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politicona

guida alla comprensione del PD

pd-darwinFedele alla mia funzione di servizio, ho addensato in questi giorni oscuri una guida alla comprensione del PD, così che le dimissioni di Veltroni di ieri, il tracollo sardo, lo sfacelo sul testamento biologico, il governo-ombra, la tramvata alle politiche, le primarie, le correnti e le fondazioni, i bersaniani e i cattolici oltranzisti, le libertà di coscienza su ogni piccola domanda e tutto quanto il resto siano, dicevo, finalmente chiari e comprensibili. E così anche il futuro del partito. Vado molto fiero della mia guida, poiché sarebbe stato molto più semplice redigere una guida alla compilazione della sequenza del genoma umano o alla composizione chimica del minestrone di verdure tirolese. Ma tant’è, ora serve sciogliere il nodo del PD. Cominciamo, dunque.

In principio fu il Partito Liberale (PLI) che si trasformò nella Federazione dei Liberali (FdL); nello stesso tempo, il Partito Socialista (PSI) si scisse nella Federazione Laburista (FL) e nei Socialisti Democratici Italiani (SDI) mentre, parimenti, il Partito Repubblicano (PRI) si smembrò nella Sinistra Repubblicana (SR) e, poi, nel Movimento Repubblicani Europei (MRE). Contestualmente, la Democrazia Cristiana (DC) implose in Unione Democratici Cristiani (UDC), Partito Popolare Italiano (PPI) e Cristiano Sociali (CS), mentre il Partito Comunista (PCI), per propria scelta, si frammentava in Partito Democratico della Sinistra (PDS) e Rifondazione Comunista (RC). Quest’ultima, nel volger di un mattino, si spaccò ulteriormente, dando origine ai Comunisti Unitari (CU). Al contempo, potemmo assistere alla creazione dal nulla di nuove formazioni per germinazione spontanea, come Rinnovamento Italiano (RI) e I Democratici (ID), in area post-democristiana e nelle zone umide.

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trivigantismi

lettera di cambio (libri)

sergentenellanaveAh, che soddisfazione: si cambia una lettera e si spalancano voragini e abissi o vette di ineffabile splendore, il tutto simulando un refuso. Una lettera, una sola, e il gioco è fatto, e pazienza se l’onorabilità dell’autore va a farsi friggere. Se poi si sintetizza anche la trama, l’affronto è completo, che goduria.
Per esempio, come definire altrimenti la folla di aspiranti emuli del grande filologo, se non “Il giardino dei finti Contini”? D’accordo, questa è per cultori della materia, ma quelle che seguono no.

Dunque, il gioco lo inizio io:
– guida ai sentieri più conosciuti della provincia australe: “Le vie dei tanti”;
– lungo promemoria per aspiranti chimici: “Le fiale dei fratelli Grimm”;
– poderoso testo ancestrale che narra la storia di una vecchiona creatrice del mondo: “La Babbia”;
– triste storia di un militare arruolato per sbaglio in marina: “Il sergente nella nave”;
– antico vademecum delle offese che un uomo può recare o subire: “Il libro egiziano dei torti”;
– romanzo cavalleresco che narra le gesta di un mago proprio scarso: “La profezia di Merdino”;
– storia mitologica della passione di un dio per un giovanetto al lido di Venezia: “Marte a venezia”;
– storia di una bambina povera che diventa campionessa nella pulizia dei pavimenti: “Pattìne d’argento”;
– questo proprio non saprei, dovrei leggerlo: “Lesbico famigliare”;
– storia di un nobile signore della provincia bresciana: “Il visconte di Rezzato”;
– libro di denuncia sulla condizione disumana negli allevamenti di polli: “Se questo è un uovo”;
– i patimenti di un giovane romantico e daltonico: “I colori del giovane Werther”.

E, per finire, il migliore:
– la versione ridotta del noto romanzo: “Vent’anni di solitudine”.

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il nulla

maggioranza e opposizione

Due malviventi compiono un colpo in banca mascherati da Berlusconi e Dell’Utri.
rapina_berl_dellutNon si registrano reazioni di stupore tra gli impiegati. Un bancario di destra commenta: “Sapevamo che la banda colpisce ovunque da aprile ma non pensavamo venissero da noi, siamo una piccola filiale, mica l’Alitalia”. Il suo collega di sinistra, visibilmente soddisfatto, dice: “Io lo sapevo e lo dico da tempo. Strano fossero solo loro due. E Tremonti?”.
Resta irrisolto l’enigma della foto qui accanto: i due cartoni di fogli A4 a che sono serviti?
Mentre la maggioranza colpisce, una parte dell’opposizione subisce atti di censura. Denuncia Iacopo Venier, responsabile comunicazione dei Comunisti italiani: Facebook ha oscurato il nostro profilo senza un perché. Inoltre, è stato cancellato il gruppo ‘Amici di Diliberto‘, il danno più grave è che abbiamo perso tutti i contatti e le discussioni raccolte in questi mesi”. Diliberto non ha più amici e il partito ha perso in un colpo solo la sede, il programma, lo statuto e tutti i tesserati.
Riassuntiva di entrambe le vicende è la frase pronunciata dal rapinatore mascherato da Berlusconi, al momento della rapina: “la sinistra porta la gente in piazza e nemmeno riesce a riempirla, mentre nel frattempo noi governiamo“. Piazza, esagerato… Facebook, diciamo.

