… Orca, come minimo deve avere cento anni, Maltese.
Perché finirà per rispettarne solo uno e per odiare l’altro. Non lo dico io, lo dice Matteo nel “Discorso della montagna” (6,24): “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona”. Ovvero, non si può essere fedeli alla superbontà (Dio) e contemporaneamente alla ricchezza e ai beni materiali disonesti (Mammona), perché a servire due padroni si combinan disastri: “ho fatto una gran fadiga, ho fatto anca dei mancamenti”, come dice quell’Arlecchino di Goldoni, appunto.
Se poi uno dei due padroni è Mammona, la cosa si complica. Infatti, quando papa B16 dice: “Il crollo delle grandi banche americane mostra quello che è l’errore di fondo: l’avarizia e l’idolatria che oscurano il vero Dio, ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna” si riferisce alla personificazione della ricchezza materiale, soldi o benefici che siano. Infatti, “Mammona” è termine aramaico dall’origine incerta il cui campo semantico, in greco, in ebraico, in aramaico e persino in finlandese, afferisce sempre ai beni materiali da accumulo, in contrasto con ciò che, invece, non ha un valore quantificabile; purtroppo, nell’ultima traduzione ufficiale della Bibbia, 2008, il termine è stato definitivamente sostituito da “ricchezza”, con gran perdita di immaginazione e di possibilità, a parer mio.
lettera di cambio (film)
Dopo i libri, la sfida è ora simulare il refuso nei titoli dei film: una lettera, una sola, e il gioco è fatto, e pazienza se l’onorabilità del regista o dello sceneggiatore va a farsi friggere. E la breve sinossi della trama, autentico valore aggiunto, è una primizia cui è impossibile rinunciare.
Vado dunque a dare il la:
– questa volta sono le sorelle di lui ad accoltellare lei: cronaca di una morta annunciata
– la prima radio libera dei panificatori modenesi: radiotreccia
– la storia di un giovane ricco che scopre il senso dell’esistenza facendo acquisti alle aste online: about a bay
– un uomo, costretto a letto da una malefica possessione, riflette sulla fine della vita: male dentro
– documentario sul taglio dei fondi alle forze dell’ordine: guardia e ladri
– la prima giornata di riposo di un gruppo di sopravvissuti ai morti viventi: 29 giorni dopo
– film horror sull’animazione notturna dei luoghi di carico e scarico: la notte dei porti viventi
– commedia sul serio problema di trovare servitù qualificata: donne sull’orlo di una crisi di servi
– il meraviglioso viaggio di alcuni pesciolini attraverso lo specchio: alici nel paese delle meraviglie
– la versione grammaticalmente corretta del film: otto e mezza
– una gran dama prova soddisfazione sessuale solo indossando abiti sontuosi: gala profonda
– variante dell’Amleto secondo la quale i due amici vengono inviati in Inghilterra e sopravvivono: Rosencrantz e Guildernstern sono forti
– tragedia sul quarantacinquesimo discendente del famoso re inglese shakesperiano: Enrico L
– ennesimo episodio della saga in cui gli Jedi lottano contro gli indiani cattivi: star wars:la vendetta dei sikh
– un artista della belle époque in grado di imitare qualunque tipo di capigliatura: il pelomane
– triste pranzo domenicale di una famiglia al circolo ufficiali: parenti sergenti
– film parodia poco riuscito sulla storia della placida attività sportiva: la pazza storia del fondo
– critica sulla società borghese vista dagli uomini bassi: dillinger è corto
– una giornata tipo di una casalinga stretta tra mille appuntamenti: un giorno in premura
– la vita di un magnate dell’agricoltura, incapace di amare e dedito al possesso: quarto podere.
Franceschini contro i capibastone
Franceschini, appena eletto, entra a gamba tesa e annuncia l’azzeramento degli organismi dirigenti, del governo ombra, dei capibastone e di quanto resta dalle macerie della gestione precedente. Plauso di molti, perplessità di altri.
Però lo fa in fretta, di questo gli va dato merito. Ma fa cosa?
Per saperlo in una comoda tabellina, trivigante riassume per i più distratti le imponenti variazioni nell’organigramma PD:
veltroni (governo ombra e coordinamento) | franceschini (dipartimenti) |
Pierluigi Bersani (Economia) Linda Lanzillotta (Pubblica Amministrazione) Enrico Letta (Lavoro, salute e pol. soc.) Giovanna Melandri (Comunicazione) Marco Minniti (Interni) Roberta Pinotti (Difesa) Ermete Realacci (Ambiente) Lanfranco Tenaglia (Giustizia) Piero Fassino (Esteri) Paolo Gentiloni (Coordinamento) Giorgio Tonini (Coordinamento) Goffredo Bettini (Coordinamento) Beppe Fioroni (Coordinamento) Vincenzo Cerami (Cultura) Sergio Chiamparino (Riforme) Mariangela Bastico (Regioni) Maria Pia Garavaglia (Istruzione) Matteo Colaninno (Sviluppo economico) etc. etc. |
Pierluigi Bersani (Economia) Linda Lanzillotta (Pubblica Amministrazione) Enrico Letta (Welfare) Giovanna Melandri (Cultura) Marco Minniti (Sicurezza) Roberta Pinotti (Difesa) Ermete Realacci (Ambiente) Lanfranco Tenaglia (Giustizia) Piero Fassino (Esteri) Paolo Gentiloni (Comunicazione) Giorgio Tonini (Formazione e Studi) Goffredo Bettini (Iniziativa Politica) Beppe Fioroni (Educazione) Margherita Miotto (Politiche regionali) Colomba Mongiello (Agricoltura) Paolo Fontanelli (Enti Locali) |
Tanti per cambiare. Oddio, tagliare ha tagliato, però non è che allo sfrondamento si accompagni una bella ventata di ottimismo. Anzi, e questo è un mio pallino, almeno Fassino, dopo l’enorme fallimento della missione in Birmania e il biasimo ufficiale delle Nazioni Unite, poteva rimuoverlo. O metterlo all’agricoltura, che so.