francis il muro parlante: uomini al bar

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono.
L’ignota fanciulla autrice della scritta – la tradisce la grafia – è risentita con la categoria maschile dei bar-omani, forse perché le capita di passare spesso davanti a un bar di improvvidi commentatori delle femminee grazie, o forse ha un fidanzato-fratello-padre della categoria, o forse ce l’ha con loro e basta. Legittimo.
Essendo io un frequentatore anomalo di bar, nel senso che ci vado ma non interloquisco con i presenti e lo cambio spesso, non sono in grado di valutare l’effettiva espressione dell’invidia mascolina. Con molta approssimazione, sarei per pensare che sia in altro modo ma il parere va rispettato.

Lungi da me la provocazione ma il tema chiama, vienda raccontare le dodici regole del bar Margherita di via Saragozza (e la regola 10 sembrerebbe dare ragione all’autrice di cui sopra) raccolte, ai tempi, da Pupi Avati. Con un pensiero preliminare ai poveretti dell’alluvione del Polesine: ancora oggi, il nostro affetto (regola undici).

  1. Al bar non si portano mogli, madri, sorelle, figli, nipoti.
  2. Se vuoi essere considerato al Bar Margherita ci devi arrivare la sera tardi. Comunque sempre prima che chiuda.
  3. Se ti metti con una che non ti fa più venire al bar, si avvia l’organizzazione per fartela mollare.
  4. La squadra del Bar Margherita è il Bologna Football Club e tutti ci tengono a sentire le partite alla radio, quando vince e quando perde. La bandiera del Bologna è appesa ogni domenica a una colonna del portico.
  5. Quelli del Bar Margherita ci credono alla messa e al rosario ma non ci vanno o se ci vanno non si fanno vedere.
  6. Anche se piove forte nessuno va al Bar Margherita con l’ombrello.
  7. Nella classifica degli imbarcatori di donne quarti sono i finocchi, terzi i democristiani, secondi i comunisti, primi quelli che invece di parlare tanto cercano una che gliela dà.
  8. Le donne che la danno a quelli del bar sono tutte donne segrete, spesso sposate, che quelli del bar hanno conosciuto nelle balere e hanno solo il nome del quartiere dove abitano, quella di Casaralta, quella della Bolognina, quella della Dozza… Forse esistono, forse no.
  9. A quelli del bar è proibito andare in gita ai santuari sui pullman con il mangiare nelle sporte e la bottiglia dell’acqua e limone.
  10. Quelli del Bar Margherita quando stanno seduti ai tavolini e passa una donna la debbono guardare con desiderio e fare qualche «tirino». Sempre. Anche se è un gran cesso le debbono sussurrare: «Che fisico!» oppure «Sai cosa ti farei!». È una regola di quelli del Bar Margherita.
  11. L’uovo di Pasqua gigante lo si vince con un torneo di goriziana a squadre che si fa a novembre. Lo regala il commendator Maiorana. Essendo quello che non ha venduto e che è rimasto in vetrina per tutta l’estate fa schifo. Chi lo vince lo regala sempre agli alluvionati del Polesine che si sono rotti i maroni di riceverlo.
  12. La santa protettrice del Bar Margherita è la Madonna di San Luca che viene giù dal suo santuario una volta all’anno e che anche gli atei del Bar Margherita la ammirano molto.

Io da sempre credo nella sei e nella nove.
(grazie a mr. A per la fruttuosa raccolta)

  • Giu 14th, 2012 at 13:15 | #1

    Bellissime tutte! La 6, che non si può non condividere; la 10, con quell’obbligo – “la debbono guardare”! – che non ammette deroghe… D’ora in poi questo post lo terrò a fianco dei classici del Benni, e del Guccini de La legge del bar ed altre comiche.

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