libertà, indipendenza e labbrone

Una signorina, credo ieri, approfitta della nuova sede distaccata del Louvre a Lens per vedere qualche quadro rinomato e, nel caso de La Libertà che guida il popolo, già che c’è estrae un evidenziatore e coglie l’occasione per scrivere qualcosa – non è dato sapere cosa – sulla tela.

Interviene prontamente l’A-Team dei restauratori per sanare il danno, la signorina forse è stata preda di un accesso di erostratismo piuttosto modesto, in effetti, non essendo l’evidenziatore molto adatto a garantire gloria imperitura, e bon, la storia più o meno finisce qui.

Non molto entusiasta per i pochi risvolti della storia, nemmeno un coltello, un accenno di pazzia, un furto, una maschera e una fuga notturna sui tetti, un allarme che suona, una bionda fatale e un ladro marsigliese, insomma nulla, mi prendo un momento per osservare attentamente i dettagli del quadro in riproduzione ultragrande, cosa che è impossibile da fare dal vivo e che di solito mi dimentico di fare con i quadri belli, anche se dovrei.
Mi scappa l’occhio sul labbrone del donnone-libertà-indipendenza, lo metto qui sotto, e uoah, una Minetti d’antan con la labbrità superiore che sfugge alle leggi della fisica e si fa canottino lubrico per istigare il combattente alla pugna. Il messaggio è piuttosto esplicito, sia per i signori che le sono attorno nel quadro, e che combatteranno senza dubbio fino alla morte, e per me che la guardo di riflesso. Il turgore che rilancia la propensione sessuale parmi piuttosto evidente, o no? O sono sessuomane io?
Di certo, non me l’aspettavo, giammai notai nulla persino dal vivo. Bisogna sempre guardare da vicino, è un fatto. Occhio non vede ma cervello registra lo stesso.
Allons, dunque, vive la France e labbrons tutt’ensamble, enfants!

delacroix_part

Nessun commento.

Lascia un commento

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*