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memoria

Carla Capponi

Questa è una storia di coraggio, desiderio di libertà, eroismo. E, come capita, anche di miserabili.

Carla Capponi si unì alle formazioni partigiane di Roma subito dopo l’otto settembre e, poiché non intendeva limitarsi a fare la staffetta, nell’ottobre 1943 rubò la pistola a un milite fascista, mentre entrambi erano sull’autobus. Da allora compì più di quaranta azioni con i GAP romani contro le truppe tedesche di occupazione, senza lasciare tregua al nemico. Azioni in bicicletta, a piedi, di notte e di giorno, a Roma e in provincia, da sola e in gruppo, senza mai conoscere riposo e senza mai concedersi il gusto del compiacimento. Furono moltissime, attaccò con tre compagni il comando tedesco a piazza Barberini, assalì un corteo della GNR in via Tomacelli, partecipò all’attentato di via Rasella, attaccò un camion tedesco che stava per caricare alcuni condannati a morte a Regina Coeli. Nessuna resa mai.
Ma non solo con le bombe si fa la resistenza: in una incredibile notte dipinse un’enorme falce e martello sull’altare della patria e scritte di libertà in piazza di Spagna; poi salì sul colle e si gustò lo spettacolo della gente che al mattino si dava di gomito. gap_romaDiventò vicecomandante di una formazione GAP romana e salutò la liberazione come cosa anche sua, nel giugno del ’44. Sposò il comandante Paolo, ovvero Rosario Bentivegna, anche lui gappista a Roma e suo compagno di lotta prima che di vita. Diventò consigliere comunale e poi parlamentare del PCI per alcune legislature, non fermando mai la propria attività sul territorio per l’emancipazione delle donne e della popolazione delle borgate.
Fu insignita dal presidente della Repubblica della medaglia d’oro al valore militare, per “le più eroiche imprese nella caccia senza quartiere che il suo gruppo d’avanguardia dava al nemico annidato nella cerchia dell’abitato della città di Roma” (dalla motivazione ufficiale), il che avrebbe dovuto chiudere per sempre le polemiche sull’attentato di via Rasella e sulla rappresaglia delle fosse Ardeatine. Non è stato così.
Carla Capponi è mancata nove anni fa, dopo aver scritto un libro di memorie bellissimo e onesto, ricco di vera umanità e di insopprimibile desiderio di libertà (“Con cuore di donna“), che consiglio davvero. Il comandante Paolo, invece, è ancora vivo e difende coraggiosamente, ancora, i diritti e la memoria dei giusti. Ed ecco la parte schifosa della storia.

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nemici

libertà di coscienza

Nel PD libertà di coscienza nel voto sul testamento biologico, libertà di coscienza sulla partecipazione alla manifestazione della Cgil del 13, libertà di coscienza sulla giacchetta da indossare; Rutelli e i teo-dem ci sguazzano allegri e tutto ciò significa che non esiste una, dico una, posizione condivisa, tantomeno una linea politica e che la direzione è pleonastica.
Alle prossime europee, libertà di coscienza.

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il nulla

costituzione filo-sovietica

repit-urssCostituzione della Repubblica italiana
art. 1
L’Italia è una Repubblica socialista degli operai e dei contadini.
art. 2
La sovranità appartiene al Soviet dei deputati dei lavoratori, che la esercita nelle forme e nei limiti di sé stesso.
art. 3
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, fermo restando che tutto il potere in Italia appartiene ai lavoratori della città e della campagna, rappresentati dal Soviet dei deputati dei lavoratori.
art. 4
Tutti i cittadini, la terra, il sottosuolo, le acque, i boschi, le officine, le fabbriche, le miniere, le cave, i trasporti ferroviari, acquei ed aerei, le banche, i mezzi di comunicazione, le grandi aziende agricole organizzate dallo Stato e così pure le aziende comunali e la parte fondamentale del patrimonio edilizio nelle città e nei centri industriali, le ville in Sardegna e tutti i cactus sono proprietà dello Stato, cioè patrimonio di tutto il popolo.

magari…